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Autore: Seaf    29/09/2021    0 recensioni
Raccolta di storie dedicata alla regione di Sinnoh ed in particolare allo scoppiettante duo di Duefoglie.
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A Duefoglie non faceva mai caldissimo, ma per una regione fredda come quella di Sinnoh, quei venticinque gradi erano già un clima anormale e Barry non riusciva a sopportarlo. Era uscito con una semplice canotta e pantaloncini e si era subito diretto a casa della sua amica d'infanzia - o della sua lumaca, come gli piaceva chiamarla -, bussando violentemente alla porta. Ad aprirla, un quarto d'ora dopo, fu proprio la corvina, colta nell'atto di stropicciarsi gli occhi.
"Barry, ma che fai... Sono ancora le otto..." si lamentò lei, per poi essere subito zittita dall'amico.

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(I capitoli sono slegati tra loro! Presenza di AU in alcuni di essi)
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry, Lucas, Lucinda, Prof Rowan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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And I was catching my breath
Staring out an open window
Catching my death
And I couldn't be sure
I had a feeling so peculiar
That this pain would be for
Evermore
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ

Il cimitero di Duefoglie non riceveva spesso molte visite, data la scarsa popolazione, ma a Lucas, quel giorno, parve di vedere molta più gente del solito.
Certo, la cinquantina di lapidi che decoravano il terreno erano sempre le stesse, ma, dopotutto, era lì che il suo vecchio amico e mentore, il professor Rowan, riposava ed il giovane non avrebbe mai desiderato mancargli di rispetto, specialmente non visitandolo il giorno del suo compleanno.


"Le ho portato dei dolci da Kalos, professore" sorrise il corvino, rivolgendosi alla foto ingiallita che decorava la lapide "Sono da parte di Augustine... spero siano di suo gradimento, so che andava pazzo per gli zuccheri"
Poggiò la confezione accanto al mazzo di fiori appena cambiato, per poi sorridere ed allontanarsi in direzione di Duefoglie.

Erano passati dieci anni dalla morte del professore e dall'inizio della sua carriera ma, di fronte ai suoi ricordi, Lucas si sentiva ancora quel giovane assistente che faceva finta di conoscere il mondo. Poteva ancora vedere il professore di fronte al camino, mentre gli porgeva una tazza di cioccolata calda e gli raccontava del suo passato come fosse suo nipote. Lucas amava ascoltarlo, provare ad immedesimarsi in quell'uomo così saggio e misterioso ed il pensiero che, tornato in laboratorio, la sua figura possente non lo avrebbe accolto gli faceva stringere il cuore.

Lucas non era solo, però. Sua sorella lo aiutava, di tanto in tanto, mentre i suoi genitori, quando non erano fuori per lavoro, gli facevano compagnia. Non aveva mai avuto un buon rapporto con suo nonno; quell'uomo non meritava nemmeno quel titolo: lo disgustava, facendogli credere che fosse un debole, uno scansafatiche che non avrebbe mai portato a termine nulla nella sua vita. Se non ci fosse stato Rowan, probabilmente Lucas avrebbe sempre vissuto nella sua ombra; era contento che se ne fosse andato lontano da Sabbiafine, lontano da tutti, lontano da lui.⠀

Si strinse nel suo cappotto color crema, bussando alla porta di una delle poche case che coloravano e riempivano il piccolo villaggio che era Duefoglie.
Lucas poteva ringraziare Arceus per tante fortune, ma quella più importante di tutte era sicuramente la presenza di Barry e Lucinda all'interno della sua vita.
Il corvino non aveva mai avuto molti amici - anzi, non ne aveva proprio avuti - e l'incontro con i due ragazzi ormai conosciuti come le due foglie della regione di Sinnoh aveva portato la sua vita due, mille gradini più in alto.


"È arrivato il signor Lucas, mamma!" Lucas potè udire una vocina squillante dall'altra parte della porta, cosa che lo fece sorridere immediatamente. Questa si aprì pochi secondi dopo, mostrando la figura di una giovane donna sulla trentina con una bambina dai lunghi capelli biondi aggrappata sulla gamba.
La donna si gettò immediatamente sulle braccia del corvino, mentre la bambina ritornò in casa, chiamando qualcun altro.

"Guarda che bella che sei" Lucas sorrise, sciogliendo l'abbraccio.

"Ma guardati tu!" Lucinda rise, scuotendo la testa in mezzo alle lacrime "Ci sei mancato così tanto..."

Il corvino guardò la sua migliore amica, pensando a quanto fosse maturata negli anni; avendo ormai abbandonato il suo titolo di Campionessa per badare alla sua famiglia, Lucinda si occupava ora di una piccola pensione Pokémon a Duefoglie. I suoi bei capelli color ebano erano raccolti in una crocchia disordinata, mentre gli occhi cerulei emanavano la stessa lucentezza di quando era appena una bambina.

"Dov'è il tuo uomo?" chiese Lucas, alzando un sopracciglio. La corvina rispose ridendo, facendogli cenno di entrare in casa, per poi chiudere la porta dietro di sè.

La casa era diversa rispetto all'ultima volta che Lucas l'aveva visitata, ormai quasi cinque anni prima: l'atmosfera era più calda, più accogliente; le pareti ormai decorate da foto di famiglia e da vecchi cimeli, pavimenti pieni di giocattoli e fogli ritagliati.

Lucas poteva respirare un aria che mai aveva respirato nella sua vita, aria che parlava di momenti spensierati, di una famiglia che aveva vissuto gli scorsi anni nella più completa pace.
La bambina che lo aveva accolto pochi minuti prima stava giocando con un peluche di Chatot, mentre guardava il giovane uomo con occhi curiosi.


"Spero che tu ti ricorda di mia figlia" sorrise Lucinda "Su, Futaba, saluta lo zio Lucas!"

"Ciao..." disse lei, nascondendosi dietro il peluche. Lucas rise, scuotendole i capelli.

"Certo!" rispose "Come potrei? È davvero adorabile... Aveva appena due anni quando me ne sono andato."

Lucinda stava per replicare, quando un forte rumore costrinse i tre a girarsi in direzione delle scale; di fronte a loro, un uomo dai capelli biondi e arruffati se ne stava a terra, accarezzandosi il capo, dolorante.

"Ahahaha, papà è caduto di nuovo dalle scale!" Futaba rise, correndo in direzione dell'uomo e salendogli in groppa, sbattendogli il peluche di Chatot sulla testa.

"H-Hey, piccola peste, scendi subito..." Barry prese delicatamente la figlia sorridente in braccio, per poi posarla a terra e correre in direzione del suo amico "LUCAS!"

Braccia forti e possenti subito incrociarono la schiena debole del corvino, stringendola in una forte morsa. Lucas non potè che pensare a quanto il suo amico iperattivo si fosse allenato per essere COSÌ forte, ma il suo sguardo color tramonto lo distolse subito da quel pensiero, facendolo sorridere.

"Come è andata a Kalos? Tutto bene?" chiese il biondino "Ancora non posso credere che tu sia ritornato... Possiamo ritornare lo stesso trio di sempre!"

"Certo, certo" rise Lucas, sciogliendo l'abbraccio "A Kalos tutto bene, in questi cinque anni ho imparato molte cose e sono pronto a metterle in pratica."

"Che ne dici se ne discutiamo di fronte ad una tazza di the?" Lucinda afferò le braccia del suo migliore amico e del marito, sorridendo alla figlia che li guardava contenta.

"Ohhh, certamente" sorrise Barry, schioccando un bacio sulla guancia alla moglie.

Lucas li guardò incantato, contento di vederli innamorati come sempre; il corvino li conosceva bene, aveva sempre tifato per loro e per la realizzazione dei loro sogni e vederli così, insieme e felici, riempiva il suo cuore in un modo che non aveva mai sentito prima.

Prese posto accanto a Barry sul tavolo di fronte alla cucina, intrecciandosi le dita e aspettando che il the si preparasse. Non sapeva il motivo, ma Lucas si sentiva nervoso.

"Hey" il biondino si accorse dell'agitazione del suo amico e provò a distrarlo "Hai trovato qualcuno a Kalos?"

Lucas quasi si strozzò nella sua stessa saliva per quanto quella domanda lo avesse colto alla sprovvista; dopotutto, il qualcuno a cui Barry si riferiva non era un qualcuno qualunque.

"Voglio concentrarmi sulle mie ricerche" disse, abbassando lo sguardo "Non ho tempo per quel genere di cose..."


Certo, Lucas non era apatico, aveva provato dei sentimenti per qualcuno, ma era successo tempo fa, quando era solo un ragazzino che ancora non conosceva il mondo; la ragazza in questione, poi, era misteriosamente scomparsa dopo averle confessato i suoi sentimenti. Odiava ammetterlo, ma dopo tutti questi anni era ancora una ferita aperta.

"Non puoi restare solo per sempre, Luc" si preoccupò Barry.

"Sai, non tutti hanno la fortuna di trovare la propria anima gemella nella loro migliore amica che conoscono da quando sono praticamente nati" ribattè lui, sarcastico.

Il biondino rise, guardando la moglie con lo sguardo più amorevole che Lucas avesse mai visto nel viso del suo amico.

"Già, si può dire che sia stato molto fortunato..." sorrise ancora, alzandosi in piedi ed avvicinandosi alla sua Lucinda, aiutandola a preparare dei manicaretti.

Lucas sospirò, per poi posare lo sguardo sulla piccola Futaba, intenta a disegnare qualcosa su un foglio di carta. I lunghi ed ondulati capelli color grano le ricadevano sulle spalle, mentre gli occhi, anch'essi colore tramonto come quelli del padre, erano assottigliati, concentrati unicamente sul disegno che stava man mano prendendo forma.


Quella bambina era un dono di Arceus, pensò Lucas. Ricordava la prima volta che l'aveva presa in braccio, quella tiepida mattina di aprile, occhietti vispi che incontravano per la prima volta quelli grigi del giovane; l'avevano chiamata Futaba, germoglio, e Lucas pensò che mai sarebbe esistito nome più accurato. Aveva assitito ai sue primi due anni, per poi andarsene a Kalos, lasciando la bambina crescere senza un suo ricordo.

 
"Zio Lucas!" Futaba lo colse alla sprovvista, chiamandolo con la sua voce pura e squillante "Guarda!"

Sollevò il foglio su cui stava lavorando, consegnandolo al giovane professore. Lucas spalancò gli occhi non appena vide il disegno: quattro figure stilizzate che raffiguravano lui, la bambina ed i suoi genitori, tutti mano nella mano.

 
"A scuola ci hanno chiesto di disegnare la nostra famiglia!" sorrise lei, riprendendo il foglio "Ti piace?"

Il corvino rimase senza parole, colto alla sprovvista dall'improvviso gesto d'affetto. Sorrise, strofinandosi la mano sul viso, non mostrando la lucentezza che aveva riempito i suoi occhi dal cielo plumbeo.
Lucas non aveva mai avuto una vera famiglia, con dei genitori sempre impegnati, un nonno che non riusciva a definire tale ed una sorella che, per quanto gli volesse bene, riusciva solo a farlo arrabbiare. Era dal primo incontro col professor Rowan che il giovane aveva appreso che la famiglia, quella vera, genuina e preziosa non era legata dal sangue, ma dai ricordi e dall'amore più puro e sincero.
Lucas aveva finalmente trovato la sua di famiglia, non aveva e non avrebbe mai avuto bisogno di nessun altro.
Lui, Barry, Lucinda, Futaba... ed il ricordo di Rowan. 

"È bellissimo" tolse finalmente le mani dalla fronte, sorridendo come non aveva mai fatto prima e prendendo la piccola in braccio, facendola ridere. Il suono cristallino attirò l'attenzione dei due genitori che, alla vista di quella scena, non poterono fare a meno che sorridere ed unirsi alla festa. 

In mezzo alle risate e agli abbracci, Lucas potè intravedere una vecchia foto del professor Rowan appoggiata su uno scaffale.
La guardò, soffermandosi sui suoi occhi seri, sul suo sguardo che tanto lo aveva amato nei suoi anni di vita e sul vecchio camice che, per quanto ricordasse, insisteva sempre nel mettersi. Lo guardò a lungo, come se dovesse salutarlo per l'ultima volta, come a ringraziarlo per tutto quello che aveva fatto per lui.
Poi, all'improvviso, si girò, lasciando la foto sulla coda dell'occhio, l'immagine del professore ancora vivida.


E Lucas potè giurare di averlo visto sorridere.

 
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ



 
  
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