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Autore: NightWatcher96    24/10/2021    2 recensioni
"Spero che non rinuncerai alla tua carriera, Number One Hero".
Sorrise. Non ebbe neanche bisogno di dischiudere gli occhi. "Tranquillo, Kacchan. Non succederà mai. Ho te come supporto, mi basta".
Ship: Kacchan x Deku
Accenni: Eijiro x Denki
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Kaminari Denki, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Quirkless

Buona domenica a tutti! Oggi ero in vena di scrivere questa storia che si basa solo per il problema di Deku su un anime sportivo di Rubgy chiamato "Number 24" che mi è piaciuto. Detto ciò, senza indugi, Enjoy!



 

La folla acclamava forte i due Hero un po' ammaccati che davano le spalle al cumulo di macerie. Erano stati tempestivi, forti e grandi, riuscendo a salvare circa duecento persone in un palazzo di specchi adibito ad uffici per conto di un'importante azienda di realizzazione di costumi per Hero e Pro Hero.

Era bastato un semplice allarme, i due più vicini Top Hero solo da un anno si erano buttati immediatamente al centro di Musutafu, trovando un Villain di spalle con due potenti bracieri al posto delle mani.

"Voglio un super costume e voi me lo darete, bastardi!" si era messo ad urlare.

Il giovane Deku lo aveva immediatamente bloccato alla bocca, braccia e gambe con la sua Black Whip, l'altrettanto impavido DynaMight lo aveva preso e gettato in un cassonetto della spazzatura e con le sue esplosioni ne aveva liquefatto il metallo per creare una sorte di prigionia temporanea.

Avevano però visto che le fiamme di quel Villain aveva intaccato dei contatori elettrici e il palazzo era già stato sommerso dalle fiamme. Si erano scambiati un cenno, erano letteralmente volati e con superbia maestria, fin troppa per due ventenni poi, avevano dato vita a una prodezza incredibile.

Certo, non erano riusciti a fare molto per l'edificio ma avevano quantomeno contenuto esplosione con i loro Quirk: Deku con l'One for All aveva cercato di schermare i civili urlanti, Kacchan con le sue esplosioni aveva ridotto in polvere ogni detrito pericoloso.

Era bastato un video di un ragazzino salvato postato sui social media per attrarre immediatamente circa quattro troupe di giornalisti alquanto invadenti.

"I due promettenti Top Hero hanno salvato ben duecento persone, oggi!" introdusse una giornalista con dei capelli rossi e delle orecchie lunghe da volpe. "Come ci si sente ad essere stati incredibilmente potenti, oggi?". Puntò il microfono in faccia a Deku che con un sorriso non rispose.

Prontamente, Katsuki sfilò il microfono dalla mano della donna e guardò nelle telecamere con uno sguardo molto serio. "Facciamo solo il nostro lavoro e continueremo a farlo" disse, riconsegnando l'arnese alla donna che, stupita dalla calma del biondo, riprovò a intervistarlo. "Abbiamo da fare. Dobbiamo tornare nella nostra agenzia per eventuali minacce" e detto ciò, girato solo a tre quarti, prese Deku per un polso e lo trascinò lontano.

Riuscirono ad allontanarsi per almeno trecento metri prima che Deku inciampasse nei suoi stessi piedi e finisse stremato al suolo, a gemere di dolore a denti stretti. Il biondo lo raccolse immediatamente tra le braccia e senza dire una singola parola si incamminò verso l'agenzia più vicina, quella di FatGum con Amajiki Tamaki, Eijiro Kirishima e Denki Kaminari, suo storico fidanzato. 

Fu rapido a camminare, cercando di non correre per evitare di far sobbalzare quel corpo che in circa sei mesi aveva perso un'invidiabile massa muscolare, facendolo diventare piccolo come la prima volta che aveva ricevuto l'One for All. 

Non voleva ricordare quell'incidente, anzi, in realtà aveva imparato a convivere con quell'errore a fatica e sapeva che sarebbe bastato un pensiero nel passato per farlo nuovamente sprofondare in un abisso di disperazione e depressione.

Si concesse di guardare il volto sofferente di Izuku tra le sue braccia portandosi finalmente alle porte in vetro dell'agenzia Gummy che somigliava quasi a un negozio di alimentari ma dentro era dotata di tutti i confort e gli accessori più modernizzati per essere sempre pronti a intervenire ad ogni più piccola richiesta di soccorso.

Spinse una di quelle porte con la spalla, marciando in silenzio verso la prima porta a sinistra, una sorte di piccola infermeria e una volta lì poggiò il suo fidanzato sul un lettino da studio medico. Kacchan gli fece una carezza ai capelli per poi prendere delle medicine dalle tasche della cintura di Izuku. 

"K-Kacchan…" sillabò a denti stretti il verdino. 

"Ci sono. Prendo un po' d'acqua" rispose l'altro, uscendo un momento dalla stanza per avvicinarsi a un distributore di bibite e prendere una bottiglia di acqua semplice. Tornò, ne svitò il tappo e portò dolcemente la testa di Izuku nella piegatura del suo braccio per farlo prima bere un po' e poi inghiottire ben due pasticche rosse. "Come stai?" domandò, rimettendolo perfettamente disteso.

"Non sento bene la mano sinistra e la gamba. Mi gira la testa" ammise il verdino, con un debole sorriso. 

Kacchan aprì la bocca per dire qualcosa, una qualunque ma fu battuto sul tempo dalla porta che si apriva lentamente, con un cigolio. Eijiro e Denki entrarono nella stanza con dei sorrisi appena accennati.

"Complimenti, ragazzi, siete sempre in cima alla classifica dei più giovani Top Hero di tutti i tempi" iniziò Denki. "Le ferite?".

"Solo dei tagli, stiamo bene" spiegò subito Kacchan, sedendosi stancamente sulla scrivania che capeggiava in fondo alla stanza bianca, accanto a una vetrata con delle candide tende socchiuse.

Izuku spostò gli occhi verso le due figure e sorrise dolcemente. "Anche io sto bene, mi sono solo sforzato troppo con i miei Quirk".

"Devi fare attenzione. Con un problema come il tuo non è salutare continuare a fare tutto in questo modo…" sospirò Eijiro, stringendogli la mano destra con affetto. "Rischi di dover pagare il conto".

Izuku divenne serio: il suo sguardo si illuminò di tristezza nel puntarlo nel nulla. Lo sapeva bene, dopo quell'incidente non per colpa di Kacchan si era ritrovato con un handicap a vita che stava stroncando la sua carriera di Pro e Top Hero.

Kacchan strinse i pugni ma non disse nulla, distogliendo perfino lo sguardo. Denki picchiettò il costato di Eijiro con il gomito in un tentativo di cambiare discorso.

"Stasera andiamo a mangiare tutti insieme? Ci saranno anche gli altri! Festeggiamo il nostro secondo anno da Pro Hero!" spiegò radioso il rosso crinito, accarezzando i capelli del verdino che sorrise. 

"Puoi aiutarmi a mettermi seduto, Kirishima-kun?" chiese Izuku, un po' in imbarazzo. "Sei il più vicino…" si affrettò ad aggiungere, notando che Katsuki si era alzato per offrire aiuto. "Ce la faccio. Tu riposati e fatti controllare la caviglia".

"Eh! Alla faccia dei tagli superficiali, allora!" sbuffò Denki. "Da qua, Bakugo, fammi vedere che hai combinato".

"Sto bene" tagliò corto il biondo, distogliendo ancora lo sguardo.

"Insisto!". Denki prese l'iniziativa di sfilargli lo stivale destro e di notare effettivamente la pelle rossa, gonfia e calda circondare la caviglia. "Con del ghiaccio, pomata e fasciatura tornerai come nuovo, vedrai!" evidenziò, andando a prendere una cassetta del pronto soccorso dall'ufficio di Red Riot, la terza porta a sinistra. Tornò quasi subito, fece distendere l'arto sulla scrivania e iniziò a curare. "Sono diventato piuttosto bravo con queste cose da quando la criminalità è aumentata, anche se, per fortuna, non è agli stessi livelli di quando c'era All for One".

Eijiro aiutò piano Izuku a mettersi seduto, non osando lasciarlo neanche per un momento. "Ce la fai a camminare?" domandò apprensivo.

Ci provò, ma la gamba destra era intorpidita e ancora non riusciva a coordinarla bene. Riuscì semplicemente a restare in piedi per qualche attimo, prima di perdere l'equilibrio e tornare seduto. Kacchan fece segno al rosso di rimetterlo disteso, nonostante Deku non volesse affatto.

"Non sforziamo il collo, va bene? Ti riposi un po', poi tornerai in piedi, promesso" sorrise il rosso, troncando sul nascere qualsiasi lamentela.

Kacchan, mentre guardava Izuku iniziare a parlare del suo Quirk, divenne insensibile e pian piano i ricordi più oscuri lo inghiottirono…

 

Katsuki era già pronto; sinceramente non aveva tutta questa voglia di andare alla rimpatriata dei vecchi compagni della U.A. ma Eijiro li aveva costretti praticamente ad andare tutti insieme e quando aveva visto gli occhi di Izuku illuminarsi non aveva voluto dire di no. 

Si era scelto un semplice completo in bianco, uno smoking elegante che gli dava l'impressione di essere uno sposo in procinto di colonizzare il suo sogno d'amore. Si era tirato una ciocca della frangia sulla testa con del gel e la restante gli copriva un po' l'occhio sinistro conferendogli un'aria da angelo tenebroso.

Si sbottonò un po' la camicia bianca e scelse di non mettersi né papillon né cravatte, dato che non si sarebbe affatto sentito se stesso in quel modo. Infine un po' di acqua di colonia, tra l'altro un regalo di Izuku qualche mese fa. Ecco, ora era perfetto, anche le scarpe bianche con suola nera completavano magnificamente il look.

Però nei suoi occhi c'era una scintilla di indefinita tristezza e di tanto in tanto deglutiva, guardando dallo specchio del bagno il suo pomo d'Adamo muoversi ritmicamente: sentiva una costrizione nel petto gravata da un unico ed egoistico pensiero.

Avrebbe detto a Deku che-.

"Kacchan, sono pronto. Andiamo".

I suoi pensieri si interruppero immediatamente alla voce del verdino che aveva fatto capolino oltre la porta socchiusa del bagno. Katsuki non poté fare a meno di mangiarselo con gli occhi, tanta era la bellezza fasciata in uno smoking nero con una cravatta di raso scura e camicia bianca. Questa volta si era messo un paio di scarpe lucide e corvine decenti. 

Senza quasi pensarci, Kacchan prese un po' di gel dal barattolo ancora aperto sul lavandino del piccolo bagno dai toni azzurrati e gli creò un'acconciatura simile alla sua, lasciando un po' la fronte e l'occhio sinistro scoperti. 

Per completare il tutto, il biondo gli premette il naso nell'incavo del piccolo collo, piroettandoselo in un abbraccio dove era stavolta Deku a dare le spalle allo specchio. Fu un momento: non appena i suoi occhi rubini fissarono la cicatrice sulla noce del collo del fidanzato sentì il peso della vergogna appesantirgli lo stomaco. 

Era una lesione al midollo, un'ernia precisamente che di tanto in tanto dava problemi agli arti. Spesso Deku era immobile un'intera giornata, a volte non riusciva a camminare bene, altre volte non percepiva i nervi delle mani.

Gli baciò lo zigomo sinistro e lo prese sottobraccio. 

"Hai messo il mio profumo" sorrise il verdino. La mano sinistra prese a tremargli un po' bloccandosi a mezz'aria ma Katsuki gliel'afferrò ugualmente e la strinse a sè. "Sei bellissimo, Kacchan".

"Anche tu, Izuku" sorrise debolmente l'altro. 

 

La serata-festa era colorata e rumorosa in quella lussuosissima sala di uno dei ristoranti più costosi del momento. Tutto era stato organizzato, ovviamente, da Momo come anche lo scorso anno e come al solito si era dimostrata impeccabile nei gusti.

Alti soffitti dorati, lampadari swaroski, tavoli con pregiatissime tovaglie, pavimenti in marmo a ricordare i saloni dei più importanti castelli di re e regine e cosa più importante, vetrate che mostravano terrazzi con viste mozzafiato su tutta Musutafu. 

Quando si erano presentati per ultimi, Deku e Kacchan erano stati accolti come due divinità e sia Eijiro sia Ochako li avevano tirati a sedere accanto a loro. Puntualmente i due erano stati messi vicini perché dividerli forse non sarebbe mai stata una buona idea.

"Come ti senti?" gli sussurrò Eijiro, versandogli un bicchiere d'acqua.

"Molto bene, in realtà. Potrei anche sconfiggere un Villain qui ed ora con l'One for All quasi al cinquanta per cento!" rispose giocosamente Izuku, prendendo un sorso.

"Midoriya egocentrico? Non ci credo proprio!" commentò Denki, scherzosamente.

E tra una chiacchiera e un'eccellente portata, la vecchia 1-A avrebbe passato una bellissima serata, una perfetta rimpatriata dei vecchi tempi, fra risate, racconti e aneddoti della loro vita passata come studenti. C'era un bellissimo calore; chiunque avrebbe guardato quegli occhi limpidi e i volti colorati di gioia, avrebbe visto solo dei ragazzi cresciuti troppo in fretta per ripulire un mondo corrotto dalla malvagità.

A un certo punto, però, ci fu un rumore di vetro sul pavimento che troncò immediatamente quell'allegro chiacchiericcio; Deku aveva una mano tremante alzata e guardava con rammarico e labbra chiuse il bicchiere ormai in frantumi sul pavimento di marmo. Teneva l'arto sinistro sollevato a mezz'aria e sembrava non riuscisse a controllarlo a dovere.

"Scusatemi!" gemette, cercando di abbassarsi per ripulire. 

Eijiro si alzò prontamente per fermarlo, Momo chiamò uno dei camerieri con una dei campanelli posti sul lungo tavolo. Una donna e un uomo non tardarono ad arrivare e a rimettere le cose a posto.

Qualche attimo dopo, il silenzio gravava pesantemente. 

"Come sta andando la riabilitazione?" domandò improvvisamente Shoto.

"In realtà sto peggiorando" ammise Izuku, con un triste sorriso. "Inizialmente stavo rispondendo molto bene alle cure, grazie anche a quelle di Recovery Girl, ma adesso il mio corpo sta rallentando. Prima potevo anche esercitare a pieno il mio Quirk e continuare a lavorare come Pro Hero… ora ho bisogno costantemente di un supporto".

Katsuki strinse i pugni sotto al tavolo, senza dire nulla ma semplicemente fissando il verdino con occhi tristi. E di nuovo deglutì per riflesso.

"Stai pensando di…" squittì Ashido.

Izuku la guardò senza dire nulla per un momento ma poi negò: "No, non posso rinunciare a salvare vite importanti. E' questo ciò che fanno gli Hero".

"D'accordo, Midoriya, questo ti fa onore" seguitò Denki. "Ma come pensi di fare? Ti abbiamo visto oggi, eri incapace di muoverti".

"Lo so. Ho parlato con Melissa e mi ha detto che insieme a suo padre, David Shield, potremmo arrivare a una cura riabilitativa adatta a come sono messo ora" spiegò il verdino, aprendo e chiudendo la mano che ancora percepiva formicolante.

"Quando inizierai?" chiese Ochako, tristemente.

"Dopo il matrimonio".

 Tutti sorrisero a quelle semplici parole; in un intervista recente, Deku aveva detto che si sarebbe sposato con Kacchan a breve ma non aveva detto precisamente quando. Il verdino parve riprendere colore sulle guance e scoccò un'occhiata maliziosa ma anche genuinamente felice al suo futuro sposo. Quest'ultimo invece distolse lo sguardo, incassando un po' il collo nelle spalle. Seguitò una lunga occhiata significativa dell'altro, incerto di quel comportamento.

"Avete deciso la data allora?" esclamò Mina, raggiante. Si alzò perfino dal suo posto, mettendo in mostra il suo elegante vestito bianco dove il seno rimbalzava un po' troppo. "Su, vogliamo sapere!".

Izuku aprì la bocca per rispondere quando Katsuki si alzò in piedi con uno sguardo furente facendo cadere un silenzio incerto. "Non ci sarà più alcun matrimonio".

"C-cosa…?" biascicò Denki sconvolto.

Deku spalancò gli occhi, negando piano, non volendo perfino accettare che il suo cervello stesse ripentendo all'infinito quel gruppo di sei parole così decise e secche. Katsuki lo guardò freddamente, con un accenno di dolore e continuò.

"Volevo dirtelo da un po', Deku, ma ho deciso di troncare la nostra relazione. Non ti amo più. E' finita tra di noi".

Dopo quelle parole parve crollare su ogni persona presente una pesante lastra di ghiaccio, spessa e dura come cemento armato. Una lacrima colò lungo la guancia di Izuku, immobile e scioccato, incapace di dire nulla se non muovere la bocca. 

Katsuki distolse lo sguardo, deglutendo per l'ennesima volta.

"Ma che cazzo di problemi hai?!" scattò improvvisamente Denki, facendo quasi sobbalzare tutti per quella rabbia così estranea a un tipo tanto esuberante. Fece il giro della tavola e lo afferrò per il bavero del completo, cercando i suoi occhi sfuggenti. "Guardami negli occhi, cazzo!".

Izuku alzò tremante la mano destra, chinando la testa di colpo come se avesse perso i seni. Eijiro gli appoggiò le mani sulle spalle controllando i suoi occhi che erano fissi nel vuoto, le lacrime che colavano oltre le guance pallide, creando pozze silenziose sul suo pantalone elegante. 

"Ti rendi conto di quello che hai detto, Bakugo?!" scattò anche Mina, imitando Denki nell'avvicinarsi. "Non ci posso credere che hai approfittato di questa festa per dire assurdità di questo calibro!".

"Avevo già in programma di dirlo, ne ho approfittato che c'eravate tutti" borbottò il biondo staccandosi da Denki con una manata non affatto gentile. Quello con la saetta rischiò di inciampare all'indietro ma Mina lo aiutò a riprendere l'equilibrio. "Mi evitate di spiegare le cose mille volte".

Izuku emise un singhiozzo a denti stretti, mentre scariche elettriche si materializzavano intorno al suo corpo e si alzava lentamente. Aveva chiuso gli occhi, quando li riaprì ardevano di collera e traboccavano di lacrime calde e pesanti.

"Izuku, che vuoi fare?!" esclamò Eijiro stringendolo per le braccia.

Il verdino non gli rispose, aveva gli occhi fissi su quelli sconcertati di Katsuki. Non successe nulla, lasciando i presenti con il fiato sospesi ma segretamente pronti a intervenire. Katsuki socchiuse gli occhi, infilò le mani in tasca tirando fuori le chiavi dell'appartamento che condivideva con Izuku, staccò una chiave che poggiò sul tavolo e si sfilò l'anello di fidanzamento che portava da cinque anni ormai. 

Gli diede le spalle, preferendo allontanarsi da quel posto dove aveva segnato la fine di tutto, ogni cosa. 

"Katsuki!" abbaiò Denki, ma l'altro non si fermò. "Non ci posso credere! Ma fai sul serio allora?!".

Eijiro capiva perché il suo fidanzato stesse reagendo in quel modo; era successo in passato, all'ultimo anno del Liceo U.A. che lui avesse capito male, assecondando una visione febbrile di Denki baciare un ragazzo del corso per Hero sezione B. Quel giorno, aveva la febbre ma era stato troppo poco virile per ammetterlo; aveva sognato un tradimento da Denki e quando si era ritrovato a cercarlo per stare un po' insieme lo aveva visto rivolto di spalle, con le mani sul volto del ragazzo e aveva iniziato a urlare arrabbiato, pretendendo scuse e volendo troncare tutto.

Denki ci era rimasto male, lo aveva fatto piangere davvero e non aveva voluto ascoltare le sue parole: quel ragazzo del corso B aveva il suo stesso Quirk Elettrico e gli stava semplicemente aiutando a scaricare l'energia elettrostatica contenuta nel suo corpo, facendo delle sue mani dei ricettori per aiutarlo. 

Eijiro lo aveva lasciato ma dopo una settimana aveva capito di aver sbagliato e da allora erano diventati non solo inseparabili ma anche pronti a sposarsi.

"Katsuki, non hai le palle!" urlò il biondo con la saetta, guardando Izuku che sembrava perso e in silenzio.

Improvvisamente il verdino alzò la mano sinistra e il Black Whip serpeggiò nero e veloce afferrando i quattro arti del biondo e trascinandolo prima sul pavimento poi contro una vetrata. 

Fuori aveva iniziato a piovere con intensità, la luna e le stelle erano scomparse, coperte da enormi e oscuri nuvoloni neri. Il suono cristallino dei vetri che si rompevano fecero gridare Mina e Asui e accorrere circa quattro camerieri uomini. 

"Izuku!" squittì Eijiro, incredulo.

Senza il minimo sforzo Izuku aveva fatto schiantare Katsuki contro una vetrata, in un'esplosione di vetri e ruzzolare più volte sul terrazzo bagnato e fangoso. Quest'ultimo si rimise a carponi, strofinandosi un rivolo di sangue dallo zigomo destro: quando alzò lo sguardo vide un inferno di smeraldo fissarlo senza quasi alcuna emozione, avvicinandosi lentamente con le fruste nere che ancora serpeggiavano rabbiose.

Deglutì ancora, sentendo l'agitazione formicolare nel suo corpo. Non era adrenalina, percepiva un peso al petto che conosceva molto bene.

Paura.

"Midoriya, che cosa vuoi fare?!" esclamò Shoto, bloccandolo per una spalla. 

L'altro lo guardò con un debole sorriso di scuse, facendolo stupire e mollare inconsapevolmente la prese poi tornò a marciare, fino a ritrovarsi sotto il temporale, con la mano sinistra chiusa a pugno. Il tempo di chiudere e riaprire gli occhi che Kacchan si ritrovò bloccato di nuovo ai quattro arti e al collo dalle fruste nere e Izuku a poca distanza dal suo corpo sospeso a mezz'aria, con le braccia conserte.

No. Era un déjà-vu! 

Lo aveva fatto apposta! Non ci aveva pensato!

Perché?! Le lacrime stavano iniziando a cadere lungo le guance di Kacchan, mischiandosi con la pioggia. Perché? Non voleva più rivivere quella stessa serata di circa sei mesi e mezzo fa! Ci aveva provato a convivere con il rimorso e Izuku glielo stava sbattendo in faccia!

"Lasciami, Deku!" urlò a pieni polmoni, dibattendosi ferocemente.

Dalla sala gli altri fissavano sconcertati quella scena particolare ma fu Eijiro a capire e a fermare tutti con le braccia aperte.

"Non dobbiamo interferire" disse con un fil di voce.

"Ma è evidente che Izuku si sta trattenendo e tutti sappiamo quanto possa essere implacabile a volte!" replicò Momo, preoccupata. 

"Voi non lo sapete ma l'incidente di Izuku l'ha provocato erroneamente Katsuki ed è iniziato tutto così" ammise Eijiro, dando le spalle a quel silenzioso combattimento sotto la pioggia. 

"C-come?" biascicò incredula Mina. "Tutti sanno che l'incidente di Midoriya è stato causato da un Villain all'ex centro commerciale di Hosu!".

"Izuku ha mentito perché non ha incolpato neanche una volta Katsuki".

I ragazzi guardarono l'espressione decisa e anche affranta di Eijiro che si voltò di nuovo verso i due protagonisti in doveroso silenzio. 

E intanto, Katsuki non riusciva a trovare la forza di allontanarsi da quel deja-vu beffardo, ideato da Izuku che ora non piangeva più ma aveva un'espressione completamente vuota. 

"Ti ho detto di lasciarmi! Tra di noi non può più funzionare! Non ti amo più, come te lo devo dire?!" scattò il biondo, attivando le sue esplosioni. Riuscirono solo a colpire lateralmente e in forma molto debole l'aria circostante. "Perché vuoi farmi rivivere quella sera..?" domandò con un fil di voce.

"Hai vissuto per tutto questo tempo nella vergogna e se mi sei stato accanto è stato solo come una forma di dovere per redimerti in un qualche modo a ciò che aveva fatto" iniziò Izuku, con voce gelida. Kacchan lo guardò come se gli fosse cresciuta una seconda testa. "Per tutto questo tempo ti ho osservato; sei diventato l'ombra di te stesso a causa mia e ho capito che tra di noi non era più vero amore. Mi sei rimasto accanto per supportarmi, perché pensavi che così facendo avresti ripagarmi e l'hai ammesso stasera, dinanzi a tutti".

"No, io ti am-! Io ti amavo!" ruggì il biondo, correggendosi.

"Scusami ma non ti credo" concluse il verdino, rimettendolo con i piedi in terra. Le fruste si dissolsero ma lui gli andò vicino. Gli prese il viso tra le mani e lo guardò con un triste sorriso. "Io ti amo, Kacchan. Il mio danno non ha importanza. Se tu però vuoi lasciarmi perché non mi ami più lo accetterò". Il biondo non trattenne le lacrime. "… se me lo dirai ora, guardandomi negli occhi".

Kacchan aprì la bocca tremando, incapace di rispondergli che sì, voleva lasciarlo perché non sopportava di aver stroncato una brillante carriera di un giovane Hero che si era sempre impegnato così tanto e no, perché lo amava troppo e non voleva credere che avesse pronunciato il contrario poco prima.

Improvvisamente, vide Deku tremare e un'espressione di dolore passare per i suoi occhi incredibilmente stupendi, che lo avevano fatto innamorare poco a poco. 

"Guarda come ti ho ridotto…" sussurrò Katsuki, abbracciandoselo con foga. Entrambi caddero a terra, Izuku si ritrovò quasi sbattuto con la testa ma l'altro gliela sorresse con una mano. Ora era a carponi su quel piccolo corpo, a proteggergli la faccia dalla pioggia con i suoi capelli biondi. "Ho cercato di andare avanti, ma ogni volta che vedevo quella cicatrice sentivo il disgusto e pensavo che alla fine ce l'avevo fatta a rovinarti la vita, proprio come facevo anni fa".

Deku non parlò.

"Abbiamo litigato quella sera, volevo sconfiggere quel Villain con le mie esplosioni, tu sapevi che l'edifico aveva le fondamenta arrugginite e sarebbe bastato poco per raderlo al suolo ma non ti ho ascoltato. Abbiamo lottato fianco al fianco, lo abbiamo catturato ma io ero arrabbiato che tu avessi ragione, che tutti avessero occhi solo per te e che mi mettessi in ombra e che con il mio modo di fare stavo mandando a puttane la nostra convivenza".

Izuku si ammorbidì un pochino a una carezza sul sul viso, ma tenne alti gli occhi in quei rubini oscurati dal risentimento e i sensi di colpa.

"Mi hai catturato così con le tue fruste, volevi solo parlarmi e non ti ho ascoltato. Mentre la polizia portava in carcere quel merdoso Villain siamo rimasti io e te sotto quell'edificio. Ed io non ci ho più visto. Anche allora volevo lasciarti perché nel profondo pensavo che se fossi stato ancora con me ti avrei reso la vita infernale per il mio schifoso carattere" continuò il biondo, inchinandosi leggermente verso quel viso per cogliere ogni più piccolo dettagli. "Mi hai lasciato andare perché non volevi che ti lasciassi così, perché la mia non era una motivazione valida e mi sono lasciato accecare dall'ira"…

 

"Non voglio continuare questa farsa! Non siamo una coppia se continuiamo a litigare per ogni piccola cosa, Deku!" urlò Katsuki.

Izuku lo lasciò, sospirando. Era stanco; per tutta la giornata avevano catturato Villain con sogni di dominio del mondo, seguendo ideali che di Stain ne avevano ben poco e Katsuki era stato sempre più intrattabile, sopraffatto dall'ego e che lui e l'One for All gli fossero stati sempre di un passo avanti.

Poteva forse capirlo ma non condivideva di troncare il loro rapporto per una scemata da ragazzino. 

"Se vuoi davvero lasciarmi dimmelo in faccia e guardandomi negli occhi" gli disse, con una mano sul fianco. 

Il focoso incassò il colpo ma non parlò e i pochi secondi si trasformarono in un lungo minuto di silenzio, dove le emozioni correvano sotto la pelle e bruciavano nelle vene. Izuku sorrise un po', dandogli la schiena.

"Vedo che non hai motivi per troncare tutto, Kacchan. Sono felice" disse. "Andiamo a casa".

E il biondo, abbagliato dal fatto che Izuku lo avesse in qualche modo convinto a proseguire, lanciò un urlo e scagliò esplosioni dappertutto buttandosi verso di lui con uno scoppio violento.

Izuku urlò ma non per fermarlo: tutto si fece veloce, anche troppo. Alcuni pilastri furono letteralmente tranciati dalle esplosioni di Katsuki, il soffitto ebbe uno scossone, poi una ragnatela e infine cedettero. Nel mentre che il biondo si gettava sul suo corpo, Deku vide l'orrore: dal soffitto stava cadendo una trave pesantissima di cemento armato dalla base completamente arrugginita e usò le sue fruste per bloccarne la caduta mentre Kacchan cadeva sul suo corpo ed entrambi erano in terra, con quella trave, di punta pronta a fracassare le loro teste.

"D-Deku…" sussurrò il biondo, iniziando a respirare velocemente.

"Ci sono, Kacchan…!" ringhiò l'altro. Le sue mani tremavano, i muscoli stavano urlando per quello sforzo disumano ma la determinazione non si scalfiva. "Quando avremo finito qui, noi due faremo sesso, hai capito?".

Kacchan deglutì un magone di paura, ansimando e girandosi piano sul corpo di Izuku. Dalla nuca premuta su quel piccolo petto sentiva il cuore martellare pieno di paura e il corpo rigido. Che cosa aveva fatto? Se ora erano in quella situazione era solo per colpa sua.

"Non torno a casa…" osò contraddirlo.

Izuku sbuffò una risatina: "Questo lo vedremo. Non hai mai detto di no a una mia richiesta di sesso sfrenato, Kacchan".

A malincuore, sapendo che l'altro non lo avrebbe potuto vedere, si concesse un piccolo sorriso: questo era un lato segreto che amava di Deku che lo faceva sentire geloso se a condividerla con altri e di avere l'esclusiva di quella voglia di concedersi in una lunga passione.

"Questa volta-".

"… questa volta starai tu sotto, che ti piaccia o no. Sei stato un po' troppo cattivo, Kacchan. Dovrò punirti, lo sai" lo interruppe malizioso il verdino. Improvvisamente le fruste ebbero un cedimento e lui gemette in contemporanea alla trave che stava sempre più scendendo verso di loro. Sarebbe bastato pochissimo per ritrovarsi un buco nelle teste e queste distrutte in una poltiglia informe. Uno strappo muscolare nel bicipite. "Kacchan, togliti, almeno ti salvi tu!".

"Col cazzo, Deku! Vuoi fare l'Hero anche adesso che ho fatto questo casino?".

"Sì" gli rispose fermamente l'altro. Gli mormorò uno scusa e con uno scossone del suo corpo fece cadere e rotolare da quella terribile situazione il fidanzato che iniziò a urlare oscenità di bocca. "Kacchan, io ti amo, non accetterò di mollare tutto per un tuo capriccio. Mettitelo bene in testa!". Urlò l'ultima parola per darsi una carica e rialzarsi, aumentando le sue fruste nere e nel contempo che il suo costume si strappava per i muscoli più pompati, Katsuki lo vide. "VA VIA!" gridò ancora.

No, non poteva! A causa dell'impatto dell'One for All il terreno sotto ai piedi di Deku stava cedendo e a giudicare dalle ragnatele di quella spaccatura sempre più profonda entro un minuto sarebbe accaduta una terribile catastrofe.

Deku sarebbe sprofondato e la trave l'avrebbe ucciso.

No, no, no! Mai!

Il biondo si scagliò dinanzi a Deku con un'esplosione delle sue mani caricate all'indietro, iniziando a bombardare la pesante trave.

"Che cosa fai? Kacchan, togliti di lì, ho detto!" urlò il verdino, i muscoli ormai al limite.

Il biondo lo ignorò e aumentò le esplosioni verso quel pericolo di cui si sentiva semplicemente responsabile: attraverso il fumo vide che la superficie della trave era diventata rossa, ormai vicina a rompersi. Continuò, nonostante il dolore ai muscoli a causa della perdita dei suoi guantoni speciali e dopo qualche manciata di secondi, urlando a pieni polmoni per darsi maggior carica, riuscì nella sua idea.

Il terreno sotto ai piedi di Deku cedette, lui si ritrovò a cadere nel vuoto oscuro dei piani inferiori e con esso anche Katsuki. Solo il verdino avrebbe visto un pezzo della trave cadere inesorabilmente verso il biondo, sulla sua schiena: c'era solo una cosa da fare!

Con le ultime forze scagliò il Black Whip verso il suo ragazzo, lo fece stare sotto di lui cercando appigli per frenare la caduta. 

"Kacchan, io ti amo. Non accetterò più di ascoltare la tua voglia di troncare la nostra relazione" gli disse, con le lacrime agli occhi.

Seguitò uno schianto terribile, un dolore terribile e un forte odore di sangue…

 

"Quando mi sono risvegliato all'ospedale, tu eri in condizioni terribili! Vuoi che ti racconti per filo e per segno ogni tuo singolo giorno di riabilitazione per tornare a recuperare il tuo corpo?!" urlò il biondo. "E' colpa mia se ora stai pensando di abbandonare la tua carriera!".

Kacchan si chinò sulla sua fronte singhiozzando come un bambino, cercando di inspirare il profumo del suo ragazzo che non si muoveva. Il suo fine orecchio captò un gemito flebile: Izuku era immobile al suolo, incapace di muovere il suo corpo.

"Ecco perché non posso più stare con te! Vederti in questo stato… io non lo posso più sopportare!" continuò, accarezzandogli il viso. Si sedette in terra, portandoselo al petto e cullandoselo. "Io non posso vivere senza di te… ma lo faccio perché quella cicatrice mi ricorda quanto io sia stato un pezzo di merda! Un bastardo Villain con la faccia da Hero! Un vigliacco! Un codardo!".

"Sta zitto e baciami, stupido".

Per un singolo frangente, ogni suono, ogni lacrima, il tempo stesso parve fermarsi. Katsuki si staccò appena dall'incavo del collo di Deku per guardarlo in faccia; si accorse che ricambiava lo sguardo con uno molto determinato, senza sorrisi, senza più lacrime.

"I-Izuku…" sussurrò, mentre a poco a poco quel bianco sfondo iniziava a sfumare nel terrazzo dov'era stato scagliato con la pioggia ancora più fitta e i loro amici che guardavano in silenzio. Lo baciò dolcemente, le piccole labbra danzarono contro le sue in un miscuglio di sapori e parole non dette. Quando si staccarono, il biondo sorrise un po', incapace di impedire alle lacrime di farlo ancora debole. "Mi dispiace, per tutto quanto".

"Dimmelo in faccia, adesso, se vuoi veramente troncare tutto".

Come l'ennesimo déjà-vu, Kacchan incassò quelle fredde parole mentre si alzava con il suo fidanzato in braccio, immobile e in attesa, con le labbra umide di saliva, pianto e pioggia. Aprì la bocca per rispondere, mentre il cuore batteva ferocemente nel petto e gli strozzava le parole nell'esofago. 

"Kacchan, io ti amo. Ti ho detto che non avrei più accettato di ascoltare la tua voglia di troncare la nostra relazione, non capisco perché siamo tornati su questo punto visto che non hai ancora trovato la motivazione giusta per farlo" parlò Deku, rimarcando le parole dette tempo fa, nella sera dell'incidente. 

Il focoso si morse le labbra ma stavolta sbuffò una risatina, la prima vera dopo tanto tempo, mentre si avvicinava ai suoi amici felice e raggiante.

"Accetterò una tua punizione".

Il verdino sorrise appena ma tornò anche serio: "Qual è la tua risposta?".

Kacchan portò Deku seduto su una delle sedie del tavolo dei loro amici, prese l'anello e lo infilò ancora al suo anulare, poi si inginocchiò e dal suo vestito bagnato tirò fuori una scatolina di velluto rossa, aprendola. Non si tornava più indietro e stavolta…

-Stavolta lo voglio davvero!- pensò, mettendosi in posizione inginocchiata. "Izuku Midoriya, vuoi sposarmi?".

Deku sorrise tra le lacrime, cercando di allungare la mano tremante per farsi infilare uno splendido anello di platino con una gemma rossa e un gradiente dalle sfumature smeraldine. Katsuki lo aiutò, infilandoglielo all'anulare, poi lo prese in braccio e lo baciò profondamente.

"Sono stato un idiota, credevo che stare con te dovesse essere un modo per redimermi e invece ho sbagliato… ho dubitato del tuo amore, di tutto. E tu hai accettato di sposarmi" ammise colpevolmente il biondo, rimettendolo poi seduto.

"Speravo che tu ti aprissi ma invece hai tenuto tutto dentro e mi hai trattato come un peso per tutto questo tempo" sospirò Deku. "Per favore avvicinati" gli ordinò debolmente. 

Mentre tutti cercavano di rimettersi seduti, Katsuki avvicinò il viso al verdino pensando che ci sarebbe stato un altro bacio. Fu un momento: l'One for All gli si avvolse intorno al corpo e Katsuki ruzzolò malamente verso delle sedie che andarono a distruggersi. Una testata con l'One for All! 

"Beh… me lo merito… sono stato uno stronzo" mormorò il biondo, cercando di rimettersi quantomeno in piedi. 

La sua fronte era spaccata, c'era già del sangue, così come quella di Deku che sorrideva e improvvisamente iniziò a piangere a singhiozzi, riversando tutto il dolore provato in quei mesi, la paura di non farcela e le parole dure di Katsuki di prima. Nessuno osò dire nulla, perfino i camerieri che erano rimasti imperterriti a guardare tutta la scena, indecisi se ripulire subito il disastro dei vetri oppure starsene alla larga.

"Non hai più voluto toccarmi, anche se mi eri vicino. Ti sei emarginato e mi hai fatto pesare tutto. Sono arrivato a pensare che forse ero solo io a provare vero amore per te! E quando mi ti sei tolto l'anello ho creduto veramente che ti fossi stancato di me!" pianse il verdino, tremando. 

Kacchan gli si accovacciò dinanzi, prendendogli le mani e facendo cozzare i loro anelli: cercò i suoi occhi arrossati, cercando silenziosamente di scusarsi. 

"Ora sto meglio, Izuku. Grazie a te. Voglio passare tutta la mia vita con te perché ti amo" gli disse, abbracciandolo forte e non osò staccarsi fino a quando il più piccolo non si liberò del suo dolore. "Pagherò tutti i danni fatti!" annunciò ai quattro camerieri che annuirono sbigottiti e lasciarono la sala. 

"Allora siamo invitati al tuo matrimonio?" iniziò casualmente Denki.

Il biondo annuì sorridente, veramente un sorriso genuino che l'altro recepì come se finalmente tutta quell'oscurità cresciuta in svariati mesi si fosse diradata. 

"Organizzeremo tutto noi!" esclamò Momo, mentre Mina batteva le mani felice. "Le ragazze mi daranno una mano, sarà un matrimonio memorabilissimo, vedrete!".

"E noi invece?" chiese bonariamente Shoto alla sua fidanzata.

"Beh, ci occuperemo dei vestiti da uomini virili e chissà magari organizzare un doppio matrimonio" iniziò Eijiro, mentre Denki gli schioccava un bacio sulla guancia. Anche loro erano stupendi negli smoking neri. "Non so se ve l'ho detto mai io e Denki abbiamo deciso di sposarci!".

Si levarono dei gridolini di gioia per quella notizia.

"Capelli di Merda, perché non l'hai detto prima?!" scattò giocosamente Katsuki, controllando Izuku che ancora provava dolore. Prese dalla tasca interna della sua giacca un piccolo astuccio rosso e tirò fuori tre pasticche di antidolorifici. Le portò in bocca a Izuku facendogli sorseggiare dell'acqua. "Hai bisogno di liquidi endovena?".

"No. sto bene, per ora…" articolò a fatica il verdino.

Kacchan lo prese in braccio e lo tenne a sé, come un bimbo, per una posizione più comoda. Deku appoggiò istintivamente la testa contro il suo petto, beandosi del suo cuore che batteva nella gioia assoluta e iniziando a sentirsi sempre più stanco.

"Perché tu non ti sei fidato a parlarci del tuo rapporto con Izuku e siamo amici da una vita!" sbuffò un po' risentito il rosso crinito.

"Se tu ce ne avessi parlato sicuramente non saremmo arrivati a un simile malinteso" prese parola anche Denki.

Momo creò una coperta termina e avvolse i due Top Hero con un sorriso dolce. "Non guardarmi così, Bakugo-san. Midoriya non può prendere freddo. Abbiamo tutti bisogno di lui. All Might ha creduto in lui, così faremo sempre anche noi" disse, dopo lo sguardo colpevole del biondo.

"Beh, non ci rimane che festeggiare allora!" squittì Mina, pompando un pugno in aria. 

Deku, serenamente sul petto di Kacchan, accoccolato in quel caldo tepore si concesse di chiudere gli occhi per un momento. Era finalmente riuscito a chiarirsi, si sentiva leggero e sapeva che l'amore che provava per l'altro era ben corrisposto, ora la vita era tutta in discesa, con alti e bassi.

"Spero che non rinuncerai alla tua carriera, Number One Hero".

Sorrise. Non ebbe neanche bisogno di dischiudere gli occhi. "Tranquillo, Kacchan. Non succederà mai. Ho te come supporto, mi basta".

 

The End

  
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