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Autore: ilariamoon    25/10/2021    1 recensioni
(Rufy/Nami)
Improvvisamente, aprì gli occhi svegliandosi completamente e alzò la testa per incontrare il sorriso sghembo di lui.
Accidenti, ti amo così tanto, stupido idiota!
Si accocolò di più tra le sue braccia e grugnì, "Mi raccomando, Monkey D. Rufy. Hai fatto una promessa, se non la mantieni ti ammazzo."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami | Coppie: Rufy/Nami
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Avevo semplicemente voglia di scrivere una fanfiction sulla mia OTP di One Piece e ho optato per qualcosa di più dolce. É leggera e molto soft, spero che vi piaccia.



- TOGETHER-



Un altro assalto, un altro scontro con i Marines  e un altro giorno in cui Rufy ne esce ferito e sfinito. Molto ferito. Le ferite erano fresche e aperte. Qualsiasi essere umano con un briciolo di cervello si sdraierebbe su un letto per riposare.

Ma non Rufy. Perchè il capitano non era un essere umano normale, invece di andare a letto e si presentò da lei tutto bendato dalla testa ai piedi, preoccupato perchè lei invece aveva una caviglia slogata.

Una cavolo di caviglia slogata.

Assurdo.

Nami sospirò e ripetè per la centesima volta, "Rufy, non devi preoccuparti per me. Ti ho detto che sto bene."

Ma il Capitano era testardo come un muro e non demordeva. "Non se ne parla Nami! E se cadi per il troppo dolore? E se perdessi i piedi?!"

Rufy aveva davvero una fervida immaginazione, Nami non poteva fare a meno di chiedersi se credeva davvero alle cose che diceva. La navigatrice fece un sorriso forzato e sbattè le palpebre, "A volte mi chiedo veramente da dove ti escono queste perle."

"Comunque, davvero, smettila di preoccuparti. Posso camminare anche da sola."

La ragazza si alzò e iniziò ad allontanarsi da lui quando improvvisamente una forte fitta alla caviglia la colpì costringendola ad appoggiarsi al muro vicino alle scale. Imprecò per il dolore.

Faceva male. Molto male. Non poteva vederlo ma sapeva benissimo che Rufy dietro di lei stava sorridendo vittorioso.

Lei sospirò e con le spalle ancora voltate disse, "Avanti, vai. Di' "te l'avevo detto"."

Non si mosse aspettando che lui dicesse qualcosa, che ridesse di lei ma non accadde nulla. Improvvisamente, senza che lei se lo aspettasse, Rufy avvolse un braccio intorno alla sua vita e una sotto le sue gambe sollevandola senza troppe difficoltà, guardandola con un sorriso a trentadue denti.

"Rufy! Ma che diav-"

"Prima mi hai impedito di portari in spalla, quindi ho deciso di optare per un'altra soluzione: stile a mo di sposa."

Mo di sposa? E questo dove cavolo l'aveva preso?

"Sei uno stupido! Un idiota", Nami cercò di tirargli un pugno in faccia ma lui lo schivò.

La sua espressione si fece seria e sussurrò, "Smettila di essere così orgogliosa. Sono qui per aiutarti, perchè non lo capisci?"

Nami chiuse gli occhi, circndò le braccia intorno al suo collo cercando di non sfiorare le ferite sotto le bende e nasconse il voltò nell'incavo inalando il suo profumo. Disse dolcemente, "Rufy, mi sono appena slogata una caviglia. Non è un problema così enorme. Sì, mi fa malissimo, ma tu hai bisogno di riposo. Sei ridotto molto peggio di me."

"Io sono preoccupato per te", sussurrò lui quasi frustrato.

Nami sapeva perchè lui era preoccupato per lei: sapeva che Rufy pensava che fosse colpa sua se si era ferita male. Nel bel mezzo del combattimento contro una nave della Marina, Rufy fu copito e andò a sbattere accidnetalmente contro di lei, Nami aveva cercato di fare quello che poteva per impedire che entrambi cadessero a terra in modo abbastanza doloroso, ma in tutto ciò, lei finì per slogarsi la caviglia. Niente di grave infondo. Perchè era difficile per lui capirlo?

Dopo tutto, non era niente in confronto ai diversi pugni e ferite che aveva ricevuto lui.

Questo suo altruismo la faceva mandare fuori di testa e non in senso positivo. Lui dovrebbe essere a letto a riposare e non a starle intorno per una cosa così sciocca. Nami provò un approccio diverso e più dolce:

"Senti Rufy, sono un po' stanca. Perchè non andiamo a letto? tanto non credo che a Robin dispiaccia."

Ma cosa stava dicendo? Maledisse la sua bocca per quella sparata a dir poco assurda. Una donna adulta che dorme con un ragazzino? Bella figuraccia Nami, pensò. Conosceva Rufy e sapeva che non nutriva nessun sentimento romantico per l'archeologa, se non profonda stima e fiducia, stesso sentimento che lo legava a tutti i membri dell'equipaggio.

Quindi non aveva nessun motivo per sentirsi minacciata.

"Ok! Andiamo!"

Nel momento esatto in cui pronunciò queste parole, Sanji li raggiunse per poi spalancare la bocca fino a terra e sgranare gli occhi a dir poco oltraggiato come se davanti a lui ci fossero due creature assurde.

"Rufy dannato! Come osi tenere Nami-san in quel modo?!", ringhiò squadrando quell'abbraccio.

Nami alzò le mani per calmarlo, "Va tutto bene Sanji-kun. Sono stanca e Rufy si è solo offerto di aiutarmi."

"Ma Nami-swaaan, tu non hai bisogno di lui", piagnucolò Sanji facendo il broncio. Poi fece gli occhi a cuore: "Se vuoi posso aiutarti io."

A volte Nami si chiedeva se Sanji pensava veramente che lei avesse scelto lui per farsi accompagnare ad andare nella sua stanza. Insomma, credeva fosse ovvio che lei era innamorata di Rufy da un bel po' di tempo. Non che lei lo avesse dichiarato apertamente, ma pensava che tutti avessero capito. Robin sicuro lo sapeva, del resto, lei in quanto adulta e matura aveva una certa intuzione, ma il restante membro dell'equipaggio non aveva detto nulla a proposito o menzionato qualcosa a riguardo.

Si chiese se anche Rufy lo sapesse. No, probabilmente no. Forse era l'ultimo dei suoi interessi instaurare una relazione romantica con qualcuno.

Da una parte le dispiacque. Avrebbe voluto che almeno lui lo sapesse. Ma da una parte non aveva importanza, a Nami bastava il legame che avevano adesso: la stima e l'incondizionata fiducia e la lealtà che avevano l'uno per l'altra. Sì, pe rlei era abbastanza.

Ma a volte, una parte di lei pensò che invece non era abbastanza. Che invece voleva qualcosa di più. Forse era egoismo? Non lo sapeva.

"Beh, preferisco invece che sia Rufy ad accompagnarmi, ma grazie per esserti preccupato Sanji-kun. Andiamo, Rufy. Dobbiamo anche controllare le tue fer-" si fermò a metà frase nel momento esatto in cui guardò il suo capitano che la guardava accigliato.

Accidenti, che cosa ho detto adesso? Pensò.

"Mmh, certo, Nami", distolse lo sguardo da lei per poi iniziare a incamminarsi verso la stanza della navigatrice con ancora lei tra le braccia.


***


"Vieni Rufy, andiamo a dormire.", sospirò lei massaggiandosi le tempie.

"Ahhh Nami, voglio finire di vedere questa rivista!" piagnucolò Rufy non riuscendo a credere come la sua navigatrice fosse in grado di leggere robe così noiosi.

"Rufy, vieni a letto. Non costringermi a trascinarti per i capelli."

Il ragazzo piombò immediatamente vicino a lei.

Lei sorrise, "Bravo, decisione molto intellegente"

Prese un cuscino e tirò su le coperte per fare più spazio per poi coprire entrambi. Aiutata da Rufy, cercò di trovare una posizione in modo che la caviglia non le facesse male.

"Nami, perchè vuoi che io mi sdraiassi con te?", mormorò Rufy guardandola incuriosito.

"Perchè me lo chiedi? Ti crea qualche problema?", lui scosse la testa e lei continuò. "Beh, con te mi sento al sicuro..." arrossì, " e poi... Tu hai bisogno di riposare. Sei un essere umano anche tu, lo sai?"

Lui annuì e avvicinò la ragazza al suo petto. Il cuore di lei perse un battito e trattenne il respiro. Poteva sentire il cuore di Rufy, batteva con un ritmo regolare facendola quasi rilassare.

Quei battiti fecero capire a Nami cosa l'aveva fatta così tanta arrabbiare: era preoccupata per lui, preoccupata che un giorno potesse quasi rischiare la vita perchè era uno degli uomin i più ricercati al mondo. Aveva una paura immane che un giorno qualcuno potesse portarglielo via.

Lui, come se le avesse letto nei pensieri, la anticipò.

"Nami. Io sono qui. Non vado da nessuna parte. Non vi lascerò mai, siete i miei Nakama. Io non ti lascerò mai, sciocca."

Il suo tono era quasi da rimprovero. Non c'era nessuna traccia di dubbio o incertezza, anzi, parlava come se quella fosse una promessa. Se l'avrebbe mantenuta, non ne aveva idea, ma decise di credere in lui. Sapeva che nessuno in questo mondo era invincibile, nemmeno Rufy o Zoro o Sanji, ma le piaceva pensare che lui lo fosse e che nessuno poteva sconfiggerlo.

"Sai che ci vuole ben altro per mettermi al tappeto. Ho voi ragazzi al mio fianco, quindi io so che starò bene. Staremo tutti bene.", il tono della sua voce era bassa e gentile.

Nami trovava incredibile come Rufy fosse così emotivo con le persone intorno a lui, specie con quelle con cui era più legato. Soprattutto con lei. In qualche modo, lui la conosceva bene, sapeva di cosa lei avesse bisogno. Come se lui fosse dentro la sua testa, come se si trovasse dentro il suo cervello e il suo cuore.

Sì, era innamorata di lui - non aveva letteralmente dubbi su questo - e del legame che erano riusciti a formare.

"Me lo prometti, Rufy?"

"Sì."

"Come puoi esserne così sicuro?", chiese lei con gli occhi socchiusi mentre il sonno la stava piano, piano catturando.

"Perchè voglio stare con te per sempre, shishishi."

Improvvisamente, aprì gli occhi svegliandosi completamente e alzò la testa per incontrare il sorriso sghembo di lui.

Accidenti, ti amo così tanto, stupido idiota!

Si accocolò di più tra le sue braccia e grugnì, "Mi raccomando, Monkey D. Rufy. Hai fatto una promessa, se non la mantieni ti ammazzo."

Lei lo sentì irrigidirsi e, con ancora la testa appoggiata sul suo petto, sorrise abbandonandosi in un sonno profondo.

Sì, staremo insieme per sempre.

   
 
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