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Autore: rrora    06/10/2021    0 recensioni
Avete presente i classici ragazzi ricchi e un po' spocchiosi? Ecco, Giammarco è proprio uno di questi: affascinante, ricco, con una personalità accattivante. Proprio come ci si aspetta da uno come lui molti dei rapporti che intrattiene sono solo di facciata, eccetto che con i suoi due migliori amici, e da questi non esentano le sue brevi relazioni, con uomini. Ha un tipo fisso di ragazzo che gli piace, in cui gli occhi chiari sono fondamentali, ma se un giorno un ragazzo opposto ai suoi canoni attirasse la sua attenzione?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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So già che con questo incipit sembrerò essere molto arrogante a tanti di voi, ma la realtà è un dato di fatto, ed è innegabile che io sia una persona che, come potrei definire…popolare? Mah… diciamo che la gente non può fare a meno di volere la mia benevolenza: vado bene a scuola, sono ricco, sono attraente, sono anche un tipo aperto e solare, ma soprattutto ho una grande influenza su chi mi sta intorno. Lo so, le persone che si vantano da sole non stanno simpatiche a nessuno, ma io sono consapevole di quello che sono: ciò che dico viene ascoltato, anche dai prof, tutti cercano di entrare nella mia cerchia e nel bene o nel male, sono sempre aggiornato su quello che succede.
Una vita perfetta? All’incirca, non mi lamento; ovviamente ognuno di noi ha i suoi problemi, io dal canto mio devo essere perfetto, sempre. E su questo non c’è scampo: i miei voti devono sempre essere alti, il mio aspetto sempre curato, i miei modi sempre calmi e la mia mente sempre razionale. Mio padre è un professore diritto all’università, ma soprattutto è il capo del partito di maggioranza al governo, dire che l’impressione che do di me deve essere impeccabile è riduttivo.
Non vado ad una scuola privata, mia madre si era opposta fortemente e ha voluto che vivessi una vita normale e non fossi accerchiato da “figli viziati di ricchi”, sta di fatto che io stesso sono un viziato figlio di ricchi, ma mi sono ambientato bene.
Scuola pubblica o non scuola pubblica sono capitato, anzi, meglio dire mi hanno fatto capitare nella classe migliore, dove ci sono tutti gli studenti “figli di”, e tra questi figli di ci sono i miei due amici di una vita Bernardo e Lorenzo, i cui genitori, colleghi di partito di mio padre, hanno seguito l’esempio di mia madre e hanno iscritto i loro eredi alla nostra stessa scuola. Infatti l’istituto Galilei è il nostro territorio ed è ormai il terzo anno di fila che la nostra lista vince e siamo rappresentanti d’istituto, anche se devo dire che Lorenzo con la sua pigrizia sta solo a scaldare la sedia.
Penso che questa come presentazione generale possa bastare, anzi è perfino troppo lunga, perciò veniamo a noi: la scuola è iniziata da qualche settimana e io sono già annoiato, l’estate mi dava un po’ di libertà e settembre mi ha rifiondato nei soliti paletti di una routine da scolaro.
Ero in cortile con i miei due amici, che mi sgridavano per averli bidonati la sera precedente per la solita sessione videoludica su Discord.
-Ragà, come devo dirvelo: non è stata totalmente colpa mia.
-E quando mai lo è? – ribatte ironico Bernardo
-Guarda che me le prendo sempre le mie responsabilità
-Sì, peccato che poi i problemi te li debba sempre risolvere io.
So che magarli a sentirla così può sembrare una frase piena di rabbia, ma Bernardo non si è mai fatto problemi a darmi una mano e se si lamenta è più per una sua indole polemica che per altro.
-Beh, che posso dire se non “grazie per l’aiuto, conto su di te anche per la prossima volta”.
Suo malgrado Bernardo soffia una risata, non è uno che ride tanto, e mi manda a fare in culo con la sua solita pacatezza.
Lorenzo ha anche lui un angolo della bocca alzato, ma fa ritornare il discorso sui binari originali
-Oh, allora che è successo ieri sera?
Io lo guardo un attimo per rifocalizzare i pensieri.
-Ah sì, Ale mi è venuto a suonare a casa e io ho dovuto mandarlo via, non se ne voleva andare più, anzi voleva perfino entrare. Bernardo scuote la testa rassegnato, mentre Lorenzo sembra essere un po’ perso.
-Ma non l’avevi mollato?
-Appunto
-E quindi?
-Non vuole farsene una ragione.
-Dovresti smetterla con queste storie da battito di ciglia. – il tono di Bernardo è serio davvero sta volta
-Il fatto, e lo sai, è che non sono storie ma semplici scopate, e lo sanno anche tutti i miei partner. Non ho mai illuso nessuno su questo e non capisco perché Alessandro, e come lui tanti altri, non riescano ad accettare che non ho più voglia di scopare con loro. – vorrei risultare indifferente mentre pronuncio queste parole, ma mano a mano che escono dalla mia bocca la mia parlata diviene più concitata; il sesso per me non è solo un piacere e un divertimento ma anche uno sfogo, non ci ho mai buttato dentro nessun sentimento. Però mi ritrovo sempre stuoli di cuori spezzati che non riescono a discernere tra amore e piacere. E adesso mi sono veramente rotto le palle di ‘sta storia.
-Credo che in qualche modo tu li illuda. – Bernardo avanzando questa ipotesi sa che mi avrebbe fatto arrabbiare, perciò il suo tono è cauto, quasi incerto direi (cosa insolita visto la sicurezza che mette sempre nelle sue affermazioni), ma mi fa arrabbiare lo stesso.
-Non è affatto vero. – non alzo la voce, ma la frase risulta comunque laconica.
-Allora perché?
-Non lo so che cazzo… forse sono molto passionale nello scopare. Sia Bernardo che Lorenzo mi guardano dubbiosi, con l’espressione di chi ha appena sentito dire una grande cazzata.
-Oh allora chiedetelo a loro.
Lorenzo sospira, mi dice che sono un caso perso e poi addenta il suo panino alla mortadella. Bernardo invece non sembra aver chiuso la questione, ma cerca di distrarsi al telefono rispondendo ai messaggi su WatsApp.
Io invece rispondo al saluto di un gruppo di ragazze che mi passa davanti, credo siano della 4B, le studentesse vedendomi ricambiare si avvicinano per parlarmi degli ultimi pettegolezzi che girano per la scuola, sì sono della 4B ma non ricordo bene i nomi di tutte. Come ho già detto sono le persone che di solito cercano me e non il contrario, anzi io mi sento ritornata addosso la stizza per la visita indesiderata di ieri sera e non me ne frega niente di chi ha detto chi e chi ha fatto cosa, ma cerco comunque di essere cordiale e mantengo un po’ contro voglia la conversazione; vedevo le labbra delle ragazze muoversi, ma non ascoltavo veramente quello che dicevano. Mancavano pochi minuti alla fine della ricreazione e io volevo sinceramente scollarmele di dosso, finché con la mente persa nel vuoto non vedo passare oltre le spalle di una del gruppo una chioma castana ben nota.
-Scusatemi un attimo ragazze, mi sono appena ricordata che devo dire una cosa a un altro studente. Mi aggiornate dopo.
Quest’ultime mettono su il broncio per un secondo ma mi lasciano comunque andare.
Dopo una trentina di metri riesco ad arrivare alla fonte del mio interesse, stava per raggiungere il gruppo dei suoi amici vicino ad un noce, ma si era un attimo fermato a cercare qualcosa nello zaino, approfitto subito della pausa e vado a picchiargli sulla spalla.
-Ehi Dennis, come va?
Il ragazzo in questione sentendo la mia voce si irrigidisce tutto, posso sentire la sua tensione anche solo dalla mano che ho ancora appoggiata tra la sua scapola e la sua clavicola, la cosa mi fa un po’ impressione, perciò la tolgo subito.
-Forse ti sto disturbando, magari ci sentiamo dopo.
Quest’ultime parole ebbero come l’effetto di uno schiaffo su Dennis che si volta rapidamente.
-Che vuoi adesso?
Mi guarda dritto negli occhi attraverso le sue pupille azzurre, cercando di mantenere lo sguardo fermo, ma la mascella è troppo contratte e le sua voce troppo incerta per risultare credibile.
A pensarci bene forse me lo sarei dovuto aspettare, Dennis frequenta il mio stesso anno ma in una classe diversa, ed è proprio il tipo di ragazzo che piace a me: alto, con un bel fisico, con uno stile curato, ma soprattutto con degli splendidi occhi ghiaccio, ed io vado matto per gli occhi chiari. È stato una delle pochissime storie che ho avuto all’interno della scuola, di solito le evito per non far correre le voci e anche perché non è facile trovare dei ragazzi che soddisfino i miei standard; ma Dennis oltre ad essere bello mi è sembrato anche equilibrato, perciò durante il terzo anno ci siamo frequentati per sì e no un paio di mesi, una pura relazione carnale, poi però lui si stava affezionando troppo e io ho troncato tutto. Ora però mi stava frullando nella mente l’idea di provarci un’altra volta, in fondo era bravo per la sua età, e chissà, magari adesso è anche migliorato, non so se mi spiego.
-Solo parlare. Il suo sguardo ha un attimo di cedimento e comincia a guardare il terreno
-Giammarco – inizia con una voce forzata, quasi stesse cercando di nascondere in ogni modo il dolore che stava provando – io ci sono rimasto davvero male per com’è andata a finire.
-Pensavo che dopo tutto questo tempo te la fossi fatta passare. Vedo la sua mascella contrarsi ulteriormente, ma i suoi occhi rimangono ancora bassi
-No. - sta volta il tono sembra lasciar spazio più alla rabbia che al dolore. Fa per aggiungere qualcosa ma una mano lo trascina un passo indietro e lo interrompe. A farsi avanti è un ragazzo moro, con un piercing sotto il labro. Mi guarda con i suoi occhi castani, ma la mia attenzione è rivolta solo a Dennis; in realtà non so bene come sentirmi verso di lui, ora so che gli ho fatto male e me ne dispiaccio, davvero, ma ho troppa voglia di averlo e queste due parti collidono tra loro.
-È meglio che questa conversazione termini qui.
Nel sentire questa frase la mia attenzione si sposta sul ragazzo con il piercing che l’ha pronunciata.
-Scusami - come al solito mantengo un tono pacifico, anche se dentro sento una forte stizza per l’interruzione -stavo parlando con Dennis, se vuole sarà lui a interrompere la conversazione.
Lo sconosciuto nemmeno mi ascolta e trascina il suo amico via.
Odio la maleducazione e il comportamento appena visto mi è sembrato più che maleducato, non ho nessuna voglia che uno venuto dal nulla mi imponga cosa fare, ed è questo il motivo per cui non faccio fare ai due nemmeno un passo affrettandomi a trattenere Dennis per l’altro braccio.
-Non avevamo ancora finito. - ribatto
-E a me non può fregarmene di meno.
Ci guardiamo come fanno i cani prima di saltarsi al collo, il suo sguardo è intenso e sembra volermi comunicare tutto l’astio che nutre nei miei confronti, io invece cerco di mostrarmi superiore e mantengo un’aria di supponenza.
-Lascialo. – dice infine. Io però non batto ciglio alla sua ammonizione, perciò lui in un lampo prende il braccio dell’amico che trattenevo io e con un atto di irrequietezza lo strattona verso il basso. Dennis è ora libero dalla mia presa ma ha sul viso una smorfia di dolore e si tasta il gomito.
-Sei un bambino.
L’altro mi sorride comunque trionfale e trascina Dennis vicino l’albero dove ci sono tutti loro amici che ci stavano fissando. Bella figura che ho fatto: mi sono fatto immischiare in una lite stupidissima, ma in quel momento mantenere il punto della questione con quel cafone mi sembrava l’unica cosa possibile.
Mi spiano le pieghe della polo e mi aggiusto il ciuffo, poi mi avvicino a Dennis ma il suo amico si frappone subito tra noi.
-Sei la sua guardia del corpo per caso?
-A tempo pieno.
-E l’auricolare dov’è?
-L’auricolare te lo ficco su per il culo se ti avvicini di un altro passo.
La scena si ripete di nuovo, solo che sta volta siamo molto più vicini e i nostri sguardi sono ancora più minacciosi. Alla fine sospiro rassegnato e mi scosto, non credo che ne valga la pena discutere con questo zotico, perciò alzo di poco la voce e mi rivolgo direttamente a Dennis, che mi guarda confuso da dietro le spalle della sua bodyguard.
-Continuiamo il discorso quando non hai amici iperprotettivi intorno
. Dennis muove le labbra ma non sa nemmeno lui cosa dire, il ragazzo dagli occhi castani invece sbuffa una risata canzonatoria. A quanto pare quello era il massimo che potevo fare e me ne sono andato.
Mi sembra che la stizza di prima sia aumentata esponenzialmente, di solito non ho comportamenti aggressivi, anzi a dirla tutta raramente mi metto a discutere con persone che non siano nella mia cerchia stretta, sempre per una questione di immagine, ma c’era qualcosa in fondo a quegli occhi castani e in quei comportamenti maleducati che ha fatto saltare i miei nervi già abbastanza tesi. Ma mi dico che comunque non ha senso essere alterati per delle persone di cui in fondo non mi importa nulla, mi riferisco sia ad Alessandro che a… non so nemmeno il suo nome tanto è ininfluente, e mi calmo.
Ad aspettarmi vicino all’ingresso secondario dell’edificio c’è Bernardo, la cui espressione da rimprovero è tutto un dire, per fortuna ci pensa la campanella a salvarmi.-
È solo rimandata – mi ammonisce lui.
-Lorenzo dov’è? –
-È andato a prepararsi per l’interrogazione di fisica
-Dici che ce la farà sta volta?
Come risposta ricevo solo uno sbuffo stanco e capisco come andranno le cose.
All’interrogazione Lorenzo venne massacrato, fu solo per pietà della prof che ottenne 4,5 e non 2. A lezione terminata era seduto al suo posto in seconda fila con il capo chino, io sono seduto proprio dietro di lui e lo chiamo per farlo girare.-
-Dai la prossima volta studiamo insieme. ­– cerco di incoraggiarlo.
-Mi fa veramente schifo
-Non è una buona scusa per prendersi un debito.
-Sì, ma come si fa ad interrogare già d’adesso.
-Lorenzo – interviene Bernardo che è il mio compagno di banco – ti aveva anche avvisato, non hai scuse.
-Ma che hai fatto invece di studiare? Non risponde subito e storce un po’ le labbra
-Allora?
-LOL
-Te lo cancello l’account di League of Legend se non ti ci scolli – lo minaccia Bernardo
-No ti prego, sono tra i migliori in Italia. – piagnucola lui.
-E certo – lo beffo io – c’hai le occhiaie a quanto ci stai su, stai diventando malato.
Lorenzo però non sembra essere particolarmente risentito delle accuse, anzi ha un ghigno volpesco tra le guance piene.
-Mi sa che qua non sono l’unico che deve essere sgridato. Bastardo!
-Non cercare di cambiare discorso. –
Cerco di svicolare, ma il mio compagno di banco non è del mio stesso parere:
-E invece lo cambiamo. Che ti è saltato in mente prima?
-La stai facendo un po’ lunga dai
Bernardo mi fulmina subito con un’occhiata di sbieco.
-In primis perché ti sei rimesso a parlare con Dennis? E poi perché hai fatto quella scenetta misera con quel perditempo di Michetti?
-Ah allora è che si chiama.
Non è questo il punto e lo sai.
Voglio un mondo di bene a Bernardo, è come fosse un fratello per me, ma a volte sa essere così rigido che mi sembra più mio padre, o peggio, mia madre.
-Che vuoi sapere scusa?
La mia così detta madre mi guarda impassibile, non tollera quando faccio il vago.
-Rispondi alle domande di prima. 
Sbuffo spazientito, so che non posso scampare alla sua morsa, perciò sono costretto a spiegarmi.
-Voglio riprovarci con Dennis. Gli stavo giusto parlando per vedere come la pensava che si è messo in mezzo quello.
-E basta?
-Basta.
-Sembrava il preludio di una rissa – osserva Lorenzo
-Figurati se mi metto a fare risse nel cortile della scuola
-Beh – continua Lorenzo – sembravi piuttosto alterato.
-Non avete idea di quanto è maleducato
-Sì che ce l’ho – si intromette Bernardo con tono perentorio – perciò stanne alla larga, e anche dal suo amico. L’hai sempre detto che una storia finita è una storia finita.
-Ovviamente eviterò Michetti, ma voglio vedere come va con Dennis, in fondo sono passati quasi due anni diamine.
-Mi sembra una pessima idea – sancisce Bernardo e Lorenzo si accoda a lui
-Fidatevi, se vedo che non tira aria non farò niente.
-Perché mi risulta difficile credere a questa frase?
Scuoto la testa e una leggera risata scappa dalle mie labbra.
-Fidatevi vi dico.
I due però non hanno nemmeno il tempo di replicare visto che dobbiamo affrettarci ad alzarci in piedi perché è arrivata la prof di chimica per l’ultima ora di lezione.



NOTE DELL'AUTRICE
Ciao a tutti, questa è la prima volta che scrivo una storia originale su questo sito, perciò perdonatemi se faccio qualche scorrettezza.
Spero in due cose: che Giammarco non vi sia troppo antipatico, ma vi pregoli datgli una seconda  possibilità. E che il mio uso ecessivo di dialoghi non vi dia troppo fastidio.
Per il resto è una storia molto comune.
Deciderò dopo se far evolvere il ratings da arancione a rosso, ma per ora penso non ci saranno scene eccessivamente descrittive.
Per il resto accetto di buon grado ogni parere, soprattutto critiche.
Alla prossima:)
   
 
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