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Autore: elenabastet    11/11/2021    2 recensioni
Non sempre si arriva in tempo, e questo può creare rimorsi e rimpianti per tutta una vita, quando non arrivare in tempo vuol dire non riuscire a salvare chi si ama. I moti rivoluzionari di cui parlo in questa storia accaddero a Parigi nel 1830, quando fu cacciato Carlo X, fratello di Luigi XVI.
Genere: Angst, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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IN TEMPO

 

Rating: morte, amore, lutto, struggimento.

Fandom: Lady Oscar.

Note: Arrivare in tempo non sempre è possibile, e certi rimpianti durano tutta una vita...

 

Fare il militare dovrebbe abituare ad essere puntuali e precisi, e ad arrivare sempre in tempo, anzi magari anche un attimo prima. Già… ma lui ricordava ancora quelle due volte in cui non era arrivato in tempo, e se ne sentiva responsabile.

Quella volta, sotto il Pont Neuf, nell’afa di metà luglio, c’era quel maledetto cecchino che stava per girarsi. Avrebbe dovuto sparare lui per primo e mettere fine a tutto, ma non era arrivato in tempo. Il loro comandante l’aveva freddato senza prima impedirgli di esplodere un colpo. E quel colpo aveva centrato chi lui avrebbe dovuto fermare, un attimo prima, impedendogli di andare dietro alla persona che amava e che lui non voleva lasciare sola, non doveva, anche se rischiava. Se solo lui avesse sparato per prima, avesse previsto prima la mossa di quel bastardo di guardia, e avesse bloccato il suo migliore amico…

Non era arrivato in tempo a impedire che lui venisse colpito, condannato a morire in quella calda sera di luglio, perché la pallottola lo prese in pieno petto e i medici erano lontani, troppo, e quando arrivarono ai soccorsi ormai il suo migliore amico stava per volare altrove. Non aveva potuto far niente, se non vederlo morire tra le braccia della donna amata e tutto perché lui non era arrivato in tempo, non l’aveva fermato, non aveva sparato per primo.

Non era arrivato in tempo per impedire a lei di girare tutta sola per Parigi in quella maledetta notte, a disperarsi e a stare male, vedendo morire anche il suo amato cavallo, salvo poi ritrovarla al mattino infreddolita, disperata e ormai determinata a porre fine ai suoi giorni. E dire che aveva giurato al suo migliore amico che se gli fosse successo qualcosa l’avrebbe protetta. Aveva solo potuto accogliere le sue lacrime stringendola per la prima e unica volta tra le sue braccia. Il migliore comandante che aveva avuto, l’unica donna che avesse mai amato.

Non era arrivato in tempo a fermarla dal mettersi davanti ai cannoni per dirigere il fuoco verso quella dannata fortezza, doveva tirarla indietro, proteggerla, fermarla. Quei bastardi dall’alto l’avevano colpita a morte e lui aveva potuto solo vederla raggiungere il suo amore. Si era vendicato su Launay e i suoi militari, ma tanto non serviva più a niente.

Quelle due volte che non era arrivato in tempo gli pesavano più di ogni cosa, in tutti gli anni che aveva servito come militare e poliziotto non aveva potuto smettere di pensarci.

Era di nuovo luglio, e lui ormai era vecchio, vecchio e solo. Sempre preciso, sempre coraggioso, sempre pronto a scattare per arrivare in tempo per qualsiasi missione importante, tranne quelle due volte.

Parigi era di nuovo piena di barricate, erano di nuovo tutti in strada, contro il sovrano fratello del re dell’altra volta, quello poi giustiziato con la moglie. Era abbastanza vecchio da ricordare quel giorno là, ogni momento della sua vita, da sempre, rimpiangendo di non essere arrivato in tempo.

Scese per strada anche questa volta, perché non poteva starsene chiuso in casa, perché si sentiva in colpa per non essere arrivato in tempo.

Ad un tratto vide quei due giovani e gli sembrò di rivedere loro, gli innamorati che non era riuscito a salvare perché era arrivato troppo tardi. Lei, con il volto incorniciato di riccioli biondi, vestita all’amazzone, pronta a combattere e non a stare nelle retrovie, e lui, con gli stessi occhi e capelli del suo amico, che la guardava con gli occhi dell’amore eterno, quella cosa che capita e si vede di rado, e proprio per questo andrebbe salvata sempre.

Erano giovani e belli, come i suoi amici di tanti anni prima, e si amavano come si erano amati loro. I loro occhi non mentivano, i loro gesti nemmeno, il loro era un amore assoluto e eterno.

Ad un tratto, qualcuno lanciò l’allarme: stavano arrivando le guardie del re, armate fino ai denti, per avere ragione di quel gruppo di per lo più giovani che si erano radunati nella piazza. Per caso, erano a due passi dal famoso ponte dove lui non era arrivato in tempo a salvare il suo migliore amico.

Alain si adoperò per portare tutti al sicuro, insieme ai due ragazzi, di cui non sapeva il nome ma gli andava bene così, li sentiva vicini al suo cuore, voleva salvarli, voleva che vivessero il loro amore.

Ad un tratto arrivarono i soldati. I due ragazzi erano in pericolo, sulla linea di tiro dei nemici. E lui sparò per primo, proteggendo la loro fuga e facendo da scudo.

Sentì un forte calore al petto mentre si accasciava a terra: erano tutti salvi, anche i due amanti rivoluzionari. Con loro era arrivato in tempo, e il resto non contava. Loro sarebbero vissuti felici con il loro amore, almeno loro era riuscito a salvarli. Non ci sarebbero stati pianti e disperazione, non ci sarebbero state missioni suicide, ci sarebbe stato amore e basta. Questa volta sì, e per merito suo.

Alain de Soissons aveva vissuto una vita intera sentendosi in colpo di non essere arrivato in tempo per salvare il suo migliore amico, André Grandier, e la donna amata da entrambi, Oscar François de Jarjayes. Ora era libero, ora era arrivato in tempo.

  
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