Eren Jaeger amava fare lunghe passeggiate per le strade del distretto, perché la sensazione di libertà che gli trasmetteva il camminare senza una meta era inebriante.
Nonostante la paura che qualcuno lo attaccasse alle spalle, o che i giganti comparissero da un momento all’altro, come quel giorno, lo assalisse a ogni passo, Eren camminava rilassato per le strade. Certo, il peso del suo passato continuava a farsi sentire, ma lui era bravo a infischiarsene... fino a un certo punto. Infatti, a un tratto, Armin spuntò da un vicolo, ed Eren sobbalzò.
«Sono io.» si affrettò a dire semplicemente il ragazzo dai capelli biondi.
«Armin! Cosa ci fai qui?» chiese lui, cercando di ricomporsi.
«Una passeggiata, tu?» rispose l’amico. Porgli un’altra domanda le era sembrato il modo migliore per sviare il discorso.
Eren Jaeger l’osservò quell’attimo che gli fu sufficiente per capire che stesse fingendo e per decidere di stare al gioco: «Passeggio anch’io...» affermò sorridendogli.
Il peso del Gigante Colossale in Armin Arlert era più vivo che mai, specialmente perché il possederlo aveva fatto morire il Comandante, anche se…
«Devi smettere di pensare alle parole di Floch e al fatto che sei sopravvissuto al posto di Erwin. È andata così perché l’ha voluto il Comandante.»
Armin gli sorrise in un muto ringraziamento.

Dopo poco si ritrovarono a passeggiare l’uno accanto all’altro, beandosi appieno di quel momento di quiete che stavano vivendo. Mentre chiacchieravano, il sole tramontava alle loro spalle. Raggiunsero la spiaggia per osservare il sole tuffarsi a mare e, sebbene sapessero che non dovevano spingersi troppo fuori le mura, perché i giganti sarebbero potuti comparire da un momento all’altro, in quel momento decisero di infischiarsene. D’un tratto, mentre il vento scompigliava loro i capelli, ispirati dal candido bagliore di quel tramonto, si baciarono. Unirono le loro labbra in un bacio intenso, ma dolce, ma passionale. C'era di tutto in quel contatto: un passato di sofferenze comuni, la speranza di un futuro migliore, il loro amore.
Ripresero poi la passeggiata mano nella mano, chiacchierando, scherzando e senza che Eren proferisse parola alcuna sul piano che aveva in mente, quando qualche giorno dopo sarebbe partito per Marley.
Eren era sicuro di quello che stava facendo perché convinto di agire per tutti e per Armin: per loro, avrebbe annientato tutti i giganti.

#angoloautrice
Io sto scrivendo un po' troppe Eremin, spero di non far alterare troppo Levi XDDD Sì, capitano, lo so: Eren è tuo!
Spero che la flashfic vi sia piaciuta, alla prossima!