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Autore: eddiefrancesco    24/10/2021    0 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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'Pazienza', pensò Edward, mentre attraversava Berkeley Square e svoltava in Mount Street. Tanto non c'era modo di accontentarla. Lungi dal trascurare le responsabilità di famiglia, lui aveva permesso che queste lo tenessero lontano dall'Inghilterra per buona parte della stagione della caccia dell'anno prima e per quasi tutta la primavera. Quella che era iniziata come una semplice visita ad Antigua si era trasformata in una serie di crisi. Improvvisamente, le due figlie del fratello maggiore erano rimaste orfane. Lui ne era diventato tutore insieme a Henry, ed era convinto di aver fatto ben più del suo dovere a riguardo. Ora toccava a Henry e a Julia occuparsi delle ragazze. Edward aveva tutte le intenzioni di compensare i sacrifici di quest'ultimo anno. Forse avrebbe trascorso qualche giorno a Brighton con Louise, dopo di che avrebbe accettato una serie di inviti da parte di amici per trascorrere l'autunno nelle loro tenute di campagna. Quindi sarebbe tornato a Londra per godersi di nuovo la vita di città. Una prospettiva molto allettante e ben meritata, checché ne dicesse Julia! Rinfrancato da quel pensiero, salì di corsa i gradini di casa sua, salutò con un allegro cenno del capo il valletto tendendogli bastone e cappello, entrò nell'atrio e si avviò verso le scale. Ma sul primo gradino fu fermato dal maggiordomo. «Sir! Mr. Barraclough!» Edward non aveva mai visto Harbin tanto turbato. «Di cosa si tratta?» domandò. «Avete delle visite, sir.» Harbin tese un vassoio sul quale era posato un biglietto. Edward lo lesse. «Lady Penkridge...? Cosa vuole?» «Non lo so, sir. Ha due giovanette con sé.» Edward si acciglio'. «Meglio che vada da loro, immagino. Dove sono?» «Le ho fatte accomodare in biblioteca, sir.» Harbin si avviò verso la porta, la aprì e annunciò Edward. Poi si ritirò. «Edward!» Lui fu travolto da un piccolo turbine. «Sono secoli che vi aspettiamo! Dove siete stato?» Edward rise, prese la ragazzina tra le braccia e la fece girare vorticosamente. «Non credevo che sareste arrivati a Londra tanto presto, Pip! Avreste dovuto avvertirmi.» Mise giù la nipote e andò ad abbracciare l'altra ragazza. «Lisette, sei più graziosa che mai.» Poi si girò a guardare le altre persone presenti nella stanza. Una vestita di nero e stava dritta come un fuso. Aveva dipinta sul viso quella che sembrava una permanente espressione di disapprovazione. Dal brutto cappellino che portava in testa sporgevano quelli che sembravano aculei di porcospino. Non Lady Penkridge. Edward si girò con sollievo verso l'altra donna, che era ovviamente in attesa di parlargli. «Lady Penkridge? Non credo che ci siamo mai incontrati.» «No, Mr. Barraclough. Ma conosco molto bene vostro fratello e sua moglie.» «Henry?» domandò. «Si. E la cara Julia. Sono sua amica da anni.» «Davvero? Allora sono lieto di fare la vostra conoscenza, Lady Penkridge. Ma... Ma non capisco. Mio fratello e sua moglie non sono qui?» «Julia è ancora ad Antigua. E così vostro fratello.» Edward la guardò sbalordito. Godendosi il dramma del momento, Lady Penkridge annuì solennemente. «Non erano in grado di viaggiare, Mr. Barraclough. Julia si è rotta una gamba il giorno prima di imbarcarsi e Henry è rimasto a prendersi cura di lei.» «Ma...» Allibito, Edward si informò sull'incidente. Lady Penkridge gli raccontò tutto, con frequenti interruzioni da parte della bambina, che sembrava trovare i truculenti dettagli più eccitanti che dolorosi. La conclusione era ovvia. Sarebbe passato del tempo prima che Julia Barraclough potesse camminare, e ancora di più prima che potesse mettersi in viaggio per l'Inghilterra. «Ma ancora non capisco» disse Edward alla fine. «Perché, in questo caso, le mie nipoti sono a Londra?» «Edward! Non dite che non ci volete qui! Credevo che sareste stato contento di vederci!» esclamò la bambina che l'aveva salutato con tanto entusiasmo pochi minuti prima. Edward le sorrise rassicurante. «Lo sono, piccolina! La notizia mi ha colto di sorpresa, nient'altro. Come farete qui in Inghilterra senza vostra zia?» «È tutto organizzato! Avremo miss Froom come istitutrice. E tu ci accompagnerai a Wychford per prenderti cura di noi.» Il sorriso di Edward svani' di colpo. «Cosa?» Lady Penkridge guardò Pip, accigliata. «Philippa, vorrei che ti ricordassi che una bambina non deve parlare finché non le viene rivolta la parola! Devi consentirmi di esporre i fatti a tuo zio.» «Sarebbe cosa utile. In questo momento, non riesco a credere alle mie orecchie.» Osservò Edward cupo. «Per prima cosa, posso presentarvi miss Froom, Mr. Barraclough?» Edward voleva bene alle sue nipoti e l'ultima cosa che desiderava era turbarle. Ma non intendeva rinunciare ai suoi progetti autunnali per occuparsi di loro, specialmente non in un luogo fuori mano come Wychford! Perciò, mentre salutava con un cenno del capo il drago di donna che stava accanto a Lady Penkridge, propose: «Forse miss Froom potrebbe accompagnare le ragazze in salone mentre voi mi spiegate, signora? Sono sicuro che Harbin farà preparare loro una merenda.» Pip stava per protestare, ma un'occhiata dello zio la mise a tacere, così seguì l'istitutrice insieme a Lisette. Edward aspetto' che fossero uscite, poi disse: «Dev'esserci un malinteso. Non posso aver capito bene. Vorreste avere la cortesia di sedervi e di raccontarmi tutto, Lady Penkridge? Lentamente.» La gentildonna si accomodo' e iniziò: «Potete immaginare, Mr. Barraclough, la confusione causata dall'incidente accorso a Julia, così inaspettato e subito prima che la nave lasciasse Antigua. I Barraclough erano profondamente preoccupati. Non sapevano come fare. Così, dato che io rientravo in Inghilterra sulla stessa nave, mi sono offerta di portare le ragazze con me. È stato un grande sollievo per loro, come potete immaginare. Julia è impossibilitata a prendersi cura delle nipoti finché non tornerà a camminare. Così, la soluzione ideale è parsa che io portassi qui le ragazze e le affidassi a voi.» Edward riflette' per un attimo. Poi chiese con calma: «Intendete dire che avrò 'io' la responsabilità delle mie nipoti? Io solo? Senza alcun aiuto da parte di mio fratello o di sua moglie?» «Avrete miss Froom.» «Miss Froom!» Ci fu un breve silenzio durante il quale Edward cercò di esprimere quello che pensava in parole accettabili alle orecchie di una gentildonna. Non ci riuscì. Lady Penkridge continuò in tono incoraggiante: «Julia è in buona salute. Non ci vorrà molto perché la sua gamba guarisca. Forse solo sei o sette settimane». «Sei o sette settimane! Solo sei o sette!» Edward non riuscì a trattenersi oltre. «Questo, come potete vedere, è un appartamento da scapolo, Lady Penkridge. Come fate a pensare che potrei tenerci Lisette e Pip anche solo per sei giorni? Mi rifiuto! Mi rifiuto categoricamente.» Lady Penkridge replicò con freddezza: «Vostra cognata nutriva seri dubbi riguardo alla vostra disponibilità, Mr. Barraclough. Ma confesso che la vostra mancanza di solidarietà umana mi sorprende. Ovviamente, è fuori questione che Lisette e Philippa rimangano qui. Ho preso una suite al Poultney per conto di Julia e le vostre nipoti resteranno là, affidate alle cure di miss Froom, finché non avrete organizzato il trasferimento nella casa di campagna nella quale dovranno alloggiare. La tenuta si chiama Wychford, credo.» «Si, si, la conosco. Abbiamo concluso una locazione di sei mesi recentemente. Ma si trova in piena campagna, a oltre venti miglia da Londra. Ho altri impegni, inviti che ho accettato, doveri che non mi permettono di passare l'autunno a Wychford. Dovrete prendere altre decisioni, Lady Penkridge.» «Io, sir? Temo che ci sia un malinteso. Ho accompagnato le ragazze a Londra per fare un favore a vostra cognata, ma ora devo occuparmi di questioni personali. Dovrete annullare questi vostri impegni. Io lascerò Londra tra due giorni per il nord.» Edward la fissò vacuo. «Non potete!» «Posso e lo farò. Ho accettato di portare le ragazze in Inghilterra, ma il mio compito termina qui. Come mi ha garantito Julia, adesso sono una vostra responsabilità.» «Una mia responsabilità! Oh, sì, posso immaginare che Julia abbia detto questo! È tutta colpa sua!» «Mr. Barraclough! Siete del tutto privo di sensibilità? Vostra cognata in questo momento giace in un letto di dolore...» «È 'niente' in confronto a quello che ha fatto a me! E perché Henry non è intervenuto? Non poteva trovare una soluzione migliore? Dannazione, è lui il tutore delle ragazze!» «Vostro fratello era comprensibilmente più preoccupato per la moglie. Comunque, se ho capito bene, la tutela legale l'avete voi.» «Sì, ma c'è una sostanziale differenza tra di noi. Henry è sposato e io sono scapolo!» «Ecco il motivo della presenza di miss Froom, Mr. Barraclough. Per una fortunata coincidenza, Julia le aveva scritto tempo fa per assumerla...» «Fortunata! Non c'è nulla di fortunato in questa catastrofe!» Sbotto' Edward. Lady Penkridge lo ignoro'. «E io sono andata a prenderla ieri. Sono sicura che potete affidarle tranquillamente le ragazze. Ha ottime referenze. Tutto quello che si richiede da voi sarà prendervi carico della casa di Wychford.» «Ma io vivo a Londra, perbacco!» Edward aveva alzato la voce. «Ho già dei progetti per l'autunno! Perché diavolo Henry ha acconsentito a questa demenziale idea? Se non fosse mio fratello, giuro che...» Lady Penkridge si alzò. «Mi spiace che abbiate preso in modo tanto sfavorevole la notizia, Mr. Barraclough. Soprattutto dato che vi esprimete in termini privi di moderazione. Non c'è nulla che io possa fare per aiutarvi. Lascio Londra tra due giorni, perciò disponete di questo tempo per organizzare le cose. Ora, se non vi dispiace, riporto le ragazze al Poultney Hotel. Buon pomeriggio.» affermò in tono glaciali. Radunò le proprie cose e attese rigida che lui chiamasse Harbin perché la accompagnasse alla porta. Con un considerevole sforzo, Edward si ricompose. Non sarebbe stato un bene per le ragazze se lui si fosse messo in contrasto con quella donna. Lisette doveva debuttare la primavera successiva e Lady Penkridge poteva avere una considerevole influenza nella buona società londinese. Inspiro' profondamente e le rivolse un sorriso affascinante. «Vi prego di perdonarmi. Ho avuto torto. È solo che...»Tirò un altro respiro. «Sono rimasto un po' turbato all'idea che avrei dovuto abbandonare tutti i miei amici, venir meno a promesse fatte, lasciare Londra e seppellirmi in campagna per otto o nove settimane almeno, con solo le mie nipoti e la loro istitutrice per compagnia. E tutto entro quarantotto ore. Per quanto possa parervi assurdo, è stato un piccolo trauma.» Tirò un altro respiro e si costrinse a sorridere di nuovo. «Ma voi siete stata molto gentile. Sono certo che Julia vorrebbe che vi mostrassi la nostra gratitudine. Posso passare a trovarvi al Poultney questa sera? Vorrei offrire la cena a voi e alle mie nipoti, se me lo concedete.» Il fascino di Edward era infallibile, quando decideva di esercitarlo, e Lady Penkridge lo avvertì come molte altre signore in passato. I suoi modi erano percettibilmente più caldi quando disse: «Grazie. Sono certa che le ragazze lo gradiranno molto. E anch'io. A che ora?» Quella sera Edward si sforzo' di cancellare l'impressione sfavorevole che aveva prodotto su Lady Penkridge con tale successo che la gentildonna cominciò a chiedersi se Julia non si fosse sbagliata sul conto del cognato. Si separarono nei migliori dei termini e dopo due estenuanti giorni di preparativi, appuntamenti, biglietti di scuse e giustificazioni, Edward salutò Lady Penkridge che partiva per il nord, poi si mise in viaggio alla volta di Wychford accompagnato dalle sue nipoti e da miss Froom. Mentre si lasciavano Londra alle spalle, Edward si rese conto che il suo umore cupo aveva contagiato le sue compagne di viaggio. Lisette guardava con mestizia dal finestrino, e miss Froom teneva gli occhi severi su Pip, la quale era stranamente quieta. Edward si riscosse. Non era colpa delle nipoti se lui era stato costretto all'esilio. Le povere ragazze avevano passato momenti terribili in quest'ultimo anno, prima a causa della perdita dei genitori, poi per la questione tra Lisette e Arandez. E ora questo... «Scommetto che volete sapere qualcosa sulla casa di Wychford» esordì. «La zia Julia l'ha comprata?» chiese Pip. «Non dite sciocchezze, Philippa. Vostra zia l'avrà affittata tramite un agente. Sarebbe inutile comprarla quando la occuperete per così poco tempo.» intervenne miss Froom. Edward guardò la donna. Non era la prima volta che stroncava la bambina, e senza che ce ne fosse la necessità. Avrebbe dovuto tenerla d'occhio. Il vivace interesse di Pip per il mondo che la circondava era uno dei suoi pregi, e lui non voleva che venisse represso. Sorrise con calore alla nipote. « Temo che vi sbagliate entrambe. La storia non è così semplice.» Il faccino di Pip si illumino'. «Una storia? Raccontatecela, Edward!» «Bene. La prima volta che sentimmo parlare di Wychford apparteneva a Thomas Carstairs. Thomas possedeva delle piantagioni nelle Indie Occidentali, e lui e sua moglie fecero amicizia con vostro nonno. Alcuni anni dopo, all'incirca nel periodo in cui nascesti tu, Pip, Mrs. Carstairs rimase vedova e venne a trovarci. Fu allora che promise a tuo padre che saremmo potuti restare tutti con lei a Wychford quando tu e Lisette sareste state abbastanza grandi da vivere in Inghilterra.» «Come una buona fata madrina!» Edward sorrise. «Più o meno. Anche se sembrava più una strega che una fata buona.» «Vivrà con noi, ora?» «No. È mancata non molto tempo fa...» «E ha lasciato la casa a noi!» «Non proprio.» «Philippa, quante volte devo dirvi che non bisogna interrompere chi sta parlando? E tornate a sedervi composta, per favore!» Edward provò un moto di irritazione. Pip si era alzata, appoggiandosi un po' contro di lui e un po' contro la portiera della carrozza. Era pericoloso, e miss Froom aveva ragione a obbiettare, ma gli aveva fatto piacere quel moto di vivacità di Pip. Ignoro' la istitutrice e riprese: «Non sarebbe stato giusto. Mrs. Carstairs non aveva figli, ma altri parenti sì. Ha lasciato la casa a sua nipote.» «Una nipote? Come noi?» «Mrs. Carstairs aveva circa ottant'anni, perciò sua nipote dev'essere un po' più grande, non trovi? Forse anche più vecchia di me.» «L'avete mai incontrata?» «No, ho trattato soltanto con il suo agente, un certo Mr. Walters. Ma devi lasciarmi finire la mia storia, Pip. Ho fatto visita a Mrs. Carstairs in diverse occasioni a Wychford, e l'ultima volta che l'ho vista, in cui le comunicai che sareste venuti tutti a Londra quest'anno, lei ha ricordato la promessa fatta a tuo padre.» «Ma è morta!» rispose la ragazzina. «È vero, ma ha lasciato scritto nel suo testamento che Wychford sarebbe dovuta essere a disposizione dei Barraclough per sei mesi dopo il vostro arrivo.» «È una condizione ben strana, Edward» osservò Lisette. «Mrs. Carstairs era una persona eccentrica, tuttavia mi piaceva.» Lui rimase in silenzio per un po', ricordando l'ultima volta che aveva visto l'anziana signora. Era avvolta in scialli e curva sulla sua poltrona, già molto malata. Ma i suoi occhi neri da zingara erano vivacissimi. Lo aveva guardato intensamente, poi s'era riscossa come se avesse preso una decisione e aveva detto: «Sì, potete andare. Alla casa piacete, e piacerete anche a lei». Perplesso, Edward aveva chiesto: Lei 'chi,' signora?» A quel punto Mrs. Carstairs era scoppiata in una risatina rauca e aveva detto: «Non pensateci. Vedrete che con il tempo... Vi raccomando solo di tornare qui! Ma che sciocca. So che lo farete.» Edward era stato tentato di liquidare quelle parole come le divagazioni di un'anziana signora prossima alla dipartita. Ma gli erano rimaste in mente, e ora stava tornando a Wychford, proprio come aveva detto lei.
   
 
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