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Autore: Jo95    22/10/2021    5 recensioni
La storia partecipa al Contest “What time is it? It’s summertime!” del gruppo facebook Naruto FanFiction Italia
Ho scelto di partecipare con la versione hard col prompt n. 1 Pride/tematiche lgbt+
Dal testo:
Nella stanza illuminata da una luce aranciata, calda, di un sole calante, Suigetsu esordì con un “Che ne dite di andare tutti al mare?!”
“Sì, si può fare..."
Naruto e Suigetsu urlarono uno “Yeeeeeh!” saltellando e tenendosi per mano, felici.
Sai li interruppe “Dov’è che andiamo?”
“Fire Island” rispose Suigetsu
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Deidara, Naruto Uzumaki, Sai, Sasuke Uchiha, Suigetsu | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'LGBTQ+ and Drag Queens life'
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Note autrice: Avverto che ci sono riferimenti al mondo LGBTQ+ e del mondo Drag, ho preso spunto da vere Drag Queen e ho fatto ricerca su più punti, oltre che aver parlato con persone su alcuni argomenti, spero di essere stata chiara e concisa ma senza sembrare un manuale, tenendo i toni allegri ma allo stesso tempo rispettosi... ah, sì, il titolo é palesemente un riferimento a Britney Spears quando dice “It’s Britney, Bitch!” perché sono stupida e mi diverto con poco. La storia partecipa al Contest “What time is it? It’s summertime!” del gruppo facebook Naruto FanFiction Italia
Ho scelto di partecipare con la versione hard col prompt n. 1 Pride/tematiche lgbt+

 

 

 

 

It’s Summer, Bitch!

 

 

Suigetsu si affrettava sui marciapiedi affollati di Brooklyn, il caldo saliva direttamente dall’asfalto, poteva sentirlo sulle gambe nude. Il tardo pomeriggio non portava un filo d’aria nella cocente New York, eppure Suigetsu non smise di muovere velocemente i piedi driblando le persone che, come lui, con tutta probabilità, stavano tornando a casa. La Grande Mela era sicuramente più vuota in estate, ma ugualmente ed inevitabilmente gremita di gente. L’upper west side migrava nei più lontani Hamptons, mentre chi voleva fuggire dal caldo torrido della metropoli e trovare ristoro nelle spiagge più vicine, spesso tornava a casa proprio verso quell’ora. Spesso s’imbatteva in gruppi di ragazzi in metropolitana che erano diretti a Coney Island o che tornavano da questa, ne era sicuro perché la linea B era sempre piena di ragazzetti in estate e il capolinea era proprio la spiaggia della parte bassa del quartiere di Brooklyn, non poteva essere una coincidenza, se non per andare nella vicina e più tranquilla e intima Brighton Beach. Sorrise pensando alle spiagge sabbiose Neyorkesi, mentre una gocciolina di sudore gli colava dalla tempia, era da molto che non riusciva ad andarci e per questo il suo sorriso si espande quando entrò dal portone del vecchio palazzo in qui viveva, sentendo una leggera frescura nell’androne, salendo velocemente le scalinate, facendosi venire il fiatone e tirando velocemente fuori le chiavi, collegate all’anello del portachiavi che gli aveva regalato Sasuke, il moschettone rosa, decorato con delle pietruzze celesti, era attaccato direttamente al passante dei suoi shorts in jeans. Aprì la porta e poi lasciò andare le chiavi, il filo si riavvolse velocemente e tornarono a penzolare sul suo fianco.
Entrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle, trovando Naruto spaparanzato sul divano a petto nudo, mentre si faceva aria con un ventaglio e sembrava quasi essere sul punto di sciogliersi.
Sasuke era seduto al tavolo della cucina, un piccolo ventilatore difronte a fargli aria, le ciocche che gli contorcevano il viso che si muovevano con continuità, mentre guardava delle carte attraverso le lenti degli occhiali da vista, Suigetsu riconobbe le buste, nuove bollette da pagare. Ringraziò mentalmente di avere il coinquilino che si occupava dell’enorme scocciatura.
Sai, invece, si girò quando lo sentì entrare, era davanti al cucinino mentre beveva un bicchiere d’acqua, solo uno slip nero e sopra un grembiule a coprirlo unicamente sul davanti, le pentole sul fuoco.

Nella stanza illuminata da una luce aranciata, calda, di un sole calante, Suigetsu esordì con un “Che ne dite di andare tutti al mare?!”

Uzumaki si mosse, staccandosi lentamente e con un lamentio dal divano, la pelle attaccata per il calore al sofà “Ti prego, sì!”

Uchiha lo guardò prima attraverso le lenti, poi si tolse lentamente gli occhiali “Mi dispiace deludervi ma non possiamo prenderci ferie se vogliamo pagare tutto ciò che ci serve per gli spettacoli, pagare l’affitto e le bollette e riuscire anche a mangiare, una vacanza è una spesa superflua, ora come ora.”

Suigetsu sbuffò facendo alzare una ciocca di capelli che gli era andata davanti agli occhi.

Sai poggiò il bicchiere, ora vuoto, sul ripiano della cucina “Mi dispiace, ma devo concordare con Sasuke”

Naruto fece un piccolo lamentio, intristendo il volto, già rassegnato, prima di illuminarsi nuovamente sentendo le successive parole di Suigetsu.

“E se vi dicessi che ci pagherebbero? Non sarebbe una vera e propria vacanza, lavoreremmo e sarebbe solo per questo weekend, almeno per ora. Una notte o due in un B&B ce lo possiamo permettere, no?”

Sasuke strinse leggermente gli occhi “Vai avanti, continua” lo intimò.

“Sasori quest’anno ha affittato un locale per i mesi estivi, è uno di quei locali provvisori, serve per farsi pubblicità al suo locale fisso per i mesi invernali e per fare qualche spettacolo nella parte esterna, che in inverno non potrebbe fare. Mi ha spiegato che in estate il locale lavora di meno, soprattutto nel fine settimana perché tutti vanno al mare, perciò per lavorare di più si è inventato questa cosa, non è l’unico che so che fa cose simili. Però ovviamente vuole delle esibizioni drag e sta facendo il giro dei nomi delle varie drag e ha ovviamente chiesto anche di noi per questo fine settimana. Ci ha richieste per tutto la domenica, giorno e notte e ho pensato che avremmo potuto andare lì già il sabato, sistemarci e stare al mare il giorno prima a rilassarci. É da tanto che non facciamo una vacanza ed è solo un giorno, in più dovremmo andare lì comunque se accettiamo il lavoro. Che ne pensate?”

“Io ci sto!” Naruto urlò senza aspettare un secondo di più, dopo aver sentito la spiegazione del coinquilino.

Entrambi guardarono Uchiha con impazienza e speranza, Sai li guardò tutti con non curanza, come se gli andasse bene qualsiasi decisione avrebbero preso.

“Sì, si può fare, non dovremmo prenderci dei giorni di ferie dai lavori part-time, in più avremmo un guadagno nel lavorare, quindi possiamo tranquillamente permettercelo”

Naruto e Suigetsu urlarono uno “Yeeeeeh!” saltellando e tenendosi per mano, felici.

Sai li interruppe “Dov’è che andiamo?”

“Fire Island” rispose Suigetsu

“A Pines Beach o a Cherry Groove?” chiese ulteriormente Sasuke, optando tra le spiagge gay friendly più famose, sentendo il contesto, lo diede per scontato.

“Cherry Groove!” disse emozionato Hozuki.

“Vado a scegliere lo slippino più striminzito che ho allora!” fu la risposta di Sai, che si staccò dalla cucina dirigendosi in camera da letto.

Naruto rise, guardando gli altri, poi si fermò, allargando comicamente gli occhi, quasi avesse avuto un’illuminazione “Vengo anch’io!” e si alzò di scatto dal divano, il caldo improvvisamente dimenticato, ignorò anche il suono che fece la sua pelle mentre si staccava da quella del divano, a mo’ di scotch.

“Autch!” commentò invece Suigetsu, spostando poi lo sguardo verso Sasuke, Uchiha fece lo stesso e in coro “Dobbiamo scegliere le parrucche da portarci via!” si alzarono raggiungendo gli altri.

 

 

 

 

Quel fine settimana partirono la mattina presto, quando l’aria era ancora fresca e frizzante e non tremendamente afosa. Trascinarono le valige fino in metropolitana, ancora piuttosto vuota, a quell’ora del mattino, aspettando la linea sotterranea sulla banchina si potevano sentire correnti di aria fresca arrivare dal tunnel. Quando arrivò la metro entrarono in fretta, pronti a scendere dopo una breve corsa fino al capo linea alla stazione metropolitana del Jamaica Center-Parsons Archer e poi da lì cambiare e farsi un’ora di treno fino a Sayville. Dalla stazione ferroviaria di Sayville, prendere un taxi fino al terminal Sayville Ferry Service.
Salirono finalmente sul traghetto a due piani che li avrebbe portati alla loro destinazione.
La barca faceva più giri in giornata, soprattutto d’estate collegando Sayville a Long Island a Cherry Grove, Fire Island Pines, Sailors Haven e Water Island.
Il traghetto spiccava con il suo bianco, in mezzo alle acque blu del mare, a riprende il colore delle acque mosse, solo due bande di colore, blu scuro sulla parte inferiore del battello e una più chiara al secondo piano della barca. Andarono a cercare dei posti a sedere tra la gente, il piano inferiore completamente stra-colmo li costrinse a salire le scale per quello all’aperto cercando di mantenere l’equilibrio sulle piccole scale con le valige e il dondolio della barca ancora attraccata al molo di Sayville.

“Aww con questo sole mi scotterò, questa mattina non ho ancora avuto tempo di mettere la crema solare. Ci cucineremo qui sopra!” si lamentò Suigetsu.

“Tranquillo, quando partirà ci sarà il vento a rinfrescarci, non patiremo il caldo.” provò a rincuorarlo Sai, anche se temeva i raggi del sole tanto se non più di lui, per via della sua pelle chiarissima.

“Smettila di lamentarti. Non moriremo per essere stati 20 minuti al sole senza crema solare… credo.” Sasuke non ne era troppo certo ma non lo diede a vedere e si posizionò su una delle sedute a disposizione, sospirando quando sentì un filo di vento muovergli i capelli.

Sul battello c’erano degli altoparlanti che trasmettevano un po’ di musica in sottofondo, per allietare l’attesa del viaggio, ogni tanto interrotta da delle comunicazioni di servizio del capitano prima di salpare.
Come previsto, una volta cominciati a muovere il vento portò un po’ di respiro dal sole, bollente anche di prima mattina. Sasuke si guardò un attimo attorno, vedendo attraverso le lenti scure degli occhiali da sole il suo ragazzo appoggiato alla ringhiera che guardava verso il basso.

Iniziò Sympathy For The Devil dallo stereo, Naruto cominciò a canticchiarla e a battere a ritmo le mani sulla ringhiera in ferro del traghetto alla quale era appoggiato, la maglia gialla con la scritta “If you remember WOODSTOCK in 1969… you weren’t there” si abbinava ai suoi capelli biondi e i jeans chiari a sigaretta gli scendevano perfettamente sulle gambe, ai piedi un paio di Authentic nere, semplici. Lo sciabordio cadenzato delle onde contro le sponde della barca si sentiva appena, tra la musica e il rumore del motore che li faceva muovere. Le onde più alte si infrangevano sulla prua dell’imbarcazione facendo finire qualche gocciolina fin là sopra.

Sasuke affidò le valige a Sai e Suigetsu, raggiungendolo e affiancandosi a lui sulla ringhiera, guardando il mare blu profondo davanti a loro e sulla destra la costa con il porto che avevano lasciato un paio di minuti prima, inalando l’aria salmastra del mare.

“Sei emozionato, vero?” chiese sollevando gli occhiali scuri sulla testa per apprezzare meglio i colori che lo circondavano, stringendo gli occhi quando la luce del sole risultò troppo accesa senza lo schermo delle lenti.

Naruto lo guardò sorridendo, poi annuì “É la prima volta che andiamo tutti assieme in vacanza e soprattutto in una località lgbt friendly, sarà bello non avere l’ansia e non doversi guardare attorno solo perché mi viene voglia di baciarti sulla spiaggia.” gli si avvicinò lentamente, Uchiha allungò il collo andandogli incontro, socchiudendo gli occhi e lasciandogli un morbido bacio sulle labbra “Sì, è decisamente bello” rispose quest’ultimo.

“Senza parlare di domenica, non vedo l’ora di esibirmi!” riprese il discorso, più frizzante di prima, gli occhi blu che brillavano di aspettativa.

Sasuke sorrise, capendolo, aveva sempre lo stomaco sotto sopra quando si esibiva sul palco, ma in senso buono. “Dai, vieni, torniamo dagli altri a vedere se le nostre valige sono ancora lì o se se le sono fatte rubare sotto il naso, visto che siamo quasi arrivati.
Il battello attraccò su un molo in legno abbastanza lungo su cui far sbarcare i passeggeri, a fine della passerella in legno, una sulla parete destra e una sulla sinistra, vi erano posizionate due bandiere, quella USA e quella arcobaleno.

Suigetsu sospirò “Ah, si sente già odore di liberà” poi fece una faccia un po’ disgustata “e di pesce.”

Naruto scoppiò a ridere “Dai, muoviamoci, voglio sistemare velocemente le cose e andare in spiaggia!”

Si avviarono con zaini e valige al B&B per fare il check-in, tirarono fuori parrucche e vestiti lasciandoli da parte per il giorno dopo, sistemandoli solo un po’ per risanarli dal viaggio in valigia, dopo di che si sistemarono per andare in spiaggia, abbandonando il superfluo in camera.

 

 

 

 

Suigetsu, nel suo caftano blu trasparente con fili argentati, andò avanti aprendo le braccia e lasciando che il vento lo colpisse, facendo svolazzare la stoffa leggera, i piedi ben impiantati nella sabbia bollente, a proteggerli solo dei sandali alla schiava, esordendo con “La regina è arrivata!”

Sasuke alzò gli occhi al cielo, mentre Naruto sghignazzava con una mano davanti alla bocca, cercando di nasconderlo. Uchiha lo guardò male per una frazione di secondo, per poi ghignare
“Senti Priscilla, è una spiaggia e non il deserto e al massimo puoi essere la regina di ‘sto cazzo. Vieni qui e dacci una mano, prima che tu prenda un’insolazione, ci mancherebbe anche quella, sei già abbastanza rincoglionito!” con il risultato di far uscire dalla sua personale fantasia Suigetsu, che piano aveva abbassato le braccia, girandosi totalmente indignato e di far scoppiare definitivamente a ridere Naruto… Sai decise di continuare a stamparsi un sorriso di circostanza sulla faccia e di non intromettersi.

Passarono il resto della mattinata a sistemarsi sulla spiaggia libera, attenti a non prendere il sole riparandosi sotto l’ombrellone e mettendosi la protezione più alta che Sasuke si era assicurato di trovare in farmacia e portarsi dietro. Pranzarono velocemente sotto l’ombrellone, con ciò che avevano comprato in uno dei bar sulla via per andare in spiaggia, così da non dover muoversi più di lì e perdere tempo andando avanti e indietro.

 

 

Erano sotto l’ombrellone e Sasuke si mosse sulla sdraio, guardando gli altri attraverso le lenti scure dei Ray Ban “Senti, Suigetsu, mi stavo domandando, ma non stai scomodo a stare in spiaggia così? Si può sapere perché ti sei già fatto il tucking?”

“Amore, c’è qualcosa che ci devi dire?” si intromise Sai, alludendo scherzosamente al fatto che era più in vesti femminili, che in quelle maschili.

Suigetsu guardò entrambi con finta sufficienza "I vestiti sono fatti di tessuto, che non ha genere. Se a qualcuno piace o si sente potente con qualche capo, allora può indossarlo. Se da ragazzo voglio indossare un vestito o un costume a due pezzi, allora lo farò e non cambierà il modo in cui mi identifico perché l'espressione di genere non equivale all'identità di genere e l'unica cosa che può avere un genere sono le persone… o anche no, non sta a me dirlo!”

Sasuke lo guardò “Lo so che ti identifichi in un uomo, anche io lo faccio e anche io mi sento davvero bella e potente nei panni di Miss Red, ma mi chiedevo perché fai tucking anche quando sei out of drag.”

Suigetsu mugugnò, pensandoci “Perchè mi fa stare bene. Non fraintendermi, come ho detto mi identifico come uomo, quindi può essere effettivamente fraintendibile la cosa, ma non mi fa sentire meno uomo quello che pensa la gente, solo perché magari si chiede se sono una ragazza o meno. A parte che quello che c’è nelle mie mutande o nelle mutande degli altri non dovrebbe essere un problema della gente… potrei anche rispondere che sono un Dio, tanto ci vado vicino.”

“Ha! Sì, come no!” lo derise Sasuke

In contemporanea sentirono una voce alle loro spalle che si avvicinava “Come del resto ho risposto io quando una testa di cazzo mi ha chiesto se quindi avevo il cazzo in mezzo alle gambe!”

Si girarono e videro Deidara arrivare, sapevano sarebbe stato a Cherry Grove, aveva una mezza cosa con Sasori e spesso si faceva vedere al locale anche se non doveva aiutare Suigetsu.

“Deidara, tu sei Non-binary, vero?” chiese conferma Suigetsu

“Quindi il tuo modo di vestirti non è solo un’espressione di genere, ma nel tuo caso equivale anche alla tua identità di genere?” chiese Sai

“Più o meno. Lo spettro Non-binary genere è un termine ombrello e racchiude molti termini, in generale comprende le persone che non si identificano nello spettro binario, quindi solo come uomo o solo come donna, perciò posso parlare solo per me, generalizzare sarebbe azzardato…” gli altri annuirono in conferma, ascoltando, mentre Deidara si sistemava su una sdraio lì vicino, un ventaglio enorme in mano a farsi aria e un cappello a tesa larga a coprire la testa“…per quanto mi riguarda io ho un corpo androgino e più volte mi ci rispecchio anche in me stesso. Ho sia delle caratteristiche maschili che femminili e alle volte mi identifico in entrambi, altre volte con un genere neutro. Per quanto mi riguarda potete usare qualsiasi pronome o chiamarmi come volete, non mi crea alcun problema.”

“Io la chiamo stronza e funziona sempre!” esclamò Suigetsu, strappando una risata a tutti.

Poi Suigetsu si rivolse all’amico “E tu Sasuke? Noi diciamo che sei semplicemente gay per la tua relazione con Naruto, ma in realtà è per semplificare il tutto.”

Sasuke lo guardò con la coda dell’occhio per un secondo, poi spostò lo sguardo verso la riva e osservò il suo ragazzo attraverso le lenti scure degli occhiali da sole “Io credo di essere stato semplicemente molto fortunato…” sospirò “…il mio rapporto con il sesso o con possibili partners mi ha sempre creato problemi. In passato, quando mi sono trovato in condizioni di fare esperienza, mi sono riscoperto piuttosto freddo con chi mi ritrovavo davanti, non provavo niente se non un grande disagio e sebbene sappiate benissimo che non ho problemi a parlare di sesso, ancora oggi, quando penso a quel poco che sono riuscito a fare, sento un grande imbarazzo montare, non so nemmeno io perché, credo che semplicemente il mio non sentirmi a mio agio in quegli istanti salga nuovamente, eppure con Naruto non succede nulla di tutto questo.”

“Oh, lo sappiamo bene, credimi!” Sai lo interruppe per un secondo, indicando se stesso e Suigetsu, come a far intendere che li avessero sentiti nei loro momenti più intimi.

Sasuke alzò entrambe le dita medie e sorrise falsamente, poi ricominciò a parlare. “Quando ho capito di essere demisessuale mi sono sentito più leggero in qualche modo, ero in pace con me stesso e andava bene così, eppure quando ho conosciuto Naruto è stato tutto differente. Avrei potuto anche non trovare mai nessuno che mi facesse sentire in questo modo, che costruisse un legame del genere, talmente forte che l’attrazione è montata da sola e tutto ciò che mi faceva sentire male, a disagio e in imbarazzo con altri, mi è sembrato normale con lui. Lo guardo e posso dire con certezza di esserne attratto sessualmente, guardo gli altri e posso dire che sono belli, posso farci apprezzamenti, ma non riuscirei ad andarci a letto, ad esserne attratto a quel modo anche se fossero le persone più belle del mondo, non so se riuscite a capire quello che voglio dire.”

Abbassò leggermente la montatura scura degli occhiali sul naso e si beò della vista luminosa e colorata di Naruto, l’oceano di un blu brillante alle sue spalle e la sabbia bianca scomparivano in confronto alla luminosità del ragazzo. Una bellezza genuina e accesa. I suoi occhi mangiarono la sua figura longilinea, mentre riposizionava la montatura squadrata dei suoi RayBan sul naso dritto, sentì l’impulso insopprimibile di raggiungerlo.
“Sono solo stato fortunato da morire.” Sospirò, dandosi del ridicolo perché a quel modo sembrava proprio un sottone di merda, quindi “fece finta di nulla” alzandosi dalla sdraio e cambiando tono, con la speranza di glissare il suo tono innamorato.
“Questo, comunque, è come l’ho vissuta io, per qualcun altro potrebbe essere diverso. Ora, se volete scusarmi, frociarole, vado dal mio ragazzo.”

Detto questo si avviò a grandi falcate verso la riva ignorando il cinguettio di Suigetsu mentre lo prendeva in giro con un “Innamorato!” dal tono ridicolo e una “o” portata avanti troppo allungo nel finale. Entrò con i piedi in acqua, avanzando fino ai polpacci, chiamando Naruto e facendolo girare. L’acqua era gelida, mentre il sole alle sue spalle cocente, la protezione solare che gli aveva appiccicato la schiena in precedenza ormai era stata assorbita quasi del tutto, tornato all’ombrellone avrebbe dovuto assolutamente rimettersela, prima di ustionarsi. Sentì le mani di Naruto raggiungerlo sui fianchi magri, fresche e bagnate, mentre lo avvicinava a sé. Passò le sue, di mani, sulle braccia calde e dalla pelle liscia, abbronzata, usandole come appoggio e alzando un po’ la testa incontrò le labbra carnose e dal sapore marino sulle sue, gli occhiali che cozzavano appena sulla fronte del biondo, il quale non se ne curava e assaporava le sue labbra morbide, stringendoselo addosso, sempre di più.

 

 

 

 

 

Il giorno dopo passarono solo la mattinata al mare, subito dopo pranzo cominciarono a prepararsi per il pomeriggio, per mettersi in drag completamente ci volevano delle ore, del resto.
Arrivarono al locale provvisorio quando si stava ancora riempiendo. Il bar era sulla destra, coperto, provvisto di tutti i liquori fruttati che potessero esistere e altre bevande da miscelare per creare cocktail estivi dalle mani sapienti di Sasori, la postazione era divida dalla pista da ballo da un bancone, lo spazio era limitato ma abbastanza capiente e all’aperto, a fine pista da ballo si trovava un palco abbastanza sopraelevato, più piccolo rispetto a quello che c’era al locale principale dove lavoravano solitamente, ma abbastanza ampio per muoversi e ballare, entrambi all’aperto, pista e palco, senza che ci fosse una copertura totale, solo una parte della tettoia che copriva la parte del bar copriva le teste della gente, facendo ombra, non che questo importasse pienamente quando di giorno tutti si ritrovavano in costume, mentre di sera calava il sole.
Loro avevano optato tutte per dei vestiti leggeri e comodi, per durare giorno e notte, come quello di Lemonade che stava ballando sul palco con un vestitino corto e attillato arancione, un paio di décolleté in vernice gialla, un paio di collane sottili e due orecchini a cascata, una parrucca giallo acceso con un ponytail alto e gonfio che faceva ricadere i capelli sulle sue spalle, rimbalzando un po’ e oscillando quando si muoveva a tempo di musica . Lo stile e il suo drag name cadevano a pennello a Naruto, che anche out of drag spesso usava quegli stessi colori.
Il trucco invece era ben più scuro sia per gli occhi che per le labbra, quando sbatteva gli occhioni blu un paio di grosse ciglia finte svolazzavano, rimarcando lo sguardo, la pelle bronzea riluceva sotto il grande quantitativo di illuminante e il contouring gli affinava i tratti, comunque già abbastanza delicati per un ragazzo, ma mai quanto quelli di Sasuke che venivano incorniciati dalla parrucca nera e liscia che aveva scelto, lunga fino alle spalle e con una frangetta che finiva poco più sù rispetto alle alte e fine sopracciglia che si era ridisegnato, il trucco occhi bianco e nero ma tremendamente affilato, svettante verso l’alto, le labbra solcate da un rossetto rosso acceso, il corpo magro coperto da un vestitino viola chiaro vertiginosamente corto, la vita stretta in un corpetto argentato e le gambe lunghe e magre coperte da delle calze a mezza gamba, nere trasparenti, leggerissime, tenute su da dei reggi calze che si vedevano ai lati, fino a scomparire in quel poco tessuto del vestito che indossava, le scarpe erano di un viola molto più scuro, il tacco ripidissimo, aperte, ma legate alla caviglia. L’alto bracciale argentato, che riprendeva il corsetto, un paio di orecchini a cerchio e una collana fatta a chocker, tintinnò mentre passava un bicchiere colmo di Sangria ad uno dei clienti. 

Guardò Miss Tress, nei suoi slippini neri, sovrastati da delle calze a rete a maglia stretta, dei guanti lunghi che le riprendevano e un cintura piuttosto larga a livello dell’ombelico, per stringere la vita, ornata da cinghie e borchie argentate, mentre la parte superiore era coperta, o scoperta, dipende dai punti di vista, da un harnessm anch’esso completamente borchiato, agganciato con delle cinghie sul costato, la parte sopra a forma di reggiseno, allacciato con delle cinghie più sottili che passavano dietro il collo chiaro, questo coperto da un alto e spesso chocker in linea con lo stile del suo outfit, nero, borchiato e con un grande anello collegato al centro, oltre a quello, solo due grossi orecchini in argento ad ornare la figura con dei gioielli, il trucco scuro somigliava a quello di di Sasuke nei panni di Miss Red, ma più scuro, le ciglia finte più imponenti e la forma dell’eye-liner meno affilato, più corto, la parrucca nera e liscia, lunga fino alle spalle, ma con un taglio differente, la parte destra di capelli erano tirati indietro, mentre quella destra si alzava in un ciuffo corto, cotonato che finiva con un ampio ricciolo sulla fronte.
Le fece segno di andare dietro al bancone al suo posto, come da organizzazione.
Si davano il cambio, mentre una andava avanti con lo spettacolo, le altre giravano in mezzo alla pista da ballo, o nei pressi del bancone, intrattenendo gli ospiti mentre Sasori preparava i drink, ogni tanto si azzardavano ad andare dietro al bancone ad aiutarlo, esattamente come stava accadendo ora.

Verso il tardo pomeriggio si ritrovarono tutte e quattro sul palco, mentre Suigetsu nel suo body azzurro incitava il pubblico, abbinato al trucco piuttosto extra che si era fatto, andando andando contro il caldo estivo, sfidandolo a non scioglierlo completamente. La falcata non era meno sicura sugli stivali alti fino al ginocchio, in tinta con il body, le gambe coperte solo da delle calze a rete come quelle del proprio ragazzo, ai fianchi una cintura nera, borchia, talmente lunga da intrecciarsi su se stessa, facendo due giri del bacino, allungò la mano dalle unghie lunghe di un rosso aranciato, un anello con una pietra azzurra ad adornargli un dito esattamente come facevano gli orecchino con i lobi, la parrucca, come le unghie, era di un colore dai toni caldi e sgargianti, in contrasto all’outfit, una luce front lunga fino ai fianchi, dal taglio sfilato e di un arancione talmente acceso da sembrare quasi flou che ricordava l’arancione acceso del sole mentre calava sempre più verso l’orizzonte nel tardo e caldo pomeriggio d’estate, proprio come stava per accadere in quel momento.
La mano fece un segno e al ritmo di Who Let the Freaks Out di Todrik Hall una coltre di bolle e schiuma si riversò sul pubblico accaldato, bagnandogli la pelle, mentre loro continuavano a ballare sul palco davanti alla bolgia entusiasta, senza che la schiuma arrivasse sul palco, lo schiuma party andò avanti fino a sera e durante la nottata stessa, la gente che si alternava, così come i getti di bolle e schiuma, ma che mai si diradava del tutto, fino alla chiusura.

 

 

 

L’indomani partirono in a metà mattinata, dopo aver fatto colazione con tutta calma, stremati.
Stavano andando verso il traghetto che li avrebbe riportati indietro, non così pronti ad intraprendere il lungo viaggio verso casa e a lasciare Cherry Grove, quando una voce a loro familiare li fermò, i capelli rossi spiccarono tra la gente.

Deidara li guardò, esordendo con un “Siete proprio presi male!”

“Hey, siamo sempre gnocchissimi, stronza!” fu la pronta risposta di Suigetsu

Sasori, al fianco di Deidara, sorrise appena “Mi sembra sia andata bene, avete fatto un buon lavoro. Come vi ho detto sto facendo il giro delle drag queen, ma possiamo metterci d’accordo con più calma e decidere per un’altro weekend, o più di uno, se ve la sentite, magari questa volta anche il sabato sera.”

I quattro si guardarono, sorridendo tra di loro, annuendo.

“Ci sentiamo per i dettagli, ora dobbiamo andare, se no il traghetto parte senza di noi.” rispose Sasuke, salutando il ragazzo più grande e continuando ad andare verso la banchina, conscio che avrebbero rimesso piede sull’isola quanto prima.

  
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