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Autore: La_Sakura    14/09/2021    4 recensioni
Quando lavorare oltre l'orario d'ufficio è la tua abitudine, ma il tuo capo non è d'accordo.
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★ Iniziativa: Questa storia partecipa a “Back to office” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 725
★ Prompt/Traccia: 10) A rimane fino a tardi a lavorare in ufficio. B e C gli fanno una sorpresa.
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Serie "Im Sturm des Lebens". Si colloca temporalmente tra "E.T. - Führ mich ans Licht" e "Firework - Warten auf dich"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Im Sturm des Lebens'
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ET - Capitolo 1

Julia non riuscì più a trattenere lo sbadiglio, così si coprì la bocca e lo lasciò libero di uscire, alzando in contemporanea le braccia per stirare i muscoli.

La conference call con Herr Sanchez era terminata da poco e prima di andare a casa si era messa in testa di terminare la relazione da sottoporre a Genzo; il ragazzo non apprezzava più così tanto che lei facesse gli straordinari in ufficio perché – parole sue – preferiva averla tutta per sé a casa, ma quella sera era impegnato con un evento benefico a cui l’aveva incastrato il suo agente, e lei aveva colto l’occasione al volo.

Guardò l’orologio e constatò che aveva ancora poco tempo a disposizione, prima che il ragazzo la chiamasse, così si concentrò nuovamente sul monitor, dopo essersi strofinata gli occhi per riabituarli alla luminosità del foglio bianco.

Stava per mettere la parola fine quando un rumore lungo il corridoio richiamò la sua attenzione: le era parso di sentire il plin dell’ascensore, ma non poteva essere il custode, che di norma usava le scale per il suo giro di controllo. Rimase in attesa, le mani sospese sopra la tastiera, l’orecchio teso a cogliere altri rumori, ma nulla di nuovo giunse dal buio oltre la porta, così scosse il capo e ricominciò a scrivere.

Un rumore di passi la fece sobbalzare.

«Anton, sei tu?»

Nulla. Una parte di lei iniziò a temere che si trattasse di qualche malintenzionato, un lampo le balenò nel cervello e le fece immaginare la faccia di Herr Hagner che compariva dalla porta e la spaventava, così quando una conosciuta testa platinata comparve urlando un “Buh!” divertito, per poco non gli lanciò dietro la pinzatrice.

«Karl-Heinz Schneider! – mormorò a denti stretti – Ti sembra il modo?»

Il ragazzo entrò nell’ufficio, seguito da Martha, che scoppiò a ridere.

«Avresti dovuto vedere la tua faccia!» la schernì l’amica.

«Chi è Anton?» domandò il calciatore, sedendosi in malo modo sulla scrivania della General Manager.

«Il custode.» replicò Julia, senza nascondere l’astio verso chi si era appena divertito alle sue spalle.

«E hai una tresca con lui? Guarda che lo dico a Wakabayashi.»

«Smettila, Karl.» replicò lei, massaggiandosi il collo.

«Che ci fai ancora qui? Genzo non aveva messo il veto sugli straordinari notturni?» Martha le si avvicinò e le carezzò la testa.

«Sì, ma volevo finire la relazione sulla chiamata con Sanchez, perché se non metto nero su bianco subito quello che ci siamo detti, rischio di dimenticare qualcosa. Voi due, piuttosto…» spostò l’attenzione su di loro.

«Noi? Passavamo di qua per caso…» minimizzò Schneider, voltandosi verso la giovane assistente. Julia notò che le gote della ragazza si stavano colorando di rosso, così colse la palla al balzo.

«Ah, sì? E dire che la Wakacorp non è di strada per nessuno dei due. Per caso vi ha mandato Genzo a controllarmi, o volevate solo provare l’ebbrezza del sesso in ufficio?»

«Julia!» Martha diventò color porpora, e arretrò di un passo, mentre Schneider si limitò a incurvare le labbra in un sorrisetto ironico.

«Infatti siamo venuti a chiedere consiglio a te, sei diventata esperta, no? Gira voce che Wakabayashi abbia la jacuzzi, in ufficio.»

Julia non raccolse la provocazione dell’amico, si limitò a sorridere, distogliendo lo sguardo per celare l’imbarazzo.

«La jacuzzi non lo so, ma il divano è molto comodo.» ammise infine, risolvendosi a spegnere il computer.

Karl e Martha accolsero quella confessione con un coro di stupore, il ragazzo batté anche le mani complimentandosi con lei per l’ardire.

«Audace, Wagner, non c’è che dire.»

Lei gli rispose con un buffetto sulla spalla e si avvicinò alla porta, facendo loro cenno di seguirla. Mentre percorrevano il corridoio, il cellulare le suonò.

«Gen, ciao.»

«Non dirmi che sei ancora in ufficio…»

«Circa, ma sto uscendo con Karl e Martha.»

«Karl e Martha? Che ci fanno lì?»

Julia sorrise, osservando con la coda dell’occhio i due ragazzi che flirtavano liberamente davanti a lei.

«Credo che volessero vedere se davvero hai una jacuzzi in ufficio…» disse infine, provocando l’ilarità dei due giovani.

«Una jacuzzi? Ma che… avete bevuto per caso?»

«Non ancora, ma se ci raggiungi da Karl, lo facciamo insieme… ti va?»

«Non chiedo altro.»

Julia chiuse la comunicazione, entrò nella cabina dell’ascensore e osservò nuovamente il corridoio buio, prima che le porte dell’elevatore si chiudessero davanti e lei e il metallo riflettesse l’immagine del suo sorriso.




Sappiate che si tratta di una shottina senza pretese, prendetela per quello che è, una sorta di allenamento in vista del Writober (sì, se tutto va bene, dovrei partecipare, quest'anno - finalmente!).

Ringrazio fanwriter.it per aver creato la challenger Back to office, sembrava fatta apposta per Julia&co., così ho colto la palla al balzo per sgranchirmi un po' ^^ 

Come dite? Dovrei pensare a pubblicare Storia3 anziché queste sciocchezze? *fischietta fingendo indifferenza* non vi sento, ci deve essere qualche interferenza in giro per l'etere *ridacchia*

Un abbraccio e... a presto - giuro! 

Sakura chan 

 

   
 
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