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Autore: Wolfgirl93    12/10/2021    0 recensioni
Questa storia partecipa al #Writober 2021 di Fanwriter.it (Lista pumpNIGHT)
Prompt: Oro
Numero Parole: 953
Coppia: Zhongli x Aether
Rating: Verde
Tutti i personaggi sono maggiorenni
Dal testo: '“Cosa ti porta qui?” La voce di Morax era calma mentre parlava, gli occhi erano chiusi celando quelle iridi ambrate al mondo, segno della sua assoluta tranquillità e rilassatezza.
“E’ così una brutta cosa venire e trovare un vecchio amico?” Chiese Aether sorridendo mentre osservava come quel panorama sembrasse unire la terra e il cielo, le nuvole sembravano così basse da poter essere sfiorate e il cielo era così limpido da sembrare un mare calmo durante la primavera.(...)'
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aether, Zhongli
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non era una situazione strana che due divinità passassero il tempo assieme, Morax era amato da tutti gli altri dei per la sua saggezza e il suo denaro e non era una consuetudine molto rara che qualche divinità passasse del tempo assieme a lui.

Quel giorno Aether si era ritrovato nella terra di Liyue in cerca dell’amico, le nuvole erano gonfie di pioggia e minacciavano di scatenare un temporale prima di sera; Morax adorava passare le giornate seduto a guardare il vuoto da uno dei suoi monti più alti, gli adepti erano sempre vicino a lui come difesa da ogni intruso e quando la divinità da capelli dorati poggiò un piede vicino al Dio dei contratti ecco che subito le sue guardie si misero in sua protezione cercando di scacciare via Aether.

 

“Non è un intruso, solo deve capire come avvicinarsi senza sembrare minaccioso.” Scherzò il castano voltandosi con sguardo giocoso, nonostante fosse una delle divinità più longeve, assieme a Barbatos di Mondstadt, aveva l’animo di un bambino sempre pronto a giocare.

“Sai che non ho paura dei tuoi Adepti e loro non dovrebbero avere paura di me.” Spiegò Aether sorridendo agli Yaksha che si erano inginocchiati appena avevano notato chi fosse. “Comunque vedo che questo panorama cambia molto spesso ma rimane sempre il mio preferito.” Ammise il biondo prendendo posto assieme a Morax, lasciò ciondolare le gambe nel vuoto e sospirò mentre una leggera brezza gli accarezzava i capelli lunghi facendoli svolazzare.

 

“Cosa ti porta qui?” La voce di Morax era calma mentre parlava, gli occhi erano chiusi celando quelle iridi ambrate al mondo, segno della sua assoluta tranquillità e rilassatezza.

“E’ così una brutta cosa venire e trovare un vecchio amico?” Chiese Aether sorridendo mentre osservava come quel panorama sembrasse unire la terra e il cielo, le nuvole sembravano così basse da poter essere sfiorate e il cielo era così limpido da sembrare un mare calmo durante la primavera.

 

Non era una cosa pubblica il fatto che Morax avesse un debole per quella divinità, Aether era stato il primo a farlo sentire bene e a dargli certe emozioni che lui nemmeno era riuscito a decifrare e dopo quasi mille anni di amicizia ecco che piano piano – ovviamente anche con l’aiuto di Barbatos come come sempre si era intromesso nei suoi affari – era riuscito a dare un nome a quelle emozioni che di volta in volta lo sopraffacevano.

“Ti fermerai qui per la sera, stasera ci sarà il Festival delle lanterne.” Ammise Morax aprendo gli occhi per spostarli sul biondo che annuì felice per quella proposta.

 

Tornare a Liyue Harbor fu veloce per loro, gli Yaksha li seguivano in silenzio rimanendo quasi nell’ombra per lasciare loro della privacy e quando arrivarono nel centro nevralgico di quel festival ecco che Aether rimase sorpreso da come la città sembrasse così diversa; vi erano lanterne accese ovunque e le persone erano vestite a festa mentre passeggiavano per le strade della città cantando canzoncine festive e mangiando dolci tipici.

C’erano così tanti colori che la divinità di ritrovò a guardare quello spettacolo a bocca aperta e ciò che lo lasciò ancora di più di stucco furono quelle esplosioni nel cielo che lo fecero, dapprima tremare in cerca di una guerra, e poi calmare appena notò quegli intricati disegni che apparivano nel cielo.

 

Poco prima della fine di quello spettacolo pirotecnico – così lo aveva chiamato Morax – Aether sentì qualche goccia di pioggia accarezzargli il viso, le nuvole avevano mantenuto la loro promessa e avevano lasciato cadere una pioggia feroce su di loro e sul festival.

La Golden House era il palazzo di Liyue dove Morax risiedeva e produceva la moneta di Teyvat i Mora; quando Aether entrò era completamente zuppo dalla testa ai piedi e il Dio dei contratti decise di lasciargli una stanza tutta per lui assieme a delle vesti pulite, non badò molto a cosa poggiava sul letto del suo ospite e quando uscì si diresse verso la sua stanza per cambiarsi a sua volta.

 

Mai avrebbe pensato che la sua mente potesse giocargli un così grande scherzo, molto spesso si era messo a fantasticare su come i capelli di Aether sembrassero fili d’oro e su come quel colore potesse donargli così tanto, quando lo vide uscire dalla sua stanza con una veste dorata e i capelli sciolti e ancora umidi ecco che Morax sentì una strana sensazione al suo corpo; le sue guance divennero bollenti come colpite da una maledizione del Pyro Archon e il suo intero corpo si scaldò poco dopo donandogli una strana euforia.

“Morax, questa pioggia ti ha dato noia? Come Geo Archon non ti fa bene essere bagnato?” Chiese innocentemente Aether mentre gli sfiorava le guance rosse, era una cosa nuova per lui e non sapeva come reagire a quella sensazione; Morax gli prese la mano nella sua e senza dire nulla unì le loro labbra suggellando un bacio leggero.

“Sto bene, sei solo tu che mi dai questo malessere.” Ammise sorridendo dolcemente, Aether avvolto in quella veste era una delle visioni che avrebbe voluto avere ogni giorno.

“Io?! Scusami non volevo!” Provò a dire velocemente il Dio prima di venire zittito nuovamente dall’ennesimo bacio.

“E’ un malessere che voglio avere per sempre.” Sussurrò Morax prima di accarezzargli il viso e sorridergli, passò anche una mano fra i capelli dorati di Aether sorprendendosi di quanto fossero morbidi.

Da quel momento l’oro divenne il suo colore preferito e se dapprima la Golden House si chiamava così per la produzione di Mora, anch'essa dorata, decise di farle assumere un nuovo significato; Le mura della sua dimora vennero ricoperte completamente d’oro e ogni volta che Aether entrava lì dentro ecco che il cuore del Geo Archon sembrava risvegliarsi e battere forte per lui.

   
 
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