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Autore: ohmyrose    08/11/2021    0 recensioni
« Non preoccuparti Suga è fatto così: ringhia alle ragazze che trova carine. » commenta Hobi senza provare a trattenere una risata divertita.
« Ed anche agli zombie. » aggiunge Jin annuendo con convinzione.
« Io non credo di aver-... capito. » mormora, dunque, Lux limitandosi a sospirare profondamente.
« Ed io invece vi sento. Vogliamo parlare di voi che vi ammutolite davanti alle ragazze? » sì, adesso anche Suga si era unito a quella conversazione particolarmente invadente per i gusti della ragazza.
Un sospiro abbandona le labbra di Namjoon che in tutta risposta si mette in piedi per provare a richiamare l'attenzione su di sé.
« Avete finito? Sembrate avere dieci anni in tre. »
« Oh, tranquillo Raaaap Monster, adesso tocca a te. Chi ha il video di Namjoon-huyng che rompe gli occhiali? » ecco che JK torna a prendere il comando della discussione.
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Lux Parker, ultimo anno nella facoltà di medicina alla Columbia viene presa per uno scambio con l'università di Seoul ed è li, lavorando per la HYBE, che entrerà in contatto con i ragazzi che le cambieranno la vita.
Uno di loro in particolar modo riuscirà ad insinuarsi nel suo cuore facendo crollare ogni sua certezza.
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Namjoon/ RapMonster, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3.
Nella testa solo pensieri 

 
Da quando era rientrato nel proprio studio di registrazione Yoongi non aveva spostato gli occhi dallo schermo. Era sempre così minuzioso ed attento quando si trattava di lavoro e di editing dei video e dei suoni, in fondo era una cosa che faceva da sempre e che riusciva a rendere le proprie giornate meno noiose. C’era stato un periodo della sua vita in cui aveva davvero sentito la stretta della fama attorno a sé, momenti in cui avrebbe voluto mollare tutto per quel che gli avevano fatto, per le parole dette e quelle non dette, per il supporto mai ricevuto e perché ogni cosa sembrava stargli troppo stretta. Lo avevano censurato e costretto a ritrattare quel che diceva imponendogli una falsa libertà che a Suga non piaceva. 
Ecco perché spesso e volentieri si ritrovava ad essere sempre così scontroso, perché in un mondo che tende a toglierti tutto in cambio di un sogno è difficile riuscire a rimanere gentile con gli altri. Eppure era certo che nel suo piccolo le cose venissero apprezzate, almeno chi lo conosceva piuttosto bene sapeva che qualche battuta più pungente non veniva detta con cattiveria, lo sapevano perfino le Army che non esitavano mai a mostrargli supporto definendolo “un vero e proprio micio”. 
Esattamente: Yoongi sapeva bene di essere un gatto alla ricerca d’affetto ma che una volta ottenuto tendeva a ritrarsi, e purtroppo non lo faceva con coscienza, era solo una reazione fisiologica dettata da tutto ciò che aveva passato. 
Nessuno lo giudicava, od almeno a lui non importava più del giudizio degli altri, solo poche erano le persone che volevano cercare di aiutarlo in qualche maniera e che erano entrate nella stretta cerchia del ragazzo. 
Probabilmente, però, Namjoon aveva ragione nel dirgli che forse, e si sottolinea il forse, durante l’episodio in ascensore era stato vagamente scortese nei confronti di quella ragazza non asiatica. Ma aveva imparato a conoscere anche quel genere di ragazze: occidentali, super snob, che li squadravano dall’alto in basso e che volevano avere l’ultima parola e che nonostante tutto avevano sempre un po’ d’impaccio nel rapportarsi con qualcuno di una cultura totalmente differente. Magari gli altri non ci facevano troppo caso ma lui era un attento osservatore e certe cose gli facevano storcere il naso perché la gente non poteva nascondersi per sempre.
Ma effettivamente Suga si era dimenticato della faccenda prima del previsto archiviandola come un semplicissimo incontro fatto in ascensore, nulla che valesse la pena ricordare se non per i suoi occhi. Ecco, quelli magari erano pure carini, così grandi e da cerbiatta. 
No, ne aveva visti tanti di occhi come i suoi, non poteva di certo focalizzarsi su di loro, e poi lo schermo davanti al computer sembrava richiamare l’attenzione del ragazzo ancora una volta. 
Era in ritardo con la consegna di un mix, nulla di preoccupante, lo avrebbe terminato una volta ritornato a casa, e poi l’orologio sul proprio display indicava che fossero quasi le sette di sera, quindi era giunto il momento di staccare e di tornare a dormire davanti ad i video su youtube prima di addormentarsi. In fondo quella vita, che a tratti rasentava la monotonia, non gli dispiaceva. Era comunque qualcosa alla quale si dedicava sempre con passione estrema e che vedeva far realizzare i propri sogni. 
Suga si lascia sfuggire uno sbadiglio neanche troppo sforzato mentre si stropiccia gli occhi, che adesso iniziano a bruciargli per via del troppo tempo passato davanti al computer, ma è il suono della porta che si apre a costringerlo a voltarsi lentamente, perché quasi come di consueto due figure conosciute subentrano ad interrompere la quiete. Era quasi strano che Jimin ed Hoseok giungessero solo a quell’ora, sicuramente dovevano essere stati impegnati a far altro, perché il più delle volte era quasi obbligatorio un passaggio dal proprio studio, nel pomeriggio, per parlare e per animare un po’ la situazione. 
« Yoongiii, perché sei ancora a lavoro? » cantilena JHope avvicinandosi baldanzoso come sempre in direzione del ragazzo. 
I capelli scuri di Hoseok sono nascosti da uno dei suoi innumerevoli cappellini, mentre la felpa, di svariate taglie più grande, nasconde il fisico asciutto del ballerino. Sembra essere stanco, sicuramente deve aver provato più e più volte. Jimin, invece, è sorridente e tranquillo, con i capelli perfettamente in ordine ed un codino a scostare le lunghe ciocche da davanti gli occhi. 
« Effettivamente sei in ritardo sulla tua tabella di marcia. Dovresti aver spento il computer da almeno dieci minuti. » aggiunge Jimin andandosi a sedere sul divano del piccolo studio di Suga. 
« Anche voi siete in ritardo. Di solito arrivate alle quattro portando il caffè e la merenda. » aggiunge con un soffio il ragazzo girando sulla propria sedia. 
« Hai ragione ma io ero impegnato in sala prove e Jimin—…» JHope indica con un semplice cenno della mano il ragazzo sul divano. 
« Io me lo sono dimenticato. Scusa, mi ha distratto V. »
Suga rotea gli occhi senza provare neanche a fingersi sorpreso perché ormai sapeva quanto bassa fosse la soglia d’attenzione di Jimin che poteva facilmente essere distratto da Taehyung. Insomma, era la normalità. 
« Mi dovete del cibo. Me lo segno. » replica con finto fastidio Yoongi prima di rimettersi in piedi ed avvicinarsi allo schermo del computer che spegne con un semplice gesto della mano. 
« Sei ingiusto Suga, potevi venire anche tu a cercarci. » ecco che JHope non ci sta e si avvicina lentamente per dargli una leggera scrollata alle spalle, quasi a volerlo far muovere. 
Hope è sempre così, quello più attivo di tutti ed anche quello sorridente, che si prende cura di ognuno di loro e che meriterebbe molte più attenzioni di quante non ne riceva. Insomma, Yoongi deve migliorare anche con loro, ne è perfettamente conscio. 
« Giusto—… scusa oggi ero un po’ per i fatti miei. »
« Come sempre, Suga-huyng. » cantilena Jimin che con un movimento fluido si rimette in piedi per avvicinarsi ad entrambi i ragazzi. Suga è quello più basso dei tre, purtroppo per lui, ed è quasi infastidito quando si ritrova circondato da Hope e da Jimin che lo prendono rispettivamente sottobraccio, in un gesto ormai collaudato più e più volte, per spingerlo fuori dal proprio studio e costringerlo ad andare a casa. Ogni tanto capitava che cenassero assieme, anche solo per non passare del tempo da soli, ma quella sera Suga necessita del proprio divano ed infatti si lascia portare via afferrando al volo il proprio telefono sul tavolo. 
« Oggi è successo qualcosa d’interessante? » si ritrova a domandare, dunque, il moro mentre viene portato via dal proprio ambiente di lavoro, conscio che non sarebbe potuto scappare.
« Nulla di particolarmente rilevante, Yoongi. » gli risponde Jimin sospirando profondamente ed appoggiando il viso sulla spalla del più basso che, ovviamente, gli rivolge uno sguardo infastidito. 
« Ti sembro un cuscino, Jimin?! »
« Oggi ti sei proprio svegliato male, di solito sei più gentile e mi lasci fare»
Colpito ed affondato. 
Magari quel giorno era un po’ più nervoso di quanto volesse ammettere e non era giusto riversare il proprio nervosismo anche su di loro. 
« Nulla di rilevante. Sto provando a sistemare la nuova coreografia solo che ci sono delle parti che ancora non mi convincono quindi devo lavorarci di più. » aggiunge JHope che continua a guardare nel vuoto, trascinandosi il gruppo dei tre ragazzi. « Ah, ed il Dottor Sung mi ha detto che la prossima settimana sarà via per lavoro quindi lascerà un’assistente. »
Il loro adorato dottor Sung era il genere di persona che li seguiva pressoché ovunque, soprattutto durante le prove delle coreografie, dunque era qualcuno con cui JHope lavorava spesso a contatto. Eppure Sung non si occupava solo di questo, li controllava ogni qual volta qualcuno di loro o dello staff non si sentiva bene ed era una persona decisamente calma e controllata, capace di mantenere il controllo anche quando loro non sembravano averlo. Una volta era stato in grado di tranquillizzarlo dopo un attacco d’ansia avuto durante una delle date del tour. Era stato terribile sentire la propria testa che girava così forte, l’aria che mancava. Eppure Sung era stato perfettamente in grado di aiutare Yoongi a non lasciarsi andare ed insieme facevano un’ora di respirazione alla settimana come training autogeno per gestire i propri sentimenti. Sapere che non ci sarebbe stato per una settimana un po’ lo destabilizzava, ma sarebbe sopravvissuto lo stesso. 
« Ottimo—… non vedo l’ora. » sibila fra sé e sé Yoongi prima di avvicinarsi all’atrio del proprio piano alla ricerca delle scale così da poter prendere l’ascensore per uscire dalla sede della Hybe. Durante tutto il tragitto nella moderna scatola metallica Jimin e JHope hanno parlato della propria coreografia e dei passi che avrebbero dovuto fare dicendo che ne avevano creati alcuni apposta per Suga e che sarebbe stato entusiasta di vederli. Insomma lui non era un vero e proprio ballerino, doveva pian piano abituarsi alle nuove coreografie e di certo non era il più coordinato, però si impegnava e non vedeva l’ora di scoprire che cosa avevano deciso di fargli fare. 
Eppure Suga non parlava molto, si è limitato ad annuire ed a voler seguire gli altri tirandosi su il cappuccio della felpa così da prepararsi per l’uscita dal lavoro. Quando le porte si aprono Jimin e JHope lo lasciano andare, continuando a parlottare fra di loro e lui è pronto ad indossare le proprie cuffie così da poter camminare più tranquillamente, soprattutto se doveva tornare in bicicletta, e mentre sta per aprire le proprie AirPods ecco che le urla di JHope sembrano sovrastare tutto. 
Perché, maledizione, doveva essere sempre così poco discreto?!
Fatica, dunque, a mettere a fuoco la situazione e si rende conto che JHope era andato incontro correndo al Dottor Sung, che era li all’ingresso e che sembrava stesse parlando con qualcuno. 
Perfetto, ecco l’occasione per chiedergli di rinviare la propria seduta, ma prima ancora che Suga possa aprire bocca ecco che mette a fuoco tutto quanto e si rende conto che il dottore non sembra essere solo: al suo fianco, con un libro stretto fra le braccia, i capelli adesso legat in una coda scombinata e le maniche della camicia sollevate fino ad i gomiti, vi è quella ragazza che aveva incontrato ad ora di pranzo in ascensore. Lo sguardo sembra perso ad ammirare il dottore per poi perdersi a studiare le figure di JHope e Jimin che fissa schiudendo le labbra in quello che Suga interpreta da lontano come un “oh”. 
Che ci fa li con lui?!
« Oh, Yoongi, ci sei anche tu. Sono contento di vederti. »
Le parole del Dottor Sung sembrano riuscire a riportare Suga con i piedi per terra che si era ritrovato a fissare la ragazza qualche attimo di troppo, dimenticandosi degli altri, ed infatti sbatte più volte le ciglia prima di focalizzare l’attenzione sull’uomo. 
« Buonasera Dottor Sung—… che ci fa qui a quest’ora? » domanda con scarso entusiasmo il ragazzo prima di notare, con la coda dell’occhio, che anche gli altri ragazzi stavano studiando quella tipa davanti a loro tre.
« Sì, Dottor Sung, oggi mi hanno detto che mancherà la prossima settimana. » aggiunge Hope con entusiasmo prima di rivolgere uno sguardo alla ragazza che sembra confusa tanto quanto lo sono loro. 
Li conosce già? 
« Ti hanno riferito bene, Hoseok, tranquillo non starò via molto. Si tratta solo di un convegno e poi sarete in ottime mani, avrete la mia nuova assistente, Lux Parker, a controllarvi per quella settimana. » ed ecco che i più terribili incubi di Suga diventano realtà per Sung indica proprio quella ragazza accanto a lui. 
Era lei la nuova assistente?!
Cazzo.
E dire che le aveva anche risposto male. 

« Ohh quindi sei tu l’assistente nuova? Piacere io sono Jung Hoseok, è un vero piacere conoscerti Lux. Hai un nome bellissimo! »
Hobi le tende rapidamente le mano mostrando il suo miglior sorriso, quello che riesce ad illuminare un’intera stanza e poi lui sa essere sempre così presente e prestante, infatti la ragazza, seppur confusa, allunga a sua volta la mano per stringere quella di Hoseok. 
« Piacere mio—… anche tu hai un bel nome. »
« Puoi anche chiamarmi JHope oppure Hobi o come preferisci, sappi che mi dovrai curare semmai dovessi farmi male. »
« Certo—… credo di poterci riuscire. »
« Ovvio che ci riuscirai, hai ottime conoscenze, Signorina Parker. » commenta il Dottor Sung mostrandole un sorriso incoraggiante prima di volgere lo sguardo verso gli altri. 
Jimin, che era rimasto silenzioso fino a quel momento allunga a sua volta la mano verso di lei, mostrando il suo sorriso più ammaliante ed imita un baciamano. 
E’ forse impazzito anche lui?!
« Enchanté! Io sono Park Jimin e puoi chiamarmi solo Jimin. »
Forse lui ci sa fare con le ragazze più di quanto ci sappia fare Jungkook, colui che viene definito il playboy per antonomasia. Forse sarà merito dello sguardo di Jimin, sicuramente uno dei più intensi mai visti. E perché si sta comportando così anche lui?! Vuole forse fare bella figura? 
Che palle, adesso toccava essere cortese anche a lui.
 
Infatti dopo la presentazione di Jimin e Lux la ragazza sembra rivolgergli un rapido sguardo soffermandosi a guardare Suga per qualche istante che, ovviamente, ricambia senza abbassare la guardia. 
Rimangono stoici per qualche istante senza far trasparire niente, neanche la possibilità che si fossero mai incontrati, ed è lei che interrompe il tutto allungando appena la mano, proprio come aveva fatto con gli altri due ragazzi. 
« Piacere.» asserisce Lux con tono quasi apatico senza far trasparire alcuna emozione. 
Di contro Suga fa lo stesso, allungando a sua volta la mano in direzione della ragazza. La stringe delicatamente e poi si schiarisce la voce. 
« Min Yoongi. »
« Detto anche Suga… che però non adora lo zucchero, il che sembra essere un controsenso.» commenta con divertimento JHope che, come sempre, non riesce a stare zitto neanche per cinque minuti contati. 
Il contatto con la mano di lei dura davvero pochissimi istanti ed è quasi con una certa urgenza che Lux sembra ritrarsi, andando a stringere nuovamente il suo pesante volume di… era un manuale di chirurgia?
« La Signorina Parker è abbastanza timida, non rendetemela nervosa per quando non ci sarò, d’accordo? »
In realtà era lei a rendere nervoso Yoongi, forse per via del loro precedente incontro, ma Suga cerca di non mostrarlo ed infatti annuisce lentamente, proprio come fanno gli altri due ragazzi. Per mezzo secondo incontra ancora una volta il suo sguardo, forse accusatorio per il comportamento avuto prima, ed è quasi con disinteresse che avvicina le cuffie alle proprie orecchie e solleva una mano verso gli altri. 
« Scusate, devo tornare a casa ho del lavoro da finire. Ci vediamo domani. » taglia corto lui con tono anche piuttosto urgente e sbrigativo mentre, senza grossi intoppi, ed evitando le mani di Hoseok e Jimin che cercano di fermarlo, si allontana da li provando cercando di andare davvero il più lontano possibile da quella situazione. 
Possibile che adesso si sentisse perfino in colpa per averle risposto male in ascensore? 
Forse, ma la cosa non doveva interessargli più del previsto, probabilmente avrebbero parlato poco e niente e la cosa non avrebbe avuto alcuna importanza. 
Però lui sente il bisogno di allontanarsi e di prendere una nuova boccata d’aria  e mentre si allontana ecco che fa partire una delle proprie canzoni sparate al massimo volume nelle orecchie.
Sì, certe volte ha davvero bisogno di urlare come avrebbe fatto Agust D. 
   
 
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