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Autore: Stella Di Mezzanotte    01/09/2009    3 recensioni
...La sua pelle era così bianca da sembrare quella di una statua e la sua postura quasi felina. Appoggiata con i gomiti sul tavolo, teneva una ciliegia, vicino alla bocca dischiusa, che faceva un forte contrasto con il colore pallido della sua pelle. Era una Dea quella che stavo guardando e la mia attenzione fu attirata su di lei, come una calamita con un magnete... Bella è una vampira ed Edward un essere umano catturato dal suo fascino .... un incontro e quale fine? Ora e per sempre ...
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una ff scritta per un contest, quindi la traccia e la lunghezza della storia dipendono da questo!  Ringrazio Lauretta e Malia per la cover! Sempre grazie a Malia devo la bellissima presentazione di questa fic, per il suo contest! sul suo forum Oblivion (http://maliafanfictionpage.forumcommunity.net/).  Stavolta i ruoli saranno inveriti e sarà Bella a essere vampira! Ringrazio in anticipo chi leggerà o commenterà questa storia! Un saluto a tutti .... Stella Del Sud ....

“Nunc et Semper”...



Dolce il tempo che non ha fine, dolce e pericoloso, come ciliegie saporite e mature che si posano su labbra pronte per affondare nel sapore colorito del mistero e del gusto proibito. Il vagabondare di una vita solitaria e senza scopo può terminare. Quando un cuore smette di pulsare per perdersi nella sua mostruosità, c’è sempre un odore, un sapore nuovo dietro l’angolo in grado di far spalancare gli occhi alla più eterea delle creature e farle dire “Benvenuto nel mio mondo, io aspettavo te, chiunque tu sia”. Rifiutare il destino, rifiutare l’umanità a questo punto diviene impossibile e l’attrazione, l’amore, il desiderio, divengono un’ossessione che porta ad una scelta definitiva. In una mensa si consumano sguardi lascivi di grande bellezza, in un aula si sfiorano mani di diversa natura, in un bosco, sotto la pioggia scrosciante, labbra e i baci fanno da padroni ad una realtà che non può essere accettata perché troppo potente. Ma Edward non vuole rinunciare alla sua umanità, al suo amore, anche se questo vuol dire donare la sua vita ad una vampira. E Bella, riuscirà a scappare dai suoi sentimenti?



“Sei ancora qui?”, Sì, per non lasciare mai che la solitudine e l’impossibilità vincano sul fato e sulla felicità nascoste, ma sempre presenti. Perciò non c’è risposta negativa che possa sconfiggere le vere emozioni. In una tempesta d’amore, eccolo…



“Ora e per sempre”.

Malia85

                                                                                                                    Ora e per sempre

 

Erano le due di notte passate, quando un vento innaturale fece aprire con violenza le ante della mia finestra. Ero già sveglio, ma trasalii ugualmente all’aspetto sinistro della situazione. Succedeva spesso che nelle notti in cui non soffiava un anelito di vento, la mia finestra veniva spalancata da una grande forza per poi smettere un attimo dopo. Come ogni qual volta succedeva questo strano mistero, io mi alzai per richiuderla e stetti qualche attimo a scrutare fuori dalla finestra, nella speranza di raggiungere la fonte di quel fenomeno, che sapevo non era mai casuale. Non ne avevo parlato con nessun membro della mia numerosa e ambigua famiglia, perché sapevo che mi avrebbero chiuso in qualche fortezza per evitare di farmi correre qualsiasi tipo di pericolo o ancor peggio mi avrebbero preso per pazzo. D’altronde abitare in un covo pieno di vampiri non era affatto normale, ma io non avevo mai prestato troppa attenzione a questo piccolo particolare. Abitavo con loro fin dall’età di tre anni e rappresentavano la mia famiglia. Carlisle ed Esme era i miei genitori a tutti gli effetti . I miei fratelli, anch’essi vampiri, erano coloro a cui non avrei mai potuto rinunciare.

Nonostante all’età di diciassette anni riconoscevo che non era per niente normale , per un umano, abitare con dei vampiri, il sentimento prevaleva sulla ragione, quindi conducevo la mia vita con assoluta serenità. Ero sempre stato un ragazzo taciturno e dall’aspetto trasandato, motivo per il quale molti dei miei coetanei tendevano a tenermi distante da loro. Avevo pochissimi amici, che non conoscevano la realtà ma che avevano capito che nascondevo qualcosa di strano. Tuttavia non avevano mai fatto domande e di questo gliene ero grato. In particolare Jeremy era il mio migliore amico e passavamo molto tempo insieme. Per quanto riguardava le ragazze non avevo mai avuto una relazione importante, perché non mi sentivo di stare con nessuna di quelle ragazzine che non facevano altro che girarmi intorno, con i loro comportamenti infantili.

<< D’accordo, direi che oggi non ci sei proprio. >>

Mi girai sulla sedia e vidi Jeremy in piedi e con il vassoio della mensa tra le mani, mentre mi guardava con sufficienza. Ero tanto preso dai miei pensieri che mi ero totalmente scordato di essere seduto nella mensa della scuola. Rimandai lo sguardo sul mio vassoio ancora tutto pieno e infine su mia sorella Alice che aveva gli occhi luccicanti puntati verso un punto della sala. Inarcai un sopracciglio e seguii il suo sguardo. Rimasi di stucco quando vidi una bellissima ragazza che la fissava a sua volta. Rimasi abbagliato a guardarla, nel suo aspetto quasi etereo, fin quando sentii strattonarmi una spalla.

<< Hey, ma fin a quanto tempo pensi di ignorami così, eh? >>

<< Jeremy, siediti pure. >>

Risposi senza riuscire a staccare gli occhi da quella visione che mi si parava di fronte. Come sempre Jeremy aspettava il mio permesso per sedersi accanto a me, in quanto avevo capito che c’era un certo timore da parte sua nel sedersi accanto ai miei fratelli. Come mi aveva spiegato una volta Carlisle, era l’istinto di sopravvivenza degli umani a tenersi distanti, una volta superata la fase di attrazione nei loro confronti. I miei pensieri tornarono prepotentemente alla ragazza seduta da sola al tavolo di fronte al mio. Lei guardava ancora mia sorella, ma dopo qualche secondo vidi i suoi occhi spostarsi lentamente su di me. 

In quel momento il tempo si fermò e i suoi profondi occhi color caramello si rispecchiarono nei miei. Solo allora notai i particolari di quel viso così fine e perfetto. La sua pelle era così bianca da sembrare quella di una statua e la sua postura quasi felina. Appoggiata con i gomiti sul tavolo, teneva una ciliegia, vicino alla bocca dischiusa, che faceva un forte contrasto con il colore pallido della sua pelle. Era una Dea quella che stavo guardando e la mia attenzione fu attirata su di lei, come una calamita con un magnete. Quella magia fu interrotta dal suo movimento improvviso. Fece scivolare la ciliegia sul piatto che aveva davanti, sempre guardandomi, e si alzò con una lentezza anormale. 

Io non mi accorsi neppure che era suonata la campana che decretava l’inizio delle lezioni, fin quando mia sorella con uno schiocco di dita davanti al viso mi fece risvegliare dal trance in cui ero caduto. Sollevai lo sguardo su di lei, per un solo attimo, preso dalla sorpresa, salvo poi riportarlo sul punto dove prima si trovava quella dea sconosciuta. Mi accorsi, con rammarico, che lei non c’era più e mi alzai arrabbiato per raggiungere la mia aula, seguito da Jeremy e dai miei fratelli.

<< Alice, perché mi hai distratto? >>

Per risposta ebbi solo un risolino, ma da un tipo come lei avrei dovuto aspettarmelo.

<< Edward, si può sapere che ti prende oggi? >>

Ancora una volta ignorai Jeremy, per riconcentrarmi sui miei pensieri. Chi era quella sconosciuta? Come si chiamava? Che stava facendo? Mi sorpresi di me stesso, infondo non la conoscevo neanche, oltretutto non mi ero mai comportato così con una ragazza. Certo, lei era qualcosa di indescrivibile ed ero certo di non averla mai vista prima. Mi fermai in prossimità della mia aula, con ancora gli occhi di quella visione davanti, quando mia sorella Alice mi artigliò un braccio, con la sua piccola mano.

<< Auguri fratellino. >>

Non diedi retta alle strane parole di quel piccolo folletto ed entrai un aula, senza guardare nessuno, andando dritto al mio solito posto. Prestai poca attenzione alle parole del professore che era appena entrato e cominciai a scarabocchiare qualcosa sul mio quaderno. I miei pensieri correvano veloci a quella ragazza indescrivibile. Ero sempre stato contro i colpi di fulmine e a roba simile, ma quello che mi era accaduto nel momento in cui i nostri occhi erano venuti a contatto mi lasciava ancora stordito. Troppo difficile razionalizzare quel flusso di emozioni così forti che mi avevano scosso.

<< Scusa, posso sedermi? >>

Alzai scocciato gli occhi verso la disturbatrice che aveva messo fine ai miei sogni ad occhi aperti, ma per poco non caddi dalla sedia per la sorpresa. La ragazza della mensa mi stava guardando con un sorriso che la rendeva a dir poco divina. Rimasi interdetto a lungo, fino a quando il professore non ci raggiunse.

<< Forza, Cullen, non faccia il timido. La signorina Swan è nuova del posto e l’unico posto libero è accanto a lei, come al solito … >> a quelle ultime parole sentii vari risolini, ma con mio estremo stupore fu la mia dea a metterli a tacere.

<< Sono a dir poco onorata di poter stare accanto ad un ragazzo così bello >> mi strinse l’occhio e si sedette con grazia, accanto a me.

In tutto questo io non ero riuscito ad aprire bocca e le uniche cose che avevo registrato erano che lei stava seduta accanto a me, con le gambe accavallate e le braccia distese sul tavolo. Incontrai ancora una volta i suoi occhi color caramello nascosti leggermente dalla lunga frangia castana, mentre lunghi boccoli le scendevano sulla schiena.

<< Piacere,  io sono Bella. >>

Mi concentrai sul suono della sua voce a cui prima non avevo fatto caso, preso dai miei pensieri, e la trovai terribilmente sensuale e dolce al tempo stesso. Non allungò la mano per presentarsi ma, al contrario, se la passò tra i capelli per poi appoggiarsi allo schienale della sedia. Quel movimento mi fece cadere gli occhi sulle sue gambe scoperte, infatti portava un gonna scura che le arrivava a mala pena al ginocchio e un maglione color panna. Pensai che era davvero coraggiosa ad indossare abiti del genere, con la neve e la tempesta che imperversava fuori. Non aveva freddo?

Scacciai quegli inutili interrogativi e mi voltai di più per fronteggiarla.

<< Piacere mio, Bella, io sono … >>

<< Edward Cullen, lo so. >>

Inarcai un sopracciglio e la curiosità prese il sopravvento sul resto. Mi avvicinai inconsapevolmente a lei, che rimase immobile a guardarmi sorridente.

<< Lo sai? >>

Lei rise in risposta al mio tono sarcastico, portando la testa indietro per poi ricomporsi e distendersi sul tavolo, con la testa sopra le braccia unite.

<< Ma si, Edward. Eri disattento, il professore mi ha detto il tuo nome quando ha detto di sedermi qui. >>

Non risposi ma ricambiai il suo sorriso, fin quando il professore non richiamò la nostra attenzione per cominciare la lezione. Non avevo alcuna voglia di seguirla, ma infondo non avevo mai perso una lezione e dovevo cercare di calmarmi sennò avrei fatto notare anche a Bella quanto fosse il mio imbarazzo nell’averla accanto. Eppure non riuscivo a stare attento a ciò che avevo intorno, in quanto la mia attenzione gravitava tutta su Bella. Lei sembrava molto rilassata e sembrava ascoltare attentamente ciò che il professore diceva. Avrei voluto far correre il tempo per avere la possibilità di poterla conoscere, ma nello stesso tempo avrei voluto che quel momento restasse eterno, per paura che scappasse via. Studiai i particolari del suo profilo perfetto e ancora una volta mi sorpresi del colore così pallido della sua pelle. 

Uno strano sentore mi avvertì di stare attento e cominciai a collegare tutti i fattori che la caratterizzavano. Occhi color caramello, quasi identici a quelli della mia famiglia, pelle bianchissima fino all’inverosimile, una voce inconfondibile e ammaliatrice così come il suo sguardo e la sua postura quasi felina e infine la sua insensibilità alla bassissima temperatura. Infatti tutti i presenti, me compreso, indossavano guanti e sciarpe che strofinavano continuamente per cercare un po’ di calore, mentre lei era seduta comodamente con quegli abiti assolutamente leggeri rispetto alla situazione, come se fossimo stati in primavera. 

La sua bellezza era oltremodo indicibile, per cui mi giunse alla mente il vago sospetto che anche lei fosse una Vampira. Non appena materializzai quella parola nella mia mente, quasi mi venne da ridere. Come poteva essere una vampira e stare in quel luogo pieno di umani, con così tanta indifferenza? Sapevo bene che tutti gli altri vampiri, all’infuori della mia famiglia, si nutrivano di sangue umano ed era impossibile resistere ad una tentazione del genere. Era accanto a me da quasi un ora eppure non si era mossa dalla sua posizione, quasi fosse una statua. Quest’ultimo particolare mi fece sudare freddo, in quanto si trattava di una delle principali caratteristiche della natura Vampira. 

Io che abitavo così a stretto contatto con loro, non ero capace di riconoscerne uno? Questo mi tolse quasi ogni speranza che lei fosse umana, ma non feci nulla ne mi alzai per uscire dall’aula per tenermi distante da lei. Non avevo paura, anzi avrei voluto avvicinarla a me e stringerla tra le mie braccia. Riconoscevo di essere esagerato, ma non potevo negare a me stesso l’effetto che mi faceva solo guardarla e non ero tanto sicuro che si trattasse solo della comune attrazione che un umano prova nei confronti di un vampiro.

Mi irrigidii quando lei  voltò lo sguardo su di me, mi guardava in modo strano come se mi stesse studiando. In quel momento non seppi come comportarmi, ma ormai il fatto che fosse una vampira era fuori da ogni dubbio. Mi fissava come se fossi la sua preda. Non ebbi l’impulso di scappare nemmeno quando lei avvicinò il viso al mio e potei sentire l’odore intenso che emanava. Rimasi stregato dai suoi movimenti e in quel momento desiderai poterla toccare e sentire il freddo che la sua pelle emanava.

Lei sembrò capire i miei pensieri, perché mi strinse una mano e socchiuse gli occhi. Lo feci anch’io non trattenendo un brivido, sia per l’eccitazione che quel semplice gesto mi aveva regalato, sia per il freddo assoluto della sua pelle. Sembrava che stessi toccando la neve. Anche lei sembrava turbata da quel contatto, probabilmente per la sensazione di calore del mio corpo. Oppure il suo istinto di predatore cominciava a farsi sentire … troppe domande, troppi dubbi.

Come se le lancette del destino puntassero a mio favore, la campanella suonò e tutti gli studenti si catapultarono fuori dall’aula, desiderosi di andare ognuno a casa propria. Quel giorno infatti non avevamo più lezioni. Mai come in quel giorno avrei voluto rimanere in quella scuola se ciò significava non lasciare Bella. Eravamo rimasti seduti entrambi, in quell’aula ormai del tutto vuota. Lei non smetteva di guardarmi e io non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi.

<< Edward … >>

La sua voce mi riscosse anche se era stato solo un debole sussurro. Con un sospiro mi alzai e con un mezzo sorriso le allungai una mano per aiutarla ad alzarsi. Lei sorrise teneramente e prese la mia mano per sollevarsi. Uscimmo dall’aula lentamente, mentre le tenevo ancora la mano e lei si passava quella libera tra i capelli. Sembrava di colpo nervosa, come se fosse indecisa su come comportarsi. Una volta fuori dall’edificio, fummo colpiti entrambi dal forte vento e dalla pioggia che continuava a scendere incessante.

<< Vuoi venire con me? >>

Senza aspettare risposta mi tirò leggermente e si mise a correre. Di sicuro su di lei non aveva alcun effetto, ma non fu del tutto piacevole correre sotto quella pioggia e con il freddo che quasi mi bloccava gli arti. Tuttavia ci fermammo poco dopo, all’interno del bosco che stava dietro la scuola. Il mal tempo si poteva avvertire dai tuoni e dalla vista dai lampi, perché la pioggia e il vento erano come trattenuti dagli altissimi alberi e dai numerosi cespugli. Respirai a pieni polmoni l’aria satura di umidità, fin quando non sentii qualcosa che mi si appoggiava contro.

Poggiai la schiena contro l’albero che avevo dietro e chiusi gli occhi sentendo il dolce profumo di Bella stordirmi. L’abbracciai stretta, incapace di controllare le mie emozioni. Era come se un fuoco incandescente mi bruciasse l’anima e non avevo la forza e il desiderio di sottrarmi a quella sensazione. Era assurdo, conoscevo quella vampira da pochissime ore eppure avrei voluto tenerla con me per sempre.

<< Edward … tutto questo non è giusto. >>

Si allontanò da me, ma la fermai prendendola per un braccio.

<< Perché non è giusto, Bella? >>

<< Noi non ci conosciamo e soprattutto io non dovrei stare così vicino a te. So che sei un Cullen e conosci bene la mia natura. >>

<< Si, so che sei una vampira, ma non mi importa, non voglio perderti. >>

<< No, Edward mi hai già perso. Conosco tua sorella Alice e mi aveva avvertito che quando sarei arrivata a Forks avrei trovato un giovane bello e testardo. >>

Mi sfiorò le labbra con bacio e io mi paralizzai per la sorpresa. Le sue labbra erano dure e fredde come il marmo, ma provai piacere nel sentirle sulle mie.

<< No Bella, non ti ho perso e non ti perderò. Ti seguirò ovunque, ma non puoi tenermi lontano da te. >>

La sentii ridere e per un attimo mi adombrai. Forse ero solo uno stupido e lei una vampira irraggiungibile.

<< Ascolta, non te la prendere. Tu sei solo attirato dall’aura divina che trasmetto per mia natura a voi umani, ma credimi ti scorderai presto di me. >>

Fece per andarsene, ma io la voltai bruscamente e la baciai. Lei cercò di liberarsi dalla mia stretta, debolmente, infatti con la sua forza avrebbe potuto benissimo staccarsi da me, senza fatica. Non appena schiuse le labbra e incontrai la sua lingua sentii una scarica d’adrenalina per tutto il corpo e la strinsi con ancora più forza. Le mani di Bella mi artigliarono i capelli, stringendoli tra le dita, mentre io le accarezzavo la schiena con una mano mentre l’altra le stringeva il capo.

<< No, basta! Non posso, non posso … >>

Si staccò da me con forza e mi girò le spalle, allontanandosi di qualche passo. Io rimasi per qualche attimo immobile cercando di normalizzare il battito del mio cuore, che batteva all’impazzata.

<< Per me sei una continua tentazione. Io non dovrei essere qui con te, ma in giro per il mondo, come ho fatto in tutti questi anni. D’ora in poi non mi rivedrai mai più, Edward. >>

Stavolta non mi diede il tempo di fermarla, perché la vidi sparire in un battito di ciglia, all’interno del bosco. Chiusi gli occhi e mi sedetti ai piedi della grossa quercia a cui prima ero appoggiato. Ma cosa era successo? Mi ero innamorato di una vampira, che mi aveva sconvolto la vita in un paio d’ore? Ero certo di essermi davvero innamorato di lei, non avevo alcun dubbio. C’era qualcosa nei suoi occhi che mi diceva che c’era un motivo preciso per cui lei era arrivata a Forks, ma ormai non avrei potuto più scoprirne il motivo. Era stata come un uragano che passa spazzando via tutto, sconvolgendoti. Allo stesso modo, Bella aveva abbattuto tutte le mie difese e mi aveva fatto innamorare incontrollatamente di lei. Mi portai le mani sul viso e mi strofinai gli occhi con forza. Tutto quello non poteva essere finito senza nemmeno essere iniziato.

<< Sei ancora qui, testardo di un Cullen? >>

Aprii gli occhi di scatto e vidi Bella inginocchiata davanti a me, con un sorriso dolce su quel viso stupendo. D’istinto allungai un braccio verso di lei e la tirai a me, stringendola. Lei ricambiò la mia stretta e poggiò la testa sulla mia spalla.

<< Anche tu sei ancora qui. >>

La sentii sorridere e stringermi ancora di più.

<< E’ da tanto che sei a Forks, vero? >>

<< Si >> mi rispose semplicemente.

<< Eri tu. Tutte le volte che la mia finestra si spalancava di notte, vero? >>

<< Ero io. Ho sentito il tuo odore prevalere sugli altri umani di questa contea, così sono venuta ad osservarti tutte le notti. >>

Sorrisi tra me e le accarezzai i capelli con una mano. Sapevo che c’era qualcosa di preciso dietro quel fenomeno che spesso mi accadeva. Sapere che lei mi aveva seguito e osservato per tutto quel tempo mi rendeva felice. Se fino ad ora lei non mi aveva fatto nulla, significava che non era solo il mio sangue ad attirarla ma qualcosa di molto più importante.

<< In tutto questo tempo non riuscivo a trovare un senso alla mia vita, così tua sorella mi ha consigliato di andarla a trovare. Non credevo che avrei trovato te. >> continuò.

Ragionai sulle sue parole e pensai che Alice sapeva tutto fin dall’inizio. Come pensavo non era casuale la venuta di Bella, proprio in quella cittadina sperduta. Bella era destinata a me e non l’avrei fatta andare via.

<< Perché non voglio lasciarti? >> la sentii sussurrare, con ancora il viso nascosto sul mio collo.

<< Non mi lascerai, Bella. Vivrai sempre con me. Non pensare adesso al futuro, ma al presente. Ti voglio con me e non mi importa se siamo di due nature diverse. >>

Lei si sollevò e mi accarezzò il viso con una mano. Io mi persi nel colore scuro dei suoi occhi e mi sentii felice come non mi ero mai sentito.

<< Ora e per sempre, me lo prometti, Bella ? >>

La vidi abbassare lo sguardo e mordersi un labbro. Con una mano le presi il mento sollevandole il viso. Aveva un espressione combattuta. Sapevo che sarebbe stato molto difficile per lei, ma l’avrei aiutata come potevo, ma non potevo lasciarla. Ci guardammo a lungo, fino a quando lei non sorrise e mi prese la mano tra le sue.

<< Ora e per sempre, Edward. >>

 

 

 

  

 

 

 

  
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