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Autore: lady lina 77    01/09/2009    14 recensioni
Sono passati sei mesi dalla sconfitta di Manson e di maschera di ferro e per d'Artagnan e i suoi amici è un periodo di pace... Il guascone è tornato a Parigi e può pensare tranquillamente ai suoi amici, alla sua carriera come moschettiere e al suo rapporto con Constance. Ma sarà davvero così? Una vecchia nemica sta tornando nella sua vita, più vendicativa e pericolosa che mai. E attraverso le sue macchinazioni, i suoi piani folli e criminali, le sue azioni sconsiderate, porterà i moschettieri a vivere nuove avventure, nuovi pericoli, nuovi dolori e nuove battaglie. E stavolta la loro nemica si insinuerà non solo a Parigi, i suoi tentacoli invaderanno la Francia intera, anche senza l'aiuto del Cardinale...
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi quì, a qualche mese dalla prima fanfiction sui moschettieri, a scrivere la storia lunga che vi avevo promesso. Grazie per gli incitamenti a scrivere, le vacanze mi sono state di grandissima ispirazione. Leggere “I 3 moschettieri” sotto l'ombrellone è davvero piacevole... E comunque, nonostante tutto, mi pare così strano scrivere una storia su quest'anime, visto che ho sempre scritto nella sezione di Slayers... Strano ma bello perchè quest'anime mi è rimasto nel cuore e se oggi, dopo oltre vent'anni dalla prima messa in onda me ne ricordo, significa che era bellissimo davvero... Io amo i personaggi di 'D'Artagnan e i moschettieri del re', tutti, dai buoni ai cattivi, ognuno di loro è caratterizzato in maniera eccellente! Credo sia e rimarrà il mio anime preferito assieme a Slayers... Ed ora mi sto prendendo anche la serie in dvd in edicola, sono davvero contenta che stia uscendo proprio ora che sto apprestandomi a scrivere questa storia. A volte, certo, il destino...

Comunque, spero che la storia vi piacerà e spero di avere tante recensioni (per favore!!!). Il prologo è cupo, ma la storia non sarà tutta così, promesso!!!

Grazie in anticipo e buona lettura... spero!!!


Il sole era semi coperto da nuvole nere che, funeste, stavano invadendo il cielo spento di un pomeriggio di fine estate che prometteva tempesta...

Un vento freddo e furioso dibatteva i fili d'erba dei prati immensi che circondavano il convento di Sain Claire, vicino al porto di Calais. E faceva stranamente freddo per la stagione, si preannunciava un inverno rigidissimo...

In una cella sotterranea del convento, sotto una coperta logora, una donna dormiva. O almeno così sembrava, perchè appena la Madre Superiora fece ingresso in quel luogo minuscolo e tetro, si rizzò seduta, con il suo solito sguardo penetrante, come se fosse sveglia e vigile da ore. “Come al solito, si mangia all'ora degli anziani!” - disse sgarbatamente alla nuova arrivata. Trovava irritante quell'abitudine di cenare alle cinque del pomeriggio...

La religiosa non fece cenno di voler raccogliere la provocazione e con fare noncurante mise un piatto fumante di zuppa sul comodino accanto al letto. “Non dovreste disdegnare così il cibo che Chi sta sopra di noi e ci governa, così gentilmente, ci porge ogni giorno, a qualsiasi ora questo sia servito in tavola”.

E' chi così 'gentilmente' ci porge questa sbobba che vi costringe a tenermi prigioniera?” - chiese la donna non alzandosi dal letto, rigirando fra le dita la coperta logora.

La Madre Superiora la fissò con sguardo di rimprovero. “Signora, qui nessuno è prigioniero di nessuno. Eravate ferita gravemente quando siete giunta qui e ci siamo prese cura di voi con amore e devozione. E questo nonostante...”.

STIA ZITTA!!!” - sibilò la donna. Sapeva dove la religiosa stava andando a parare e non aveva voglia di sentire. Vendetta... Era tutto ciò che lei voleva... In fondo, doveva essere riconoscente davvero a quelle religiose che continuamente, anche in quel momento, le ricordavano qualcosa di lei che voleva assolutamente dimenticare? E la condannavano senza sapere... Certo, si erano prese cura di lei quando, dopo il crollo del palazzo dove credeva di trovare la morte, era rimasta gravemente ferita. Aveva davvero voluto farla finita quella volta, nonostante le suppliche di quello sciocco di d'Artagnan che voleva portarla fuori da quel mare di polvere da sparo. Certo, salvarla per consegnarla ad un boia... Quella volta, anche per poco, si era arresa, si era trovata senza più forza per combattere. Voleva morire ma ciò le era stato risparmiato dal fato o dal destino. E poi, tutto gli era tornato alla mente, insieme alla voglia di vendetta e riscatto, risvegliandosi ferita in quel convento... Maschera di ferro, Manson, il Cardinale, la regina Anna, i moschettieri... Tutti, in un modo o nell'altro, avevano contribuito alla sua rovina... Ma la vendetta è un piatto da consumarsi lentamente e Milady questo lo sapeva. E il destino era stato dalla sua parte, risparmiandola ancora una volta. E, anche se ferita gravemente e spacciata, era stata trovata morente da quelle suore che si erano prese cura di lei. Scoprendo il suo segreto... Non aveva rivelato loro il suo vero nome, non era tanto sciocca. Ed ora che stava bene, come una tarantola, aspettava di sbarazzarsi di chi le era stato accanto negli ultimi mesi...

Signora” - proseguì la suora apparentemente non intimorita, preparando le scodelle per la cena - “non dovreste reagire a quel modo. E ricordatevi che ci dovete riconoscenza, non tutti vi avrebbero aiutato. Quel marchio che portate sulla spalla è segno della vostra perfidia e perdizione. E' peggio della peste!”.

E allora perchè mi avete aiutata?” - chiese Milady non celando il suo disprezzo.

Perchè è quello che la nostra religione ci detta mia signora. Carità, nient'altro che questo” - rispose la religiosa voltandole le spalle e finendo di sistemare il cibo che aveva portato.

Era quello che Milady aspettava, una sua mossa falsa. Ed ora era abbastanza in forze da mettere in atto il suo piano. Con un gesto felino strinse a se il lenzuolo che giaceva in disordine sopra il letto e con un balzo fu in piedi, alle spalle della Madre Superiora.

L'anziana donna si voltò ma era ormai troppo tardi. Milady, veloce come una pantera le fece scorrere il lenzuolo attorno al collo e poi strinse con una mano, cominciando a tirare sempre più, mentre con l'altra mano premeva le labbra della religiosa, per impedirle di urlare. Non c'era nessuno fuori, le altre suore erano a cenare nella loro cella, nessuno l'aveva ritenuta realmente pericolosa... E la Madre Superiora era troppo anziana e debole per difendersi da lei...

Milady strinse, strinse e strinse ancora... Finchè la suora non crollò a terra davanti a lei senza sensi. Poteva bastare quello per scappare, ma a Milady non bastava... Si chinò al fianco della Superiora e poi, diede un altro violento strattone.

Un rumore sordo... Di un collo che si spezza... Milady finalmente sorrise, freddamente. Un piccolo pezzo di vendetta era stato conquistato... E poi avvicinò le labbra all'orecchio della religiosa ormai senza vita. “Avevate ragione mia cara, chi porta il marchio è peggio della peste. E questa peste vi ha uccisa...”.

Poi la spogliò e si mise gli abiti monacali. Era ora di togliere il 'disturbo'.

Uscì dalla cella nella quale era stata relegata per lunghissime settimane e poi, con sguardo basso, senza incontrare il minimo problema, sgattaiolò fuori attraverso il pesante portone.

L'aria fresca e il vento violento la stordirono leggermente. Non era più abituata a stare all'aria aperta. E doveva sbrigarsi, stava per arrivare un violento temporale.

Corse velocemente nell'erba umida, doveva allontanarsi il prima possibile dal convento, qualcuno poteva vederla e, nonostante il cammuffamento, insospettirsi. Non era normale che una religiosa uscisse difatti a quell'ora.

Corse e raggiunse un boschetto, attraversandolo velocemente. E infine giunse davanti ad un piccolo ma elegante maniero isolato fra gli alberi. Bussò energicamente alla porta. “Alain, Alain!!!”.

Passarono alcuni secondi e poi l'uscio si aprì. Ne uscì un uomo sui trentacinque anni, castano e ben proporzionato sebbene non particolarmente muscoloso, e con gli occhi castani. Elegante, dai modi fini, l'uomo fissò Milady sorridendo e dimostrando così di conoscerla. “Finalmente ce l'hai fatta!”.

Milady sorrise, entrando nel maniero. “Aspettavo il momento giusto, le cose vanno fatte bene e con stile, non serve avere fretta”.

L'uomo sorrise. “Credo di capire cosa significhi per te la parola stile”.

Milady ricambiò il sorriso e si sedette davanti al camino semi acceso. Faceva decisamente freschino quella sera...

Poi fissò pensierosa Alain. Era stata una fortuna incontrarlo, poteva essere uno dei mezzi per raggiungere i suoi scopi in fretta... Poteva farcela anche da sola, era ovvio, ma non si era fatta scappare quell'aiuto giunto inaspettato.

Alain, un piccolo nobiluccio di provincia ma con molte amicizie sparse qua e la per la Francia, un ducato privato dal re alla sua famiglia per sospetto tradimento dieci anni prima e tanta voglia di vendetta. Proprio come lei...

Per calmare la sua anima agitata ed i suoi sensi di colpa per ciò che avrebbe voluto fare all'intera famiglia reale, Alain portava cibo in donazione al convento dove lei era stata 'ospite' per lungo tempo. Ci aveva messo poco a farsi notare da lui, sapeva bene Milady come si attira un uomo, anche se a fare da sorveglianti ci sono una schiera di suore... Da prima uno sguardo ammiccante, poi un sorriso di finta timidezza, poi qualche parola di nascosto, poi, giorno dopo giorno, durante ogni sua visita, la delineazione del loro piano di vendetta. Il tutto sotto gli occhi di tante, ignare religiose... Era tipico di Milady, in fondo lei aveva manovrato a suo piacimento, in passato, il Cardinale Richelieu, delle piccole suore di provincia non potevano costituire una minaccia per lei...

Di Alain si fidava... Lui voleva le sue stesse cose e lui non era rimasto colpito dal suo marchio... Era una prova l'averglielo mostrato, se avesse reagito male sarebbe toccato ad Alain lo stesso trattamento della Madre Superiora, ma il giovane aveva superato la prova... Ed ora erano pronti... “Non possiamo rimanere quì molto tempo Alain, io temo mi stiano già cercando e questo potrebbe essere uno dei primi posti dove le guardie verranno per scovarmi. Ho ucciso la Madre Superiora...”.

Lo immaginavo” - rispose Alain per nulla sconvolto - “Ma credo che per una notte potremo dormire quì, c'è aria di tempesta e dubito che qualcuno metterà piede fuori casa con questo tempo. E domattina all'alba partiremo” - concluse, sedendosi accanto a lei ed avvicinandoglisi.

Milady si divincolò senza troppa convinzione da quell'abbraccio. “I punti cardine del piano ti sono chiari?”.

Perfettamente” - rispose Alain baciandole il collo - “Io vado a Nancy, nella regione della Lorena, dai miei amici nobili e insoddisfatti della politica reale. E vedrò con loro di fare un pò di casino, quel tanto che basta per far intervenire i moschettieri di sua maestà per sedare la rivolta. Rivolta controproducente visto che la zona si trova al confine con gli stati dell'Europa centrale e i nostri nemici potrebbero approfittarsene per cercare di carpire al nostro amato re le sue terre di confine. Mentre tu...”.

Mentre io...” - proseguì Milady - “Io mi recherò in incognito a Parigi, pronta a colpire gli uccellini che hanno fermato il mio volto. Il volto dell'aquila... Partirò dai più piccoli e poi... quando i moschettieri più valorosi giungeranno in Lorena, mi potrò vendicare dei pezzi grossi, la famiglia reale e il cardinale. Sicuramente, se lavorerai bene Alain, giungeranno in Lorena i moschettieri che più mi sono nemici, i più temibili... Athos, Porthos, Aramis e d'Artagnan. Mi vendicherò anche di loro una volta finito a Parigi. Ma come ho detto, non c'è fretta... Mi piace assaporare il gusto della vendetta lentamente...”.

Come fai ad essere sicura che quei quattro uomini guideranno il contingente che verrà in Lorena a sedare la rivolta?” - chiese Alain scettico.

Io li conosco! So qual'è il valore di quegli uomini e so come funzionano le cose a Parigi, tra gli uomini di De Treville. Manderanno i migliori e con quei quattro fuori dai piedi, io avrò piede libero nella capitale”. Un sorriso malvagio affiorò sul volto di Milady. Le cose sarebbero filate via lisce, tutti la credevano morta, avrebbe agito indisturbata con il giusto cammuffamento.

Si voltò verso Alain. Già, in fondo anche lui meritava la sua ricompensa. Lo baciò, di un bacio freddo. E mentre giacevano fra lenzuola e coperte, l'oscurità calò su di loro.



  
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