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Autore: pastelwriting    18/10/2021    2 recensioni
[TXT/Tomorrow X Together]
[Tyunning // #writober2021 / Enemies To Lovers // 12.200 parole]
«Voglio la rivincita.»
[...]
Taehyun si fermò, aggrottando le sopracciglia mentre riprendeva fiato. «Rivincita? Tutte le volte che hai perso non ti sono bastate?» fece per riprendere a tirare pugni al sacco, ma Kai non accennava a spostarsi.
La sua espressione era rimasta immutata: mascella serrata, sguardo freddo e fisso su Taehyun; i suoi lineamenti erano resi ancora più duri dalle ombre scure che gli si posavano sul viso, vista l’illuminazione scarsa della palestra. «Voglio la rivincita.»
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Know Your Enemy

 
 

La pacca sulla spalla che gli tirò Beomgyu lo risvegliò dalla trance in cui era entrato, fissando un punto indefinito tra i suoi piedi.

Nulla di insolito, prima di un match.

«Vai, vinci e ti porti a casa un altro trofeo. Solita routine.»

Taehyun sollevò un angolo della bocca in un mezzo sorriso, sbuffando dalle narici.

«Non dovresti dirmi di mantenere la concentrazione, darmi consigli, conosci il tuo avversario, eccetera eccetera?»

«Dovrei, ma sai queste cose meglio di me. Sono il tuo supporto morale, non il tuo coach.»

Taehyun inclinò la testa prima da un lato e poi dall’altro, facendosi scrocchiare il collo «Sicuro conosco il mio avversario.»

«Come non potresti, quante volte vi siete già sfidati? Cinquanta solo quest’anno?»

Taehyun sospirò «Non ci sono così tanti tornei in un anno.»

«Ohh, fai finta che non ti abbia chiesto più volte di combattere fuori dai tornei solo perché gli rode il culo per non essere mai riuscito a batterti? Caaapito, starò al tuo gioco allora.»

Gli occhi di Taehyun scattarono nella direzione di Kai, solo per un secondo, quanto bastava per riconoscere la sua figura seduta sullo sgabello all’angolo del ring, con Soobin dietro di lui che gli parlava, gesticolando freneticamente.

La visione di Kai con la testa bassa, i capelli che gli ricadevano sul viso nascondendo completamente i suoi lineamenti se non per la mascella serrata, l’aveva vista talmente spesso che per abituarsi ai capelli biondo platino gli ci era voluta qualche settimana, tanto era impressa nella sua mente la sua immagine con i capelli castani.

«È successo solo un paio di volte.» Taehyun si alzò in piedi, stirandosi le spalle e girandosi verso Beomgyu.

«Un paio di volte al mese? O a settimana?» Beomgyu passò la borraccia a Taehyun, mentre iniziava a scavalcare la corda centrale del ring con una gamba per prepararsi a scendere.

«Potrebbe fargli bene un po’ di allenamento extra, magari riuscirà a battermi un giorno.» Taehyun prese un sorso dalla borraccia.

«Ecco, fai in modo che non sia oggi, ho scommesso su di te.» Beomgyu strinse le labbra in un sorriso, per poi scendere dal ring e perdersi tra la folla.

Folla.

Non era niente di che, un semplice incontro tra due club diversi, nessuna competizione importante e nessun trofeo che avrebbe conferito al vincitore riconoscimenti a livello nazionale.

Ma ormai era diventato divertente per tutti assistere ai loro match, anche quando si trattava solo di amichevoli.

Kai era bravo, molto bravo. Faceva pugilato da quando era piccolo, e negli ultimi mesi la sua stazza gli aveva conferito un vantaggio da non sottovalutare; considerando anche la sua tecnica pressoché impeccabile, era un pugile fenomenale e nessuno dei loro coetanei riusciva a sconfiggerlo.

Nessuno, tranne Taehyun.

Si erano anche allenati insieme, per un periodo, quando Kai si era appena trasferito nella sua città e aveva frequentato la sua stessa palestra. Poi aveva deciso di non voler stare nel suo stesso club, se non poteva essere il migliore.

A Taehyun andava bene così però, non lo annoiava mai partecipare ai tornei, non c’era il rischio che si trovasse contro avversari scarsi e troppo facili da sconfiggere, che non gli conferissero la minima soddisfazione nel vincere.

Sebbene le persone nel pubblico potessero pensare che per Taehyun battere Kai fosse una passeggiata, in realtà il più piccolo lo sorprendeva ogni volta, non cessava mai di migliorarsi, incontro dopo incontro, e Taehyun doveva trovare ogni volta nuovi modi per prenderlo di sorpresa.

Era estremamente esaltante sapere di star per affrontare Kai, perché non aveva idea di cosa sarebbe potuto succedere durante il match.

Non stava nemmeno ascoltando il suo coach, che ora era apparso accanto a lui e gli stava dando tutti i consigli che non gli aveva dato Beomgyu ma che, come quest’ultimo aveva detto, ormai conosceva a memoria.

Annuì mentre si infilava il paradenti e il coach gli posizionava il casco protettivo sulla testa, non perché captasse effettivamente le sue parole, quanto perché sapeva che a quel punto, prima del match, gli stava parlando di quali erano i passi che Kai faceva prima che attaccasse, e si raccomandava con lui di ricordarseli. 

Li conosceva, certo, ma Kai sapeva combattere con tanta destrezza da modificare quei passi caratteristici come meglio voleva, e per Taehyun sarebbe stato semplicissimo sbagliare, interpretarli nel modo sbagliato, non riconoscerli e finire a tappeto. 

Era una vera fortuna, per Taehyun, essere più veloce di lui. 

Con uno strappo netto Taehyun aprì il velcro dei guantoni e li indossò con facilità, il suo coach si assicurò subito di riallacciarglieli mentre gli dava le ultime dritte sul combattimento imminente.

Il pubblico, intuendo che il divertimento stesse per iniziare, iniziò a urlare, incitare i loro campioni, e Taehyun si lasciò trasportare da quelle grida, non cercò in alcun modo di respingerle, anzi, gli sembrava di riuscire a percepire l’adrenalina che andava via via crescendo nel suo corpo, scorrendogli nelle vene. 

Chiuse gli occhi, prendendo respiri profondi mentre si concedeva di lasciarsi trasportare da quelle urla per qualche altro secondo, per poi sbarrarli e trovarsi Kai di fronte, dall’altro lato del ring, che si avvicinava tenendo la testa leggermente inclinata verso il basso, ma con lo sguardo fisso nel suo. 

Si chiese per un attimo quali fossero i consigli che gli aveva dato il suo di coach, o cosa gli avesse detto Soobin prima di lui, e se anche Kai li stesse ascoltando solo passivamente, concentrato soltanto su quello che già conosceva su Taehyun e, perché no, pensando a quali erano i consigli che era stato proprio Taehyun a dargli, tutte le volte che avevano combattuto oltre gli orari degli allenamenti. 

Saettò nella sua mente la prima volta che Kai gli aveva chiesto una rivincita, subito dopo un match ufficiale, con la palestra ormai deserta; l’unico rimasto era Taehyun che, come al solito, si era fermato per allenarsi col sacco. 

Non importava che avesse appena finito - e vinto - l’ennesimo match, non voleva rinunciare ai suoi allenamenti serali, e dopo gli incontri aveva ancora troppa adrenalina da scaricare per andarsene come se nulla fosse. 

Era concentrato a tirare pugni al sacco, un passo avanti, poi uno indietro, poi a destra e poi di nuovo avanti, quando una figura apparve dietro al sacco, tenendolo fermo con un braccio. 

«Voglio la rivincita.» 

Quelle erano state forse le prime parole che Kai gli aveva rivolto da quando aveva cambiato club di pugilato. Nemmeno quando si intravedevano nei corridoi di scuola lo degnava di uno sguardo. 

Taehyun si fermò, aggrottando le sopracciglia mentre riprendeva fiato. «Rivincita? Tutte le volte che hai perso non ti sono bastate?» fece per riprendere a tirare pugni al sacco, ma Kai non accennava a spostarsi.

La sua espressione era rimasta immutata: mascella serrata, sguardo freddo e fisso su Taehyun; i suoi lineamenti erano resi ancora più duri dalle ombre scure che gli si posavano sul viso, vista l’illuminazione scarsa della palestra. «Voglio la rivincita.»

Avrebbe voluto dirgli che sapeva che sarebbe stato inutile, avrebbe perso di nuovo, ma quella determinazione nei suoi occhi glielo impedì. E poi, se Taehyun avesse continuato a migliorare e Kai a rimanere allo stesso livello, avrebbe finito per annoiarsi anche con lui, quando era sul ring. 

Così, dopo qualche attimo di silenzio passato ad osservarlo, studiare la sua postura, la sua espressione, e a cercare di capire quali pensieri stessero passando per la sua testa, alla fine Taehyun accettò. E vinse anche quella volta. 

«Di nuovo.» aveva detto Kai ancora a terra, mentre Taehyun stava già scendendo dal ring.

Taehyun si era girato, sbuffando aria dal naso. «A che gioco stai giocando? È una specie di strategia, un nuovo modo per studiare i miei movimenti?»

Kai si lasciò sfuggire una risata, estremamente forzata. «Come se qualcun altro sapesse dove sono.»

«Bene, perché dobbiamo andarcene. Cosa pensi mi direbbero se scoprissero che ti faccio allenare in una palestra dove non potresti neanche stare?»

«Non lo scoprirà nessuno e lo sai. So che ti lasciano le chiavi e sei tu a chiudere, perché te ne vai sempre per ultimo.»

«E tu come diavolo… » non c’era stato bisogno di finire la domanda, non era troppo difficile immaginare come facesse a saperlo «Te lo avrà detto Yeonjun, certo.»

«Divertente che abbiamo degli amici in comune, non trovi?»

«Fortuna che si era sempre dichiarato imparziale.» fortuna anche che Yeonjun non fosse stato presente in quel momento, pensò Taehyun, ma decise che non era il caso di dichiararlo ad alta voce. 

«Guarda che questo può essere uno svantaggio anche per me.» esclamò Kai, ancora seduto sul ring.

Taehyun si strinse nelle spalle, sollevando le sopracciglia. «Tu sei già in svantaggio. Non hai molto da perdere.» 

«Sei sempre così simpatico?» 

«Di solito lo sono anche di più.»

«Sei così arrogante da pensare che non raggiungerò mai il tuo livello, vero?» il più piccolo balzò in piedi, facendo qualche passo verso Taehyun «Pensi che sia una perdita di tempo sfidarmi, perché non hai più motivo di migliorare, sei già il numero uno.»

«Se pensi che non sappia che fuori da questa città ci sono molti più pugili più esperti di me, ti sbagli di grosso.» non gli piaceva ammettere ad alta voce di non essere il migliore, ma nemmeno farsi prendere per stupido era un’opzione da considerare. 

«E allora inizia a non farti battere da me.» Kai aveva fatto un altro passo verso di lui «L’ultima volta mi mancava davvero poco, e lo sai anche tu.» 

Taehyun strinse i denti a quell’affermazione. 

Perché lo sapeva, lo sapeva davvero bene.

Era solo una favoletta che gli piaceva raccontarsi, quella che Kai non stesse migliorando giorno dopo giorno, e l’ultimo match non aveva fatto che dargliene la prova schiacciante: Taehyun aveva interpretato male i suoi movimenti, Kai li aveva cambiati all’ultimo centesimo, solo grazie alla sua velocità di reazione era riuscito a salvarsi, ma se Kai fosse stato anche solo un minimo più svelto, ora avrebbe lui il titolo di campione. 

«Quindi?» 

«Quindi battiti con me, di nuovo, e datti la possibilità di studiare la mia tecnica mentre io studio la tua. Saranno incontri semplici, vince chi riesce a buttare a terra l’altro, basta cadere una volta per essere fuori.»

Taehyun doveva essere rimasto a osservarlo per minuti interi dopo quella sua uscita, troppi pensieri che non riusciva a razionalizzare gli correvano nelle mente dopo una proposta simile, e tutte le idee che si era fatto su Kai andavano via via smontandosi. 

Ora non riuscì a trattenere un mezzo sorriso, quando i loro sguardi si incrociarono e Kai sollevò i suoi guantoni blu davanti al viso, in posizione di difesa, e Taehyun lo imitò con i suoi, che invece erano rossi, finché non sentirono la campana che segnava l’inizio del match.

Taehyun attaccò subito, Kai riuscì a parare il colpo con facilità.

Per minuti si scambiarono i ruoli in continuazione, chi un attimo prima stava attaccando si ritrovava a difendere quello dopo, schivava, poi attaccava di nuovo, guantoni blu e rossi si scontravano e si intrecciavano senza tregua, sfrecciando gli uni accanto agli altri nel tentativo di colpire l’avversario e mandarlo al tappeto. 

I movimenti di Kai erano fluidi e per niente prevedibili, così come quelli di Taehyun, nessuno dei due sapeva cosa avrebbe fatto l’altro se non mentre iniziava l’azione, ed era elettrizzante quel brivido che percorreva la schiena di Taehyun quando si ritrovava a dover escogitare un piano per non farsi incastrare nel giro di qualche millesimo di secondo. 

E diventava sempre più eccitante, incontro dopo incontro, perché ormai erano mesi che si allenavano insieme, e le cose avevano preso una piega che Taehyun non si sarebbe mai aspettato. 

Erano solo allenamenti, all’inizio. 

E solo quello dovevano essere: allenamenti. Tra due avversari, per giunta, che di certo non fallivano nell’interpretarne i ruoli, visto che erano più le volte che si tiravano frecciatine a vicenda, sibilavano parole non richieste che si sarebbero potuti tenere per sé, e finivano spesso per litigare. Quando poi passavano all’azione, però, e finalmente tenevano le bocche chiuse - se non per istigarsi a vicenda, di tanto in tanto -, il rispetto che Taehyun provava per Kai cresceva sempre di più, di volta in volta; lo sorprendeva il fatto che avessero sempre combattuto in modo del tutto sportivo, Kai non aveva mai provato a vincere in modo scorretto, né era mai passato alla violenza fuori dal ring, come invece spesso succedeva tra altri pugili, tanto si innervosivano per la sconfitta. 

Quella era la conferma che Kai ci tenesse davvero a quello sport, e che se sopportava di farsi battere da Taehyun ogni singola volta era soltanto perché voleva davvero, genuinamente, riuscire a migliorare sfruttando al massimo quell’opportunità. 

Non che avessero iniziato a parlare fuori dalla palestra, comunque, e quello i loro amici non volevano proprio capirlo. 

Yeonjun sapeva che Kai e Taehyun si allenavano insieme, ma gli avevano fatto giurare di non farselo scappare con nessuno.

«Ti assicuro che se qualcun altro verrà a saperlo ti farò vestire da ring girl e sfilerai con i cartelloni sul ring al prossimo match.» aveva aggiunto Taehyun, Kai aveva solo cercato di trattenere una risata e aveva fallito. 

Yeonjun aveva sollevato un sopracciglio e incrociato le braccia con un'espressione divertita sul viso, Taehyun l’aveva fermato subito chiarendo che sì, sapeva che ne sarebbe stato capace e senza nemmeno farsi problemi, ma gli aveva fatto promettere di non dirlo a nessuno, ring girl o meno.

Non che questo lo avesse poi fermato dall’obbligarli a uscire con lui insieme, trascinando anche Soobin e Beomgyu a fondo con loro.

E Beomgyu, Beomgyu, quell’idiota del suo migliore amico, non ci aveva nemmeno provato a fingersi contrario alla cosa, anche se sapeva che lui e Kai non parlavano perché erano nemici giurati da tempo immemore e non avevano alcun motivo di iniziare a uscire insieme, ma a lui non importava ovviamente, perché aveva finalmente la scusa per uscire con Soobin, per cui aveva una cotta imbarazzante da mesi ormai. 

Okay, per essere giusti nei suoi confronti, in realtà Beomgyu aveva detto di essere disposto a rinunciare a passare del tempo con il suo ragazzo ideale e probabilmente perdere l’occasione di una vita perché l’anima gemella è una sola e in questo modo non avrebbe mai avuto modo di sapere se Soobin era la sua, ma andava bene, poteva sopravvivere in nome dell’amicizia di Taehyun, e a quel punto Taehyun l’aveva fermato, sbuffando, gli aveva detto che era la persona più antipatica che avesse mai conosciuto e che va bene, andava bene, sarebbero usciti insieme agli altri tre.  

Di nuovo, Beomgyu si era rivelato un traditore. 

Non ci aveva messo niente, durante la famigerata uscita tanto voluta da Yeonjun, ad andare d’accordo con Kai, anzi. Il vero problema era che Taehyun non poteva biasimarlo. 

Kai era… simpatico

Sebbene all’inizio cercasse di mantenersi il più freddo e distaccato possibile, Yeonjun non glielo permise, e con lui nemmeno Soobin, e Kai si era rivelato per la persona tranquilla, serena ed estremamente alla mano quale era. 

Taehyun, d’altro canto, non ci provò nemmeno a fare finta che la sua presenza lo infastidisse; si comportò come al solito, senza dargli la minima importanza.

Con il passare dei mesi e delle immancabili uscite di gruppo, a Taehyun capitò più volte di parlare con Soobin anche se Yeonjun non era presente, ed era proprio vero che era il ragazzo ideale di Beomgyu, anche se quest’ultimo non l’aveva più aggiornato sulla faccenda. Avrebbe chiesto, ma sarebbe stato un ipocrita a continuare a non dirgli niente sui suoi allenamenti con Kai, quindi aveva semplicemente lasciato perdere. Gliene avrebbe parlato Beomgyu, se avesse voluto. 

Al contrario, non parlò con Kai finché non si ritrovarono costretti a farlo, una sera all’uscita da una festa. 

Taehyun stava cercando Beomgyu, gli aveva promesso che l’avrebbe riaccompagnato a casa quella notte, ma l’orda di studenti della loro scuola che affollava la casa gli stava rendendo il lavoro davvero complicato.

Non era nemmeno sicuro di come i due si fossero persi di vista, un attimo prima erano insieme e quello dopo stavano salutando persone diverse, per poi non rivedersi mai più. 

Stanco di tutto quel fracasso e delle persone ubriache che gli cadevano addosso, alla fine aveva deciso di uscire e aspettarlo vicino alla sua auto; gli lasciò un messaggio così che Beomgyu avrebbe saputo dove trovarlo, quando se ne sarebbe voluto andare anche lui. 

Quella sera aveva parcheggiato piuttosto lontano, c’erano da percorrere a piedi un paio di vie prima di raggiungere la macchina, ma se non altro aveva tempo per far riprendere il suo udito da quel fischio fastidioso tipico di quando si lascia un edificio che sta sparando musica a tutto volume. Si appoggiò al cofano dell’auto quando la raggiunse, estrasse il cellulare dalla tasca dei jeans e scorse la home di instagram per qualche minuto, senza trovare nulla di davvero entusiasmante, finché la sua attenzione non venne catturata da una figura che si avvicinava, arrivando dalla stessa strada che aveva percorso anche lui poco prima.

Kai lo salutò con un cenno del capo, quando anche lui riconobbe Taehyun.

«Che fai adesso, mi segui?» Taehyun incrociò le braccia al petto, tenendo il cellulare stretto in una mano.

Kai serrò la mascella «Hai visto Yeonjun o Soobin?»

Taehyun scosse il capo, li aveva solo intravisti di sfuggita quella sera, e avrebbe voluto avvicinarsi e chiedere loro cosa ci facessero a una festa di liceali, visto che avevano entrambi finito la scuola, ma aveva immaginato comunque che fossero lì con Kai.

Quest’ultimo fece un altro cenno col capo, in direzione dell’auto davanti a quella di Taehyun «È la macchina di Soobin. Lo aspetto qui, devo scroccargli un passaggio.»

Taehyun aggrottò le sopracciglia mentre Kai camminava verso l’auto, poi sospirò «Posso portarti io se vuoi. Sto solo aspettando Beomgyu, ma- »

«Non voglio un passaggio da parte tua, grazie» Kai mise particolare enfasi sull’ultima parola, caricandola di veleno. 

Taehyun lo osservò appoggiarsi al lato posteriore dell’auto del suo amico, con le mani infilate nelle tasche della felpa e lo sguardo dritto davanti a sé.

Inspirò a fondo un paio di volte, cercando di mantenere la calma, provando a distrarsi guardando altri post di Instagram, ma il suo pollice li faceva scorrere senza dargli nemmeno il tempo di registrare l’immagine che si trovava davanti. Finì per bloccare lo schermo e far scivolare il telefono nella tasca dei jeans, per poi voltarsi verso Kai. 

«Si può sapere qual è il tuo problema?» esclamò cercando di tenere un tono di voce contenuto, visto che erano pur sempre le due del mattino e non gli andava di svegliare tutto il quartiere. 

Fu il turno di Kai di aggrottare le sopracciglia, squadrandolo dall’alto in basso.

«Praticamente mi implori di combattere con te dopo gli allenamenti, poi fai quasi finta di non conoscermi» continuò Taehyun, stringendo i pugni. 

«Eri tu quello che voleva tenerli segreti a tutti i costi, se non sbaglio.» sibilò Kai, staccandosi dal fanale a cui era appoggiato e avvicinandosi a Taehyun, che a sua volta si tirò in piedi «Sei così pieno di te e convinto di essere il migliore da non voler neanche ammettere che stai migliorando anche tu, grazie a me.» 

«È questo che ti racconti per accettare che non mi hai ancora sconfitto neanche una volta?»

In realtà Taehyun sapeva che Kai aveva ragione, aveva notato molti miglioramenti in cose che non pensava fossero ancora da migliorare. Era consapevole di star facendo lo stronzo in quel momento, ma istigare Kai era più divertente che istigare chiunque altro.

Kai torreggiava su di lui a quel punto, era largo quasi il doppio e una testa più alto di lui, ma Taehyun non si mosse di un centimetro. 

«Non scherzavi quando dicevi che di solito eri ancora più simpatico.» sibilò Kai, guardando il più basso dritto negli occhi.

Taehyun sostenne il suo sguardo con facilità e, forse, con un pizzico di divertimento di troppo; si azzardò a fare un ulteriore passo verso di lui, dovendo alzare ancora di più la testa per continuare a guardarlo negli occhi «Tu invece stavi di certo scherzando, quando mi hai detto che non ti sarebbe mancato molto per riuscire a battermi.»

Kai sbuffò una risata, scuotendo il capo. «Ti rendi conto di quanto incredibilmente arrogante devi essere, per riuscire a farmi saltare i nervi in questo modo?»

La frase che aveva pronunciato dopo, Taehyun non sapeva da dove gli fosse uscita. Aveva deciso di dare la colpa al poco alcol che aveva bevuto alla festa, che in realtà ormai aveva anche già smaltito, ma non importava, era decisamente colpa di quell’unico bicchiere di birra che aveva dovuto mandare giù giocando a beer pong. 

Prima che Taehyun riuscisse a fermarle, sentì uscire dalla sua bocca le parole: «Ohh, vuoi davvero baciarmi cosí tanto

Nel silenzio tombale che era calato, Taehyun si rese conto che Kai aveva iniziato a trattenere il respiro, e con la coda dell’occhio gli sembrò di intuire che aveva stretto le mani in due pugni, a giudicare dal modo in cui si erano mosse le sue spalle sotto la felpa. Non si azzardò a controllare, però, mantenne lo sguardo fisso nei suoi occhi, nonostante lo stesso non si potesse dire di Kai, che invece continuava ad abbassarlo prima di tornare a fissarlo di nuovo, su e giù, verso le sue labbra, in continuazione. 

Ci fu uno scatto da parte di Kai, e Taehyun pensò che questa volta l’avrebbe picchiato davvero. Fece per allontanarsi, o per schivarlo, non ne era sicuro, ma Kai strinse tra le mani il colletto della sua maglietta, e… oh

Taehyun ci aveva messo un attimo, quella notte, a realizzare che le labbra del ragazzo erano premute contro le sue.  

Sbarrò gli occhi, non si aspettava niente del genere: era pronto a difendersi, si aspettava un attacco, e aveva risposte pronte per qualsiasi cosa Kai avesse potuto dire per istigarlo, ma questo, questo no, non l’aveva minimamente preso in considerazione, lo lasciò spiazzato.

Lo sorprese sentire la mano di Kai poggiarsi sul suo collo mentre si faceva più vicino, dopo un attimo di esitazione, e Taehyun si sorprese a concedergli l’accesso tra le sue labbra quando avvertì la lingua dell’altro premere contro di esse. 

Il sapore di vodka alla pesca nella sua bocca era inconfondibile, avrebbe dovuto immaginare che aveva bevuto, e si ritrovò a pensare a chi potessero essere le persone con cui aveva passato la festa, perché lui non l’aveva mai visto. Ma anche se si fossero incontrati, che differenza avrebbe fatto? Si sarebbero ignorati come al solito, e la serata sarebbe stata uguale per entrambi.

Ripensandoci, Taehyun avrebbe dovuto soltanto spingerlo via, quel bacio era tutto frutto dell’alcol e delle sue stupide provocazioni. Non avrebbe dovuto… assecondarlo. 

Non avrebbe dovuto infilare una mano nei suoi capelli e tirarlo più vicino a sé, alzarsi in punta di piedi, lasciare che i loro nasi si schiacciassero uno contro l’altro in quel modo; non avrebbe dovuto fare così tanto caso ai movimenti lenti che compiva il pollice di Kai lungo la linea della sua mandibola, e non avrebbe dovuto trovare così dannatamente fastidiosa la suoneria del cellulare di Kai.  

Sì, ripensandoci non aveva avuto il minimo senso, ma la realizzazione di tutte le cose che non avrebbe dovuto fare, o sentire, o provare, arrivò soltanto quando Kai si staccò da lui e prese il cellulare dalla tasca dei jeans, dandogli le spalle e rispondendo in modo decisamente troppo aggressivo, per com’era fatto lui. 

Non avevano più parlato di quel bacio.

Kai si era girato un attimo, giusto il tempo di dirgli che al telefono era Yeonjun e che l’avrebbe riportato lui a casa, quindi si avviò verso la sua macchina, parcheggiata in un’altra via, senza dire una parola.

La sera dopo, e quella dopo ancora, e così quelle seguenti, Kai non si era presentato agli allenamenti.

Taehyun l’aveva previsto.

Lo sapeva, o almeno sospettava, che avrebbe cercato di evitarlo ancora di più da lì in poi; aveva anche smesso di uscire con Yeonjun e Soobin, se Taehyun era presente. 

Questo suo comportamento lo mandava in bestia, ma non gli piaceva nemmeno come lui stesso stava reagendo alla situazione - quale situazione, poi, e perché mai avesse da reagire in qualche modo, non lo sapeva: ogni sera, dopo i suoi maledetti allenamenti di pugilato, si ritrovava in palestra oltre l’orario e lo aspettava. 

Si allenava al sacco, saltava la corda, e non compiva un solo movimento senza sperare di vedere la porta aprirsi e rivelare la figura di Kai dietro di essa, con una delle sue felpe oversized, i pantaloncini della tuta che ricadevano morbidi fino alle ginocchia, le vans consumate e i capelli ancora un po’ umidi dalla doccia che aveva fatto nella sua palestra, per far credere a tutti che stava per tornare a casa, perché per quella sera i suoi allenamenti si erano conclusi. 

Era pronto, in qualsiasi momento, ad appoggiare a terra la corda o lasciarsi il sacco alle spalle anche se i set non erano ancora finiti, avviarsi sul ring senza fiatare e mettersi in posizione di difesa; ma non aveva mai avuto motivo di farlo, perché non aveva nessun avversario contro cui combattere. 

Il portone d’ingresso veniva sbattuto un po’ più violentemente del solito quelle sere, quando lasciava la palestra da solo perché capiva che nessuno- che Kai non sarebbe mai arrivato. 

Ne avrebbe voluto parlare con Beomgyu, quel pensiero si insinuava sempre nella sua mente lungo la strada di casa, mentre la città era silenziosa intorno a lui, proprio come quella notte - quella a cui non avrebbe dovuto pensare perché non era successo niente, niente di niente - ma parlare di cosa, se da dire non c’era nulla? 

Beomgyu avrebbe potuto chiedergli per quale motivo gli interessava tanto che Kai non si allenasse più con lui, e Taehyun non avrebbe avuto una risposta, perché di motivi non ce n’erano: Taehyun era già più forte di lui e a malapena si rivolgevano la parola, sia quando Kai arrivava sia quando se ne andavano insieme, figurarsi durante l’allenamento. 

Peggio ancora, la domanda che temeva di sentirsi chiedere Taehyun era la classica: “Scusa, perché non provi a chiamarlo?”

Ma Taehyun non poteva provare a chiamarlo o mandargli un messaggio, perché non si erano mai scambiati il numero. Quello degli allenamenti era diventato un appuntamento fisso, non avevano nemmeno bisogno di chiedersi conferma a vicenda, Taehyun lo aspettava e sapeva che Kai sarebbe arrivo. Kai si incamminava e sapeva che Taehyun sarebbe stato lì.

Che razza di idioti. 

Il picco della sua idiozia, però, Taehyun l’aveva raggiunto la sera in cui aveva persino abbandonato gli allenamenti prima di tutti gli altri pugili del suo club. 

Indimenticabili tutti gli occhi puntati su di lui nel momento in cui aveva dato un pugno un po’ troppo violento al sacco, un pugno dettato dalla rabbia e dalla frustrazione; non c’era alcuna armonia nei suoi movimenti quella sera, non stava seguendo una tecnica di alcun tipo mentre combatteva, andava in giro per la palestra con la mascella serrata e i gli occhi puntati verso il basso, perché avrebbe potuto mangiarsi vivo chiunque avesse provato a chiedergli cosa ci fosse che non andava.

Non c’era niente che non andasse, assolutamente nulla, eppure niente stava andando bene. 

Il pensiero che anche quella sera sarebbe rimasto lì per ore ad aspettare inutilmente qualcuno che aveva deciso che non si sarebbe più fatto vivo, un codardo che non aveva il coraggio di affrontare la situazione e prendersi le responsabilità delle sue azioni, lo faceva uscire di testa. 

Non sapeva se il vero problema fosse che Kai non l’avesse più cercato o se fosse il fatto che a lui importava, a quanto pare, e che non voleva che le cose finissero in quel modo, qualsiasi fossero le cose che non voleva che finissero. 

Così quella sera aveva attraversato gli sguardi meravigliati di decine di altri membri del club, gli ci vollero sì e no cinque minuti per raggiungere gli spogliatoi, indossare dei vestiti puliti e uscire a grandi falcate dall’ingresso principale. 

«Torno più tardi.» furono le uniche parole che rivolse al custode, giusto perché sapesse che sarebbe entrato di nuovo in palestra oltre l’orario.

Lanciò il borsone sui sedili posteriori dell’auto e mise in moto senza perdere tempo, non accese la radio, non appoggiò il telefono al porta-cellulare attaccato al cruscotto, si lanciò nel traffico con le mani tanto strette attorno al volante da avere le nocche bianche, e una decina di minuti dopo era davanti alla palestra di Kai. 

Lo aspettò per poco più di un’ora, c’era quasi abituato ormai, quando finalmente lo vide uscire dal portone principale. 

Kai era uguale a quando lo raggiungeva in palestra: capelli umidi, guance arrossate, vestiti larghi e il suo borsone in spalla. 

Mentre scendeva dalla sua auto, Taehyun decise di ignorare quel peso appena accennato che gli si era fatto strada nel suo petto nel momento in cui l’aveva intravisto in mezzo ai suoi compagni. Questi ultimi, notò con sollievo Taehyun, salutarono Kai e si avviarono verso il parcheggio della palestra, da cui Taehyun si era tenuto alla larga; l’ingresso per la palestra di trovava in una via piuttosto stretta e lui stava sostando proprio di fronte al portone, davanti a un altro cancello. 

Sapeva, inoltre, che Kai non sarebbe andato al parcheggio insieme agli altri, visto che non aveva una macchina e aveva sempre raggiunto la palestra di Taehyun con l’autobus.  

Quel peso sul petto che aveva avvertito poco prima si rivelò più difficile da ignorare, quando finalmente Kai lo notò e i loro sguardi si incontrarono. 

Kai sembrò trattenere il fiato, Taehyun riuscì quasi a percepire il gelo che gli fermò il sangue nelle vene tanto grande era la sorpresa di vederlo lì. Quando vide Taehyun chiudere la portiera e iniziare a fare il giro della macchina per raggiungerlo, si affrettò a scendere dal marciapiede e prenderlo per la manica della felpa, obbligandolo a spostarsi in una vietta in fondo alla strada. 

«Che diavolo ci fai qui?» sussurrò Kai, guardandosi indietro per assicurarsi che nessuno li avesse notati. 

Fortuna che era Taehyun quello che non voleva far sapere niente in giro…  

«Secondo te?» Non si sforzò nemmeno di tenere un volume di voce basso, non gli importava «Si può sapere perché sei sparito?»

Kai aggrottò le sopracciglia «Mi sembrava di aver capito che ti faccio solo perdere tempo o sbaglio?»

«Non ho mai detto niente del genere.» le sue mani si strinsero in due pugni.

Il più piccolo sbuffò una risata. «Giusto, non si tratta di una perdita di tempo, se puoi divertirti continuando a vedermi perdere.»

«Senti» Taehyun chiuse gli occhi e scosse impercettibilmente la testa.

Kai lo stava facendo incazzare. 

Era già incazzato in partenza, perché quell’idiota era sparito nel nulla senza una spiegazione, e ora stava peggiorando la situazione.

Quella sera però, si ricordò Taehyun, non era andato lì per litigare.

«Anziché comportarti come la vittima che non sei,» continuò, cercando di abbassare la voce e non lasciarsi trasportare dalla rabbia «Dimmi qual è il vero motivo per cui mi hai fatto aspettare ore tutte le sere, senza che ti degnassi di farti vivo per i nostri allenamenti.»

Se stava cercando di non risultare aggressivo, ovviamente stava fallendo miseramente. Si obbligò a prendere un respiro profondo, mentre aspettava di sentire la risposta.

Kai sbuffò di nuovo e distolse lo sguardo, il muro crepato accanto a loro all’improvviso doveva essere diventato molto più interessante di Taehyun. 

Dopo attimi interminabili in cui Taehyun avrebbe voluto avere la capacità di leggere nel pensiero, finalmente Kai si schiarì la voce. «Mi sembra ovvio che non mi ritieni al tuo livello, e io non ho voglia di farmi prendere in giro. Tu non hai bisogno di quegli allenamenti e io posso continuare con il mio solito programma. Ci vediamo al prossimo torneo.»

Fu il turno di Taehyun di aggrottare le sopracciglia, mentre iniziava a sentire il sangue ribollirgli nelle vene. Si affrettò a prendere Kai per la spalla quando questi fece per voltarsi e andarsene.

«Ma di cosa diavolo stai parlando?» sbottò Taehyun, stringendo la stoffa della felpa dell’altro «Pensi che sprecherei le mie serate a combattere con te, se non ti ritenessi forte? Non mi piaci nemmeno e pensi che ti stia semplicemente facendo un favore?»

Con uno strattone Kai si liberò dalla presa di Taehyun, tornando a posizionarsi di fronte a lui. Lo guardò in faccia finalmente, lo squadrò un paio di volte prima di stringersi nelle spalle, nascondendo le mani nelle maniche della felpa. 

«Immagino sia la cosa più simile a un complimento che riceverò da parte tua.» mormorò infine. 

Taehyun sospirò. Era convinto - o forse terrorizzato - che Kai avrebbe fatto riferimento a quella sera, perché ci credeva poco che il più piccolo non stesse scappando da quello che aveva fatto e che Taehyun, inspiegabilmente, aveva assecondato. Comunque, non si lamentò del fatto che aveva preferito fare finta di niente.

«Immagini bene. Ora,» Taehyun inclinò la testa prima da un lato e poi dall’altro, facendosi scrocchiare il collo «Andiamo ad allenarci, perché io non l’ho fatto stasera per colpa tua.»

«Come- Adesso?» domandò Kai, chiaramente confuso. Taehyun notò che aveva l’ombra di un sorriso sulle labbra.

«Adesso. Quindi metti il culo nella mia auto, che ho una gran voglia di arrivare in palestra e prenderti a pugni.»

Taehyun non era più riuscito a togliersi dalla testa il suono della risata di Kai, appena accennata, e che in ogni caso sembrava più una presa in giro nei suoi confronti che un vero e proprio riso divertito. 

Taehyun aveva vinto anche quella sera.

Era stata una vittoria diversa dal solito, però, perché mentre combattevano Taehyun si era reso conto di quanto gli fosse mancata l'imprevedibilità di Kai sul ring, di quanto battersi con lui fosse puramente divertente

Un allenamento, certo, ma uno dei migliori che gli fosse mai capitato di fare.

Non allenava soltanto il corpo quando si scontrava con Kai, come invece faceva quando usava il sacco o saliva sul ring con altri membri del club, che ormai erano così facili da leggere che Taehyun sapeva già che mossa fare, come i loro combattimenti fossero una coreografia che aveva provato centinaia di volte e che non cambiava mai, nessuna innovazione, sempre la solita vecchia musica, una canzone meravigliosa che finisce per stancare, dopo averla ascoltata in loop per anni. 

Con Kai come avversario, invece, era obbligato ad essere sempre vigile, la sua attenzione doveva essere costante, se si fosse distratto anche solo per un secondo si sarebbe ritrovato a terra, e non aveva alcuna intenzione di dargli la soddisfazione di vincere. 

Per quanto fosse convinto che essere andato a prendere di forza Kai in palestra fosse un’idea stupida e avventata, fu costretto a ricredersi quando iniziò a notare un piacevole miglioramento nel loro rapporto. 

Forse fu perché quella stessa sera si era ritrovato ad andare vicino a Kai quando l’aveva battuto e Kai era a terra, allungandogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.

L’aveva fatto senza riflettere, gli era venuto spontaneo, e si rese conto del suo gesto solo quando Kai non afferrò la mano, non subito, restò a guardarla con le sopracciglia aggrottate per qualche secondo di indecisione prima di accettarla. 

Taehyun aveva scrollato le spalle, liberandosi dell’imbarazzo che temeva avrebbe presto preso il controllo se non avesse direzionato subito i pensieri da un’altra parte. «Di nuovo?» 

Con il passare degli allenamenti, con le offerte di Taehyun di aiutarlo a tirarsi su da terra, iniziarono ad arrivare anche i consigli: come migliorare la postura durante alcune mosse per schivare più velocemente, come capire con quale braccio sta per attaccare l’avversario in base ai suoi passi, e così via; con i consigli, poi, erano arrivate le battute di Kai, occasionalmente anche quelle di Taehyun, e senza che se ne rendessero conto, una sera stavano varcando la porta della palestra per tornare a casa, chiacchierando l’uno con l’altro. 

«Sputa il rospo, ora.» aveva detto Beomgyu un giorno, dopo essere piombato in casa di Taehyun senza aver nemmeno avvisato - lo faceva di rado, ormai, e sua madre lo aveva praticamente adottato; sapeva di essere sempre il benvenuto da loro, quindi non si faceva scrupoli a presentarsi senza alcun tipo di annuncio. 

Taehyun, seduto alla scrivania della sua stanza, si tolse le cuffie e seguì il suo amico con lo sguardo, che si era tolto le scarpe e si era già buttato sul suo letto.«Prego?» 

«Ieri sera.»Beomgyu si sistemò a pancia in giù, puntando un gomito sul materasso e sorreggendosi il mento con la mano «Cos’è successo?»

Taehyun aveva aggrottato le sopracciglia, la confusione sul suo volto era del tutto genuina «Dovrei sapere di che stai parlando?» 

«Tu? E Kai?»

Taehyun sospirò «Beomgyu, potresti elaborare, per favore?»

«Tu e Kai che… parlate? Come se improvvisamente vi conosceste da una vita?»

«Beh… » a Taehyun venne da ridere, ripensandoci, per gli altri tre deve essere stata una sorpresa; non uscivano tutti insieme da settimane, e nessuno di loro aveva ancora idea degli allenamenti dei due pugili. «Tecnicamente, è così.»

«E da una vita non vi guardate neanche in faccia quando siete nella stessa stanza.» sospirò Beomgyu, scuotendo la testa. «Uscite insieme?»

Taehyun che stava sistemando le cuffie nel cassetto della scrivania, voltò la testa verso Beomgyu tanto in fretta che ebbe paura di essersi procurato uno strappo al collo. 

«Scusa?» 

Beomgyu fece spallucce «Chiedo soltanto. Ci vediamo di rado dopo i tuoi allenamenti, ultimamente.»

Taehyun era ammutolito. Era vero, non aveva niente con cui ribattere. Si vedevano spesso dopo la palestra, ma non negli ultimi mesi: Taehyun rientrava sfinito e continuava a rifiutare, a malincuore, gli inviti di Beomgyu.

«E poi,» continuò Beomgyu «si dà il caso che Soobin e Yeonjun mi abbiano detto che anche Kai è piuttosto irreperibile, di recente.»

Taehyun si passò una mano nei capelli «Io mi sto allenando di più. Starà facendo lo stesso.»

«E siete anche casualmente stati di pessimo umore entrambi negli stessi identici giorni.» lo ignorò Beomgyu, continuando con la sua teoria.

«Non sono stato di cattivo umore!» replicò Taehyun, storcendo il naso.

«Ah!» Beomgyu tirò fuori il telefono dalla tasca posteriore dei suoi jeans, e prese a sventolarlo davanti a Taehyun «Dillo ai venticinque messaggi a cui mi hai risposto a monosillabi e agli altri venticinque a cui non hai risposto proprio!»

Taehyun sbuffò, uno sbuffo esasperato «Okay, eravamo entrambi di cattivo umore. Cosa dovrebbe significare?»

«Che non può essere solo una coincidenza! Hey,» Beomgyu si tirò a sedere, guardando Taehyun dalla stessa altezza, finalmente. Dal suo volto era sparita ogni traccia di quel sorrisetto strafottente che aveva esibito fino a qualche secondo prima «Iniziamo a uscire tutti insieme, voi due diventate impegnati agli stessi orari, negli stessi identici giorni, poi sparite nel nulla, sembrate arrabbiati con il mondo intero e poi, magicamente tutto torna come prima. Anzi, avete l’aria di essere quasi amici.» 

Taehyun strinse i denti, fece del suo meglio per non abbassare lo sguardo.

«Che cosa è successo?» chiese Beomgyu, infine. Taehyun percepì una nota di preoccupazione nella sua voce, quella nota che gli rendeva impossibile continuare a far finta che andasse tutto bene.

Prese un respiro profondo.

Voleva dirglielo. 

Voleva buttare tutto fuori una volta per tutte, voleva obbligarsi a smettere di far finta che andasse tutto bene e che non avesse sentimenti, che nulla lo toccasse, che avesse tutto sotto controllo quando non era chiaramente così. 

Ma ammettere ad alta voce che lui e Kai avevano passato talmente tanto tempo insieme che alla fine aveva iniziato a piacergli la sua compagnia, e gli piaceva quando parlavano e Kai se ne usciva con battute pessime seguite da quella risata che finiva per far ridere anche lui tanto era contagiosa, e gli piaceva che sembrava sapere sempre quando era il momento di scherzare e quando di concentrarsi, e si concentrava davvero un sacco per testare i consigli che gli dava Taehyun, e continuava a migliorare giorno dopo giorno e Taehyun ne era sempre, genuinamente, davvero, davvero felice… 

Ammettere che quel bacio con Kai era successo davvero ed era il vero motivo per cui erano stati di pessimo umore entrambi, e ammettere anche che ci aveva ripensato, a quella dannatissima sera, ogni volta che lo guardava e si ricordava della sensazione delle labbra di Kai sulle sue, e si sorprendeva a pensare che forse non gli era dispiaciuta, anche se Kai sapeva di alcol e quel bacio non aveva significato niente, Kai l’aveva fatto soltanto per farlo pentire della sua provocazione, ammettere tutte quelle cose ad alta voce, beh, le avrebbe fatte diventare reali. 

E Taehyun non poteva permetterselo. 

Aveva fatto spallucce, alla fine, e gli si era spezzato il cuore ancora prima di pronunciare quelle parole, perché non voleva mentire a Beomgyu, che era davvero disposto ad ascoltarlo, con tutte le buone intenzioni del mondo, come sempre, perché gli era sempre, sempre stato vicino e non si meritava di essere preso in giro.   

Ma non aveva altra scelta. 

«L’ho trovato in palestra, una sera. Mi ha chiesto di combattere, ho vinto e abbiamo litigato. Poi ho deciso di assecondarlo quando è tornato a chiedermelo di nuovo, così magari mi avrebbe lasciato in pace, ora deve essere convinto che tra di noi è tutto a posto e glielo lascio credere.  È tutto quello che c’è da sapere.»

Non era del tutto falso.

Non andavano male le cose tra di loro, e in parte - in gran parte - era perché era stato Taehyun il primo a cedere e obbligare l’altro a ricominciare a vedersi. Di certo, però, non era tutto a posto come presumibilmente pensava Kai. 

Perché che di quel bacio non si fosse mai parlato, o che Kai non si fosse mai scusato, non gli andava troppo a genio, nonostante nemmeno lui sapesse come affrontare il discorso. 

Se non ci fosse stato Beomgyu davanti a lui, probabilmente si sarebbe tirato uno schiaffo per quanto Kai lo faceva diventare idiota.

Per un attimo pensò che ci avrebbe pensato Beomgyu.

Il suo amico lo stava guardando con le sopracciglia appena aggrottate, fece scorrere lo sguardo su di lui un paio di volte, pensieroso.  

«Kai ti piace?» domandò infine, dopo aver sospirato a fondo «Non, tipo, in quel senso. Come persona, ti piace?» 

Fu il turno di Taehyun di prendersi qualche secondo prima di rispondere.

Si chiese a quale gioco stesse giocando Beomgyu, perché chiaramente non se l’era bevuta, glielo si leggeva in faccia che conosceva Taehyun troppo bene per credere ad una versione simile della storia. 

Non lo accusò di avergli mentito, però, o quantomeno di non avergli detto tutto, e questo Taehyun lo apprezzò molto. 

«Mi fa incazzare.» rispose infine, che di certo non era una bugia. «Non è una persona cattiva, non sarebbe amico di Yeonjun se lo fosse» Taehyun scosse la testa, accennando un sorriso «Ma non fa per me.»

Beomgyu annuì, tenendo lo sguardo fisso verso il basso mentre ascoltava le parole del più piccolo, e fece qualche altro secondo di silenzio, finché non si battè le mani sulle ginocchia e balzò in piedi. «Okay, allora. Se non piace a te, non piace neanche a me.»

Taehyun lo guardò con aria interrogativa, sbuffando una leggera risata mentre faceva ruotare appena la sedia girevole su cui era ancora seduto. «Ma che dici? Lo vedo che andate d’accordo.»

«Sì, ma lo conosco da due mesi» Beomgyu fece spallucce «Non è una grande perdita.»

«Gyu, senti,» Taehyun sospirò di nuovo, ma stava sorridendo «non deve non piacerti perché non piace a me.»

«Non è che non ti piace, ti ha fatto sparire e sei visibilmente esausto. Senza offesa, ovviamente.» 

Taehyun scosse il capo, stava per ribattere ma Beomgyu lo anticipò di nuovo «Cioè, stai una favola come sempre, ma insomma io lo vedo che sei esausto. Ho tutto il diritto di decidere che Kai non piace neanche a me, d’ora in poi.»

Avrebbe voluto spiegargli che no, non era così che funzionava, non poteva decidere che una persona non gli sarebbe più piaciuta e poi aspettarsi che succedesse, ma non lo fece. Si sentì un po’ in colpa, ma gli scaldò il cuore sapere di essere tanto apprezzato da Beomgyu da arrivare a rinunciare a un’amicizia solo perché l’altra persona faceva stare male Taehyun.

Certo, sarebbe dovuto essere sempre così tra amici, ma non era così scontato. 

«Ora,» continuò Beomgyu «io e te andiamo al cinema. Ho già prenotato due biglietti per Far From Home, non accetterò un no come risposta.»

Il pensiero di dirgli di no non lo avrebbe nemmeno sfiorato, non quel giorno. 

Si alzò in piedi e si avviò verso la porta della sua stanza, ma quando la sua mano afferrò la maniglia per aprirla si fermò e si girò di nuovo verso Beomgyu «E tu, invece?» 

«Io?»  domandò Beomgyu, fermandosi nei suoi passi. 

«Dopo tutto questo interrogatorio pensavi di farla franca?» Taehyun assunse lo stesso sorriso strafottente con cui Beomgyu aveva fatto irruzione nella sua stanza «Come vanno le cose con Soobin?»

Beomgyu fece una smorfia, arricciando il naso e inspirando rumorosamente a denti stretti, ma le sue labbra erano incurvate in un sorriso. Gli diede l’impressione di essere un sorriso piuttosto agrodolce, però, non sembrava troppo allegro. 

Beomgyu raggiunse Taehyun e si mise accanto a lui, circondandogli le spalle con un braccio «Questa è una storia per un altro giorno, che dici? Ora andiamo, il cinema non ci aspetterà, purtroppo.»

Voleva ribattere, ma sarebbe stato ipocrita da parte sua voler sapere tutti i retroscena di quello che succedeva tra i due, considerando che lui aveva bellamente mentito a Beomgyu quando gli aveva chiesto lo stesso su lui e Kai. 

Optò per un sospiro, invece, annuì lentamente accennando una risata e aprì la porta. 

Non avevano più parlato di ragazzi quel giorno, e quell’uscita si era guadagnata un posto nella classifica delle giornate migliori degli ultimi mesi. 

Avrebbe comunque dovuto parlare con Beomgyu e raccontargli la verità, e lo avrebbe fatto, aveva bisogno di schiarirsi le idee, poi avrebbe reso il suo migliore amico partecipe di tutto quello che era davvero successo tra i due. 

Mentre si trovava sullo sgabello all'angolo del ring, e Beomgyu faceva del suo meglio per dimostrare quanto Kai lo infastidisse e non gli piacesse, appena prima dell’inizio del match che stavano ancora combattendo, Taehyun pensò che avrebbe davvero dovuto parlargli, ed era intenzionato a farlo quello stesso giorno, una volta uscito dalla palestra.

Glielo doveva, soprattutto dopo quello che era successo giusto il giorno prima. 

Ma non era il momento di pensare al discorso da fare a Beomgyu, doveva continuare a concentrarsi solo su Kai, suoi suoi movimenti, e su tutto quello che era arrivato a conoscere di lui fino a quel momento, al suo modo di pensare e di rispondere alle mosse di Taehyun, se voleva continuare a essere conosciuto come il numero uno.

Ed era quello che voleva, anche se nessuno sapeva che non era più così, ormai.

La sera prima, Taehyun e Kai non si sarebbero dovuti allenare. 

A Taehyun non piaceva allenarsi fino a tardi la sera prima di un torneo ufficiale; preferiva rientrare presto, cenare con un pasto leggero e passare una sostanziosa notte di sonno; sarà pure stato molto forte e particolarmente talentuoso, ma senza riposare a dovere tutta la sua bravura sarebbe risultata vana.

Si era già fatto una doccia calda per rilassare i muscoli e si trovava già steso nel suo letto con le luci spente, le uniche fonti luminose della stanza erano le cuffie bluetooth che indossava, decorate da led colorati che sprigionavano luce blu, e dallo schermo del suo cellulare, acceso su Youtube. 

Il video di Buzzfeed Unsolved non era al centro della sua attenzione, però.

Mentre Youtube trasmetteva a vuoto e Taehyun guardava i frame andare avanti sullo schermo senza ascoltare una parola di quello che veniva detto, la sua mente non poteva che fare pensieri sul match del giorno successivo. 

Non gli era mai capitato di sentirsi in quel modo quando sapeva che il suo avversario stato Kai: di solito si sentiva agitato, certo, ma cercava di lasciar riposare anche la sua mente oltre che il suo corpo, provava a distrarsi con Youtube o Netflix, leggeva a volte, consumava qualsiasi media che fosse in grado di tenergli la mente occupata, avrebbe pensato a tutto il resto quando fosse stato il momento, non gli serviva che l’adrenalina lo tenesse sveglio a fare pensieri inutili. 

Era diversa la sensazione che provava quella sera, però, non si trattava tanto di agitazione, quanto di impazienza. 

Taehyun non vedeva l’ora che il giorno dopo arrivasse e lui e Kai si sfidassero davanti a un pubblico, finalmente; gli sembrava già di sentire la folla urlante che faceva il tifo per loro, incitandoli a buttare l’altro al tappeto; voleva sapere se le cose tra lui e Kai sul ring sarebbero state diverse, viste tutte le settimane passate insieme ad allenarsi incessantemente, e che, che la cosa gli piacesse o meno, li avevano portati a fare la conoscenza l’uno dell’altro. 

Si chiedeva come sarebbe stato combattere tra di loro senza parlare tra una mossa e l’altra, senza istigarsi scherzosamente come avevano iniziato a fare sempre di più, man mano che entravano più in sintonia e capivano fin dove potevano spingersi prima di superare il limite. 

Per di più Kai era migliorato e non era da sottovalutare - non che lo fosse mai stato, ma ora avrebbe potuto dare del vero filo da torcere a Taehyun, e non solo quando riusciva a reagire in tempo ad una mossa e rischiava di prenderlo di sorpresa, no, sarebbe stato un pericolo durante tutto il match, ed era solo questione di tempo prima che ci sarebbe riuscito davvero. 

Taehyun non vedeva l’ora

Mentre la sua mente vagava per innumerevoli scenari per il match del giorno dopo, una notifica da iMessage apparve sullo schermo del suo cellulare, ostruendogli la visione del video e catturando la l’attenzione di Taehyun. 

Le sue labbra si incurvarono nell’accenno di un sorriso, quando lesse il nome di Kai come mittente del messaggio. 

Si erano scambiati il numero, alla fine, Taehyun era riuscito a mettere da parte l’orgoglio e chiederglielo con la scusa che magari, magari potevano aver bisogno di comunicare prima o poi; evitò di menzionare che non voleva nemmeno che si ripetessero i problemi dell’ultima volta, per cui l’unica risoluzione era che Taehyun andasse direttamente sotto la palestra del club di Kai.

Non se n’era mai pentito comunque, e ai due capitava anche di scambiarsi messaggi di tanto in tanto, soprattutto per continuare conversazioni intraprese in quel breve momento in cui uscivano insieme dalla palestra e Kai doveva scappare per arrivare in tempo alla fermata del pullman.

Fu proprio una sera di quelle, subito dopo che Kai gli aveva mandato un vocale appena salito sull’autobus, con un fiatone tremendo visto la corsa che aveva fatto per riuscire a saltare su al volo prima che ripartisse, che Taehyun si chiese perché diavolo lo lasciasse andare a casa ancora da solo in autobus quando avrebbe potuto accompagnarlo lui in macchina.  

Anche quando lo riportava lui, comunque, le loro conversazioni non raggiungevano mai una fine ed erano costretti a sentirsi per messaggio. 

“Che fai?” recitava il messaggio sul telefono di Taehyun. 

Taehyun si tolse le cuffie e le appoggiò sul comodino accanto al letto, poi prese in mano il telefono e si sdraiò sulla schiena, tenendo lo schermo sopra al suo volto con le braccia tese verso l’alto. 

“Youtube” digitò Taehyun; discutibile, Youtube era aperto solo per formalità, ma questo a Kai non interessava.

Inviò il messaggio, subito dopo aggiunse: “Tu?”

“In giro lol” 

Taehyun aggrottò le sopracciglia chiedendosi cosa ci facesse in giro la sera prima di un match, ma non fece in tempo ad iniziare a scrivere il prossimo messaggio che vide la nuvoletta con i tre puntini di sospensione, segno che Kai non aveva ancora finito. 

“Mi sono trovato vicino alla tua palestra”

“Memoria muscolare ig haha” 

I tre puntini di sospensione erano ancora lì, Taehyun aveva già idea di cosa stesse per scrivergli Kai e, cosa che odiava ancora di più, sapeva che lui stava per rispondergli in modo affermativo.

“So che avevamo detto niente allenamenti stasera, ma se ti chiedessi di fare un salto?”

Taehyun si era già alzato prima di ricevere il messaggio, si infilò una delle magliette che usava in palestra e ne infilò un’altra pulita nel borsone mentre i suoi guantoni erano già lì, pronti per il torneo del giorno successivo.   

Si assicurò giusto che avesse le chiavi della palestra nella tasca dei pantaloni e uscì, digitando con una mano “Arrivo” mentre saliva in auto. 

Sulla strada non pensò che era una cosa stupida da fare - non che ne avesse bisogno, lo sapeva - , semplicemente non vedeva l’ora di raggiungerlo e salire insieme su quel ring ancora una volta prima del torneo. 

Lasciò l’auto al solito posto e svoltò l’angolo a piedi, le sue labbra si aprirono in un sorriso appena notò Kai seduto sulle scale davanti al portone e odiò non avere il minimo controllo su di loro: di recente bastava la presenza di Kai perché Taehyun, semplicemente, sorridesse, e non sapeva bene cosa pensare a riguardo, ma aveva capito che cercare di evitarlo era impossibile, quindi non ci provava nemmeno più.

«Che diavolo fai in giro la sera prima di un torneo?» fu l’esordio di Taehyun mentre si avvicinava velocemente a grandi passi, con il borsone che gli rimbalzava sulla schiena.

Non che fosse così tardi, era solo poco dopo l’orario dei loro tipici allenamenti, ma era dell’idea che entrambi sarebbero dovuti essere a casa in quel momento. 

Kai fece spallucce, tirandosi in piedi con le mani in tasca. «Il mio cervello non si voleva spegnere.»

Beh, questo Taehyun lo capiva. «Già, neanche il mio.»

«Entriamo?» Kai indicò il portone attraverso la stoffa della sua felpa.

Taehyun estrasse le chiavi e le fece tintinnare davanti a lui, per poi superarlo e inserirle nella serratura. 

L’edificio era deserto, c’era un silenzio tombale come ogni sera, e i loro passi rimbombavano nel buio; senza bisogno di dire nulla, ci pensò Kai ad accendere le luci: era routine ormai, solo che di solito le spegneva mentre uscivano. 

«Nervoso per domani?» domandò Kai quando arrivarono al ring, mentre buttavano a terra i borsoni e si cambiavano le scarpe - Taehyun fu sorpreso di vedere che anche Kai era già vestito per l’allenamento e aveva un borsone con sé, dentro probabilmente teneva il cambio per quando avessero finito, proprio come avesse pianificato tutto. 

«Perché dovrei?» sbuffò Taehyun «Sono io l’imbattuto, del resto...»

«Mh-mh» il più piccolo arricciò le labbra e annuì, mentre imitava Taehyun che aveva appena preso i guantoni dal borsone «Lo vedremo.»

«Ti ricordi l’ultimo match ufficiale che abbiamo combattuto?» domandò Taehyun mentre salivano sul ring, trovandosi presto faccia a faccia.

«Sembra passato un secolo.» fu la risposta di Kai, che sbuffò una risata dopo aver pronunciato quelle parole.

«Ti sei pentito di avermi chiesto di allenarmi con te?» non sapeva perché gli stesse chiedendo quelle cose, così, tutto d’un tratto; sospettò che fosse per l’agitazione del nuovo incontro ufficiale imminente, unito al fatto che il sole ormai era calato da un pezzo, e Taehyun aveva questa brutta abitudine di… parlare

Più la notte si avvicinava e più Taehyun diceva ad alta voce tante cose che durante il giorno si sarebbe soltanto limitato a pensare. 

Anche Kai sembrava piuttosto spiazzato, sia dalla loquacità di Taehyun, sia dall’argomento delle sue domande. Incrociò le braccia, osservando Taehyun, e  ci mise un attimo prima di rispondere: «A volte, sì.» 

Non sapeva cosa si aspettasse Taehyun, ma quella risposta lo sorprese. «Perché?»

Kai fece spallucce «Come hai detto... » le parole gli morirono in gola, dovette sospirare e schiarirsi la voce prima di continuare «Come hai detto una volta, ancora non sono riuscito a batterti.»

Una volta

Si stava riferendo alla sera del bacio, dopo la festa, quando non intendeva niente di quello che era uscito dalla sua bocca.

Kai forzò una risata «È demoralizzante, a tratti.» concluse.

Taehyun si passò una mano tra i capelli, mentre con l’altra si faceva schioccare le nocche delle dita con il pollice. «Allora perché poi abbiamo continuato?»

Si rese conto dell’ovvietà della risposta solo dopo aver pronunciato la domanda ad alta voce. 

Kai rise di nuovo, senza troppi sforzi questa volta «Mi sembra di ricordare che non mi hai lasciato altra scelta.»

Taehyun accennò una risata un po’ troppo imbarazzata per i suoi gusti, tenendo lo sguardo basso e chiudendo il velcro dei guantoni, così da allungare un braccio e sfiorare il braccio di Kai con un pugno leggero «Dai, combattiamo.»

Anche l’altro indossò i guantoni, mentre la sua risata cresceva sempre di più e sembrava sempre più libera da qualsiasi tipo di imbarazzo o rancore. «Ohh, non puoi proprio stare senza di me, Taehyunie!» 

«Ecco» Taehyun fece una smorfia mentre cercava di combattere contro la pelle d’oca che gli si era formata sulle braccia «È in questi momenti che sono io quello che si pente di essere tornato a prenderti.»

«Ceeeerto, certo!» lo prese in giro Kai.

«Dimostrami che avevo ragione piuttosto, e che è vero che saresti in grado di battermi.» lo sfidò Taehyun aprendo le braccia come a invitarlo a colpirlo, prima di mettersi in posizione di difesa. «Ti concedo il primo colpo.»

Kai scosse il capo e fece per appoggiare le mani sui fianchi, ma in un attimo Taehyun si ritrovò a star parando il primo colpo, un sinistro, e strisciò via dalla sua postazione per iniziare ad attaccare il suo avversario. 

Non avrebbe saputo ricostruire tutto il match che combatterono quella sera, sarebbe stato impossibile del resto, tanto erano veloci e fluidi i loro movimenti, tanto in fretta l’uno riusciva a ribaltare la situazione di apparente vantaggio in cui si trovava l’altro. 

Nell’edificio vuoto, senza un singolo essere vivente a parte loro a causare rumore, era impossibile distinguere quali suoni fossero in tempo reale e quali solo rimbombi di colpi che erano già stati effettuati, e altrettanto impossibile era distinguere i passi presenti da quelli passati. 

Taehyun si permise di divertirsi, non sapeva se il giorno dopo ne avrebbe avuto il tempo, pur mantenendo la concentrazione. Non importava quante volte rimarcasse il concetto nella sua testa, non poteva distrarsi per nulla al mondo, sarebbe bastato un attimo per perdere. 

Fu rigenerante sentire quell’adrenalina che gli scorreva nelle vene solo quando era Kai il suo avversario, lasciò che prendesse il controllo del suo corpo mentre lui si concentrava sul ragazzo davanti a lui, sul destro che stava per arrivare e buttarlo a terra e che riuscì a schivare, su come stava per effettuare un altro affondo, sarebbe arrivato un sinistro questa volta, secondo i suoi piani, anche se… 

I suoi occhi si erano spostati un millesimo troppo tardi. 

Non stava arrivando un sinistro, era una finta, una finta riuscita bene, si ritrovò a dover parare un altro destro, ma aveva bisogno di ritrovare il suo ritmo. 

Doveva osservare Kai, aveva bisogno che rallentasse, ma lui non accennava a farlo: i suoi movimenti erano sempre più veloci, i suoi passi si confondevano tra loro, piccoli e velocissimi, il blu dei suoi guantoni diventava una macchia indistinta alla vista di Taehyun, tanto velocemente saettavano davanti a lui.

Taehyun non se ne accorse.

Era in piedi solo un attimo prima, poi, improvvisamente, era a terra.

Taehyun era sdraiato sul ring, gli fischiavano le orecchie per il silenzio improvviso e le luci sul soffitto stavano rischiando di accecarlo, si tirò sui gomiti mentre cercava di riprendere fiato. 

Gli sembrava quasi di poter immaginare lo sguardo confuso che doveva avere sul viso in quel momento e gli venne da ridere per un attimo, mentre si guardava intorno alla ricerca del suo avversario. 

Kai apparve nella sua visuale, era poco distante da lui e lo stava guardando con gli occhi sbarrati; erano entrambi increduli, a bocca aperta, a fissarsi in silenzio. 

La palestra era di nuovo piombata nel silenzio più totale, solo i loro respiri erano udibili, finché Kai non lo ruppe del tutto: «Ho… ?»

«Mh-mh.» fu il contributo di Taehyun, altrettanto sorpreso. 

Non era arrabbiato, però, o infastidito, anzi. 

Cercando di capire cosa fosse quella sensazione dentro di lui, Taehyun giunse alla conclusione che era contento di aver perso. 

O meglio, era contento che Kai avesse vinto. 

Fu impossibile per lui non scoppiare a ridere quando vide il mutamento nell’espressione di Kai quando passò dallo stordimento iniziale alla realizzazione che sì, aveva vinto lui. 

«Oh» Kai si portò le mani a capelli, poi realizzò di avere i guantoni «Mio» riabbassò le braccia e li sfilò con facilità, dopo aver aperto freneticamente il velcro che li chiudeva «Dio! Ho vinto!»

«Hai vinto!» esclamò Taehyun, continuando a ridere, non riusciva a smettere.

Nemmeno mentre anche lui si toglieva i guantoni il sorriso lasciò per un attimo il suo volto, e nemmeno quando Kai non gli diede il tempo di alzarsi in piedi che si lanciò su di lui, costringendolo di nuovo a terra.

Le braccia di Kai strette attorno alla sua vita non gli diedero il minimo fastidio, anzi, Taehyun prese a dargli pacche sulle spalle, ritrovandosi a stringere la stoffa della sua maglietta di tanto in tanto, mentre ridevano entrambi. 

«Ho vinto!» ripeté Kai staccandosi da Taehyun, mettendosi seduto davanti a lui.

Nonostante le ciocche dei capelli di Kai gli ricadessero sulla fronte, a Taehyun bastava quel poco che riusciva a intravedere dei suoi occhi per riconoscere quella sensazione di soddisfazione, di felicità infinita che prendeva il sopravvento quando finalmente si riusciva in un’impresa che si considerava impossibile, dopo essersi impegnati a lungo.

Kai era così determinato a riuscire a batterlo, e Taehyun era così determinato a dimostrargli che non ce l’avrebbe fatta, eppure ora era così puramente, genuinamente felice per lui.

Non poteva non esserlo mentre Kai era proprio davanti a lui, con il sorriso più bello che avesse mai visto sul volto di qualcuno, con quegli occhi che brillavano e che lo guardavano senza la minima traccia di malizia in essi, anzi, Kai non aveva nemmeno accennato a una presa in giro nei confronti di Taehyun, sembrava ci tenesse piuttosto a condividere con lui la sua felicità. 

Stavano ancora ridendo, a terra uno di fronte all’altro, quando Taehyun si era mosso senza nemmeno  pensarci.

Si sporse in avanti, poggiò una mano sul collo di Kai e lo avvicinò a sé, facendo incontrare le loro labbra. 

Fu un bacio leggero, veloce, si staccarono dopo pochi secondi e restarono fermi a guardarsi, la mano di Taehyun ancora sul collo di Kai ad accarezzargli la mandibola con il pollice, di tanto in tanto. 

Taehyun azzardò un sorriso, ma sapeva che per occhi esterni sarebbe stato impercettibile; abbassò lo sguardo sulle labbra di Kai, gli sarebbe piaciuto avvicinarsi di nuovo, erano ancora più morbide di quanto le ricordava, ed erano ancora più dolci senza il sapore dell’alcol della prima volta che l’aveva baciato. 

Forse nell’ultimo periodo aveva ripensato a quel bacio molto più di quanto avrebbe mai ammesso a se stesso, forse aveva  solo aspettato il momento giusto per baciare Kai di nuovo e vedere cosa avrebbe provato.

A quel punto sapeva soltanto che quando le loro labbra si erano toccate aveva realizzato da quanto tempo voleva che succedesse, quanto ne aveva avuto bisogno senza nemmeno saperlo; non fece in tempo ad approfondire quel pensiero, però, perché Kai lo baciò di nuovo e non si allontanarono molto presto, quella volta. 

Fu un immenso sollievo sentire le mani di Kai farsi strada tra le ciocche dei suoi capelli e stringersi a pugno intorno ad esse, sentire le sue dita sfiorargli il collo e le guance, sapere che anche lui lo voleva, rendersi conto che anche Kai aveva aspettato tanto per poterlo baciare di nuovo. 

Allora Taehyun si concesse la libertà di lasciarsi andare. 

Non negò a Kai l’accesso tra le sue labbra quando sentì la sua lingua farsi strada tra di esse, anzi, non vedeva l’ora che lui glielo chiedesse; era elettrizzante percepire che Kai desiderava Taehyun almeno tanto quanto lui, e solo in quel momento, mentre faceva scorrere le mani sul corpo dell’altro ragazzo, si rendeva conto di quante volte avrebbe voluto farlo, ogni volta che i loro corpi erano così vicini mentre combattevo e a Taehyun veniva la pelle d’oca. 

Sarebbe stato troppo anche per lui, non ammettere che gli era capitato più volte di guardare Kai di sottecchi quando finivano un incontro, o mentre gli dava le spalle, o mentre si passava l’asciugamano sul viso tra un match e l’altro, e forse se gli dava tanto sui nervi era anche perché lo trovava dannatamente attraente. 

I due erano ancora seduti sul ring, finché Kai non fece leva con le braccia per tirarsi in ginocchio e avvicinarsi di più a Taehyun, il quale lo sentì appoggiargli una mano sul petto e spingerlo appena verso il pavimento. 

Taehyun lo accontentò, si abbassò sulla schiena appoggiandosi sui gomiti, e si beò per qualche altro secondo del sapore delle labbra di Kai prima di mettergli una mano all’altezza della clavicola e allontanarlo leggermente. 

Un sorriso gli si formò sul volto mentre ancora cercava di riprendere fiato e lo stesso valeva per Kai, ancora tanto vicino che i loro visi quasi si sfioravano; Taehyun ne approfittava ogni tanto, in quei secondi sospesi nel silenzio che ancora nessuno dei due aveva interrotto, e allungava il collo per far incontrare i loro nasi, mentre Kai ridacchiava e continuava ad accarezzargli la mandibola con il pollice.

I suoi occhi, che cercavano quelli di Kai, finirono per posarsi di nuovo sulle sue labbra, e si obbligò a girare la testa quando sentì l’altro avvicinarsi ancora una volta; sentì le labbra di Kai sulla sua pelle, e avvertì una leggera sensazione di solletico quando questi arricciò il naso contro il suo collo,  sbuffando divertivo.

«Dovremmo andare ora… » fu più difficile del previsto pronunciare quelle parole, mentre non riusciva a fermare le sue dita dal giocare con le ciocche dei capelli di Kai. 

«Mh-mh... » mormorò Kai. Sembrò sul punto di aggiungere qualcosa, ma non ne ebbe il tempo che Taehyun lo interruppe. 

«Non sparirai di nuovo» buttò fuori il più grande stringendo appena i capelli di Kai, non cercò nemmeno di non sembrare preoccupato «Vero?»

Kai si allontanò da Taehyun il tanto che bastava per poterlo guardare negli occhi, con le sopracciglia aggrottate e l’ombra di un sorriso sul viso.

Taehyun ebbe paura di aver detto la cosa sbagliata anche se il suo timore era più che lecito, visto quello che era successo l’ultima volta, e il silenzio di Kai non lo stava aiutando a tranquillizzarsi, anzi. 

Era pronto ad alzarsi in piedi e andarsene, imbarazzato e arrabbiato, finché finalmente non sentì le parole di Kai.

«Non ci penso proprio.» 

Taehyun tirò un sospiro di sollievo «Allora perché- »

«L’altra volta è stato uno sbaglio» lo interruppe Kai, scuotendo la testa «E anche quel bacio è stato uno sbaglio, ero… »

«Ubriaco» Taehyun completò la frase per lui.

Kai buttò fuori aria dalle narici con un leggero sorriso «Quello, e anche incazzato.»

«E baci spesso le persone che ti fanno incazzare?» rise Taehyun.

«Nah, è molto difficile farmi incazzare, te l’ho detto.» Kai si strinse nelle spalle, arricciando il naso «Tu sei un caso a parte.»

«Mh-mh.» Taehyun sollevò le sopracciglia, strafottente «Perché non sei mai riuscito a battermi.»

«Bingo» ammise Kai, senza battere ciglio «Ma adesso ti ho battuto, ora sei come tutti gli altri» lo prese in giro. 

Taehyun rise e si tirò in piedi, offrendo una mano a Kai «Come tutti gli altri, eh?»

Kai la accettò e balzò in piedi di fronte a lui «Proprio così.»

Taehyun avrebbe voluto avvicinarsi di nuovo a Kai e baciarlo ancora, si era di nuovo perso a osservare il suo viso, anche se sapeva che a quell’ora avrebbe già dovuto essere a casa, in camera sua, a dormire per riposarsi per il tornei del giorno dopo. 

«E domani sapranno tutti che ora sono più bravo di te» aggiunse Kai, facendo un passo verso Taehyun e prendendo il suo volto tra le mani. 

Taehyun, proprio come quella sera dopo la festa, fu obbligato ad alzare la testa per poter guardare Kai negli occhi. Arricciò il naso, circondando uno dei polsi dell’altro con la mano «Lo vedremo.» allungò il collo e stampò un bacio sulle labbra di Kai «Ora andiamo, è tardi.»

«Mh-mh, andiamo.» Ripeté Kai, tirando di nuovo il volto di Taehyun verso il suo. 

Sebbene lo sviluppo di quell’allenamento non gli fosse per nulla dispiaciuto, non poteva permettersi di perdere davanti ad un pubblico. 

Taehyun mantenne il massimo della concentrazione per il resto del match, cercando di interpretare al meglio i movimenti di Kai e, soprattutto, vederlo per quello che era in quel momento, nient’altro che il suo avversario, che doveva essere battuto a tutti i costi. 

Kai era molto più bravo dell’ultimo match ufficiale che avevano combattuto, anche il pubblico sembrava averlo notato, e più il match procedeva, più i movimenti di entrambi si facevano intensi, veloci, la voglia di primeggiare sull’altro si faceva sempre più insistente. 

Anzi, realizzò Taehyun, il desiderio di vincere era ancora più forte, ora che i due non erano più perfetti sconosciuti; avrebbe avuto tutta un’altra valenza, da quel momento in poi, condividere la vittoria con una persona che gli piaceva, qualsiasi cosa fossero diventati lui e Kai. 

Tra le urla della folla, una mossa sempre più veloce e quella successiva e l’adrenalina che ancora gli scorreva nelle vene, alla fine il match giunse al suo termine senza nemmeno che Taehyun se ne rendesse pienamente conto. 

Gli avvenimenti successivi passarono in fretta, il coach del vincitore lo raggiunse sul palco e tra le grida entusiaste del pubblico lo sollevò per mostrare a tutti il suo campione, a cui venne poi consegnato il trofeo, e il pugile sconfitto restò sul ring per congratularsi, finché finalmente le persone che volevano scambiare due parole con loro non iniziarono pian piano ad andarsene, compresi Soobin, Beomgyu e anche Yeonjun, che avevano scoperto essere tra il pubblico, e si misero d’accordo per vedersi tutti insieme più tardi.

I coach di entrambi si congratularono di nuovo, e finalmente lasciarono i due ragazzi liberi di andare a cambiarsi. 

«Allora?» fu l’esordio di Taehyun appena varcarono le porte degli spogliatoi.

«Allora» gli fece il verso Kai, ma si fermò prima di continuare.

Taehyun sentì le mani del più piccolo afferrarlo per la vita mentre si dirigeva verso il suo borsone, impedendogli di proseguire oltre e facendolo voltare di nuovo verso di lui. 

Kai aspettò che Taehyun alzasse lo sguardo verso di lui prima di proseguire. «La prossima volta ti batterò di sicuro.»

Taehyun accennò una risata, schivando il viso di Kai che si era sporto verso di lui «Sai» iniziò quando l’altro tornò al suo posto, senza però lasciarlo andare, e i loro visi erano ancora solo a pochi centimetri di distanza «Avresti potuto vincere oggi, se ieri sera non mi avessi rivelato quella tua nuova combinazione di passi-»

«Ohh, certo, colpa di ieri sera.» lo interruppe Kai, annuendo, mentre iniziava a tirarlo più vicino a sé, obbligandolo ad alzare ancora di più la testa.

«Assolutamente. Avresti dovuto pensarci due volte prima di scrivermi.» Taehyun continuava ad essere stupito di quanto in fretta avesse iniziato a scherzare con Kai come se si conoscessero da sempre, e ancora di più lo stupì la nonchalance con cui allungò una mano per metterla nei suoi capelli.

«Non lo so» rifletté Kai, arricciando il naso «Non mi pento di averti visto, ieri sera.»

«Nah, nemmeno io.» sospirò Taehyun «Così tutti sanno la verità, cioè, che sono io il migliore.»

Kai buttò la testa all’indietro, sbuffando «Ecco, lo vedi?» riabbassò lo sguardo su Taehyun e lo strinse ancora più forte, le loro fronti finirono per toccarsi «Riesci davvero a farmi saltare i nervi» 

Questa volta Taehyun non si spostò quando Kai puntò alle sue labbra, avrebbe mentito se avesse finto che non lo stesse aspettando da tutto il giorno, anzi, portò anche l’altra mano tra i suoi capelli e cercò di avvicinarsi ancora di più, per quanto possibile, mentre lasciava che la sua mente si svuotasse e venisse riempita solo del pensiero di Kai, lì con lui in quel momento, delle sue labbra su quelle di Taehyun, delle sue mani strette intorno al suo corpo e di quel sentimento inaspettato che stare con Kai gli faceva provare e che, a dirla tutta, non vedeva l’ora di approfondire.

L’unica cosa di cui era sicuro, era che erano solo all’inizio.  




Spazio Autrice
Ciao a tuttx! Innanzittutto, grazie mille per essere arrivatx fino a qui e complimenti, sinceramente!!
Allora, ho diverse cose da dire.
Innanzittutto, menzione d'onore a fanwriter.it da cui ho preso il prompt per il primo giorno del writober 2021! Perché sì, esatto, questa one shot l'ho scritta per il writober e iniziata il primo di ottobre, giorno in cui avrei anche dovuto finirla ma hey, ovviamente non è stato così, visto che dalla storiella da 700 parole che avevo in mente è nata questa bestia.
Io non so, e sono assolutamente sincera nel dirlo, come mi sono ritrovata con una one shot da 12.200 parole che mi fa essere in ritardo sulla tabella di marcia del writober di circa 18 giorni, e infatti penso sia abbastanza palese anche dal modo in cui è scritta che non avevo in programma di scrivere così tanto.
Non sono pienamente soddisfatta del risultato finale, rileggendola ci sono tante cose che vorrei davvero sistemare, ma contemporaneamente non vedo l'ora di pubblicare e togliermi questa one shot dai piedi, le ho dedicato già fin troppo tempo :')
In ogni caso mi è piaciuto molto scriverla, è diventata anche una sfida a un certo punto, quasi non ci credo di averla finita davvero, e poi ho scoperto che scrivere dal pov di Taehyun mi piace davvero un sacco!!
Inoltre, lui e Hyuka sono una coppia di cui non pensavo avrei mai scritto, non sono una delle mie main ship (romanticamente parlando, perché come bromance sono i miei fav in assoluto), anzi, però è stato illuminante scriverla su di loro e apprezzo anche un po' di più la loro ship adesso!
Mi scuso in caso di errori per quanto riguarda lo sport del pugilato, terminologie varie ecc, ho fatto qualche ricerca ma mi sono basata per la maggior parte sulle conoscenze che mi ha trasmesso Jump In, non cerco neanche di nasconderlo.
Comunque !!! Spero davvero che mi farete sapere cosa ne pensate lasciandomi una recensione, ci ho lavorato molto e mi farebbe davvero piacere ricevere un riscontro, di qualsiasi tipo!
Sentitevi liberissimi di contattarmi su Twitter, l'account dedicato al kpop è @/BAE0MGYU e mi piacerebbe molto interagire, se vorrete.
Come ultima cosa prima di smettere di scrivere finalmente, ci tengo a fare un'altra menzione d'onore, questa volta a bathtubreadings che mi ha suggerito di scriverla sul pugilato quando ero senza idee e che mi ha sopportato per questi lunghi 18 giorni in cui le parole della one shot semplicemente continuavano a moltiplicarsi senza finire mai!!
Detto ciò, alla prossima amicx!
-Eli








 
  
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