#Writober
2021 ~ pumpBLANCK list ~ 19 ottobre,
prompt: First person
Un
valzer per Silver e Kalim
Ho ballato un
valzer con Kalim. O meglio, ho pensato che questa cosa fosse accaduta veramente,
per poi scoprire che si è trattato solo di un sogno.
Quando l’ho
detto a Kalim, mi ha guardato con una certa perplessità, inclinando il capo e
facendo tintinnare i suoi ninnoli, quindi ho distolto subito lo sguardo, per
seguire con i miei occhi due scoiattolini, i quali si rincorrevano giocosamente
intorno all’albero che ci faceva ombra dai raggi del sole. Non mi sono mai
sentito così in imbarazzo, però provo anche… dispiacere. Il valzer con lui mi
ritorna in mente e mi rendo conto che non sarebbe affatto un male l’idea di
condurlo nei passi giusti mentre mi sorride. Il suo sorriso mi dona un calore
che non mi so spiegare razionalmente.
Allora mi
propone di farlo: non c’è nessun problema. Si solleva dal terreno erboso su cui
siamo seduti e tende una mano verso di me, per invitarmi a
danzare.
Sono incredulo:
sto per ballare un valzer con Kalim, per davvero, anche se, dopo aver preso la
sua mano ed essermi alzato a mia volta, confessa timidamente che il valzer non è
esattamente il tipo di danza al quale è abituato, poiché nel suo paese si
preferiscono altri ritmi, altre movenze, altri passi.
Rispondo in un
mormorio che non importa, deve solo seguire me, sarò il suo cavaliere per un
giorno.
Ci posizioniamo
come mio padre mi ha insegnato e a tal proposito sono sollevato che non sia nei
paraggi: mi vergognerei se mi vedesse insieme al suo compagno di band. Metto la
mia mano sul suo fianco e lui appoggia la propria sulla mia spalla, mentre
uniamo le mani libere in una stretta.
Sembriamo un po’
impacciati all’inizio, ma dopo qualche giro di valzer prendiamo confidenza. Si
scusa due volte per avermi pestato il piede involontariamente, io replico
serenamente che non mi ha fatto male. Mi sento in pace. Sarebbe perfetto se ci
fosse anche la musica: l’ho solamente pensato eppure Kalim esprime a voce la
stessa considerazione. Siamo noi, le nostre divise scolastiche diverse e un
medesimo pensiero, che due uccellini fortuitamente colgono, ci volano intorno e
iniziano a cinguettare melodiosamente. Non è esattamente quello che avevo in
mente, ma va bene: lui mi rivolge il sorriso che speravo di vedere e io non
potrei stare meglio di così.
Gli scoiattolini
di prima mi fanno vedere di aver posizionato la loro coda a forma di cuore e io
scuoto il capo: non fraintendete, non è
un momento romantico, siamo solo amici. Eppure, una vocina nella mia testa
mi sussurra che in fondo vorrei più di questo, concludere il valzer con un gesto
che effettivamente ho visto fare in uno dei miei sogni e in modo più puro e
innocente anche nella mia infanzia – qualche volta mio padre mi ha baciato sulla
fronte per dimostrarmi il suo affetto incondizionato.
Per provare meno
imbarazzo, potrei chiedere a Kalim di chiudere gli occhi.
Deglutisco e lo
faccio.
Ingenuamente,
forse pensando a una sorpresa, lo fa, abbassa le palpebre mentre i nostri passi
si fanno via via più lenti.
Mentre allungo
il mio volto chiudo gli occhi anch’io, anzi li stringo, sono davvero tesissimo.
Non è che un contatto a fior di labbra, ma mi vengono i brividi, mi batte forte
il cuore, non capisco: questo è amore?
Non sono che un
figlio cresciuto in un bosco lontano, cosa ne posso sapere io se non attraverso
le fiabe che papà mi raccontava da piccolo, di principesse risvegliate da un
bacio?
«Kalim, mi
senti: dove accidenti sei?!» irrompe una voce.
Sussulto
improvvisamente e con una rapidità dovuta ai miei allenamenti da cavaliere
indietreggio fino a toccare con la schiena il tronco
dell’albero.
La coppia di
uccellini e quella degli scoiattolini, allarmati, volano
via.
Kalim congiunge
le mani come se pregasse e si scusa con me, dicendo che deve raggiungere subito
Jamil: si è dimenticato di avvisarlo ed è per questo che lo stava
cercando.
Non sembra
sconvolto quanto me, è come se non avesse sentito nulla.
Il dispiacere
precedente torna e mi fa solo replicare con un cenno del
capo.
Qualche ora
dopo, tuttavia, mi viene consegnato un biglietto ed è da parte sua. In esso
scrive di aver passato un piacevole momento e mi invita a partecipare al
prossimo banchetto che Scarabia organizzerà molto presto.
Mi sento
pervadere dalla speranza: spero di passare molti altri bei momenti insieme a
lui, per capire se veramente lo amo.
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Mini-shot
dedicata a Rota: nasce da una sua richiesta e spero che le piaccia <3