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Autore: Gatto1967    31/10/2021    3 recensioni
Nella notte di Halloween strane e inquietanti luci si muovono dentro l'edificio ormai abbandonato della vecchia Casa di Pony.
Chi o che cosa abita il vecchio orfanotrofio?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Candice White Andrew (Candy)
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’orfanotrofio stregato

Kathy Bates uscì dalla scuola elementare di La Porte, e rapidamente scrutò la strada alla ricerca di sua madre che doveva venire a prenderla con la macchina. Abitavano fuori città lei e sua madre, non troppo lontano dall’abitato del paese, ma sufficientemente lontano dalla scuola perché sua madre non si fidasse ancora a permettere alla pur assennata bambina di percorrere a piedi il tratto di strada che separava il loro villino di campagna dalla scuola.
-Accidenti, è in ritardo!-
-Kathy!- a chiamarla era la signora Myers, la madre di Brenda, ovvero una delle sue migliori amiche.
-Ciao Kathy.-
-Buongiorno signora Myers.-
-Ho parlato con tua madre poco fa, mi ha chiesto se potevo accompagnarti io a casa.-
-A me non ha detto niente.-
-So che hai il cellulare, chiamala e ti dirà tutto lei.-
Rapidamente Kathy selezionò il numero di sua madre e lei rispose.
-Sì tesoro, ho avuto un contrattempo con la macchina, così ho chiesto a Janet di accompagnarti a casa. Io sono ancora dal meccanico ma tu hai la chiave. Aspettami che arrivo fra poco, ok?-

Poco dopo Kathy e Brenda sedevano insieme sul retro della macchina di Janet Myers dirette verso la strada di campagna dove abitavano Kathy e sua madre.
Passarono di fianco a quella vecchia costruzione diroccata ai piedi della collina con il grande albero. Quella costruzione vecchia e cadente metteva sempre addosso a Kathy una sensazione che, se fosse stata un po’ più grande, avrebbe chiamato inquietudine.
In effetti quell’edificio vetusto incuteva un certo timore reverenziale a passarci vicino.
-Mamma.- disse Brenda -Cos’è quella casa?-
-Quella? Hai presente la “Casa di Pony”?-
-La casa dei bambini orfani? Una delle nostre compagne vive lì.-
-Beh, una volta quella era la casa di Pony. Poi tanti anni fa l’orfanotrofio si trasferì nella sua attuale sistemazione, vicino alla vostra scuola, e quella casa rimase abbandonata. Ormai era vecchia e pericolante, e nessuno ci ha più abitato.-
-È vero che è stregata?-
La donna si mise a ridere.
-Cosa? Stregata? Ma chi te le racconta queste sciocchezze?-
-Nellie Kruger. Lei dice che la notte di Halloween i fantasmi si riuniscono in quella casa, e si vedono luci, e si sentono risate diaboliche…-
-La smetti di dire sciocchezze? Ecco, siamo arrivate. Salutami tua madre Kathy.-
-Non sono sciocchezze.- disse Kathy
-Come dici cara?-
-Le luci nella vecchia casa… le ho viste anch’io.-

Il giorno dopo Kathy, Brenda e Nellie sedevano insieme nel cortile della scuola durante la ricreazione.
-È stato un anno fa, la notte di Halloween.- raccontava Kathy alle sue amiche.
-Stavo festeggiando Halloween insieme ad altri bambini che abitano vicino a me, negli altri villini lungo la strada.
Giocavamo a nascondino nel giardino di Scott Voorheads, il figlio del sindaco, da lì la vecchia casa si vede benissimo, e io mi ero nascosta dietro un cespuglio proprio dal lato del giardino dove si vede la casa.
A un certo punto ho visto delle luci accendersi proprio nella casa, e delle ombre si muovevano dietro le finestre.
Sono rimasta incantata a guardare quelle luci, e stavo quasi pensando di andare a vedere… quando quel cretino di Scott mi ha terrorizzata con un urlaccio dei suoi: mi aveva trovata e io mi ero scordata che stavo giocando a nascondino!-
-E non le hai più viste quelle luci?- chiese Brenda
-No. I miei non mi fanno uscire di sera e da casa mia non si vede la vecchia casa. Una volta, a marzo se ben ricordo, mi ritrovai a passare vicino alla casa di notte insieme ai miei genitori mentre rientravamo da una serata al ristorante, ed era tutto normale.-
-Si vede che i fantasmi si riuniscono lì solo ad Halloween.- scherzò Nellie.
-Beh, non è mica detto che fossero fantasmi.- disse Brenda -Potevano essere dei bambini come noi che si sono riuniti lì per festeggiare Halloween.-
-Ciao ragazze! Posso sedermi qui con voi?-
-Ciao Candy! Certo che puoi sederti con noi!- rispose Kathy alla nuova venuta -In un certo senso parlavamo di te, sai?-
-Di me?-
-Per meglio dire parlavamo della Casa di Pony.- spiegò Brenda
-Ehi dico: non farai mica gli stessi discorsi di quella cretina di Elisa Regan?-
-Certo che no Candy! Tu sei nostra amica e non abbiamo niente contro i bambini orfani.-
-Lieta di sentirtelo dire! Fra Elisa e quell’altro imbecille di suo fratello mi stanno facendo vedere i sorci verdi per il fatto che sono orfana!-
-Ma non si sono dati una calmata dopo che sono stati sospesi da scuola?-
-Diciamo che stanno più attenti. Ma che stavate dicendo sulla Casa di Pony?-
-Beh non stavamo parlando proprio della tua Casa di Pony, ma di quella vecchia.- specificò Nellie.
-Quel vecchio rudere sulla strada dei villini? E che stavate dicendo di quella catapecchia?-
-Sembra che… sia stregata.-
La bambina orfana squadrò le sue amiche come se gli fosse spuntata un’altra testa ciascuna, al che Kathy raccontò tutto a Candy.

-Avevo già sentito storie simili, ma non c’ho mai creduto.- fu il commento della bambina una volta che Kathy ebbe terminato il suo racconto.
-Non mi direte che voi ci credete, vero?-
-Io quelle luci le ho viste davvero.- rispose Kathy.
-Andiamo! Un conto è vedere delle luci, ben altro conto è credere ai fantasmi! Magari lì c’erano davvero altri bambini come noi che giocavano, o magari ragazzi più grandi che facevano…-
-Sì, abbiamo capito che facevano!- tagliò corto Nellie.
-Fra due settimane è Halloween, dico bene?- disse Brenda
-E che vorresti fare? Un sabba nel vecchio orfanotrofio?- la canzonò Candy -E a casa che racconti? Ciao mamma, io vado a giocare con i miei amici fantasmi! Quando torno ti porto una pozione magica!-
-Certo che no! Però potremmo organizzare una festa di Halloween a casa mia o di Kathy e andare a dare un’occhiata.-
-Perché? I tuoi ti fanno uscire di notte per andare a giocare nelle baracche abbandonate?-
-Beh no, ma potremmo…-
-Calarci dalla finestra con un lenzuolo annodato?-
Brenda rispose con una linguaccia all’amica.
-Sentite, magari non andremo nel vecchio orfanotrofio, ma una festa di Halloween a casa mia o di Brenda possiamo farla. Ne parlerò a mia madre.-
La campanella suonò la fine della ricreazione, e il capannello di amiche si alzò per tornare in classe.
Non si avvidero che da dietro un albero qualcuno aveva sentito tutti i loro discorsi.
-E così quella smorfiosa di un’orfana e le sue degne amichette credono ai fantasmi eh?-
Sul volto di Elisa Regan si era disegnata una risata cattiva.
-Questa è l’occasione per vendicarmi delle punizioni che ho preso per colpa di quell’orfanella…-

La madre di Kathy accettò la proposta della figlia e le permise di organizzare una festa di Halloween insieme alle sue amichette, e i giorni successivi furono presi dai preparativi.

Quel pomeriggio Kathy aveva ospitato le sue inseparabili amiche a casa sua per fare insieme i compiti.
La signora Bates rimase favorevolmente colpita dai modi educati della piccola Candy. Brenda e Nellie le conosceva da tempo: lei era amica di vecchia data con le loro madri, ma Candy la colpì in modo particolare: i suoi educatori alla Casa di Pony avevano fatto davvero un buon lavoro.
-Scusi signora, dov’è un bagno?- chiese proprio Candy mentre sorseggiava il tè portato dalla signora Bates.
-Ce n’è uno qui al piano ma adesso è occupato da mio marito. Vieni con me, ti accompagno giù di sotto.-
Candy seguì la signora al piano di sotto del villino.
Dopo che si fu servita del bagno Candy ne uscì per ritornare dalle sue amiche, ma la madre di Kathy la fermò.
-Aspetta un momento Candy!-
-Mi dica signora. Cosa posso fare per lei?-
-Posso farti una domanda?-
-Certo signora.-
-Come ti trovi alla Casa di Pony?-
-Insomma… voglio dire: la signora Johnson che tiene la casa e le suore che la aiutano sono brave persone e mi vogliono bene, ma… io lì dentro sono la bambina più grande. Gli altri sono tutti mocciosi che vanno all’asilo o in prima elementare. Insomma, mi sento un po’ sola.-
-Beh, hai le tue amiche: Kathy ti vuole molto bene, e anche Brenda e Nellie ti sono affezionate.-
-E io a loro signora. Per me sono come quelle sorelle che non ho, e che non avrò mai.-
-Perché dici così? Sei una bambina bella e intelligente, educata e simpatica, vedrai che qualcuno ti adotterà prima o poi.-
-E chi vuole che la adotti una bambina della mia età e…-
-E…-
-E nera!-
-Ma che sciocchezze stai dicendo Candy? Che importanza ha il colore della pelle?-
-Per lei e per me nessuna, e neanche per Kathy e le altre. Ma… per chi vuole adottare… Oh accidenti! Alla casa di Pony vengono solo coppie di bianchi che cercano bambini dalla faccia pulita!-
Scoppiò a piangere e la donna la abbracciò.
-Mi scusi signora… Mi scusi…-
-Su tranquilla, adesso passa. Prendi questo fazzoletto e asciugati gli occhi da brava.-
La piccola Candy si calmò, e lo sguardo le cadde su una fotografia appesa in parete davanti a lei.
-Chi è la bambina vicino a Kathy?- La foto infatti raffigurava due bambine, una era Kathy quando aveva circa cinque o sei anni, e l’altra una bambina poco più grande.
La signora Bates rispose tristemente
-È mia figlia Annie, la sorella maggiore di Kathy.-
-E dov’è adesso? Non l’ho mai vista eppure sono venuta qui molto spesso.-
-È morta. Un mese dopo aver scattato quella foto. Un brutto male ce l’ha portata via.-
-Mi dispiace signora. Mi scusi tanto.-
-E di che cosa? Non potevi saperlo…-
Stavolta fu la donna a piangere, e Candy ricambiò l’abbraccio appena ricevuto.

Poco dopo Candy rientrava nella stanza di Kathy.
-Sai che da questa casa si vede il vecchio orfanotrofio?- disse rivolgendosi a Kathy.
-Ma che dici? Quella catapecchia è coperta dalla collina col grande albero, non si può vedere.-
-E invece sì. Dalla finestra del bagno di sotto si vede benissimo il tetto di quella specie di campanile.-
-Sì, è vero…- ricordò Kathy.
-Sentite: perché non ci andiamo? Ormai abbiamo finito di studiare e possiamo farci una passeggiata.-
-Non so… a mia madre non piace che vado fino a lì, e poi sta per fare buio.-
-Saremo di ritorno prima che faccia buio e che arrivi la madre di Nellie a riportarci a casa. E poi mica voglio entrarci lì dentro, lo so che è pericoloso. Voglio solo vedere da vicino la vecchia Casa di Pony!-
Anche le altre due bambine insistettero e Kathy acconsentì.

Dopo le interminabili rituali raccomandazioni materne, il quartetto uscì dal villino e si diresse verso la collina e il grande albero.
Quando arrivarono sotto all’albero Candy senza un motivo apparente lo abbracciò.
-Ehi ma che fai?- le chiese Brenda.
-Mi piace questo albero, non so perché, ma mi piace.-
-Sì, è un bell’albero, ma non è mica tuo padre!-
Subito dopo Brenda, fulminata dalle occhiatacce delle sue amiche, si portò la mano alla bocca.
-Oh mio dio! Scusami Candy. Sono una cretina!-
Candy rise.
-Non preoccuparti. Lo hai detto senza intenzioni cattive. Tu non sei Elisa Regan!-
-Pace?- disse lei porgendo il dito mignolo all’amica.
-Ehi! Mica abbiamo litigato.- rispose Candy porgendo il suo mignolo.

Poco dopo le bambine si trovavano davanti all’ingresso diroccato del vecchio orfanotrofio. Quel posto mise loro un po’ di soggezione, soprattutto a Candy.
-Quando venne costruito questo posto?- chiese Nellie
-Suor Margaret una volta ci disse che la prima Casa di Pony venne costruita poco prima del 1900.-
-Caspita! Adesso siamo nel 2018! Quindi questo posto ha… 120 anni!-
-Forse è meglio non entrarci…- disse Brenda un po’ intimorita.
-Non ci penso nemmeno!- rispose Candy -Anzi andiamo via subito, prima che faccia buio.-
Nel mentre che il gruppetto riprendeva la strada della collina, qualcuno dentro la fatiscente costruzione le guardava allontanarsi…

Venne infine la tanto attesa festa di Halloween, e le inseparabili amiche, tutte in maschera, giravano per i villini intorno alla collina per il tradizionale “Dolcetto o Scherzetto”.
-Wow! Abbiamo raccolto un bel sacchetto di dolcetti! E la serata è appena agli inizi!- disse Brenda contemplando il sacchetto pieno che era stata incaricata di portare.
-Sentite.- disse Candy -Io sono stanca di andare per le case, andiamo a sederci da qualche parte a mangiarci questi dolci e poi ricominciamo.-
-Guardate. Lì c’è la vecchia Casa di Pony. Andiamo lì.-
-Dico Kathy: sei fuori? I vostri genitori e le mie suore ci ammazzano se sanno che siamo entrate lì dentro.-
-Mica dobbiamo entrarci! Ci sediamo lì davanti e ci sbafiamo questi dolcetti!-
-Va bene, ma è buio e lì non c’è luce.-
-Abbiamo le torce dei nostri telefoni, no? Dai non fare la fifona e andiamo!-
-Fifona a me?!?!?!?-
Kathy, Brenda e Nellie colsero la palla al balzo per prendere un po’ in giro la loro amica.
-Candy è una fifona! Candy è una fifona!- canticchiavano mentre correvano in direzione del vecchio orfanotrofio.

-Perfetto! Stanno andando proprio lì. Non c’è neanche bisogno di avvicinarsi a loro e inventarci una scusa per farcele andare.-
-Senti Elisa, lasciamo perdere. Non ti bastano le punizioni che abbiamo già avuto? Capisco che quell’orfana e le sue amiche ti stiano antipatiche, ma lasciale stare. Così ci metteremo soltanto nei guai!-
-Zitto Nicholas! Voglio vendicarmi!-
-Ma di che cosa? Se ci pensi bene non ti hanno fatto niente! E se ci scoprono passeremo un altro guaio!-
Ma Elisa non ascoltò nemmeno le parole del fratello e corse dietro alle altre ragazzine in direzione dell’orfanotrofio abbandonato.

Candy raggiunse le sue amiche e afferrò al volo Kathy facendola cadere in terra e rotolandosi sull’erba con lei. Poi alla fine si misero a ridere entrambe sdraiate sull’erba.
-Avete finito di giocare? Noi abbiamo fame!-
-Anche noi!-
Poco dopo le quattro amiche sedevano per terra intente a sgranocchiare le loro leccornie, incuranti di tutto e tutti, quando la loro attenzione fu attirata da qualcosa: UNA LUCE SI ERA ACCESA DENTRO LA VECCHIA CASA DIROCCATA.
-Ragazze… ditemi che è uno scherzo…- balbettò Candy -Mi state prendendo in giro un’altra volta?-
-Vo-vorrei potertelo dire Candy, ma non è così…- rispose Kathy balbettando anche lei.

-Che diavolo sta succedendo Nicholas?- disse Elisa Regan fermandosi di blocco -Come hanno fatto quelle luci ad accendersi da sole?-
-Elisa: quelle NON SONO le luci che abbiamo lasciato noi. Noi abbiamo messo un impianto di luci natalizie alimentate da una batteria. Quelle luci dovrebbero essere intermittenti, e invece…-
-E invece quella è una luce fissa!-
-DENTRO QUELLA CASA C’E’ QUALCUNO!-

Da dentro la casa si udì un coro infantile che intonava un motivetto, un motivo allegro, certo non pauroso, ma che alle bambine sedute lì fuori mise paura.
-Al diavolo!- sbottò Candy alzandosi in piedi. -Sono sicura che questo è uno scherzo di Elisa Regan e del suo degno fratello! Ma adesso vado a dirgliene quattro!-
-Ferma Candy, non entrare!- la voce maschile alla sua destra la fece sobbalzare.
-Noi non stiamo facendo niente. Non so chi c’è lì dentro!-
-Ma… allora…-
Candy e le altre si girarono verso la casa e quello che videro le atterrì: dall’interno della casa USCIRONO DEI BAMBINI! 

-Ehi Candy!- Uno di quei bambini si era rivolto a lei.
-Ma… tu non sei Candy!-
Il cuore delle bambine e anche degli accorsi Elisa e Nicholas batteva a mille: quei bambini SEMBRAVANO BRILLARE DI LUCE PROPRIA!
-Io… io mi chiamo… Candy…-
-Già. Ma non sei la nostra Candy.-
-È un’altra bambina che ha lo stesso nome della nostra Candy, tutto qui!- disse un’altra di quelle misteriose figure.
Da dentro la casa si accesero altre luci e si sentì una risatina diabolica. Le bambine si misero a piangere.
-Calme ragazze, calme.- cercò di tranquillizzarle Nicholas. -È solo un piccolo scherzo che avevamo preparato noi due, niente di più.-
-Ne riparleremo dei tuoi scherzi Regan! Stanne certo!- la voce di Kathy era insieme dura e terrorizzata.
-Ehi Candy!- la voce era di un’altra bambina di quell’incredibile gruppo davanti a loro -Sei un’orfana anche tu, vero?-
-Sì… sono un’orfana… ma voi… chi siete…-
-Vivevamo in questa casa tanti anni fa.-
-La Casa di Pony esiste ancora, ma si è trasferita in paese da tanti anni ormai…-
-Lo sappiamo. Noi vegliamo sempre su quella casa e sui bambini che ci vivono.-
-Ma voi… cosa siete?-
-Secondo te cosa siamo?-
-F…f…fantas…mi…-
-Se vuoi chiamarci così chiamaci pure così. Ma ora andate ragazze, il vostro tempo su questa Terra è ancora lungo.-
Le bambine non se lo fecero ripetere e se ne andarono di corsa.
-Voi due No!!!- tuonò un’altra voce dietro Nicholas ed Elisa che avrebbero solo voluto seguire le altre.
I due si girarono e videro un’altra figura luminosa, una bambina bionda con i capelli raccolti in due buffi codoni ai lati della testa. Aveva un’espressione contrariata.
-Noi dobbiamo parlare!-
-Cosa… cosa vuoi da noi?- sussurrò Nicholas.
-DOVETE SMETTERLA DI TORMENTARE QUELLA BAMBINA!-
Gli occhi della bambina bionda erano diventati rossi come il fuoco, e il suo volto aveva assunto una smorfia terribile che esprimeva una grande collera. Addirittura la sua voce era rauca.
Elisa scoppiò a piangere.
-PENSATE CHE AVERE I GENITORI VI RENDA MIGLIORI DI LEI E ALTRI COME LEI?
O FORSE CREDETE DI ESSERLE SUPERIORI PERCHE’ AVETE LA PELLE BIANCA?
COSA SIETE: DUE SCHIFOSI RAZZISTI?-

Anche Nicholas si mise a piangere.
-Ci dispiace… ci dispiace tanto…-
-Non lo facciamo più…-

Quando poi riaprirono gli occhi quelle incredibili apparizioni erano scomparse e la luce della luna illuminava un paesaggio che sembrava tratto da un fotogramma di “Nightmare”.
-Che diavolo è successo Nicholas?-
-Non lo so, ma sento di non essere più lo stesso.-
-Anche io… dove sono Candy e le altre?-
-Sono andate via, adesso saranno già sulla strada.-
-Raggiungiamole. Devo parlare con lei.-
-Già, anch’io devo dirle qualcosa.-

Quando i due fratelli si furono allontanati i bambini riapparvero.
-Anche quest’anno ci siamo riusciti.-
-Pensi che abbia funzionato Candy?-
-Credo proprio di sì. Ogni anno aiutiamo un bambino infelice, e quest’anno ne abbiamo aiutati tre. La mia omonima sarà comunque felice, e vedrete che quei due diventeranno brave persone.-
-Non pensi di essere stata troppo dura?-
Candy ridacchiò.
-Il fatto è che quei soggetti mi ricordavano troppo qualcuno di mia conoscenza, e ammetto di essermi divertita un po’, ma vedrete che presto non ci penseranno più.
Ora andiamocene ragazzi: è tempo che questa vecchia casa finisca di esserci. È troppo pericolosa ormai.-
Le apparizioni scomparvero e la vecchia Casa di Pony crollò al suolo con un fragore che nessuno udì.

Qualche giorno dopo...

Candy entrò nell’ufficio della signora Johnson e rimase sorpresa nel vedere chi c’era seduto su due sedie davanti alla scrivania della compassata signora che dirigeva la Casa di Pony.
-Signori Bates! Sono contenta di vedervi, ma… che cosa fate da queste parti?-
-Siediti Candy.- le disse la signora Johnson sorridendo e indicando una sedia di fianco ai genitori della sua amica Kathy.
-Ascoltami bene Candy.- le disse la signora con l’aria di chi sta misurando le parole.
-I signori Bates, i genitori della tua amica Kathy, vorrebbero farti una proposta.-
-Vi ascolto signori.-
Era incredibile la capacità di relazione di quella bambina, sembrava di trovarsi davanti a un’adulta in miniatura invece che ad una bambina di dodici anni.
-Candy. Tu sei la migliore amica di nostra figlia Kathy, e frequenti casa nostra da un po’ di tempo.-
Esordì la signora Bates.
-Abbiamo avuto modo di conoscerti e di affezionarci a te. Sei una bambina brava e intelligente, anche se… un pochino vivace, come d’altronde è nostra figlia.-
La signora Johnson fece un cenno d’assenso, come a dare il via libera a qualcosa che la signora Bates stava per dire.
-Ti andrebbe se… noi ti adottassimo? Vorresti diventare nostra figlia?-
Candy si sentì balzare il cuore in gola, non riusciva a credere alle sue orecchie!
-Io… io… voi… volete a-a-adottar…-
-Sì piccola, vogliamo che vieni a vivere con noi.-
La piccola Candy scoppiò a piangere, incapace di ogni reazione controllata, e la sua nuova mamma la abbracciò.
-Immagino che questo sia un sì.-
Commentò con un sorriso la signora Johnson.

Un paio di mesi dopo...

Finito di ascoltare il racconto di Elisa, Candy e le sue amiche apparvero perplesse.
-Ho capito: non mi credete.-
-Dimentichi che c’eravamo anche noi quella sera Elisa, le abbiamo viste anche noi quelle apparizioni.-
-Adesso le chiami così Candy? Quelli erano fantasmi, te l’hanno detto anche loro, ricordi?-
Candy si alzò per sedersi davanti al suo computer, fresco regalo dei suoi genitori.
Entrò nel sito della Casa di Pony e visualizzò una fotografia in B/N che raffigurava una ragazza bionda di circa sedici anni in divisa da infermiera che teneva in mano quello che sembrava un diploma.
-È questa la bambina che hai visto Elisa?-
Elisa si avvicinò allo schermo del computer e sgranò gli occhi.
-Mio Dio…-
-Credo che sia lei.- commentò Kathy.
-Non ho dubbi: è proprio lei! Qui è un po’ più grande di come l’ho vista io, ma è lei!-
-Chi è questa ragazza Candy?- chiese Nellie.
-Si chiamava Candice White e visse alla Casa di Pony agli inizi del ‘900, più di 100 anni fa.-
-Si chiamava Candy?-
-Già, curioso vero? Fra i bambini della Casa di Pony è una vera leggenda. Sembra che fosse molto altruista e generosa.
Come si vede da questa vecchia foto divenne un’infermiera.
Ha avuto molte sofferenze nella vita, ma si dice che poi abbia vissuto felice fino alla fine dei suoi giorni.
Si dice anche che il suo spirito vegli sui bambini della Casa di Pony e li protegga.-
-Non… non è una leggenda…- disse Brenda asciugandosi gli occhi. Tutte le ragazzine in quella stanza stavano piangendo.

All’inizio della primavera...

Suor Margaret sorseggiò il tè offertole dalla signora Bates, quando la porta di casa si aprì.
-Suor Margaret!- gridò Candy correndo ad abbracciare la giovane suora che l’aveva cresciuta.
-Sono felice di vederla! Come mai da queste parti?-
-Sai che noi facciamo visite regolari ai bambini che vengono adottati, se non sono troppo lontani ovvio, e tu sei a un tiro di schioppo dalla tua vecchia casa.-
-La Casa di Pony sarà sempre la mia casa sorella. Qui sono felice ma lo sono stata anche con voi.-
-Come te la passi Candy?-
-Bene direi. Ogni tanto mi picchiano con i ferri roventi, ma nell’insieme sto bene.-
-Piccola scema!- le disse la suora ridendo e dandole un piccolo buffetto.
-E come va con i Regan?-
-Molto bene. Con Elisa siamo diventate amiche e ormai il nostro quartetto è diventato un quintetto.-
-Lo sai che Nicholas ha cominciato a fare volontariato da noi?-
-Davvero? Lo sapevo che sotto sotto era un bravo ragazzo. Chissà che crescendo…-
-Ma cosa ti metti a pensare!- rise la suora.

-Come la trova sorella?- chiese Norma Bates alla suora dopo che le sue figlie si furono ritirate per prepararsi per il pranzo.
-Benissimo direi! Candy ha sempre avuto un carattere solare, ma spesso era malinconica, soffriva la mancanza di una vera famiglia, e voi gliela avete data. Non sa quanto io le sia riconoscente per questo signora Bates.-
-Se noi l’abbiamo resa felice, Candy ha portato la luce in questa casa…-
 
   
 
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