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Autore: Andrea Micky    10/10/2021    1 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Editoriale_Metro]
La rivalità tra Braccio di Ferro e Bruto/Timoteo é l'elemento base di questa storia.
POPEYE and relative characters created by E. C. SEGAR
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il pescatore più bravo
by Andrea Micky

Non appena si alzò dal letto, Braccio andò a prendere la sua canna da pesca migliore e la borsa per i pesci più capiente che possedeva.
“Oggi al porto si terrà l’annuale gara di pesca, che conto di vincere anche questa volta” pensò il marinaio, mentre si apprestava ad uscire di casa.
Ma proprio in quel momento, qualcuno suonò il campanello e quando Braccio di Ferro andò ad aprire, si ritrovò davanti Olivia e Pisellino.

“Ciao, Braccio di Ferro. Avrei bisogno di un favore” disse Olivia.
“Che favore?” domandò il marinaio.
“Mi é capitato un impegno imprevisto e perciò, oggi dovresti occuparti tu di Pisellino” rispose lei.
“Volentieri. Anzi, lo porterò alla gara di pesca con me” disse Braccio di Ferro.
“Ma non sono troppo piccolo per partecipare?” domandò Pisellino.
“No. I limiti di età sono stati aboliti, in modo da aumentare il numero dei partecipanti” spiegò il marinaio, mentre andava a prendere l’attrezzatura per il piccino.

Una volta giunti al porto, Braccio di Ferro e Pisellino si recarono subito al pontile riservato alla gara, dove numerosi pescatori stavano già mettendosi in posizione.
Fra di loro c’era anche Timoteo, che pensò “Quest’anno ci sono parecchi partecipanti, ma grazie al trucco che la mamma ha escogitato, non devo preoccuparmi di niente”.
In quel momento, il giudice di gara prese la parola e stabilì “A partire da adesso, avete un’ora di tempo per pescare il maggior numero di pesci possibile. Scaduto il tempo, vincerà chi ne avrà sottomano il maggior numero”.
E ad un gesto dell’uomo, tutti i pescatori gettarono in acqua le proprie lenze, dando inizio alla competizione.

Su un molo lì vicino, la Strega Bacheca aveva assistito alla scena e una volta accertatasi che nessuno la vedesse, calò in acqua un robot con le sembianze di un pesce, le cui azioni venivano controllate da un telecomando che la megera teneva in mano.
“Eh, eh! Questa gara é un’ottima occasione per collaudare il mio robot subacqueo. E se sarò soddisfatta del risultato, lo userò in qualche lucrosa impresa criminale” ghignò Bacheca, mentre la sua macchina andava all’attacco.

“Eccone uno” disse Pisellino, mentre con la sua canna tirava su il primo pesce, che risultò però di piccole dimensioni.
“Congratulazioni. Con una mezza dozzina di quelli, potrai riempire un’intera scatoletta di sardine” lo schernì Timoteo.
“Se sei tanto bravo, facci vedere di cosa sei capace” lo sfidò Braccio di Ferro.
“Volentieri” rispose Timoteo, mentre tirava fuori dall’acqua un grosso cefalo.
“Niente male” ammise Braccio di Ferro.
“Già, ma non dovrò faticare ancora per molto. Ormai, Mamma Bacheca dovrebbe mettersi all’opera” pensò Timoteo, mentre riponeva il cefalo pescato nella borsa dei pesci.

La previsione di Timoteo era esatta, perché il pesce robot di Bacheca si trovava ormai sotto il pontile.
E ubbidendo all’ordine appena ricevuto, il robot si trasformò, assumendo le sembianze di un anguilla elettrica, che, grazie alla lunghezza del suo corpo, poté avvinghiarsi agli ami di numerosi pescatori, che ricevettero poi una violenta scossa elettrica.

In superficie, i pescatori con le lenze avvinghiate lanciarono un urlo di dolore, prima di crollare a terra, costringendo il giudice di gara a concedere un time out, per far portare i pescatori fulminati alla tenda del pronto soccorso.
“Davvero uno strano fenomeno, quel malore simultaneo” commentò Pisellino, mentre pescava un secondo pesciolino.
“Già” concordò Braccio di Ferro, guardando con sospetto Timoteo.
Quest’ultimo pensò “Quel tanghero sospetta qualcosa. Sarà meglio toglierlo di mezzo”.

Dalla sua postazione, Bacheca vide il figlio compiere una precisa serie di movimenti, nei quali riconobbe un messaggio in codice.
“Braccio di Ferro sta cominciando a sospettare qualcosa, ma eravamo preparati a questa evenienza” disse la megera, mentre impartiva dei nuovi ordini al suo pesce robot. 
E quest’ultimo cambiò nuovamente le sue sembianze, passando dalla forma di anguilla a quella di squalo.

La gara di pesca stava proseguendo normalmente, quando avvenne qualcosa che ne mutò lo svolgimento.
“Guardate là!” gridò un pescatore, indicando una grossa pinna che spuntava dall’acqua.
Tutti guardarono verso il punto indicato, nel momento esatto in cui il pesce robot, nella sua forma di squalo, spuntava fuori dall’acqua e quella scena causò la fuga di tutti i presenti, con le sole eccezioni di Pisellino, Timoteo e Braccio di Ferro.
“Ehp! Se pesco quel bestione, vincerò di sicuro” disse quest’ultimo, mentre lanciava la sua lenza in acqua.
Subito dopo, lo squalo meccanico afferrò l’amo di Braccio di Ferro con i denti e nuotò via a tutta velocità, portandosi dietro il marinaio.
“Fulminacci! Adesso é lui che ha pescato me” pensò Braccio di Ferro, mentre veniva trascinato via.

Una volta allontanatosi dalla zona della gara, lo squalo meccanico s’inabissò sott’acqua e Braccio di Ferro dovette mollare la canna da pesca per non annegare.
Ma proprio quando il marinaio stava per risalire in superficie, lo squalo meccanico gli si avventò contro e il nostro eroe evitò per un pelo di essere travolto.
“Quel bestione ce l’ha con me. Meglio potenziarmi” pensò Braccio di Ferro, mentre estraeva l’immancabile scatola di spinaci dalla giubba.
E con un rapido guizzo, il marinaio emerse dall’acqua per alcuni secondi, che però gli bastarono per ingoiare in un sol boccone tutti gli spinaci della scatola.
“A noi due, ora!” pensò risoluto Braccio di Ferro, pronto al combattimento, mentre s’immergeva sott’acqua.

Vedendo il suo bersaglio venirgli incontro, lo squalo robot si lanciò contro Braccio di Ferro, ma questi lo respinse con un sonoro pugno.
Allora, il pesce meccanico spalancò le fauci e sparò fuori un siluro, che il marinaio evitò per un pelo.
“Ehp! Ma i pesci non sparano siluri. Scommetto che c’é lo zampino di Timoteo in questa storia” pensò Braccio di Ferro.
In quel momento, lo squalo robot sparò un secondo siluro, che Braccio di Ferro evitò abilmente, per poi avvicinarsi al robot e colpirlo con un super montante, che lo fece volare fuori dall’acqua ed atterrare proprio davanti al giudice di gara.
“Questo lo manda sicuramente Braccio di Ferro” penso quest’ultimo.

Dopo aver mancato il bersaglio, il secondo siluro sparato dallo squalo robot proseguì la sua corsa, finendo col passare davanti al pontile della gara di pesca; e per uno strano scherzo del destino, la lenza di Timoteo si agganciò all’ordigno, che si portò dietro il disonesto pescatore, concludendo poi la sua corsa colpendo proprio il molo dove la Strega Bacheca si era posizionata.
E l’esplosione che ne conseguì fu talmente violenta da scagliare i due furfanti in mare aperto, dove un peschereccio li recuperò pescandoli con una delle sue reti.
“Che figura” brontolò Timoteo, imbarazzato da quell’insolito salvataggio.

Quando Braccio di Ferro tornò alla sua postazione, vide che il giudice di gara stava esaminando lo squalo robot.
“Quel pesce l’ho pescato io. Cosa ne pensa, signor giudice?” domandò orgogliosamente il marinaio.
Con voce severa, il giudice di gara rispose “Purtroppo, questo pesce non é regolare. E dato che gli altri concorrenti se ne sono andati (o meglio, fuggiti), quest’anno la gara é senza vincitore”.
“Veramente, io avrei preso questi” disse Pisellino, mostrando i pesciolini che era riuscito a pescare.
“Non sono molto grossi, ma dato che sei il solo partecipante ancora in regola, ti nomino vincitore” dichiarò il giudice di gara.
“Congratulazioni, Pisellino” si complimentò Braccio di Ferro.
“Grazie. Magari parteciperò anche l’anno prossimo, in modo da vincere con le mie sole forze” rispose saggiamente il bimbo.

Il peschereccio che aveva salvato Timoteo e Bacheca attraccò in porto alcuni minuti dopo, giusto in tempo per permettere ai suoi due passeggeri di vedere Pisellino tornarsene a casa con il trofeo della gara di pesca in mano.
“Battuto da un moccioso. Oltre al danno, la beffa. Grrr!” brontolò Timoteo, digrignando i denti.

FINE

   
 
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