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Autore: Andrea Micky    25/08/2021    0 recensioni
[animaniacs]
In attesa del reboot, ho realizzato questa storia con protagonisti i tre fratelli più scatenati del mondo.
ANIMANIACS and relative characters are copyright of WARNER BROS
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non date da mangiare al puma
 by Andrea Micky

Quando il sole sorse, i suoi raggi illuminarono un incantevole paesaggio naturale, costituito da un limpido fiume, un rigoglioso bosco ed un’imponente montagna.
E fu proprio da una delle caverne situate sulla formazione rocciosa che uscì un puma dall’aspetto imponente.
“Yawn! Adesso, mi ci vorrebbe proprio uno spuntino” disse il felino, mentre si stiracchiava pigramente.
In quel momento, sospinto da una lieve brezza mattutina, un delizioso profumo di vivande raggiunse le narici del predatore.
“Che fortunata coincidenza” pensò il puma, mentre si addentrava nel bosco.

Seguendo l’invitante profumino, il puma raggiunse una tenda da campeggio, davanti alla quale Yakko, Wakko e Dot Warner si stavano preparando la colazione, che consisteva in una sfrigolante porzione di uova con la pancetta.
“Ragazzi, la colazione é pronta” annunciò Yakko, togliendo la padella dal fuoco.
“Evviva!” esultarono Wakko e Dot, già muniti di coltello e forchetta.
“A me quel boccone!” intimò il puma, mentre balzava fuori dalla vegetazione.
“Fila, amico. Questa é roba nostra” replicò il vorace Wakko, per nulla intimidito dal nuovo arrivato.
“Perché non ti mangi del pesce, invece?” propose Dot, estraendo da dietro la schiena la sua immancabile scatoletta.
A quel punto, dal piccolo contenitore sbucò fuori un mostro simile ad un calamaro gigante, che afferrò il puma con uno dei suoi tentacoli, se lo infilò in bocca, lo masticò come un chewing gum e lo sputò fuori, per poi rientrare nella sua minuscola dimora.
“Come farei senza di te?” si chiese Dot, mentre accarezzava dolcemente la scatoletta.

Scagliato ad una distanza considerevole, il puma compì una piccola acrobazia a mezz’aria, che gli permise di atterrare indenne nei pressi della sua tana sulla montagna.
“Per fortuna, noi felini cadiamo sempre in piedi” disse il predatore, mentre le sue zampe toccavano terra.
Ma l’impatto col terreno causò una leggera vibrazione, che ruppe il precario equilibrio di una roccia, facendola cadere proprio sul puma, trasformandolo in una frittella.
“Adesso é una questione personale” ringhiò ferocemente il felino.

Muovendosi silenziosamente, il puma tornò alla tenda dei Warner, giusto in tempo per vederli andare verso il fiume.
Questi ultimi, una volta giunti a destinazione, cominciarono a preparare tutto l’occorrente per pescare, apparentemente ignari del nemico in agguato.
“Quando sarà il momento, balzerò su quelle pesti e me le mangerò in un sol boccone” pensò il puma, mentre assumeva la posizione d’attacco.
E nel momento esatto in cui i Warner gettarono le loro lenze in acqua, il felino si avventò su di loro, compiendo un maestoso balzo; ma, all’ultimo secondo, i Warner si scansarono, così che l’unica cosa che il puma rimediò fu un tuffo nel fiume.
Inoltre, a causa dello slancio, il felino urtò una radio che il trio si era portato dietro, facendola cadere in acqua.
Subito dopo, una violenta scarica elettrica, emessa dall’apparecchio cortocircuitato, fulminò il puma, che affondò lentamente sott’acqua.
I Warner non fecero commenti sulla scena, ma si misero sull’attenti e rivolsero al felino un rispettoso saluto militare.

Un paio d’ore dopo, i Warner stavano tranquillamente passeggiando per il bosco, quando videro un favo traboccante di miele appeso al ramo di un albero.
Desiderando assaggiare un po’ di quella prelibatezza naturale, i tre fratelli salirono l’uno sulle spalle dell’altro, con Yakko alla base, Wakko nel mezzo e Dot in cima, permettendo così a quest’ultima di raggiungere il favo e mettere qualche goccia di miele in un vasetto di vetro.
Ma nel bel mezzo dell’operazione, da dietro un cespuglio sbucò fuori il puma, che si mise davanti ai Warner, per impedire loro di scappare.
“Stavolta non mi sfuggirete” ringhiò il predatore, mentre si avvicinava minacciosamente alle sue presunte vittime.
Ma Dot risolse la situazione afferrando il favo e strizzandolo come se fosse un tubetto del dentifricio, inzaccherando il felino di miele.
Subito dopo, dal favo uscì anche una sciame di api, che, scambiando il puma per un ladro di miele, assunse la forma di un teschio con le tibie incrociate.

Capendo l’antifona, il puma fuggì via, inseguito dalle api infuriate, che ben presto furono sul punto di raggiungerlo.
“Nasconditi lì dietro” gli suggerì Dot, indicando un grosso cespuglio.
Sentendosi spacciato, il felino seguì il suggerimento ricevuto, ma una volta saltato dietro la pianta, si ritrovò a mollo nel fiume.
“Beh, meglio bagnato che punto” pensò sollevato il puma, mentre la corrente lo trascinava via.
Ma il sollievo durò poco, perché un rumoroso scroscio fece notare al felino che l’acqua del fiume stava scorrendo verso una cascata di considerevole altezza.
“Accidenti al maggiore! Doppio accidenti a quello di mezzo! Triplo accidenti alla femminaaah!” inveì il puma, mentre precipitava di sotto.
E l’esperienza si rivelò più dolorosa del previsto, perché il felino, oltre a schiantarsi su alcune rocce che affioravano dall’acqua, venne schiacciato da un pianoforte che i Warner si erano “lasciati sfuggire di mano”.

Una volta raggiunta faticosamente la riva, il puma andò alla ricerca dei Warner, che incontrò a poca distanza dalla loro tenda.
Ma Yakko, Wakko e Dot furono lesti a fuggire e si andarono a nascondere all’interno di una grotta, alla quale però il predatore arrivò presto, seguendo le tracce dei tre fratelli.
“Eh, eh! Visto che quella grotta é senza uscita, quei tre sono in trappola. E una preda in trappola, é una preda finita” ghignò il puma, mentre entrava nella spelonca.
Ma non appena il felino entrò nella grotta, i Warner uscirono dalla grotta, nella quale rientrò poi il legittimo occupante, ossia un grizzly dalla stazza mastodontica.
Subito dopo, nella grotta echeggiò un inconfondibile rumore di lotta, accompagnato da numerosi versi di dolore, che cessarono quando il puma venne brutalmente scagliato fuori dalla spelonca, andando poi a sbattere contro un albero, i cui rami erano carichi di pigne.
E com’é facile immaginare, l’impatto con la pianta causò un massiccio quanto doloroso bombardamento, del quale il felino fu vittima.

Esasperato da quell’ultima disavventura, il puma scoppiò a piangere, suscitando un profondo senso di colpa nei Warner.
“Su, coraggio. Se per te é così importante, ci faremo mangiare” promise Yakko.
“Però, non facciamolo qui” suggerì Wakko.
“Giusto: torniamo alla nostra tenda e facciamo le cose come si deve” incitò Dot.
“Per me, va bene” acconsentì il puma, ritrovando la sua baldanza.

Una volta tornati alla tenda, i Warner ammucchiarono una grossa catasta di legna, sulla cui cima posizionarono una capiente casseruola, nella quale si sedettero.
“Addio, amico. E goditi questo pasto” si raccomandò Yakko, mentre lui e i fratelli calavano il coperchio sul recipiente, chiudendocisi dentro.
“Oh, lo farò” promise il puma, mentre prendeva la scatola dei fiammiferi con cui accendere il fuoco.

Ma prima che il puma potesse aprire la scatola dei fiammiferi, alle sue spalle sopraggiunsero un ranger, un giudice e un’avvocatessa, che in realtà erano i Warner travestiti.
“Qui non si può campeggiare, tanto meno accendere il fuoco” l’ammonì il ranger Yakko, agitando il dito in un gesto di rimprovero.
“Ti condanno all’ergastolo per tentato incendio doloso” sentenziò il giudice Wakko, battendo il suo martelletto per terra.
“Come tuo difensore, ti consiglio di filartela” suggerì l’avvocatessa Dot, parlando sottovoce.
In preda al panico, il puma corse via veloce come il vento, salvo poi accorgersi di essere stato ingannato.
In preda alla rabbia, il felino invertì la sua direzione di marcia, salvo accorgersi di essere finito nel bel mezzo di una strada riservata al transito dei camper.
E proprio in quel momento, una lunga fila dei suddetti veicoli sfrecciò sulla carreggiata, trasformando il temibile predatore in un tappeto usato.

Deciso a chiudere definitivamente i conti, il puma tornò alla tenda dei Warner, giusto in tempo per vederli impacchettare le loro cose.
“Che state facendo?” domandò loro il felino.
“Ce ne torniamo a casa. Il campeggio é finito” gli rispose Yakko, mettendosi lo zaino in spalla.
“Comunque, questa é stata una delle nostre migliori vacanze” disse Wakko, mentre smontava la tenda da campeggio insieme alla sorella.
“E questo anche grazie a te, bel gattone” ammise Dot, sorridendo soddisfatta.
“Perciò, di comune accordo, abbiamo deciso di tornare qui anche l’anno prossimo” annunciarono i Warner, parlando all’unisono.
Udendo quelle parole, il puma fece una strana smorfia, balbettò una serie di frasi insensate e si allontanò saltellando in maniera folle.
“Attento! Da quella parte si va nella zona di caccia” lo avvertì Dot.
Subito dopo, il rumore di numerosi spari risuonò nell’aria.
“Credo che se ne sia accorto da solo” disse Wakko, alzando le spalle.
“E comunque, l’idea di riaverci qui non doveva andargli molto a genio” concluse Yakko, grattandosi il mento.

FINE

Scena Extra: Il finale originale
Diversi minuti dopo la partenza dei Warner, il puma si aggirava per il bosco, in cerca di una preda con cui banchettare.
“Ora che quelle tre pesti se ne sono andate, posso andare a caccia tranquillamente” pensò il felino.
In quel momento, da dietro un cespuglio spuntò fuori una piccola tromba d’aria, che si rivelò essere Taz, il diavolo tasmaniano.
“Jaja basula cibo” ringhiò il famelico animale australiano.
“Non so chi tu sia, ma visto che questo é il mio territorio di caccia, sei appena diventato la mia preda” disse il puma, mostrando minacciosamente i denti.
Per tutta risposta, Taz spalancò le fauci e ingoiò il suo interlocutore in un sol boccone.
“Beh, a volte sei il cacciatore, a volte sei la preda” sentenziò filosoficamente il felino.

   
 
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