Una volta Izuku era sicuro di aver letto un libro che diceva ‘Al tempo c’è una poesia intitolata La Mancanza, incisa nella pietra… Ci sono tre parole, ma il poeta le ha cancellate. Non si può leggere la La Mancanza, soltanto avvertirla.’ fu mentre quelle parole scorrevano sotto i suoi occhi che il ragazzo capì cosa voleva dire.

Si era innamorato di un soldato quando era un ragazzo, avevano passato così tanto tempo assieme da sembrare una persona sola e ora, ora che gli inverni diventavano più freddi per il suo corpo ingobbito, e ora che il tempo sembrava avergli segnato le ossa sentiva come se quel ricordo fosse stato solo un sogno.

Non ricordava più il nome di quel soldato, ricordava i suoi capelli biondi e quegli occhi penetranti… Aspetta, erano blu? No sicuramente di un colore particolare che però non riusciva più a ricordare.

“Nonno! Mamma ti sta cercando, la cena è quasi pronta.” La bambina gli arrivò vicino sfiorandogli la mano e Izuku alzò gli occhi ormai ciechi verso di lei, una specie di istinto che aveva mantenuto anche dopo aver perso la vista.

“Arrivo tesoro, ero solo qui a guardare la luna.” Disse dolcemente riportando il suo sguardo verso il cielo.

La bambina fu sorpresa, la luna era piena quella notte e sembrava quasi come se nonno potesse vederla in tutto il suo splendore.
Akali schiuse le labbra pronto a chiedergli come facesse a vederla ma poi si ammutolì, era impossibile che suo nonno la potesse vedere davvero, erano almeno cinque anni che aveva perso la vista quindi non poteva essergli ritornata tutto d'un tratto, giusto?

“Sai perché riesco a vederla, Akali?” Chiese Izuku tastandosi la mano sinistra in cerca di qualcosa.

“No, nonno. Come fai?” Chiese in un moto di curiosità infantile mentre si sedeva sul dondolo accanto a lui, notò il nonno sfilarsi l’anello dal dito e portarlo in alto proprio di fronte alla luna piena, come se quel cerchio prezioso potesse circondarla.

“Quando incontrai una delle persone più importanti della mia vita lui mi diede questo e mi disse che non importava dove io fossi o dove fossi io, questo anello ci avrebbe fatto vedere la stessa luna.” Sussurrò dolcemente con la voce tremante dall’emozione, era la prima volta che lo diceva alla nipote.

“Potresti leggere cosa c’è scritto dentro?” Chiese porgendo un po’ impacciatamente l’anello alla bambina, che ci mise qualche secondo per capire che l’incisione era all’interno.

“Tu sei la mia luna e ogni notte potrò guardarti anche se lontani.” Era una scritta davvero piccola tanto che anche Akali fece fatica a leggerla ma sorrise mentre finiva di leggere, era una frase molto bella e fu certa che quella persona volesse molto bene a suo nonno. “Dov’è adesso quella persona?” Chiese curiosa la bambina guardando il nonno.

Izuku sorrise malinconicamente prima di asciugarsi qualche lacrima sfuggita al controllo. “In cielo, tra la luna e le stelle. Stavo guardando lui prima che arrivassi.” Spiegò con calma l’uomo tossendo appena forse per l’aria fredda che gli si era insinuata fin dentro le ossa.

Akali non chiese altro, forse avrebbe dovuto farlo, avrebbe dovuto chiedere a suo nonno come era possibile vedere qualcuno fra le stelle ma lasciò perdere pensando di avere altre possibilità per porgli quella domanda.

Quella notte però mentre la luna era alta e piena nel cielo, due ragazzi poterono incontrarsi nuovamente fra le stelle, ai loro anulari due anelli uguali con la stessa incisione.

Quella stessa notte l’uomo ormai cieco e stanco aveva finalmente lasciato questa terra per raggiungere il cielo che tanto agognava.