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Autore: redeagle86    02/09/2009    4 recensioni
Quinta classificata al contest "Wicked Love" di Amimy. Violenza, rancore, rabbia. Due corpi che si rotolavano tra le lenzuola in un rapporto che d'amore non aveva nulla. Ognuno fingeva di poter esistere anche senza l'altro, prendendo in giro un'emozione pura e nobile.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bright, Rein
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Castello di follia

Castello di follia

 

La carrozza reale sfrecciava rapida, diretta a palazzo.

Celata dietro le tendine scure, l'ex-principessa del Regno Solare non rivolgeva la sua attenzione al paesaggio, conscia di cosa avrebbe visto scostando il tessuto: un mondo prigioniero del terrore, della miseria.

Un mondo soggiogato da un tiranno, in cui la morte e la paura si contendevano il posto sul trono.

Un mondo che avrebbe potuto salvare se solo non si fosse lasciata stregare da quegli occhi torbidi, rossi come un fuoco di cenere che non scaldava nulla.

Un mondo che aveva lasciato precipitare, cadendo con lui nell'abisso del caos e delle tenebre.

 

Com'era potuto accadere?

Difficile dirlo con esattezza: a volte provava a tornare indietro con la mente nel tentativo di ricostruire ciò che era successo, ma i fatti si erano svolti troppo rapidamente, sfuggendo ad ogni controllo.

I ricordi si mescolavano, sfumavano l'uno nell'altro, portandosi dietro un carico di sensi di colpa che spesso vincevano l'eterna battaglia tra la giovane e il passato.

Sapeva che tutto aveva avuto inizio il giorno della battaglia finale contro il Cristallo Oscuro: il gesto che Rein aveva compiuto aveva abbattuto la prima pedina e, come in un domino, le altre l'avevano seguita, crollando l'una sull'altra in una spirale verso l'oblio.

Quel giorno non avrebbe dovuto fermare il flusso di energia del Prominence Finale per paura di ferire il ragazzo per cui il suo cuore batteva ancora. Le era costato il futuro…e Fine. Sì, perché quella che appariva come la sorella dolce, ingenua e fragile, non si era arresa e aveva proseguito, anche se il potere le risucchiava ogni briciola di energia. Fine aveva creduto fino all'ultimo in quel sogno di pace che avevano promesso agli amici e agli abitanti di Wonder.

Ed era morta inseguendo quell'obbiettivo, dando il via ad una scia di sangue che non aveva ancora avuto termine.

 

°*°

 

Il sovrano di Wonder osservava la prospettiva della sala dal posto d'onore: il trono che aveva conquistato e che sentiva di meritare dopo gli sforzi fatti per averlo.

Prominence era stato l'avversario più duro, ma una volta sconfitto non c'erano più stati ostacoli alla sua ascesa e aveva potuto proclamarsi unico re del pianeta. Non gli importava se i suoi sudditi consideravano la realizzazione del suo sogno come l'inizio di un incubo: faceva valere la sua autorità, la sua legge. La sua giustizia.

E chi non l'accettava, affrontava la decapitazione.

C'era stata una sola persona di cui gli fosse mai importato qualcosa: Fine. Ma Rein l'aveva uccisa.

Bright la odiava per questo, non ne aveva mai fatto un mistero: era colpa di quella stupida se il suo amore era morto. Lei e quei traditori che si erano finti suoi amici, per poi combatterlo quando il potere aveva scelto lui e non loro.

Si era sbarazzato di quei ribelli ad uno ad uno, a cominciare da Shade, l'eterno rivale che lo aveva sempre messo in ombra, che l'aveva fatto apparire come un incapace. Sì, era stato il principe della Luna ad assaggiare l'affilatura della scure e Bright aveva provato una gioia immensa nel veder rotolare la sua testa sui ciottoli della piazza, mentre il sangue scorreva nelle fessure tra i sassi.

Qualche oppositore gli era sfuggito, come sua sorella Altessa, Narlo, Mirlo e Milky; altri avevano avuto la saggezza di abdicare in suo favore e di inginocchiarsi al suo cospetto. Chi non faceva parte dell'elenco, aveva fatto compagnia al caro Shade.

 

E poi c'era Rein.

Rein, su cui sfogava l'Inferno che albergava nel suo animo e l'odio che nutriva nei suoi confronti, in amplessi violenti. Nell'estasi dell'orgasmo non era mai il nome della fanciulla a liberarsi dalle sue labbra, ma quello di Fine. Colei che aveva amato quando ancora conosceva il significato di questa parola.

Colei per cui aveva provato una malata e corrotta passione quando era passato alle tenebre.

 

Rein gliel'aveva strappata, forse gelosa di un sentimento che non era per lei.

Doveva pagare.

 

°*°

 

la figura esile e delicata di Rein scese dalla carrozza, gettando uno sguardo al patibolo, maestoso e opulente come tutto ciò che faceva Bright.

Era stato Shade ad inaugurarlo, ma lei dubitava che l'amico in quel momento si rendesse conto di qualcosa. Dopo la morte di sua madre e di Fine, il suo fiero orgoglio aveva ceduto il posto all'apatia, cancellando ogni luce dai suo occhi cobalto. Si era lasciato catturare senza opporre resistenza, docile come un burattino che aveva permesso al sovrano di manovrare i fili. E quello sciocco di un re non aveva capito che gli faceva un favore a privarlo da quella vita che gli era divenuta insopportabile.

Dopo c'erano stati gli altri, tanti altri tra sovrani, principi e principesse. Tutti spazzati via come foglie in una tempesta.

Pochi erano riusciti a scappare lontano, al sicuro dalla follia del biondo. Lei si era inchinata, aveva scelto la strada che i suoi compagni, a costo della vita, avevano rifiutato. Aveva chinato il capo di fronte al mostro e ancora gli stava accanto.

 

Forse per amore, malgrado gli orrori di cui Bright si macchiava quotidianamente.

Forse per l'odio verso sé stessa, per ciò che aveva fatto ai suoi cari.

Forse per l'odio verso di lui, che aveva preso il posto del sentimento di un tempo.

 

°*°

 

Violenza, rancore, rabbia.

Due corpi che si rotolavano tra le lenzuola in un rapporto che d'amore non aveva nulla.

Ognuno fingeva di poter esistere anche senza l'altro, prendendo in giro un'emozione pura e nobile.

In realtà le circostanze e gli accadimenti li avevano uniti più di qualsiasi altra cosa, avvolgendoli nelle spire di un circolo vizioso fatto di eccessi, contrasti, morte.

Follia.

 

Si amavano. Si odiavano.

Ognuno desiderava la morte dell'altro eppure nessuna mano impugnava mai un coltello.

 

Rein un giorno lo avrebbe ucciso. Era una promessa che si ripeteva fin dalla prima volta che si era impadronito di lei.

 

Bright un giorno l'avrebbe condannata. Era una minaccia che ripeteva fin dalla prima volta che si era impadronito di lei.

 

Un giorno…

Da quella notte erano passate settimane, mesi, anni. Cinque anni.

E Bright era ancora vivo e sul trono.

E Rein era ancora viva e al suo fianco.

 

E quei giuramenti di morte risuonavano ad ogni amplesso, l'odio bussava alla porta della memoria, legandoli inevitabilmente invece di dividerli.

Erano anime devastate, che nella follia di quella relazione avevano trovato il modo di sopravivere ad ogni alba.

Finché avessero avuto questo, avrebbero avuto anche un motivo per vivere.

 

Era una situazione fragile, un castello costruito con gli incerti mattoni della follia.

Ma avrebbe resistito, almeno fino a quando un barlume di lucidità non si fosse fatto largo nelle loro menti ormai compromesse.

Quel giorno, l'ultimo bagno di sangue avrebbe messo fine a tutto.

 

FINE

  
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