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Autore: ifiori_delmale    13/11/2021    1 recensioni
Dal testo:
'Deku aveva incontrato lo sguardo torvissimo di Katsuki per un secondo, e tanto era bastato per farlo tornare a fissare a testa basta il tavolo dove sedeva, con il volto totalmente arrossito.
Non ci poteva fare niente. Era geloso.' [...] '– ma guai a nominare quel sentimento lì al biondo. L’unica volta che lo aveva fatto, per punzecchiarlo giocosamente e niente di più, aveva ricevuto il pugno nello stomaco più forte di sempre. '
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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- bk pov -
Katsuki – esattamente come è facile immaginare – odiava essere messo al secondo posto. Specie se chi lo faceva era colui che, al contrario, aveva un vero e proprio posto d’onore.

Sedeva a un tavolo in quel momento, leggermente scomposto quanto bastava per stare comodo sulla sedia di legno, mentre sorseggiava un drink tra una chiacchiera e l’altra – che semplicemente in realtà si limitava ad ascoltare, e che nella sua testa appariva come un sottofondo. L’altro sottofondo, decisamente più prepotente, era la musica assordante: si trovava in un locale di piccole dimensioni insieme ai suoi compagni di scuola. Non era un giorno particolare, la scusa collettiva era che ormai erano cresciuti, abbastanza per lo meno da poter svagarsi in un posto che somigliasse meno ad un ristorantino e più ad un night club. Non era insomma qualcosa che facesse venir voglia di aver preferito il rimanere a casa a guardare un film e andare a dormire anche prima del solito orario, ma neanche qualcosa di scandaloso – almeno per il momento. La serata era iniziata da poco e sarebbe andata di sicuro peggiorando, ma nessuno era svenuto per terra per cui la situazione era più che gestibile.

Era con quella premessa che Katsuki in quel momento stava sorseggiando un drink, tra una parola di Kaminari ed una di Kirishima che parlavano di chissà quale combinazione strana di alcolici avrebbero potuto bere quella sera per avere conseguenze altrettanto strane. I suoi occhi, invece, erano puntati su tutt’altra scena: poco lontano, seduto ad un altro tavolino a chiacchierare con Iida e Todoroki si trovava Izuku. Ormai era piuttosto abituato a chiamarlo con il suo nome, ma in quel momento lo sgradevole nomignolo che gli aveva assegnato anni fa ritrovava significato nella sua testa. Deku era seduto, e dietro di lui si trovava Uraraka: sorrideva, poco brilla, mentre cingeva le braccia attorno al collo dell’altro e si appoggiava con gli avambracci alle sue spalle. Era piegata in avanti, un po’ appoggiava il mento sulla chioma disordinata di Deku e un po’ si avvicinava al suo orecchio, partecipando alla discussione di tanto in tanto ma comportandosi come se stesse parlando solo ed esclusivamente con Izuku.

Era sicuro che lo avesse visto. Sicuro.
Deku aveva incontrato lo sguardo torvissimo di Katsuki per un secondo, e tanto era bastato per farlo tornare a fissare a testa basta il tavolo dove sedeva, con il volto totalmente arrossito.
Non ci poteva fare niente. Era geloso. Conosceva bene la sensazione, l’aveva provata mille altre volte, e si trovava sempre a reagire in maniera diversa. Da più piccolo metteva il broncio ed iniziava a sbraitare, da più cresciutello aveva iniziato a tirare i pugni ai muri e poco più grande aveva iniziato a prendersela con quella che secondo lui era la fonte del suo sentimento – guarda caso, spesso e volentieri era proprio Deku.
Allora non identificava quel bruciore allo stomaco come gelosia, quanto più una rabbia cieca, sempre naturalmente giustificabile, che riusciva in qualche modo a tenere a bada sfogandosi con i pugni.
Più di recente, invece, aveva imparato in generale a mantenere di più la calma – sempre nel limite del possibile, ed il possibile di Katsuki era sempre troppo basso – e aveva imparato che tutto sommato andarsela a prendere fisicamente con Deku non portava a niente. Aveva imparato, a spese di tutti gli anni passati a tenere la bocca chiusa ed esplodere di rabbia, che qualche volta era molto più efficace comunicare le cose, ma questa condizione ovviamente non poteva che dipendere dall’umore del giorno del biondo, che in quel momento era proprio quello giusto per non andare a spaccare il tavolo su quella testa riccia.
Qualcosa da non sottovalutare era che da un po’ di tempo a quella parte, lui e quello lì stavano insieme, come una coppia. Era successo quasi spontaneamente, come se la loro amicizia non potesse capitolare ad altro, e da allora passavano molto del loro tempo assieme. Izuku però, in modo particolare, era ancora non troppo pronto a gridarlo al mondo intero, perciò avevano di comune accordo deciso di non lasciarsi troppo andare alle effusioni in pubblico. Non si comportavano certo come sconosciuti, ma niente che facesse sospettare a qualcuno che erano una coppia. Al mondo esterno apparivano solo amici che andavano più d’accordo del solito.
 Katsuki era più che d’accordo – davvero – ma avrebbe tremendamente voluto che Deku fosse stato chiaro, perlomeno con Faccia Tonda (e anche con Todoroki che – cazzo – non faceva altro che fissarlo come se volesse portarlo a letto, ma in quel momento non era lui il rompipalle), che era più che noto avere una cotta per lui. Certo, ormai col passare del tempo questa era andata per ovvi motivi scemando, ma l’alcool si sa, porta alla luce i desideri più nascosti e reconditi ed eccola lì, a stringere e coccolare (e fare la principessina fragile e carina del cazzo) giusto il suo ragazzo.

Avrebbe voluto proprio trovarsi in camera sua, sul letto, a guardare un film e andare a dormire anche prima del solito orario. Avrebbe voluto non dover assistere a quella scena totalmente ridicola e patetica che gli si parava davanti, e avrebbe voluto non essere cambiato per poter andare lì e poter rompere il muso allo stupido nerd, incutendo troppa paura a tutti perché qualcuno si potesse avvicinare per fermarlo. Invece, esattamente come lui, erano tutti cresciuti e anche lo stupido nerd avrebbe potuto difendersi con il suo stupido quirk.
‘fanculo.
All’ennesimo sussurro da parte di Uraraka a cui Katsuki aveva assistito – che dalla sua prospettiva sembrava quasi assomigliare più che altro ad un piccolo bacio sul collo – aveva deciso di buttar giù ciò che rimaneva del suo quarto – e a questo punto ultimo – cocktail per poter lasciare il malo modo il bicchiere sul tavolo di fronte e per poter alzarsi e andare via. Neanche aveva fatto caso agli sguardi confusi di Kaminari e Kirishima, tantomeno aveva risposto alle loro domande che ad essere sinceri erano piuttosto frequenti, come se volessero tenerlo a bada. Dopotutto loro conoscevano benissimo la situazione – conoscendo Midoriya e Uraraka con tutte le probabilità non stava succedendo letteralmente niente, e la maggior parte di quello che stava vedendo Katsuki era, appunto, solo nella mente di Katsuki.
‘fanculo. Lo sapeva benissimo che Deku non aveva ancora affrontato il discorso con Faccia Tonda per la paura che potesse rimanerci male. Lo sapeva che ci teneva a lei e non voleva farla soffrire per questa cosa, lo sapeva e francamente non poteva fregargliene di meno. Sapeva anche che probabilmente aveva pensato che a Katsuki non avrebbe infastidito per niente, ed era proprio lì che si sbagliava. Forse non si aspettava un comportamento del genere da parte di Uraraka, che in genere era piuttosto discreta e molto, ma molto meno effusiva, ma – cazzo ­– quanto poteva essere difficile allontanarla senza cattive maniere? Parlando di Midoriya Izuku, il rischio di porre tanto male una richiesta era praticamente inesistente. E allora perché mai non farlo?
Probabilmente era un modo tutto suo per infastidirlo – anzi, per farlo ingelosire, e fargliela in qualche modo pagare per tutti gli anni di sofferenza arrecatigli. O forse lo stava pensando solo perché era quello che avrebbe fatto lui se, al contrario, fosse stato Deku a comportarsi da completo stronzo per tutti quegli anni.
 
- dk pov -
Izuku, nonostante il rossore e a questo punto il palese disagio, riuscì a seguire tutti gli spostamenti di Kacchan con la coda dell’occhio. Lo vedeva lo sguardo di fuoco che era perennemente puntato addosso a lui e ad Uraraka – alla faccia del tenere tutto nascosto – e vedeva tutto il suo corpo esprimere disappunto. Il piede sinistro che nervosamente picchiettava a terra, le dita che torturavano a tratti la camicia, e l’ignorare imperterrito i suoi amici che hanno provato ben tre volte a toccargli la spalla per includerlo nella loro conversazione.
In realtà, anche se fosse stato di spalle avrebbe potuto tranquillamente immaginare il comportamento di Kacchan senza sbagliarsi di tanto. Uraraka – che di certo non reggeva molto bene più di mezzo cocktail – si era lasciata andare ad espressioni di affetto che non erano parte della sua quotidianità. Non la biasimava, d’altronde non le aveva mai parlato a fondo della sua situazione con Kacchan. Le aveva detto in passato che iniziava a provare qualcosa che forse andava un po’ oltre la semplice amicizia d’infanzia, ma lei aveva in particolar modo sottolineato che non sapeva quanto la cosa potesse essere ricambiata visto che i lividi che lui si ritrovava addosso erano spesso proprio causa di Bakugou; quando, finalmente, i continui pestaggi a suo scapito erano più che altro terminati e lei aveva chiesto il motivo, se avesse insomma finalmente preso il coraggio di dichiararsi… lui aveva risposto con un secco ‘no’, lasciando Uraraka non poco perplessa. La ragazza però non aveva insistito in quel momento né aveva più chiesto, immaginando in realtà la situazione ma non volendo sembrare troppo impicciona, e Izuku da allora non ebbe più il coraggio di riprendere il discorso. Il problema non era certo fare coming out – chi doveva già sapere, d’altronde, sapeva. Era piuttosto come se volesse tenere la cosa solo per sé, come se non volesse condividere ancora il suo Kacchan con tutti gli altri. Non voleva rispondere a domande (che comunque non sarebbero mai arrivate) e preferiva godersi determinate attenzioni soltanto nella stanza di uno o dell’altro.

Nel frattempo, come culmine di tutto quello che stava passando per la testa di Kacchan eccolo lì, in piedi di scatto, a lasciare il locale dando spallate a destra e a manca a qualunque comparsa si permetteva di pararsi sul suo cammino.
Sospirò pesantemente, trovando finalmente il coraggio di alzare la testa soltanto dopo aver sentito la porta del locale sbattere, chiaro segno del fatto che Kacchan era oramai uscito. Gli occhi verdi andarono a posarsi sulla sedia vuota – che venne immediatamente portata via da una ragazza – e poi su Kaminari e Kirishima: quest’ultimo gli stava rivolgendo un piccolo sorriso, mentre con un cenno di capo gli indicava proprio la porta.
Ma certo che sapeva cosa c’era tra loro. E da bravo amico certo che gli consigliava di andare a recuperare Katsuki, almeno prima che facesse esplodere qualcosa.
Decise allora di seguire il consiglio.
Era ora per Uraraka di sciogliere l’abbraccio – cosa che fece tra un mugolio di disappunto e l’altro – accompagnata dalle mani gentili di Izuku. La fece sedere al suo posto, limitandosi poi ad alzare le spalle verso Todoroki quando gli chiese dove stesse andando e a rassicurare Iida sul fatto che, anche lasciando il locale, sarebbe tornato in tempo per andare via tutti insieme e non avrebbe in alcun modo corso dei rischi.
Finalmente anche Izuku uscì dalla baraonda.
Fuori faceva piuttosto freddo, e se ne accorse solo perché era rimasto fermo davanti la porta per un tempo che non avrebbe saputo calcolare. Non aveva la più pallida idea di dove andare, non sentiva rumore di esplosioni neanche in lontananza, e la posizione di Kacchan era un mistero. Girò la testa da una parte e dall’altra, scegliendo poi di proseguire nella direzione da cui poi se ne sarebbero andati tutti – si guardava intorno cercando di scogliere da qualche parte una testa bionda, che fu più veloce di lui a trovarlo e a catturarlo.
Izuku si mise paura solo per una frazione di secondo – quel tocco fermo e quelle mani calde, che lo avevano preso dal collo per poterlo sbattere contro il muro di un edificio, potevano appartenere solo e soltanto a Kacchan, che lo stava braccando in un vicoletto esattamente come fa un predatore con la sua preda. Non aveva paura di Kacchan – non più – e in particolar modo in quel momento era solo preoccupato per quello che aveva in testa. Aveva più e più volte specificato il rapporto tra lui e Uraraka – e anche quello tra lui e Todoroki – proprio perché Kacchan si era mostrato più volte geloso nei loro riguardi. Non aveva mai perso la pazienza nel ricordargli quello che erano per lui Uraraka e Todoroki solo perché, essendo stato lui in primis a non voler dire niente a nessuno, quasi si sentiva in difetto e si dispiaceva nel vederlo ingelosito per un niente – ma guai a nominare quel sentimento lì al biondo. L’unica volta che lo aveva fatto, per punzecchiarlo giocosamente e niente di più, aveva ricevuto il pugno nello stomaco più forte di sempre.
‘Kacchan! Uhm …ehi.’
 
- bk pov –
…ehi?
Era proprio questo che lo infastidiva più di tutto. Ostentava innocenza da tutti i pori, il bastardo, sempre e in ogni occasione. Anche in quel momento dove di innocente, specie ai suoi occhi, non c’era un bel niente.
Kacchan ehi un cazzo. Mi dici cosa cazzo salta in mente alla tua amichetta?’
Aveva sputato quelle parole con tale disprezzo quasi da meravigliare sé stesso. Sentiva la gelosia – il bruciore allo stomaco – capitolare in quel momento, si sentiva esplodere in quella scenata che era stato capace di trattenere finché non fossero stati a quattrocchi – anche questa volta – ma si sentiva così arrabbiato che se avesse tirato un pugno al muro lo avrebbe di certo distrutto, anche senza utilizzare il suo quirk. Quel Deku di merda – come poteva anche solo immaginare che tutto quello non lo infastidisse? Ma ciò che gli avrebbe fatto davvero ribollire il sangue sarebbe in realtà arrivato solo di lì a poco. La voce di Deku arrivava alle sue orecchie come se stesse cinguettando – lo stronzo non aveva un minimo di paura, e oltre a leggerglielo in faccia ora lo sentiva direttamente.
‘Saresti potuto venire lì tranquillamente a controllare, Kacchan’, aveva detto.
Katsuki avrebbe potuto scrivere un trattato sul perché sì, sarebbe potuto andare lì tranquillamente e prenderlo amorevolmente da parte per dirgli che quella cosa lì non gli andava per niente giù, ma non lo aveva fatto perché altrimenti avrebbe preso a pugni mezzo mondo, perché lo avrebbe mandato all’ospedale seduta stante, perché era stato lui a dirgli che preferiva aspettare prima di dire tutto a tutti.
La sintesi di ciò che stava pensando, insieme alla sfrontatezza non propria di Deku, arrivò con un ghigno sul suo viso accompagnato da una vena che sentiva pulsare sulla propria tempia.
Katsuki, ora decisamente furibondo e con il sorriso più sinistro che potesse stamparglisi in viso, piuttosto che distruggere il muro contro cui aveva intrappolato il nerd spostò una mano sulla parte bassa della schiena di Deku, per avvicinarlo a sé e, in quel modo, catturarlo definitivamente. L’altra mano, invece, si avvicinò furtiva alla chioma riccia, afferrando delle ciocche per spostare la testa dell’altro all’indietro, trattandolo come se fosse una marionetta.
‘Sì, potevo venire e spaccare la faccia a tutti quanti. Ma penso che gli altri debbano sapere dove sta il loro cazzo di posto da spettatori senza farmi scomodare troppo.’
Katsuki avvicinò il suo volto prima a quello dell’altro, ammirando finalmente da vicino le lentiggini di Deku immerse in un certo rossore ed in una fronte aggrottata dovuta al fatto che ancora non aveva lasciato i suoi capelli e che, anzi, stava tirando con ancora più forza.
‘Tu sei mio.’
L’aveva detto dopo aver avvicinato le labbra al suo orecchio, tanto rosso da emanare calore. Il biondo allora sorrise, compiaciuto, ma non ancora soddisfatto. No, doveva fare in modo che quelle parole fossero chiare agli altri e a Deku stesso più di tutti. Non doveva dirlo a nessuno? Bene, allora le comparse schifose avrebbero avuto modo di ammirarlo.
Si avventò sul collo nudo e perfettamente alla sua mercé: lo morse prima, e tra un gemito e l’altro di Deku si spostò pian piano verso la clavicola – ma aveva intenzione di lasciargli dei segni solo e soltanto laddove potevano essere ammirati, a differenza della solita ‘regola’ che imponeva a entrambi di lasciarne eventualmente solo sotto il colletto delle maglie.
Si allontanò di una decina di centimetri solo per poter ammirare il lavoretto appena svolto: il collo bianchissimo di Deku era ora cosparso da piccoli trattini rossi, che corrispondevano perfettamente ai suoi denti. Non servivano a niente le mani di Deku sul suo petto che avevano cercato di allontanarlo definitivamente mentre ammirava il suo lavoro, non quando, nel mentre, aveva sentito il suo nome sussurrato con una certa lussuria e non quando sentiva tutt’ora l’erezione altrui contro la propria gamba. Tsk, pervertito. Non aveva il minimo contegno quando erano da soli.
Decise comunque di ignorare volutamente quel particolare – lo stronzo non si meritava quel genere di attenzioni, se non più tardi quando avrebbe avuto modo di scoparlo su ogni superficie della sua stanza, ma avrebbe comunque dovuto guadagnarselo, a questo punto. Così aveva deciso. Tornò presto sulla superficie tanto adorata mentre portava la mano libera dai capelli di Deku al suo collo, per modellarlo a suo piacimento e facendogli quindi alzare ancora di più la testa per lasciargli più spazio – questa volta, però si occupò di lasciare diversi succhiotti, tre per la precisione, due a destra e uno a sinistra, in modo che non avrebbe potuto nasconderli se non con una ridicola sciarpa da portare anche durante le lezioni.
Katsuki tenne per ultima la sua cosa preferita: finalmente, dopo tutto il duro lavoro, poteva concedersi – e concedergli – un lungo bacio. Un bacio che di casto non aveva assolutamente niente, e anzi secondo dopo secondo era sempre più sporco: nessuno dei due voleva separarsi dall’altro, e quando uno cercava di prendere fiato l’altro gli si avventava subito contro per catturare nuovamente le labbra altrui con le proprie – anzi, Katsuki prediligeva di gran lunga riprendersi Deku con i denti. Letteralmente.
 Forse tutto quel nascondersi non giovava a nessuno dei due.
Infine, per sancire la conclusione del tutto, Katsuki diede un ultimo bacio a stampo sulle labbra ora gonfie e martoriate di Deku, lasciando in contemporanea finalmente liberi i suoi capelli ed il suo collo. Gli sorrise, come se niente fosse successo, facendo un passo indietro per ammirare la meravigliosa scompostezza di Deku in quel momento: capelli completamente disordinati, viso completamente arrossito – dallo strapazzo e, conoscendolo, dalla situazione in sé –, occhi sgranati e luccicanti come se stesse guardando un fantasma.
‘Ora torna pure dentro e fai vedere che ti ho fatto.’
Già immaginava le facce sconvolte di chi non sapeva e di chi non sospettava niente: in particolare, avrebbe pagato a peso d’oro per ammirare in tempo reale le facce sconvolte di Todoroki ed Uraraka. Nella sua testa sarebbero stati infinitamente scossi dalla notizia e soprattutto dal fatto che Katsuki era riuscito a batterli e superarli anche in quello.
‘O andiamo in camera mia e finiamo il lavoro.’


- dk pov -
Izuku poteva definirsi niente di più e niente di meno che sconvolto. Aveva letteralmente subito tutto il trattamento di Kacchan senza troppe proteste: sarebbe stato bugiardo a dire o far intendere che non gli stava piacendo. D’altronde amava le attenzioni del biondo, pur conoscendone la rugosità.
In quel caso, onestamente, non si aspettava che Kacchan reagisse in quel modo – per meglio dire, immaginava che potesse infastidirsi ma non pensava fino a questo punto perché tutto sommato Uraraka era solo brilla ed appoggiata a lui. Tutto questo però era solo vagamente accennato nella sua testa, avrebbe voluto protestare solo per sottolineare come in realtà non c’era motivo di spaccare la faccia a nessuno e che sapeva di essere suo, ma veniva puntualmente interrotto dal fare brusco altrui, e ciò che gli usciva dalla bocca erano solo versi, gemiti e il nome di Kacchan ripetuto come se volesse spingerlo a fare di più.
L’unico momento in cui sembrava essere rinsavito era stato solo durante il terzo – o quarto? Non stava tenendo il conto – doloroso morso, quando si era reso conto di ciò che Kacchan stava facendo e allora cercava di spostarlo con una presa in cui non credeva neanche lui.
 Kacchan lo stava marchiando in un modo inequivocabile e in modo che non potesse nascondersi per troppo, perché forse i segni dei morsi sarebbero spariti presto ma le macchie violacee dei succhiotti sicuramente sarebbero rimasti per giorni – avrebbe dovuto confessare allora che il biondo lo aveva malmenato per assolutamente nessun motivo, oppure che stavano insieme e l’altro aveva perso un po’ il controllo.
La verità insomma. Kacchan stava implicitamente sottolineando, almeno nella sua testa, come non se ne sarebbe lavato le mani tanto facilmente, la cosa che forse Izuku temeva di più e che lo aveva fatto desistere dal raccontare del loro rapporto. Forse infondo pensava che Kacchan avrebbe raccontato di come la relazione era solo nella sua testa e di come invece nella realtà dei fatti si trattava solo di scopare, ed Izuku sarebbe passato come l’idiota di turno per l’ennesima volta. Forse aveva solo paura del fantasma di un Kacchan passato che comunque in realtà non lo avrebbe ferito fino a questo punto – forse fisicamente avrebbe fatto peggio, ma non usando quegli escamotage lì.
Tutti questi pensieri attraversarono la mente di Izuku in un attimo. Quello prima si stava guardando intorno per trovare Kacchan, e quello dopo era spalmato contro quest’ultimo, collo e labbra rossi e gonfi delle attenzioni altrui, e un’erezione che non poteva nascondere, né a lui né tantomeno al biondo – che comunque, a quanto era riuscito a percepire, era eccitato a sua volta. Si era infatti prestato e, anzi, quando c’era da baciare lo aveva fatto ricambiando con grande passione.
Il rossore si fece infine più intenso nel sentire quelle parole. In entrambi i casi avrebbero finalmente palesato tutto ciò che stava andando avanti tra loro da un po’ di tempo a quella parte. Ah, ‘fanculo. Era stato stupido anche solo lontanamente a pensare che Kacchan lo avrebbe umiliato per quello, ed era stato ancora più stupido a pensare di non esporsi con questa sorta di cieco terrore.
Lo baciò nuovamente, godendosi l’ultimo bacio all’oscuro del mondo.
 
*angolo autrice*
Ciao a tutt*! Non scrivo fan fiction da praticamente un secolo, ma da quando ho visto BNHA ho questi due in testa e non riesco a farli andar via – per cui eccoci qui.
La ff nasce da un mio disegno (mi trovate decisamente più attiva in questo campo, e ve lo lascio qui perché ne sono molto soddisfatta
https://ifiori-delmale.tumblr.com/post/667745159500464128/have-this)
Immagino che mi troverete ancora da queste parti perché ho tante troppe idee in mente, nel frattempo fatemi sapere che ne pensate con una piccola recensione se vi va!
Grazie per essere arrivat* fin qui, Francesca <3

P.S. sono alla ricerca di un partner di role per la bkdk, nel caso qualcuno sia interessat*: TI PREGO CONTATTAMI! Ho la voglia smodata di ruolare quel pazzo di Bakugou, mi serve qualcuno che mi sopporti 😊
   
 
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