Blackmore's Night


 

Il fuoco ardeva davanti ai nostri occhi.
Ci guardammo febbrili mentre ci restituivamo un sorriso folle. Come mosse da un’unica forza, iniziammo a ballare tutte insieme, una marea di corpi che danzavano al ritmo dei canti delle streghe. Battevamo le mani in questo flamenco della luna, scalciavano e calpestavano i nostri piedi nudi il morbido suolo del sottobosco. E intonavamo canti pagani al pantheon di divinitą antiche che sapevamo stessero banchettando sulle anime di chi ci aveva precedute.
Mi afferrai la gonna per non inciampare e mi lanciai in un'altra piroetta con la mia compagna mentre il sudore iniziava ad imperlare i nostri visi e i nostri corpi, luccicante ai raggi della luna. Ci prendemmo per mano, avvicinandoci al fuoco in un unico cerchio di donne. Sentimmo il calore delle fiamme strinarci i peli delle braccia e quasi segnarci con il marchio di un’atavica febbre, prima di allontanarci nuovamente in preda al ritmo di quella oscura e sacrilega danza. Sembrņ essere passato un tempo interminabilmente lungo prima che gli ultimi ciocchi di legno finissero di bruciare e si consumassero, ardendo e battendo come cuori morenti.
Era quasi l’alba ormai quando ci rialzammo dal prato dove ci eravamo accasciate quando le nostre fronti scottavano e i nostri corpi, nel sonno, si agitavano in preda ad onirici deliri.
A giudicare dagli sguardi che ci lanciavamo, il ritmo sel sabba ancora faceva ribollire il nostro sangue nelle vene. Sarebbe stato difficile tornare indietro alla vita di sempre dopo questa notte.
Sentivo che nulla sarebbe stato lo stesso.