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Autore: BlackIceCrystal    12/10/2021    2 recensioni
La prima volta che Shoto esce fuori dal palazzo ha dieci anni ed è durante una festa organizzata da suo padre.
La prima volta che Shoto esce fuori dal palazzo incontra Izuku, il suo corpo è illuminato dalla luna ma ciò che cattura di più la sua attenzione sono le lacrime che gli cadono sul volto e che sembrano brillare di luce propria.
« Perché stai piangendo? »
« Perché sono l’unico Celeste senza poteri »

[Una TodoDeku fantasy!au in cui i vari personaggi sono esseri celesti - Ha partecipato alla TodoDeku Week 2021]
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Shouto Todoroki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 Note Pre-Capitolo

Oggi è il TodoDeku Day ed in realtà non sono riuscita a scrivere nulla di nuovo, ma ci tenevo comunque a pubblicare qualcosa! Alla fine, perciò, ho deciso di proporvi la oneshot scritta quest'estate per la TodoDeku Week!

Questa fanfic era nata come una "robetta easy" per il prompt "Day 1: Celestial" e poi è finita per essere... questo. Una cosa che easy non lo è stata per niente e che alla fine si è ispirata a quasi tutti i prompt della TodoDeku Week (non so se era lecito farlo, in ogni caso l'ho fatto...).
Tutta la fanfic si ispira infatti al tema “Day 1: Celestial” e “Day 3: Fantasy”, mentre ogni paragrafo è ispirato ad un tema/citazione diversi che sono riportati come titoletto.

Spero che apprezzerete la lettura come io ho apprezzato scriverla!

P.S. Ovviamente il titolo della fanfic è ispirato alla canzone "A Sky Full of Stars" dei Coldplay

Il rating arancione è per una non-troppo-esplicita (ma abbastanza) scena erotica finale.

 

 

‘Cause You’re a Sky Full of Stars

 

#1 - Day 2: Expectations

La prima volta che Shoto esce fuori dal palazzo ha dieci anni ed è durante una festa organizzata da suo padre, il re Enji Todoroki del sistema solare di Endeavor, per festeggiare la recente conquista del regno di Takami. A lui non è permesso partecipare, suo padre gliel’ha vietato fino a quando Shoto non sarà all’altezza delle sue aspettative e potrà mostrarlo al resto del mondo in tutto il suo splendore: la luce che emana il suo corpo è ancora troppo fioca, al contrario di quella di Enji che alla sua massima potenza è accecante come un sole.

La regina Rei, sua madre, ha provato più volte a spiegare al marito che Shoto è ancora troppo piccolo, che è ancora troppo presto per aspettarsi da lui di più, ma Enji si rifiuta di sentir ragione. A dieci anni, dice, Shoto dovrebbe già aver imparato per lo meno a manipolare il fuoco e la sua pelle non dovrebbe essere così pallida come quella della madre, di Fuyumi e di Natsuo, non dovrebbe illuminarsi solo quando riflette la luce del padre. Il corpo di Touya, il fratello maggiore di Shoto, alla sua età, brillava già di luce blu, come le stelle più calde, ed ora che ha quattordici anni il suo potere è talmente forte che quando lo usa brucia anche se stesso. Per questo motivo gli è stato vietato di partecipare alle guerre, o usare ancora il suo potere, e per questo motivo Touya non può diventare il prossimo Re di Endeavor, così come non possono diventarlo Fuyumi né Natsuo. Al massimo i primi tre figli di Enji possono aspirare a diventare consiglieri, o sposare gli eredi di altri sistemi solari, invece Shoto, secondo il Re, è l’unico figlio degno di succedergli al trono, se solo si decidesse ad impegnarsi di più e mostrare a tutti il suo valore.

Il re di Endeavor sa che il suo quartogenito ha ereditato il suo potere, perché a quattro anni Shoto ha acceso la sua prima stella, una piccola luce bianca che crescerà negli anni con lui, fino a quando non sarà abbastanza grande da diventare il centro di quello che diventerà un sistema solare. Shoto vorrebbe spegnerla, quella stella, o non averla mai accesa, perché così potrebbe finalmente passare i pomeriggi insieme a sua madre, giocare con i suoi fratelli, incontrare altri bambini, non essere rinchiuso tutto il giorno all’interno delle mura del castello, a studiare insieme ai suoi istruttori la gestione di un sistema solare, l’economia, la burocrazia, la politica, la diplomazia ed allenarsi con suo padre per imparare a controllare il fuoco stellare.

Un singhiozzo lo risveglia dai suoi pensieri, in cui si era perso durante la sua passeggiata al chiaro di Luna nel giardino che circonda il Palazzo, situato in cima alla montagna più alta di Terra Prima, il pianeta più grande del loro sistema solare, abitato dagli umani, esseri senza alcun potere che venerano i Celesti come divinità (e divinità lo sono, considerando che Enji potrebbe decidere di attivare un super-brillamento del proprio Sole e spazzare via l’intera umanità con uno schiocco di dita).

I singhiozzi diventano due, poi tre, quattro, cinque. Shoto decide di seguirne il rumore fino a ritrovarsi ai piedi di un Cedro, appoggiato al quale c’è un bambino, probabilmente della sua stessa età, la chioma verde incassata tra le ginocchia ed il corpo tremante dagli spasmi. Shoto non ha idea di come approcciarsi con la persona davanti a lui, non ha mai interagito con nessun bambino, non ha mai potuto neanche rivolgere la parola ai suoi fratelli, a parte nelle poche occasioni ufficiali in cui si doveva semplicemente limitare a seguire un copione imparato alla perfezione. Non ha idea di cosa si dovrebbe fare quando qualcuno piange, perché le poche volte che è capitato a lui suo padre l’ha sgridato, intimandogli di smetterla perché solo i deboli piangono e tu non sei un debole; ancora meno volte si è ritrovato tra le braccia di sua madre che gli sussurrava parole di conforto all’orecchio mentre era seduto sul suo grembo, Enji fortunatamente chiamato a partecipare a qualche Consiglio.

Shoto non ha idea di cosa fare, ma prova comunque ad avvicinarsi a lui, e nel farlo un piede spezza un ramo secco caduto a terra ed il bambino sconosciuto alza la testa di scatto volgendo lo sguardo verso di lui. Il suo corpo è illuminato dalla luna ma ciò che cattura di più la sua attenzione sono le lacrime che gli cadono sul volto e che sembrano brillare di luce propria.

« Scusa, non volevo spaventarti » gli dice, dopo qualche secondo di silenzio, perché il bambino di fronte a lui lo sta guardando terrorizzato, come se avesse paura che gli potrebbe far del male. « Io sono Shoto, tu come ti chiami? »

« Shoto come… Shoto Todoroki di Endeavor? Sei il figlio del re? »

« Solo Shoto » gli risponde, facendo una smorfia, perché per una volta che incontra qualcuno che non sia della servitù o un abitante del palazzo non vuole essere etichettato come il figlio del Re, non vuole essere chiamato principe, principino o Sua Altezza, per una volta nella sua vita vuole essere solo Shoto.

« Izuku »

« Perché sei qui fuori da solo, Izuku? Perché stavi piangendo? »

Izuku sembra esitare, si morde un labbro con i denti e stringe tra le mani l’orlo della veste che indossa. È chiaramente un principe, perché quello è l’abbigliamento ufficiale tipico di un membro della famiglia reale (di qualsiasi sistema solare si tratti), e Shoto non capisce perché sia qui fuori, da solo, invece che essere dentro al palazzo insieme agli altri. Ha sentito qualche servo parlare degli invitati durante la sua piccola fuga, e da quello che ha potuto capire gli altri nobili invitati hanno portato anche i propri figli. È sicuro che ce ne fossero altri della loro età.

« Kacchan e gli altri… mi stavano prendendo in giro »

« Kacchan? »

« Katsuki Bakugo »

Bakugo… Bakugo… Bakugo… oh sì! Bakugo è un altro sistema solare della loro stessa galassia. Shoto è costretto a studiarli tutti perché un giorno dovrà occuparsi dei rapporti diplomatici del suo regno, ed ovviamente questo vuol dire avere contatti con tutti i sistemi solari vicini. Katsuki è l’unico figlio dei Bakugo, Shoto ha sentito dire che sa usare il fuoco alla perfezione e che il suo corpo brilli di un’intensa luce dorata. La sua stella, Dynamight, è già gialla, e vuol dire che è più grande e calda di quella di Shoto, nonostante abbiano la stessa età.

« E perché ti prendevano in giro? » chiede curioso. Izuku sembra essere come Natsuo e Fuyumi: i loro corpi non brillano ma, a parte suo padre che li considera dei fallimenti, non ha mai sentito nessuno che li prendesse in giro per questo motivo.

« Perché… non ho… nessun potere » gli risponde, raggomitolandosi su se stesso, come se fosse pronto a ricevere un colpo e volesse proteggersi.

« Oh » riesce solo a pronunciare. Da quello che Shoto ha studiato, tutti gli esseri celesti hanno un potere: o il potere elisiano di far nascere stelle e controllare il fuoco (come suo padre e Touya), o il potere seleniano di controllare la gravità e/o il ghiaccio (come sua madre e i suoi fratelli), ma non ha mai sentito parlare di un Celeste senza poteri. I loro poteri sono ciò che li contraddistingue dagli esseri umani, oltre al fatto che vivano migliaia di anni in più di loro.

« Oh? » gli fa eco Izuku, facendo sbucare metà volto dalle braccia e ginocchia che lo nascondono.

« Scusa non so cos’altro dire… non ho mai sentito di un Celeste senza poteri »

« Perché sono l’unico Celeste senza poteri »

« Non vuol dire forse che sei speciale? »

Gli occhi di Izuku si spalancano e le sue gote si imporporano, il rossore evidente sulla sua pelle pallida.

« Sp… speciale?! Io non… io non… sono… non… »

« Sei l’unico, no? Perciò sei speciale » afferma, come fosse un dato di fatto.

Onestamente, Shoto un po’ lo invidia: se lui non avesse alcun potere, sarebbe libero, libero dalle aspettative che suo padre ha su di lui.

« Nessuno mi ha mai considerato “speciale”… »

« Posso sedermi accanto a te? »

« Certamente! »

Izuku gli fa spazio spingendosi poco più in là, il tronco del Cedro alle loro spalle è abbastanza grande da permettere ad entrambi di appoggiarci la schiena. Rimangono in silenzio per un po’ di tempo, lo sguardo rivolto al cielo sopra di loro, dove le stelle di sistemi solari lontani brillano in tutta la loro maestosità.

« E tu… che potere hai? » gli domanda Izuku ad un certo punto. Ora è il turno di Shoto di esitare a rispondere, ma Izuku è stato sincero con lui, nonostante essere senza alcun potere sembra avergli causato problemi, e Shoto non ha intenzione di mentirgli.

« Entrambi »

« Entrambi? »

« Ho ereditato il potere elisiano di mio padre e il potere seleniano di mia madre… posso controllare sia il ghiaccio che il fuoco, anche se non voglio controllare il fuoco »

« Perché no? È fantastico! Se io sono speciale, tu lo sei ancora di più! » gli ibridi, come Shoto, sono rarissimi. Gli unici matrimoni permessi sono quelli tra un elisiano ed un seleniano, perché ogni sistema solare deve avere un sole ed una luna, e i figli ereditano sempre un potere o l’altro. Nella loro galassia, Shoto è probabilmente l’unico ad averli ereditati entrambi, ma "speciale" è l’ultimo modo in cui si definirebbe.

« Non sono speciale. Non voglio usare il potere di mio padre, non voglio ferire le persone » Shoto ha una cicatrice sul volto causata da suo padre: in uno dei suoi moti d’ira stava per colpire Rei che per l’ennesima volta lo pregava di andarci piano con Shoto, di non farlo stancare fino a farlo quasi svenire. Shoto era lì, quando è successo, e si è messo in mezzo nel tentativo di proteggere la madre. Il fuoco gli ha bruciato parte del lato sinistro del volto.

« Ma non è il suo potere, è il tuo » gli sussurra Izuku, sporgendosi verso di lui, le dita ad accarezzargli la cicatrice che fino a poco prima era coperta dalla propria mano.

Ora che sono così vicini, gli sembra di vedere tante piccole stelle brillare nelle sue iridi verdi.

Almeno fino a quando gli occhi di Shoto non vengono coperti dalle lacrime e Izuku non decide di abbracciarlo senza più dire una parola.

Si separano solo quando la musica proveniente dal palazzo si interrompe e i genitori di Izuku, che scopre essere Inko e Hisashi Midoriya, non vengano a cercarlo.

Shoto sgattaiola via prima di poter essere visto da qualcuno e prima che suo padre scopra che è fuggito dalle sue stanze, ma promette a Izuku di rivedersi ancora.

 

 

#2 – Day 7: Heroes are made by the paths they choose, not the powers they are graced with – Brodi Ashton, Everneath

Il Re di Endeavor invita i nobili degli altri sistemi solari solo due anni dopo, ancora una volta per festeggiare un’altra conquista e sottolineare la propria potenza, nel tentativo di avvicinarsi alla grandezza del sistema All Might.

A Shoto non è ancora permesso partecipare, ma poco gli importa quando sgattaiola nuovamente fuori dalla propria stanza, passando per i corridoi vuoti, tutta la servitù indaffarata nell’ala est, quella opposta all’ala residenziale del castello. Tra i nomi degli invitati ha sentito nominare anche i Midoriya e spera che Izuku ricordi la promessa che si sono fatti due anni prima e che lo raggiunga ai piedi del cedro dove si sono incontrati. Shoto, quella promessa, non l’ha dimenticata, e ha sperato per mesi che questo giorno arrivasse pur di passare nuovamente del tempo con lui.

È a metà strada quando sente la voce di un gruppo di ragazzi e si nasconde dietro un cespuglio per capire dove sono e quale strada percorrere per non farsi vedere. Appena sbircia al di là del suo nascondiglio, nota subito l’inconfondibile chioma verde che appartiene a Izuku e i suoi occhi si spalancano dalla sorpresa quando lo vede accerchiato da delle deboli fiamme che però gli impediscono di scappare via, ostruendogli ogni via di fuga.

« Uno come te non dovrebbe partecipare a queste feste, sei un essere inutile, i tuoi genitori sono davvero sicuri che tu sia un essere celeste e non un comune mortale? » gli chiede uno dei ragazzi che lo stanno circondando. Shoto non perde un secondo ad usare il suo potere di ghiaccio e congelare le fiamme, posizionandosi di fronte a Izuku e facendogli cenno di nascondersi alle sue spalle.

« E tu che cosa vuoi? » gli domanda uno di loro, Shoto immagina essere Bakugo, perché la sua pelle brilla di una luce dorata, esattamente come ha sentito dire, mentre quella degli altri suoi amici emette un bagliore flebile, ancora più del suo.

« Lasciate in pace Izuku »

« Perché mai dovremmo ascoltarti? »

« Perché se non lo farete, dovrete vedervela con me » non vorrebbe sfidarli, è chiaramente in inferiorità numerica e non gli piace combattere, ma non può permettere che quei ragazzi continuino ad importunare Izuku.

« Pensi di farci paura? » lo provoca Bakugo nelle cui mani Shoto vede già formarsi delle fiamme pronte ad essere rivolte verso di lui.

Il suo corpo si muove quasi da solo quando crea un muro di ghiaccio per proteggersi dal colpo; le fiamme di Bakugo, però, sono davvero calde come ha sentito dire, non a livello di quelle di suo padre né di suo fratello, ovviamente, ma abbastanza da sciogliere completamente la barriera che Shoto ha eretto e farlo cadere a terra a causa dell’onda termica sprigionata.

Shoto alzati, tu non sei un debole.

Pensi che in guerra potrai prenderti una pausa? Che i tuoi nemici saranno clementi?

Mentre nella testa risuonano le frasi che gli rivolge continuamente suo padre durante i suoi allenamenti, prova ancora a creare delle barriere di ghiaccio, cercando nel frattempo di congelare le mani del suo avversario. Usare il fuoco non ha senso contro di lui, Shoto sa bene che sarebbe in svantaggio, ma non pensava che anche il suo potere seleniano fosse così debole. Non l’ha mai allenato, è vero, sua madre gli ha insegnato solo qualche trucchetto per giocare e divertirsi nel tempo libero, come creare piccole sculture di ghiaccio, pur di farlo distrarre dall’ossessione per la guerra di suo padre.

Pensava comunque di cavarsela un po’ meglio, invece Bakugo lo sta praticamente annientando, sciogliendo tutto quello che crea.

Shoto è nuovamente a terra, un braccio a coprirgli il volto per proteggersi da un altro attacco che non arriva: Izuku si è messo in mezzo, in piedi davanti a lui, le braccia e le gambe spalancate in modo da fargli da scudo « Basta Kacchan, smettila! »

Bakugo sembra squadrarlo dalla testa ai piedi, nelle sue mani delle fiamme ancora accese pronte ad essere lanciate, ma nonostante tutto alla fine sembra cambiare idea.

« Tsk. Siete talmente scarsi da essere noiosi » dice, prima di ordinare agli altri ragazzi insieme a lui di andarsene via da lì e lasciando Izuku e Shoto da soli in mezzo ad uno spiazzo d’erba bruciata.

Izuku corre subito al suo fianco, sedendosi sulla ginocchia per controllare che non sia ferito. « Stai bene? »

« Mi dispiace »

« Mh? Di cosa? »

« Non sono riuscito a batterlo » ammette, il corpo tremante per la frustrazione di non aver potuto fare nulla.

« Che cosa dici? Sei intervenuto per salvarmi e grazie a te sono andati via! Sei stato il mio eroe! »

No, sono andati via quando ti sei messo in mezzo e gli hai chiesto di smetterla, io non ho fatto nulla, vorrebbe rispondergli, ma un sorriso illumina il volto sporco di terra di Izuku, e Shoto non ha la forza di volontà di dar voce ai suoi pensieri quando sa che farebbe solo incupire il ragazzo di fronte a lui. Si limita a rimanere fermo mentre Izuku gli pulisce il viso con un fazzoletto e, quando l'altro ha finito, accetta la mano che gli porge per alzarsi in piedi e dirigersi nei pressi di quello che ormai considera il loro Cedro.

« Non era esattamente così che pensavo di rivederti »

« Be’, neanche io, però l’importante è che ora siamo qui! »

« Pensi che passeranno altri due anni prima di poterci vedere ancora? » chiede titubante, un po’ per paura che Izuku possa dimenticarlo nel tempo che non si vedranno, un po’ perché non vuole aspettare così tanto tempo per stare in sua compagnia, anche se nessuno dei due può fare molto a riguardo. Shoto non può uscire dal castello, figuriamoci andare in un altro sistema solare.

« Dipende. Pensi che passeranno due anni prima che tuo padre organizzi un’altra festa? Sembra che possiamo vederci solo così… » lo vede fermarsi un attimo, indeciso se continuare o meno « C’era tutta la tua famiglia dagli Yaoyorozu sei mesi fa, tranne tu »

Shoto ricorda la festa in questione, l’invito era chiaramente esteso a tutta la famiglia, ma suo padre era rimasto fermo nella sua convinzione di non farlo partecipare finché non ne sarebbe stato degno. Alla fine, come al solito, è stato costretto a rimanere rinchiuso all'interno della sua camera mentre tutta la sua famiglia partiva per qualche giorno. Se gliel’avessero detto poco più di due anni prima, ne sarebbe stato felice: qualsiasi cosa sarebbe stata meglio che dover passare il tempo con suo padre. Ma due anni prima ha conosciuto Izuku e, se avesse saputo che era stato invitato anche lui alla festa, forse si sarebbe impegnato un po’ di più per cercare di essere presente.

« Mio padre non mi permette di venire alle feste, a meno che non siano cerimonie ufficiali dove è richiesta la presenza di tutta la famiglia » cerca di spiegargli, ma può vedere comunque la confusione nel volto di Izuku.

« Cosa? Perché? »

« Io non… non sono all’altezza delle sue aspettative. » gli confessa « Finché la mia pelle sarà così pallida non mi permetterà di uscire dal palazzo a meno che non sia per allenarmi con lui »

Ha paura che dopo quello che ha appena detto Izuku possa cambiare idea e decidere di non avere più nulla a che fare con lui, che non vale la pena perdere tempo con una persona come lui, che non ha senso farsi promesse quando sanno entrambi che potranno vedersi una volta ogni solo-Enji-sa-quanti-mesi.

Ma Izuku lo sorprende, come sempre.

« Forse adesso non è così, ma sono sicuro che un giorno la tua luce sarà accecante e tuo padre non potrà più sostenere che tu non sia all’altezza delle sue aspettative! Non che tu non lo sia già adesso, ma a quanto pare il re di Endeavor è cieco » Shoto non ha idea di come Izuku faccia a sorridere così tanto. Forse il suo corpo non brilla perché è già il suo volto ad essere luminoso e abbagliante, gli occhi che brillano di luce propria come fossero abitati da migliaia di astri e le lentiggini sulle guance che alla luce della luna sembrano tante piccole stelle incastonate nella sua pelle. La sua risata è contagiosa e Shoto si ritrova a ridere per la prima volta nei suoi dodici anni di vita, le mani a tenersi la pancia, le palpebre socchiuse mentre con la coda dell’occhio scorge Izuku nella stessa situazione.

 

« Possiamo scriverci delle lettere! » gli propone Izuku, poco dopo, entrambi con le lacrime ancora agli angoli degli occhi.

« Lettere? »

« Per rimanere in contatto… sempre che tu voglia rimanere in contatto »

« Mi piacerebbe » Shoto non sa come farà, perché conoscendo suo padre sarà sicuramente contrario all’idea ma troverà un modo, troverà un modo per rimanere in contatto e spedirgli lettere, talmente tante che—

« Sicuro?! Perché te ne spedirò talmente tante che non vorrai più saperne niente di me! » lo anticipa Izuku, lo sguardo illuminato dall’entusiasmo.

« Non potrei mai stancarmi di te » è la seconda volta che parlano tra di loro, in tutto saranno stati insieme solo una manciata d’ore, eppure Shoto sa che è così, è certo che non potrebbe mai stancarsi del ragazzo di fronte a sé.

E sa anche che mai è un tempo infinitamente lungo per esseri come loro.

 

 

#3 – Day 4: Strength doesn’t come from what you can do. It comes from overcoming the things you once thought you couldn’t – Rikki Rogers

Shoto ha quattordici anni quando la famiglia Todoroki viene invitata da Yagi Toshinori. Suo padre è fumante di rabbia alla notizia che un altro sistema solare è entrato a far parte del dominio di All Might, ma non può rifiutare l’invito di quello che è praticamente il re più importante della galassia perché, per quanto lo disprezzi, non presentarsi ad un evento così importante sarebbe come scavarsi la fossa da solo.

Shoto ha quattordici anni e sono passati altri due anni dall’ultima volta che ha visto Izuku, un anno dall’ultima volta che ha ricevuto una sua lettera. Come hanno deciso durante il loro ultimo incontro, due anni prima hanno iniziato a scambiarsi lettere, una al mese (solo perché, per quanto siano veloci i messaggeri, è quello il tempo che ci vuole per far recapitare una lettera tra i loro sistemi solari dato che non vivono esattamente a due passi uno dall’altro), ma hanno dovuto smettere dopo poco meno di dodici mesi quando suo padre l’ha scoperto e ha vietato a Shoto di continuare “quell’inutile passatempo” e concentrarsi di più sui suoi allenamenti. È stato solo grazie a sua madre che è riuscito a spedirgli un’ultima lettera dove gli spiegava i motivi per cui non avrebbe più potuto inviarle o riceverle, ma non avendo potuto ricevere una risposta non ha idea se Izuku l’abbia ricevuta o meno.

Da un anno, quelle poche lettere ricevute sono l’unica cosa che illuminano le sue giornate: alcune le ha rilette talmente tante volte che sono quasi sbiadite, ma ormai le ha impresse così bene nella memoria che gli basta riconoscere i contorni scoloriti di qualche carattere per ricordarsi che cosa ci fosse scritto. Solo grazie ad esse ha avuto la forza di sottoporsi agli estenuanti allenamenti di suo padre, nella speranza che un giorno potesse finalmente avere il permesso di partecipare a quelle dannate feste e avere l’opportunità di rivedere il suo primo ed unico amico più spesso di una-volta-ogni-due-anni-se-tutto-va-bene.

È stato un anno particolarmente intenso, ma ora sia il suo corpo che la sua stella brillano finalmente di una luce arancione, come il fuoco delle fiamme che ha imparato a controllare, e finalmente ha avuto il permesso di andare con la sua famiglia nel sistema All Might.

 

Non sta più nella pelle quando arrivano all’interno della Grande Sala, ascolta distrattamente le parole di sua madre e sua sorella che rimangono stupite dalla sontuosità del castello, Natsuo che fa qualche commento sulle ragazze presenti e Touya che sembra come al solito completamente indifferente a tutto quello che gli succede intorno.

Shoto aspetta pazientemente fino a quando non vengono ricevuti dal Re e hanno l’opportunità di porgere i propri saluti, e per la prima volta nella sua vita capisce perché quest’uomo è considerato tanto potente, il corpo possente, più alto persino di suo padre, che brilla di un’intensa luce dorata che fa impallidire qualsiasi persona presente al suo cospetto.

Rimane meravigliato solo per poco, perché appena le formalità sono concluse e hanno la possibilità di muoversi liberamente per la sala, chiede il permesso di allontanarsi e si mette subito alla ricerca dell’unica persona che vuole vedere.

Nel giro di un paio d’ore ha fatto quattro giri della sala ed è stato fermato diverse volte dai suoi genitori per essere presentato alle varie famiglie presenti ma di Izuku non c’è traccia.

« Shoto, questi sono Hisashi e Inko Midoriya » lo chiama sua madre, mentre Enji è lontano, a parlare con un altro gruppo di persone. Shoto non aveva mai avuto la possibilità di parlare con i genitori di Izuku, ha un’idea generale di che tipo di persone siano dalle lettere che ha ricevuto, perché spesso Izuku gli ha scritto di loro, di quanto gli piaccia fare lunghe passeggiate tutti e tre insieme, di quanto suo padre manchi ad entrambi quando è lontano per questioni diplomatiche.

« Piacere di conoscervi » dice sinceramente e non solo per cortesia, per la prima volta durante tutta la serata.

« Il piacere è nostro Shoto! Izuku ci ha parlato molto di te »

« Davvero? »

« Sì! Era sempre al settimo cielo quando arrivavano le tue lettere! Penso che le abbia rilette per giorni. Ma è da un po’ che non le riceviamo più, come mai? » possibile che Izuku abbia detto loro di tutte le loro lettere ma non dell’ultima lettera che Shoto gli ha inviato?

« È la prima volta che Shoto viene ad un festeggiamento di questo tipo e voleva fare una sorpresa a Izuku! » lo copre sua madre, ben consapevole che Shoto non si farebbe scrupoli a mettere in cattiva luce il padre, nonostante poi debba vedersela con la sua ira.

« A proposito di Izuku… sapete dirmi dov’è? È da un po’ che lo sto cercando » chiede finalmente, è da ore che aspetta il momento di vederlo, ha fatto di tutto per partecipare a questo evento solo per questo motivo.

« Credo sia fuori insieme a Katsuki e gli altri suoi amici » dal tono spensierato con cui pronuncia la frase Inko, immagina che non abbia idea di che cosa facciano solitamente Katsuki e i suoi amici a Izuku. Shoto ha dovuto estorcergli l’informazione ma alla fine è riuscito a scoprire che quello che è successo l’ultima volta è quello che succede sempre, che Bakugo lo tratta così ogni volta che si vedono. È l’unica lettera che ha accartocciato per la rabbia, soprattutto quando Izuku ha provato a difenderlo scrivendo che Kacchan non lo fa con cattiveria, è solo il modo in cui gli hanno insegnato ad agire, prima o poi si accorgerà che non è il modo corretto e cambierà atteggiamento. Shoto spera vivamente che Izuku abbia ragione, ma fino a quel momento Bakugo Katsuki rimarrà probabilmente la seconda persona che odia più in assoluto, preceduta solo da suo padre.

 

È comunque molto vicino a diventare la prima.

 

Soprattutto quando Shoto riesce a congedarsi dai Midoriya, uscire in giardino alla ricerca di Izuku, e ritrovarlo ancora una volta alla mercé di Bakugo e il suo gruppo. Shoto non ha paura di fronteggiarli, non l’aveva due anni prima, e non ce l’ha adesso. Un altro motivo per cui si è allenato duramente è questo, non accetterà una seconda sconfitta, non quando si tratta di proteggere il suo migliore amico, perciò si avvicina a loro, l’intero corpo ardente in un arancione brillante.

I due ragazzi di cui non conosce il nome indietreggiano appena notano la sua presenza, Izuku rimane immobile, Bakugo accende le fiamme sulle sue mani ed il suo corpo inizia ad emanare la sua solita luce dorata. Shoto non si fa intimidire, non questa volta, e imita la sua azione; ha ancora un po’ di problemi a gestire il fuoco con il suo lato destro, ma non ha intenzione di tirarsi indietro da questa sfida.

Nessuno di loro fa cenno di un attacco, rimangono entrambi saldi nelle loro posizioni, i loro corpi che diventano sempre più luminosi, fino a diventare quasi accecanti, ma nessuno dei due distoglie lo sguardo dall’altro. Le fiamme nelle loro mani diventano sempre più alte, Shoto è quasi sicuro che si ritroverà con qualche scottatura sulla mano destra, ma anche Bakugo sembra risentirne. Non ha idea di che temperature stiano raggiungendo, ma brucia, l’aria intorno a loro si fa pesante e può addirittura vederla piegata dal calore.

Con la coda dell’occhio può notare gli altri due ragazzi che sono insieme a loro coprirsi gli occhi e scappare via, gridando loro che non vogliono essere messi in mezzo ad una faida del genere.

Non ha idea di quanto tempo passi, sa solo che lui e Bakugo cedono nello stesso istante, che i loro corpi tornano a brillare della loro luce naturale, che i fuochi nelle loro mani si spengono nello stesso momento, lasciando dietro di sé delle piccole ustioni che guariranno probabilmente nel giro di qualche ora, in tempo per non lasciare traccia quando Shoto dovrà irrimediabilmente tornare indietro dalla sua famiglia.

« Non male per essere un extra » è probabilmente ciò che più si avvicina ad un complimento quando si tratta di Bakugo Katsuki, piegato sulle propria ginocchia e ansimante per la fatica appena sostenuta.

« Non male per essere uno stronzo » lo rimbecca Shoto, nella sua stessa condizione.

Bakugo sembra ghignargli soddisfatto, prima di salutarlo con un « la prossima volta non finirà in pareggio » e allontanarsi verso l’interno del castello.

No, la prossima volta non finirà in pareggio, ma Shoto si augura che non ci sarà una prossima volta.

 

« Stai bene? » chiede a Izuku, voltandosi finalmente verso di lui ora che non hanno più distrazioni.

« Che cosa ci fai qui? »         

« Che cosa vuol dire che ci faccio qui? Sono venuto a cercarti! »

« Ora che mi hai trovato, puoi tornartene indietro » gli risponde Izuku, la voce carica d’astio. Shoto non capisce: che cosa è successo? Perché improvvisamente sembra così ostile nei suoi confronti?

« Perché sei così arrabbiato? Che cosa ho fatto? Pensavo saresti stato felice di rivedermi! »

« Felice di rivederti? Dopo quello che hai scritto? »

Dopo quello che gli ha scritto? L’ultima lettera che Shoto ha scritto è stata quella in cui gli spiegava che non avrebbe più potuto ricevere né inviargli altre lettere perché suo padre aveva scoperto del loro scambio, era furioso e gli aveva proibito di continuare perché era solo un’inutile distrazione (oltre ad aver minacciato qualsiasi messaggero di esilio in qualche pianeta recondito se avesse osato recapitare una lettera per o da parte di Shoto senza il consenso del Re).

« Di che cosa stai parlando? L’ultima cosa che ti ho scritto è che non potevamo più rimanere in contatto! »

« E sei stato molto chiaro! »

« Che cosa potevo fare? Mio padre l’ha scoperto e mi ha vietato di continuare a farlo. Ha minacciato di esiliare mia madre sulla sua luna! » Sua madre era stata incredibilmente felice quando Shoto le aveva parlato di Izuku (è una persona speciale, le ha risposto, quando gli ha chiesto che tipo di persona fosse) e l'aveva incitato a continuare quello scambio epistolare, ma Enji non è stato altrettanto felice quando ha scoperto che sua moglie ne era già al corrente e gliel'aveva tenuto nascosto.

« Mi dispiace ma avresti potuto scrivere qualsiasi altra cosa tranne quella! Non c’era bisogno di arrivare a tanto! Voglio dire… me lo sarei aspettato da Kacchan, ma non da te! »

« Izuku, non ho davvero idea di che cosa tu stia parlando. Non capisco cosa avrei scritto di sbagliato »

« Non hai idea di cosa hai scritto di sbagliato? Mi hai scritto che sono un essere inutile e che non merito la tua attenzione… Sul serio Shoto, sono abituato a sentirmelo dire da chiunque, ma pensavo tu fossi una persona diversa! »

« Io non ho mai scritto nulla del genere » se ne sarebbe accorto se l’avesse fatto. Prima di tutto perché sarebbe stata un’enorme bugia e a Shoto non piace mentire (al massimo omette delle verità a suo padre, ma solo perché suo padre lo costringe a farlo), e secondo perché non potrebbe mai, mai e poi mai scrivere qualcosa del genere o che si avvicina lontanamente ad un’affermazione simile. Izuku è tutto tranne che un essere inutile che non merita la sua attenzione.

Gli fa ribrezzo persino pensarlo!

« La lettera che mi è arrivata prova il contrario. Pensi che non sappia riconoscere la tua calligrafia? Ho letto centinaia di volte le tue lettere! Voglio dire… non davvero centinaia di volte, insomma, non che le abbia contate… e non saranno state davvero così tante, potrei averle lette diverse volte » inizia a farfugliare Izuku, la rabbia di poco prima quasi del tutto scomparsa, sostituita da quello che sembra un velo di imbarazzo.

La prima cosa che Shoto riesce a pensare è che sia estremamente adorabile quando fa così.  

« Izuku… ho letto le tue lettere talmente tante volte che ormai sono sbiadite e non m’importa perché ormai le conosco a memoria. Centinaia di volte è un eufemismo nel mio caso. Potrei ripetertele qui, una ad una, parola per parola, dalla prima all’ultima. Ho imparato a riconoscere le costellazioni, che fino a due anni fa non sapevo neanche cosa fossero, perché nell’ultima lettera che mi hai inviato, sette pagine di lettera!, me le hai descritte e disegnate tutte o, meglio, pensavo fossero tutte. Ho passato tutte le sere da quel giorno ad osservare il cielo e a cercare di trovare le costellazioni che mi avevi indicato. Sei mesi fa Natsuo mi ha ritrovato a notte fonda a fissare il cielo, erano ore che cercavo di riconoscere qualche costellazione con i tuoi fogli in mano e non ne trovavo nessuna. Mio fratello ha dovuto spiegarmi che Cassiopea in quel periodo si vedeva solo nel polo opposto e allora ho provato a cercare una costellazione nuova, perché volevo chiederti quale fosse o inviarti una lettera in cui ero io a descrivertene qualcuna, ma non riuscivo a distinguerne neanche mezza. Credo solo di aver intravisto un cavallo da qualche parte »

« Il pegaso! »

« Perciò ho scritto una lettera in cui ti chiedevo se conoscevi altre costellazioni e di descrivermele quando ci saremmo rivisti, ma non ho mai potuto inviartela perché mio padre l’ha scoperto prima che potessi farlo. E nonostante tutto ho continuato a scriverti ed il terzo cassetto della mia scrivania è pieno di lettere che non ho mai potuto inviarti. Ma in nessuna di queste ho scritto qualcosa del genere. Non potrei mai, mai, scrivere che tu sei un essere inutile e che non meriti la mia attenzione. Al massimo può essere il contrario »

« Non è— »

« Ma so che tu mi diresti che non è così, perciò non lo dirò »

« Ma… l’hai appena fatto! »

« Non hai le prove » gli ribatte, scherzosamente, l’aria tra di loro che sembra essersi finalmente alleggerita.

Per la prima volta durante tutta la serata Izuku non lo sta guardando né con astio né in imbarazzo ma ha una luce particolare negli occhi, e Shoto potrebbe aver scoperto che gli piace provocarlo, giusto un po’, solo per poter vedere le sue iridi illuminarsi ancora così.

« Non è così che mi convincerai che non sia stato tu a scrivere quelle cose » gli controbatte Izuku, il tono uno strano ibrido tra il finto oltraggiato ed il leggermente divertito.

Shoto sente comunque il bisogno di rimarcare il concetto, giusto per essere chiari « Non sono stato io, non so chi l’abbia fatto, ma sono sicuro che mio padre c’entri qualcosa. Era furioso quando ha scoperto che ci scrivevamo di nascosto ed io ero talmente arrabbiato quando lui ti ha definito “un essere inutile” che l’ho bruciato »

« L’hai… bruciato? »

« Potrei… aver generato una fiamma blu per un momento. Gli ho lasciato una cicatrice sul volto » gli confessa. Non è stato esattamente il migliore dei suoi momenti, non che non abbia provato soddisfazione nel ferire suo padre con la sua stessa moneta, ma sperava di essere una persona migliore di lui. Non voleva perdere il controllo e ferire qualcuno, soprattutto non quando non era intenzionale. Enji non è rimasto turbato dalla ferita provocatagli. Anzi, al contrario, è stato soddisfatto che finalmente suo figlio avesse tirato fuori il suo vero potenziale, anche se per un solo istante.

« Oh! Ecco da dove viene! Qualche mese fa l’abbiamo visto dagli Iida e scommetto che tutti abbiamo notato la cicatrice, voglio dire, non è che non si noti, prende praticamente metà del suo volto, ma nessuno ha avuto il coraggio di chiedergli come se la fosse procurata! »

« Quindi… mi credi adesso? » gli chiede, per sicurezza, non vuole che tra di loro ci siano attriti che non hanno motivo di esserci. Izuku può odiarlo se vuole, ma non per parole che Shoto non ha scritto e a cui non crede minimamente.

« Se devo essere onesto ho sempre sperato che ci fosse un malinteso ma… non mi hai più scritto, nonostante ti abbia inviato una lettera in cui ti chiedevo spiegazioni! e alla fine… insomma… mi sono convinto che… »

« Ti posso assicurare che non mi è mai arrivata la tua lettera, altrimenti ti avrei risposto! »

« Lo so, adesso lo so! »

 

« Quindi… mi hai scritto altre lettere? » gli domanda Izuku, poco dopo, cercando di spezzare l'atmosfera che si è creata tra loro. Sono ancora uno di fronte all’altro, in piedi in mezzo al giardino, nello stesso punto in cui Shoto l’ha trovato.

« Decine di altre lettere » ammette.

Fuyumi ha scoperto per caso delle lettere che Shoto scriveva e che non poteva inviare (ora che sembra essere all’altezza delle sue aspettative, Enji gli ha finalmente concesso il permesso di interagire liberamente con i suoi fratelli), e l’ha preso bonariamente in giro per ore, sostenendo che fortunatamente il romanticismo non è morto e che è felice di averlo come fratello. Ha provato a spiegarle che non c’è niente di romantico in quelle lettere, che semplicemente gli mancava Izuku, ricevere i suoi messaggi e inviarglieli, e l’unico modo che aveva trovato per alleviare un po’ quella pena era scrivergli, nella speranza che un giorno potesse comunque fargli leggere il contenuto di quelle lettere. Fuyumi ha alzato gli occhi al cielo e gli ha detto solo quando te ne accorgerai sarà già troppo tardi.

« Anche io ti ho scritto altre lettere… che ovviamente non ti ho inviato, ma le ho scritte! Sono sulla mia scrivania, o forse è meglio dire che la mia scrivania è sotto le mie lettere… cioè, le tue lettere… le lettere che ho scritto per te! perciò la prossima volta potremmo scambiarcele? E poi non ci sarà più bisogno di scrivercele, giusto? Ci vedremo più spesso da adesso in poi? »

« Sì » riesce solo a rispondere, il pensiero di sapere che Izuku gli ha scritto per tutto questo tempo come Shoto ha scritto a lui che gli riscalda il petto.

« Sì… cosa? »

« Sì la prossima volta che ci vedremo possiamo scambiarcele, voglio leggere le lettere che mi hai scritto, e sì ci vedremo più spesso da adesso in poi. Mio padre non può tenermi ancora rinchiuso dentro il castello, non più » E per la prima volta in tutta la serata, Izuku gli sorride, di quel sorriso che sa fare solo lui, che illumina tutto il mondo che lo circonda e che riscalda Shoto in ogni anfratto del suo corpo.

 

« Quella è l’orsa maggiore! » gli indica Izuku, dopo che hanno iniziato a camminare in giro per il giardino che circonda il castello di Toshinori e hanno trovato una piccola collinetta in cima alla quale si sdraiano, non curandosi di come i loro abiti si sporchino di terra, di come qualche foglia e filo d’erba si annidi tra i loro capelli, e del fatto che probabilmente non potranno rientrare alla festa in queste condizioni ma dovranno comunque dare spiegazioni della loro assenza (e delle loro condizioni) ai loro genitori.

« Quello è il cavallo » gli fa cenno Shoto, riconoscendo la costellazione che aveva adocchiato qualche mese prima.

« Non è un cavallo, ma il Pegaso! se guardi attentamente, ha delle ali! » ed ora che Izuku gliela mostra grossolanamente con le mani, Shoto può intravedere la stella che dovrebbe indicare le ali del Pegaso, anche se non ha minimamente idea di come qualcuno possa vederci proprio delle ali.

Passano il resto della serata stesi sull’erba, ad osservare le stelle di galassie lontane, Shoto che prova a individuare forme in quell’ammasso di luci, fallendo miseramente, e Izuku che gli indica pazientemente le costellazioni una ad una, raccontandogli le storie nascoste dietro ad esse, esattamente come aveva fatto nelle sue lettere.

Guardando il cielo riflettersi negli occhi di Izuku, Shoto si ritrova a pensare che scambiarsi lettere con lui era meraviglioso, ma averlo al suo fianco lo è ancora di più.

 

 

#4 – Day 5: Reversal

Shoto ha sedici anni quando ad Endeavor giunge una missiva completamente inaspettata: la famiglia Midoriya ha invitato tutti nel loro palazzo per festeggiare la stella creata da Izuku ed il suo potere finalmente risvegliatosi.

 

La. Stella. Creata. Da. Izuku.

 

Shoto deve rileggerlo almeno cinque volte per crederci, focalizzandosi su ogni parola e poi cercando di dare un senso all’intera frase. Non sa se essere più sorpreso del fatto che non ne sapesse assolutamente niente (si sono visti dagli Uraraka un mese prima, possibile che Izuku non gli abbia detto nulla in proposito? Non lo sapeva ancora? Non voleva dirglielo?) o del fatto che Izuku abbia dei poteri, nonostante fino ad oggi avesse creduto il contrario.

Gli ha mentito per tutto questo tempo? Izuku non sembra il tipo di persona capace di mentire, e non avrebbe avuto nessun motivo di farlo, non uno che a Shoto venga in mente per lo meno, ma è anche vero che non è mai esistito nessun essere celeste che ha risvegliato i propri poteri in una così tarda età. Sedici anni è un tempo infimo per esseri come loro, è vero, ma i loro poteri vengono rivelati nei primi sei, sette anni di età al massimo, in modo che a venti anni circa ci si sposi per fondare le basi del proprio universo con la propria compagna (o il proprio compagno, Shoto inizia ad avere un'idea sulla persona con cui vuole condividere il resto della propria vita e del proprio universo), anche se poi ci vorranno diverse migliaia di anni prima che inizi ad avere una forma definitiva.

 

Il tempo non gli è mai sembrato passare così lentamente.

I giorni passano come fossero anni prima che Shoto e la sua famiglia si ritrovino davanti ai Midoriya per porgere i propri saluti. Izuku è lì, davanti a lui, ma è al momento irraggiungibile: devono aspettare che finiscano le formalità prima che possa allontanarsi da lì e Shoto possa reclamare il suo tempo con lui. Non è abituato a condividerlo con così tanta gente ed anche Izuku sembra essere leggermente a disagio sotto tutte queste attenzioni.

Solitamente sono sempre solo loro due, anche se da poco hanno fatto amicizia con Ochako degli Uraraka (una seleniana che controlla la gravità), Tenya degli Iida (un elisiano appartenente alla famiglia di messaggeri più prestigiosa della galassia) e Tsuyu degli Asui (anche lei una seleniana che controlla il ghiaccio, come la famiglia di Shoto), ma alla fine della serata lui e Izuku finiscono sempre per appartarsi in un angolo della sala o, quando trovano l’occasione, rifugiarsi all’esterno ad ammirare le stelle.

 

Izuku è la stella di questa sera e Shoto rimane ad ammirarlo da lontano.

Indossa una lunga tunica bianca con le rifiniture color oro che mettono in risalto i suoi occhi e creano giochi di luce che evidenziano i suoi muscoli. Quando Shoto l’ha conosciuto, Izuku era gracile e mingherlino e sembrava poter essere spazzato via da una folata di vento, ma è da un po’ di mesi che il suo corpo sta acquistando massa nei punti giusti, come se si fosse voluto preparare a quel nuovo potere.

Shoto ancora non ci può credere, come non può credere al fatto che il corpo di Izuku irradi una luce bianca tendente al verde.

Non se ne dovrebbe sorprendere più di tanto, perché se c’è un colore con cui si potrebbe descrivere Izuku è proprio verde (in fondo, se non sono i suoi capelli ad attirare l’attenzione, non si possono non notare i suoi occhi), ma, per gli elisiani, il colore della luce emanata dal proprio corpo è un indicatore della propria potenza: le fiamme bianche sono le più deboli, seguite da quelle gialle, arancioni e rosse. Le fiamme dorate sono considerate un segno di prestigio, ma ancora più potenti sono le fiamme verdi ed infine quelle blu.

La luce di Izuku non è ancora del verde brillante di un Celeste maturo, ma è chiaro che sarà quello il colore a cui tenderà, è chiaro che il suo fuoco sarà vigoroso, che la sua stella diventerà il centro imponente di un altrettanto imponente sistema solare.

 

Shoto può soltanto rimanere ad ammirarlo da lontano, in compagnia di Ochako, Tenya e Tsuyu che l’hanno raggiunto da poco, almeno fino a quanto l’aria all’interno diventa troppo asfissiante e Shoto si rifugia all’esterno, appoggiandosi al tronco di un albero poco più in là. Non è un cedro, non è il loro cedro, e sta osservando un cielo che al momento gli sembra sconosciuto.
Non c’è nessuno al suo fianco che gli indica le costellazioni e gli racconta storie.

Il tempo sembra essersi dilatato e non ha idea di che ore siano o di quanto sia passato quando sente qualcuno raggiungerlo dalle sue spalle e sedersi al suo fianco. Non ha bisogno di voltarsi, né di aprire gli occhi che teneva chiusi, per sapere chi sia: Izuku odora sempre di fiori e primavera, il profumo della sua pelle è inconfondibile.

« Toshinori ha acceso la mia fiamma » gli spiega dopo quelli che sembrano interminabili minuti di silenzio. Shoto non ha idea di che cosa dovrebbe significare.

« Ha… acceso la tua fiamma? »

« L’ho incontrato qualche mese fa nel sistema Nighteye » si ricorda di dell’evento che si è tenuto qualche mesi prima: il sistema Nighteye fa parte del dominio di All Might ma è gestito da uno dei consiglieri di re Toshinori, Mirai Sasaki, e suo padre ha rifiutato l’invito con la scusa di avere questioni più urgenti da sbrigare, pur di non vedere nessuno dei due. « il reggente di quel sistema ha il dono di vedere le fiamme di un Celeste ancor prima che il suo potere si manifesti. Ha visto che in me avevo delle fiamme ma che non si sono mai accese perché il mio corpo non era abbastanza forte per reggerle. L’ha spiegato a re Toshinori e… mi hanno fatto allenare dal comandante delle loro guardie finché il mio corpo non è diventato abbastanza forte. Ma il mio potere ormai si era assopito, perciò aveva bisogno di una spinta in più… »

« Una spinta in più? » chiede ancora, perché tutto quello che Izuku gli sta raccontando non ha senso.

« È stato come se re Toshinori mi avesse passato la sua fiamma e avesse acceso la mia… so che probabilmente per te non ha senso, ma non so in che altro modo spiegarlo, è stato… è stata questa la sensazione »

« Ok » Shoto, in realtà, continua a non capire, ma può farsene una ragione: con Izuku, ha imparato che non tutto è scritto nei libri, che non tutto ha una spiegazione o un senso, come il fatto di notare nel cielo una serie di stelle che sembrano formare una W e chiamarla “Cassiopea” perché ci si è visto una donna che si ammira allo specchio.

« Quindi adesso hai un potere elisiano? »

« Non… esattamente »

« Che vuol dire? »

« Sono più… come te »

« Come me? » gli chiede, confuso: come lui? Come lui come?

« A quanto pare, dopo che si è risvegliato il mio potere elisiano, si è risvegliato anche il mio potere seleniano… quindi… sono come te. »

Oh.

Quindi Shoto non è l’unico, quindi non è da solo.

Quindi Shoto è come Izuku e Izuku è come Shoto.

« Scusa se non te l’ho detto prima ma… il passaggio della fiamma ha comportato un… indebolimento del re. In realtà non avrei dovuto raccontarlo a nessuno, perché temono che qualcuno possa diffondere l’informazione ed approfittarsene. Non l’ho potuto dire neanche ai miei genitori, ma dovevo dirtelo. Volevo dirlo almeno a te. Re Toshinori lo sa, gli ho spiegato che non avrei mai potuto tenertelo nascosto. »

Izuku ha appena ammesso di avergli confessato un segreto di massima importanza e riservatezza? Che ha riferito un’informazione così importante proprio a lui? Che non l’ha detto neanche ai propri genitori, che avrebbero tutto il diritto di sapere come il proprio figlio abbia risvegliato il proprio potere, al contrario di Shoto che non è nessuno?

« Quindi… non sono una persona speciale, non lo sono mai stato » finisce Izuku, completamente ignaro di quello che sta passando per la testa di Shoto.

E Shoto l’ha lasciato parlare fino ad ora, ha lasciato che lo inondasse di informazioni che ancora non ha del tutto elaborato, ma non può lasciare che Izuku pensi questo, che pensi di non essere speciale quando lo è.

Lo è.

« Izuku, tu sei una persona speciale, non importa se hai o non hai dei poteri, non importa se è stato il Re a risvegliarli. Sei speciale. E lo sei perché sei… tu. Lo sei e basta. »

Vede gli occhi di Izuku sgranarsi, la bocca aprirsi a formare una O, prima di richiudersi nuovamente, pronunciare le parole « Va bene, ma solo se lo siamo tutti e due » e sorridergli.

E va bene, possono essere speciali.

Possono essere speciali in due.

Possono essere speciali insieme.

 

 

Rimangono a godersi della compagnia l'uno dell'altro, in silenzio, a scoprirsi l'uno con l'altro solo attraverso sguardi, senza aver bisogno di parole, fino a quando da una delle torri del castello non sentono provenire il suono di un corno e Shoto si alza in piedi, allarmato, guardandosi intorno alla ricerca di un eventuale pericolo.

« Le stelle cadenti! » esclama Izuku, alzandosi per un motivo diverso, puntando il cielo con il dito « Me ne ero dimenticato! Devono aver suonato il corno perché sono appena iniziate! »

Il cielo, sopra di loro, è immobile, esattamente come lo era pochi minuti prima, quando Shoto era seduto da solo a cercare conforto negli astri sopra di lui.

« Eccone una! » grida Izuku, mentre tutte le luci del palazzo vengono spente.

Senza l’illuminazione che proviene da terra, il colore di sfondo del cielo si fa più scuro e le stelle risaltano ancora di più.

Dalle vetrate che danno sul giardino, Shoto può vedere la sala da ballo illuminata dai bagliori di tutti i presenti, come fossero fiaccole innalzate al cielo: è sicuro che abbiano tutti gli occhi puntati verso l’alto, verso la cupola di vetro che costituisce il soffitto del grande salone.

La tempesta meteorica è un’occasione a cui ha assistito poche volte, perché è comunque un fenomeno raro, ed è sempre uno spettacolo unico e meraviglioso: il cielo, nel giro di qualche minuto, si riempie di strisce luminose che lo attraversano e qui, all'esterno, lui e Izuku hanno un panorama assolutamente spettacolare.

Dall’interno del castello iniziano a diffondersi note di una coppia di violoncelli: Shoto riconosce la melodia, ad ogni Celeste viene insegnato fin da bambino a ballare il Valzer delle Stelle.

« Mi concederesti questo ballo? » chiede ad Izuku, estendendo un braccio verso di lui, il palmo rivolto verso l’alto.

« Un… ballo? Oh! Sì! certo! » gli risponde, poggiando la mano sulla sua.

Shoto lo tira a sé, finché rimangono solo pochi centimetri a separare i loro corpi, porta l’altra mano dietro la spalla di Izuku, esattamente come Izuku fa con l'altra sua mano. Volteggiano per un po’, seguendo il ritmo della musica soffusa, lo sguardo puntato uno sull’altro, le stelle quasi dimenticate.

« Esprimi un desiderio » lo esorta Izuku, quando la musica finisce. Nel frattempo, si sono avvicinati ancora di più, i passi del Valzer sostituiti da un lento dondolare, Izuku con la testa appoggiata sul petto di Shoto, le braccia a cingergli le spalle.

Shoto lo sa che le stelle cadenti sono solo un fenomeno fisico, che non c’è nulla di magico in uno sciame meteorico, che un desiderio non può essere esaudito solo perché viene espresso. Ma c’è qualcosa di magico nel tenere Izuku tra le proprie braccia, sotto un cielo bagnato dalle “stelle cadenti”. C’è qualcosa di magico nei suoi occhi che guardano il cielo, speranzosi, e che si spostano su di lui, incoraggianti.

C’è qualcosa di magico, e Shoto ci crede in quella magia.

Voglio vivere il resto della mia vita insieme a te.

 

 

#5 – Day 6: Appearance

I desideri, alla fine, rimangono solo desideri.

E “stelle cadenti” è solo un termine per descrivere in modo romantico il passaggio nell’atmosfera di ammassi di rocce che, dalla superficie del pianeta, sembrano, per l’appunto, stelle cadenti, ma che nella realtà dei fatti rimangono solo rocce.

Non sono magiche e non esaudiscono i desideri.

Shoto ci ripensa, a quella sera in cui ha potuto stringere Izuku tra le sue braccia sotto al cielo stellato e ha desiderato di vivere il resto della sua vita insieme a lui.

Sono passati altri due anni da quel giorno e in questi due anni hanno riso, pianto e danzato ancora. Si sono scambiati il loro primo bacio mentre pioveva, riparati dalle foglie del loro fedelissimo cedro nel giardino del castello di Endeavor; si sono sussurrati ti amo sotto la testimonianza silenziosa delle stelle del cielo di Midoriya; hanno fatto l’amore per la prima volta, nella stanza di Izuku per il suo diciassettesimo compleanno.

Ora, non potranno più farlo, Shoto non potrà più stringerlo fra le sue braccia, lui e Izuku non potranno più baciarsi al chiaro di luna, non potranno più ridere come prima e Shoto sa che non sarà più in grado di essere felice nella sua vita.

Ha diciotto anni, adesso, e suo padre ha deciso di organizzargli un matrimonio combinato con Momo del sistema Yaoyorozu.

Shoto non ha nulla contro di lei, Momo è una ragazza dolcissima, gentile e sofisticata. La sua luna si chiama Creaty ed è delle dimensioni ideali per diventare il satellite principale di un pianeta di media estensione.

È un partito perfetto.

Sarebbe un partito perfetto.

Per chiunque ma non per lui.

Non per lui che desidera passare il resto della sua vita con Izuku probabilmente da quando quest’ultimo gli ha detto non è il suo potere, è il tuo. Shoto aveva dieci anni, non sapeva cosa fosse l’amore, ma già da quel momento aveva iniziato a sperare di poter passare più tempo con il bambino dalla chioma verde e gli occhi che brillavano come stelle.

Di amarlo e voler vivere la propria vita con lui l’ha invece scoperto il giorno del suo quindicesimo compleanno. Quel giorno si è stupidamente sporcato la veste con del succo di mirtillo e Izuku gli ha proposto di fare cambio con la sua perché era il compleanno di Shoto, tutta quella gente era lì per lui, e il festeggiato non poteva andare in giro con una veste sporca. Perciò, dopo non poche insistenze da entrambe le parti (Shoto sarebbe potuto semplicemente andare a cambiarsi in camera e tornare), hanno fatto cambio, ed è stato Izuku a passare la serata indossando un abito che aveva una grossa macchia viola sul petto, a ballare mentre Enji lo definiva un essere primitivo e alcuni invitati lo guardavano male, bisbigliando tra loro parole come senza poteri. Ma Izuku ha portato quel vestito come fosse stato ricamato da una divinità e ha ripetuto più volte a Shoto che non gli importava di che cosa dicesse la gente di lui. A fine serata, si sono dimenticati di fare nuovamente cambio, e Shoto si è ritrovato ad addormentarsi senza cambiarsi i vestiti, l’odore di fiori e primavera a cullarlo nel sonno. Ha sognato di dormire abbracciati sotto un cielo stellato, di risvegliarsi uno nelle braccia dell’altro, di vivere una vita come esseri umani, senza alcun potere ma liberi, liberi soprattutto da Enji.

 

« Shoto » la voce di sua madre lo risveglia dai suoi pensieri.

« Mamma » la sua, di voce, esce come un rantolo disperato.

Stasera il cielo è buio, la luna è vuota e le stelle sono nascoste dalle nuvole cariche di pioggia. Domani è il giorno del matrimonio e Shoto non vuole, non vuole, non vuole.

« Dovresti andare, tesoro »

« Non posso »

Shoto ha provato a spiegare a suo padre che non vuole sposare Momo, che vuole sposare Izuku. Il re di Endeavor non ha reagito molto bene alla notizia (soprattutto non dopo che Izuku è stato annunciato come erede del sistema All Might, dato che re Toshinori non ha figli, non ha in programma di averne, e ha deciso di designarlo come suo successore) e ha fatto quello che sa fare meglio: colpire il punto debole di Shoto e minacciare ancora una volta di esiliare sua madre sulla sua luna. Shoto non vuole che accada una cosa del genere: sua madre starebbe meglio lontano dal re, è vero, ma essere esiliata sulla luna vorrebbe dire anche stare lontano dai propri figli, e Shoto non può farle questo, non può essere la causa della sua infelicità.

« Me la caverò, ce la caveremo » prova ancora ad incoraggiarlo la regina « non potrò mai vivere sapendo che tu sei infelice a causa mia »

« Non sono infelice a causa tua, sono infelice a causa sua »

« Vai da lui, non ti preoccupare per me » ma Shoto non può, non può non preoccuparsi per lei, per Fuyumi, per Natsuo, per Touya « vuoi essere la causa dell’infelicità di Izuku? Quel ragazzo ti ama quanto tu ami lui, non vi meritate di vivere una vita in cui non siete insieme. È una vita immensamente lunga e non passerà mai abbastanza velocemente. »

Izuku starà piangendo adesso? Ha le lacrime estremamente facili.

Come avrà reagito alla notizia? Gli sarà ormai arrivata da un pezzo.

Che cosa avrà pensato? Che Shoto l’ha tradito, che gli ha mentito?

No, Shoto non può permettere nulla di tutto questo. Deve andare da lui, e dirgli che lo ama, che vuole sposarlo, che vuole creare un sistema solare che appartenga soltanto a loro e vivere su un pianeta, anche piccolo e isolato, ma caldo ed ospitale. Sua madre sarà la benvenuta nel loro palazzo, insieme a Fuyumi, Natsuo e Touya. Anche Inko e Hisashi lo saranno, ovviamente, e Ochako, Tenya, Tsuyu, Toshinori.

Perfino Katsuki sarà benvenuto nella loro casa, ora che ha smesso di essere un coglione che non capisce un cazzo (testuali parole di quando si è scusato con Izuku). Shoto non l’ha ancora del tutto perdonato, ma lo tollera un po’ più di prima.

 

Toc toc.

 

« Siamo noi » li avvisa Fuyumi, dall’altro lato della porta. « Stiamo entrando » è l’avvertimento che gli arriva prima che senta lo scricchiolare della porta che viene aperta e poi richiusa.

Shoto guarda le persone appena entrate, incredulo, perché non può essere vero, non può essere che...

Izuku è lì, davanti a lui, avvolto in un mantello nero come la notte, le mani ancora sul cappuccio che ha appena abbassato. Shoto deve compiere solo sei passi per raggiungerlo, ma corre comunque verso di lui, si getta sulle sue braccia e lo bacia, lo bacia, lo bacia finché la sua risata non gli riempie le orecchie e le sue braccia non gli cingono la vita.

Un colpo di tosse attira la sua attenzione verso destra, dove ci sono altre due persone entrate insieme a Izuku e ai suoi fratelli. Avvolte anch’esse in un mantello nero, il cappuccio già abbassato, ci sono Momo e un’altra ragazza di cui Shoto non conosce il nome.

« Sappiamo tutti quanti che, senza nessuna offesa, io non ho alcuna intenzione di sposare te e tu non hai nessuna intenzione di sposare me. » gli spiega Momo « Questa è Kyoka, ed è la ragazza che ho intenzione di sposare » 

« Tenya ci aspetta qui fuori » continua Izuku, sorridendogli « Ci porterà sul pianeta Nighteye dove ci aspetta re Toshinori per celebrare il nostro matrimonio »

« Il… nostro matrimonio? »

« Sì se… insomma… se tu… vuoi sposarmi? » gli chiede, ora un po’ titubante, la testa incassata nelle spalle, le guance rosse e gli occhi che lo guardano speranzosi, come se Shoto potesse anche solo pensare di rifiutare.

« Izuku, sei l'unica persona che voglio sposare e con cui voglio passare il resto della mia vita » gli assicura, afferrandogli il volto tra le mani e fermandosi ad osservare il sorriso che gli nasce sul volto. Shoto vuole imprimerlo nella mente, questo momento.

« Allora mettiti questo » gli ordina Natsuo, lanciandogli addosso un mantello come quello che stanno indossando lui, Izuku, Momo e Kyoka « e andiamo »

« Vieni anche tu? » chiede, confuso: cosa c'entra Natsuo in tutto questo?

« Ovvio, stupido. Sono il tuo testimone! »

Oh. Giusto! Shoto non ci aveva pensato, si è sempre concentrato sul matrimonio in sé e a come sarebbe stato vivere con Izuku, non ha mai riflettuto su cosa servisse davvero per sposarsi, che avrebbe dovuto scegliere un testimone.

« Mi dispiace che non potrò assistere al vostro matrimonio » dice loro sua madre, avvolgendo un braccio intorno alla sua spalla e l'altro intorno a quella di Izuku.

« Non puoi venire anche tu? »

« Non è il caso, siete già troppe persone a spostarvi. Io rimarrò qui a calmare le acque »

« Mamma… »

« Anche mia madre vi aiuterà a spiegare la situazione, quando domani mattina tutti si chiederanno che fine abbiamo fatto » li avverte Momo « ma ora dobbiamo andare »

Rei gli dà un ultimo bacio sulla tempia prima che escano tutti di soppiatto dalla stanza, cercando di nascondersi dalle guardie.

Tenya li aspetta insieme a suo fratello ai confini del castello, pronto a portarli su Nighteye nel minor tempo possibile.

« Che cosa ti ha dato tua madre prima, quando ci ha salutati? » gli chiede Izuku, durante il tragitto.

« Una cosa importante » una cosa molto, molto importante. Shoto la tiene stretta tra le mani, nascosta alla vista di quello che è il suo quasi-marito.

Presto potrà dargliela.

 

 

Tsunagu del sistema Hakamada è il sarto più conosciuto della galassia: cuce abiti per ogni occasione, intrecciandoli con polvere di stelle che li fa brillare come pietre preziose.

Quando arrivano al castello di Toshinori, i loro abiti per la cerimonia sono già pronti e hanno bisogno solo di qualche piccolo aggiustamento veloce sotto la mano esperta di Tsunagu.

Inko è lì insieme a suo marito e aiuta Shoto a sistemarsi i capelli, tirandogli indietro le ciocche bianche e lasciandogli scoperta la parte destra del volto.

« Possiamo farlo noi? » gli chiede Hisashi, tenendo in mano i due bracciali dorati che normalmente vengono allacciati ai polsi degli sposi dai propri genitori.

Shoto avrebbe voluto che ci fosse sua madre, che fosse lei a farlo, ma Inko e Hisashi sono i genitori di Izuku, lui e Izuku stanno per sposarsi, e Shoto tiene a loro come se facessero già parte della stessa famiglia. Sicuramente li considera più “famiglia” di suo padre.

« So che è stato improvviso, perciò… » Inko si sfila l’anello dall’anulare con una giada incastonata « puoi usare questo, se vuoi »

« Non ce n’è bisogno » la rassicura, chiedendo a Natsuo la piccola scatola nera che gli ha chiesto di tenere da parte poco prima e mostrando il suo contenuto ai presenti « ce l’ho già »

Deve ringraziare sua madre, per questo. Shoto era rimasto talmente sorpreso dalla piega degli eventi che se non fosse stato per lei se ne sarebbe completamente dimenticato.

« Oh! Ma è…! » esclama Inko, portandosi le mani alla bocca, gli occhi lucidi dall’emozione.

 

 

La cerimonia si tiene davanti al trono del re, al cospetto di poche persone selezionate: ci sono i genitori di Izuku, Ochako, Iida, Tsuyu, Mirai, il capo delle guardie (Sorahiko, gli sembra si chiami) e alcune persone che Shoto non conosce ma immagina siano amici di Momo e Kyoka. Natsuo e Katsuki sono entrambi al fianco di Shoto e Izuku, come loro testimoni, insieme ad un ragazzo dai capelli biondi (Denki, il testimone di Kyoka) ed una ragazza che assomiglia moltissimo a Momo e che Shoto immagina essere sua sorella maggiore.

Shoto li ha salutati velocemente con un cenno del capo, prima che la sua attenzione venisse catalizzata dal proprio futuro marito: Izuku indossa un vestito simile al suo, un velo unico di stoffa leggera che tiene scoperte le braccia ed il petto, i bracciali dorati ai polsi e i capelli per una volta domati da chissà quale miracolo (deve essere merito di Inko anche questo).

Si deve trattenere per non girarsi ogni tre minuti ad ammirarlo, invece di prestare attenzione alle parole del re.

Toshinori procede con tutte le formalità di rito, elencando loro i loro diritti e doveri di coniugi e futuri regnanti fino a quando non arriva l’ora dello scambio delle loro promesse nuziali.

Natsuo passa il cofanetto nero a Shoto, che lo apre e tira fuori l’anello per Izuku con mani tremanti dall’emozione. Shoto l’ha realizzato personalmente, con l’aiuto di sua madre e Fuyumi; ci ha messo settimane per finirlo, ma ne è valsa la pena: l’anello è una fascia d’oro non troppo spessa, sopra alla quale è incastonata uno smeraldo, simbolo di bellezza e armonia (la vita che Shoto promette a Izuku) sopra alla quale è intarsiato, sempre in oro, il motivo di un albero (il cedro, simbolo di eternità ed immortalità, come l’amore di Shoto verso Izuku).

« Io, Shoto, accolgo te, Izuku, come mio sposo, e prometto di esserti fedele, nella gioia e nel dolore, di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita, ora e per sempre. » conclude, infilando l’anello all’anulare di Izuku che lo guarda a bocca aperta con gli occhi umidi.

« Io, Izuku, accolgo te, Shoto, come mio sposo, e prometto di esserti fedele, nella gioia e nel dolore, di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita, ora e per sempre » ripete Izuku, mentre infila l’anello al dito di Shoto, una banda d’oro bianco sulla quale sono incastonati uno zaffiro ed un rubino, simboli di lealtà, coraggio ed un amore ardente e senza fine.

 

« Ed ora… come volete che venga chiamato il vostro sistema solare? » chiede il re, in mano la penna con cui è pronto a scrivere sulla pergamena quell’ultimo atto e suggellare la loro unione.

« ShoIzu » rispondono all’unisono. L’hanno deciso una sera, abbracciati sotto le fronde del loro amato cedro. Stavano fantasticando sul proprio sistema solare e su quale nome avrebbero potuto attribuirgli, avevano immaginato possibili combinazioni dei loro nomi, come TodoDeku, TodoMido, TodoIzu, ma a Shoto non piaceva né che avessero le iniziali del proprio cognome né che utilizzassero il soprannome con cui Katsuki chiama Izuku, fino a pochi anni prima utilizzato in senso dispregiativo.

« E ShoIzu sia » sancisce il re.

« Potete baciarvi adesso »

Shoto non se lo fa ripetere due volte, bacia Izuku, bacia quello che è diventato finalmente suo marito, il suo compagno per la vita. I loro corpi si illuminano e la polvere di stelle sui loro abiti brilla inondata dalla loro luce, rosso e verde che si uniscono finalmente insieme.

 

 

#6 – Day 5: If I can only succeed in making you happy I will have succeed in the biggest and most difficult thing there is that is to make one persone completely happy. Your happines means my happines. – Marilyn Monroe in a letter to Joe DiMaggio

È il trecentoventesimo compleanno di Izuku, sono trecentodue anni che sono sposati e che hanno un sistema solare tutto loro, unico nel suo genere: ShoIzu è un sistema che gravita attorno ai loro due rispettivi soli, Shoto e Deku, ed il pianeta principale (Yuei, dove hanno costruito il loro palazzo) possiede due lune: Frostbite e Little Might.

Dopo il loro matrimonio, sono state molte le persone che non credevano che un sistema come il loro potesse prosperare, che con due soli come i loro non potevano che esserci presenti solo pianeti aridi e sterili. Con perseveranza (e un pizzico di aiuto) hanno però dimostrato loro che non è così e Yuei è diventato un pianeta rigoglioso, forte e pieno di vita.

A Shoto e Izuku piace passeggiare tra le vie del pianeta, in mezzo agli esseri umani. Hanno conosciuto Hatsume Mei, qualche anno fa,  una ragazza brillante che non si è fatta intimidire dalla loro natura e che ha creato per loro un dispositivo a forma di collana che nasconde il bagliore dei loro corpi, in modo che possano andare in giro tranquilli, senza destare attenzione.

Probabilmente è quello che faranno anche nel pomeriggio, prima che arrivino gli ospiti per la festa che hanno organizzato. Hanno concordato entrambi nell’invitare solo le persone a loro più care: le loro famiglie e i loro amici.

Il padre di Shoto è stato incluso come da un centinaio d'anni a questa parte: lui e Shoto stanno ancora lavorando sul loro rapporto, ma nel corso degli anni è migliorato; Enji alla fine ha accettato il loro matrimonio e ha addirittura preso più volte le loro difese, ha offerto loro il proprio supporto e li ha guidati nelle loro scelte, soprattutto i primi tempi in cui il loro sistema era ancora piccolo e fragile e loro erano completamente inesperti. Shoto ha ancora dei risentimenti verso di lui, ma sua madre è sempre più serena quando va a trovarli e prima o poi Shoto lo perdonerà definitivamente (o, almeno, è quello che Izuku pensa, ma Shoto ha scoperto che difficilmente si sbaglia).

 

« Buongiorno » mormora Izuku da sotto le lenzuola, risvegliandolo dai suoi pensieri.

Shoto è disteso accanto a lui, un braccio piegato sul gomito per tenersi la testa, la mano libera che gli accarezza pigramente la schiena, perso in parte tra i propri pensieri e in parte ad osservare il volto di suo marito su cui è spuntata una nuova lentiggine che è sicuro non fosse lì fino al giorno prima.

« Se continui così, non mi alzerò mai » lo avverte Izuku, rilassandosi sotto al suo tocco.

« Possiamo rimanere a letto tutta la mattina »

« Dobbiamo… »

« No » taglia corto, prima che suo marito decida di parlare di compiti e mansioni che possono rimandare all’indomani « non dobbiamo. Se c’è qualche questione urgente, se ne occuperanno Katsuki e Ochako »

« Kacchan ieri sera è tornato a casa da Eijiro, ha detto che torneranno direttamente per la festa. Ochako si sta già occupando dei preparativi, non possiamo chiederle di fare altro »

« Allora se ne occuperà Hitoshi. A che serve avere un consigliere se non fa il suo lavoro? Torna a dormire, dai » gli ordina, in modo affettuoso, baciandogli la tempia e abbracciandolo da davanti. 

« Ho fame » biascica Izuku sulla sua spalla « e tu non mi hai ancora dato il buongiorno »

« Sei esigente stamattina » lo prende in giro.

« È il mio compleanno, posso permettermelo »

Shoto si lascia scappare una risata, prima di lasciargli un bacio a fior di labbra.

« Buongiorno e buon trecentoventesimo compleanno » lo accontenta. Izuku si accolla su di lui soddisfatto, intrecciando le loro gambe nude e nascondendo la testa sul petto di Shoto, che lo stringe fra le sue braccia.

La pace, tuttavia, dura poco: una volta che Izuku si sveglia, è impossibile farlo stare fermo.

« Ho davvero fame, però »

« Ho portato dei mirtilli prima » si è svegliato circa un'ora fa per andare a bere un bicchiere d'acqua e ha immaginato che Izuku, appena sveglio, avrebbe avuto fame. L'ha imparato a sue spese nel corso degli anni.

« Rimani a letto » gli ripete, mentre si mette seduto appoggiando la schiena sulla testiera del letto.

Ha lasciato il vassoio con i mirtilli sopra il comodino e non c’è bisogno che nessuno dei due si muova da lì, perciò ne prende uno tra le mani e lo avvicina alla bocca di Izuku. Izuku lo mangia direttamente dalle sue dita, succhiandogli avidamente una falange prima di lasciarla andare.

« Io non sono da mangiare » lo rimprovera, divertito.

« Ed io che pensavo fossi la portata principale » gli replica Izuku, ora completamente sveglio, spostandosi fino a ritrovarsi sopra Shoto, il peso appoggiato su entrambe le braccia e le gambe.

Come fossero due ingranaggi di una macchina ben oliata, Shoto scivola sotto su di lui, in modo da essere completamente sdraiato e avere i loro volti alla stessa altezza; Izuku afferra un mirtillo, imboccando Shoto come ha fatto l’altro poco prima con lui, e lo bacia mentre ha ancora la bacca in bocca, in modo da rubargliene metà con i denti. Shoto inghiotte la sua parte prima di scagliarsi nuovamente sulle sue labbra e pretendere un bacio come si deve.

« Non essere impaziente » lo rimprovera suo marito, che si mette seduto sul suo bacino e si allunga a prendere un altro mirtillo. Lo gusta con calma, eseguendo ogni gesto a rallentatore, leccandolo e succhiandolo, emettendo un plop quando le labbra si dischiudono attorno ad esso.

Shoto vuole quella lingua su di sé.
Adesso.

E vuole alzarsi e reclamare le sue attenzioni, ma Izuku lo tiene giù, spingendolo fermamente con una mano aperta al centro del petto.
Ha altri piani e se la prende con calma, continuando ad assaporare  quei dannati frutti che, se Shoto l’avesse saputo prima, avrebbe volentieri lasciato al loro posto.

 

« Izuku » geme Shoto, quando il diretto interessato inizia ad accarezzargli i pettorali con tocchi leggeri e movimenti lenti.

Izuku si abbassa su di lui e gli morde la mascella, per poi scendere giù e lasciargli una scia di baci.

Shoto geme ancora, quando Izuku gli morde un capezzolo e le sue mani arrivano a sfiorargli gli addominali.

Sa di non essere l’unico a volere di più, l’erezione che sente sfregare contro la sua ne è una prova più che tangibile, come anche il fatto che il corpo di Izuku abbia iniziato ad essere pervaso da lingue di fuoco verde simili a scariche elettriche. Sono troppo sottili per ferirli per davvero, ma Shoto può sentirle lambirgli la pelle e provocargli scosse di piacere in ogni punto di contatto.

Anche il suo corpo ha iniziato a pulsare, emettendo a tratti un bagliore rosso più intenso e a tratti blu, in base a dove Izuku decide di toccarlo e come.

« Per favore » lo prega, perché vuole qualcosa di più di un tocco così leggero, non ne può più di essere stuzzicato.

Vede Izuku ghignare compiaciuto, prima che decida di spostarsi ancora più giù, le mani ad aprirgli un po’ di più le gambe in modo da farsi spazio e la testa che si ferma appena sopra l'inguine. Si ferma a guardarlo un attimo, apre la bocca e con la lingua percorre tutta la lunghezza del suo membro. Shoto trema di piacere al contatto e sente le labbra di Izuku piegarsi in un sorriso soddisfatto prima di socchiudersi sulla punta e iniziare a vezzeggiarla un po’.

Finalmente.

Shoto non è sicuro dei suoni che produce quando Izuku prende tutta la sua erezione in bocca, facendogli perdere completamente la testa nella sensazione di calore che lo avvolge. Probabilmente è un miscuglio di « Izuku », « continua così » e gemiti di piacere che non riesce a controllare.

Se fosse stato un altro giorno, avrebbe ribaltato le loro posizioni senza pensarci due volte, ma oggi è il compleanno di Izuku e, per quanto Shoto sia impaziente di sentire l’altro intorno a sé, farà tutto quello che vuole. Anche se dovesse voler dire prolungare ancora quella piacevole tortura a cui suo marito lo sta sottoponendo.

Non ci vuole molto prima che stia per raggiungere il limite e deve prendere un respiro profondo quando al suo « fermati » Izuku si allontana leccando il suo membro a ritroso e lasciando una scia di saliva dietro di sé.

« Lozione? » gli chiede con una certa bramosia.

« Ti prego » lo incita Izuku, e Shoto non se lo fa ripetere due volte.

Prende la lozione lubrificante dal comodino del lato di Izuku — l’hanno usata la sera prima e non l’hanno rimessa a posto, sicuri che la mattina sarebbe nuovamente servita — e inizia a prepararlo, forse più veementemente del solito. A Izuku, in ogni caso, sembra non dispiacere, o gliel’avrebbe fatto notare. Tra di loro, non si sono mai fatti troppi problemi a far presente all’altro cosa piaccia e cosa no e dopo trecentodue anni di matrimonio hanno entrambi una buona idea di quello che possono o non possono fare.

« Sho » lo chiama suo marito « sono pronto » piega le ginocchia verso il petto, tenendole con le mani e allargando un po’ più le gambe, invitandolo a soddisfare finalmente entrambi.

Shoto si versa un po’ di lubrificante in una mano prima di sfregarla sul proprio pene e dirigerlo verso l’entrata di Izuku.

Non si abituerà mai alla sensazione che prova quando si spinge al suo interno, i muscoli che si contraggono intorno al suo membro, Izuku che lo chiama allungando le braccia verso di lui.

Shoto si abbassa a baciargli le labbra e i loro respiri si fanno sempre più corti e affannosi.

Alterna la velocità delle sue spinte, rallentando o accelerando il ritmo in base ai gemiti di Izuku, spingendosi in profondità, fino a toccare la sua prostata.

Izuku viene tra di loro, le dita dei piedi che si arricciano ai lati della schiena di Shoto ed il corpo che s’illumina per un attimo di un verde abbagliante.

Shoto lo segue poco dopo, scosso dai  brividi di piacere.

 

 

« Riesci a pensare che da qualche parte, in una galassia lontana, c’è qualcuno che potrebbe star osservando questo sistema solare? » gli chiede Izuku, dopo che hanno ripreso fiato e si sono messi nuovamente comodi sotto le lenzuola. Ha lo sguardo rivolto verso la finestra, Frostbite e Little Might ben visibili nonostante sia giorno. Shoto lo abbraccia da dietro, la testa appoggiata sulla sua spalla, e lo ascolta in silenzio cullato dalla sua voce. « Da qualche parte » prosegue « qualcuno potrebbe avere un telescopio puntato verso di noi e chiedersi come sia possibile che esista un sistema con due soli ed un pianeta con due lune, e gli darà un nome strano tipo… Kepler-1647 »

« Kepler-1647? »

« Sì, Kepler-1647, e darà spiegazioni scientifiche tipo che il pianeta ha una certa gravità, che i soli hanno una certa massa o una certa temperatura o cose così. »

« Quando invece è tutto molto più semplice » continua, rigirandosi nel loro abbraccio e fissando lo sguardo su quello di Shoto « Perché non c’entra la massa, non c’entra la gravità, non c’entra la distanza e non c’entra la temperatura »

Shoto lo sa come finirà questa spiegazione, perché è la loro storia, è la loro vita, è il loro sistema solare e l’hanno creato loro dal nulla, da due stelle che anni prima erano solo due embrioni di luce che ancora non sapevano quale direzione dovessero prendere, due stelle che non avevano casa, che si sentivano sole in un mondo in cui non erano comprese.

È la storia di due stelle che si sono ritrovate lungo il cammino, che hanno inciampato lungo il percorso ma che adesso nessuno potrà mai separare, perché hanno scoperto cosa vuol dire amarsi.

Non c'è nessuna spiegazione scientifica quando c'è di mezzo l'amore.

Shoto lo sa, ma lascia che sia comunque Izuku a spiegarglielo, perché ama la sua voce quando racconta le loro vicende come fossero storie che meritano di essere tramandate. Ama la passione che ci mette nel farlo, ama il modo in cui le sue labbra siano piegate in un sorriso e creino delle fossette sulle sue guance.

 

E ama Izuku.
Izuku con i suoi occhi che brillano di luce propria, i suoi sorrisi che illuminano il mondo intorno a sé e le sue lentiggini che sembrano diamanti incastonati sulla sua pelle.
Izuku che è il suo cielo pieno di stelle.

  
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