Un azzurro che ricordava vagamente gli occhi di House, del suo capo, magari anche qualcosa più di quello. Compagno? Non di certo. Amante? Sì, quello forse si.
Si voltò verso la porta che dava alle cabine e vide l’uomo zoppicare verso di lui, il solito aspetto trasandato, la solita aria arrogante di un uomo che si crogiola in se stesso.
- Mi annoio, non c’è niente di divertente su questa nave. Non c’è neanche la via cavo! –
- Forse perché siamo appunto, su una nave House. –
L’uomo dagli occhi di ghiaccio lo fronteggiò.
- Ehi! vuoi fare il saputello con me?! –
Kutner non si mosse di un millimetro. Semplicemente rimase dove era mantenendo un’aria il più sicura possibile. Era incredibile pensare che in quel momento l’uomo che aveva davanti non fosse il capo e lui lo schiavo sempre disposto a fare quello che l’altro desiderava.
- E se anche volessi? –
La voce dell’indiano era ferma, ma allo stesso tempo provocatoria in ogni senso che Gregory potesse pensare.
- In tal caso, avrei trovato un modo per divertirmi a portata di mano. – Il diagnosta era sempre più vicino.
- Fammi indovinare, il tuo divertimento sarei io, non è vero? –
Sollevò un sopracciglio con fare divertito, quello conversazioni per lui erano uno spasso.
- Può darsi. Sicuramente sei a portata di mano. –
Si fece a pochi centimetri dalle labbra di Kutner, riuscendo finalmente a farlo arrossire.
- Hai bisogno di un invito ufficiale per venire dentro o sei abbastanza vispo da venire da solo? –
Decise di stare al gioco, cedeva sempre e fin troppo facilmente alle tentazioni.
- Beh, non saprei. Dipende dalle tue... intenzioni. –
- In questo momento le mie intenzioni sono darti una bastonata e trascinarti se continui così. –
Alzò il bastone con fare fintamente minaccioso, fulminandolo con lo sguardo.
- Ok, ma starai alle mie intenzioni. –
- Come siamo autoritari oggi! Potrebbe piacermi... –
E con questo si decise a baciarlo prima di trascinarlo dentro la nave.
FINE