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Autore: Severa Crouch    16/11/2021    7 recensioni
[Questa raccolta di flashfic in un unico capitolo partecipa alla challenge "Questione di voci e stile" indetta da RosmaryW sul Forum Writing Games - Ferisce più la penna]
1. Il mondo per differenza - Sirius Black
2. Nella penombra di Grimmauld Place - Regulus Black
3. Lo scacco del pedone - Sirius Black - Regulus Black
Sirius è fatto di certezze assolute e giudizi netti, perché in guerra non c’è tempo per i dubbi e, dopo una vita in penombra, ha scelto la luce di casa Potter.
(...)
Negli anni, Regulus è diventato sempre più bravo nel dissimulare e nello schivare allarmi e sospetti, sfila indisturbato sul confine tra luce e oscurità nel tentativo di mantenere un equilibrio. In testa, ha molti dubbi e una sola certezza: non vuole perdere quello che ha.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Grimmauld Place n. 12'
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Questa raccolta partecipa alla challenge “Questione di voci e stile” indetta da RosmaryW nel forum Writing games - Ferisce più la penna




 

I.

Il mondo per differenza

Sirius Black



 

“Tieni gli occhi aperti,” è il monito che mi ha dato mia madre il giorno in cui ho preso il treno per Hogwarts. Adesso, quasi rimpiange gli insegnamenti che mi ha impartito. 

Walburga Black non immaginava che tenendo gli occhi aperti avrei esaminato il mondo per differenza, che avrei imparato a riconoscere l’orrore delle teste di elfo impagliate, il silenzio opprimente di casa, l’oscurità che sibila tra le ante delle vetrinette da oggetti sconosciuti e letali. Walburga crede che il mondo sia fatto a misura di Grimmauld Place e della cerchia di famiglie ammesse a varcarne la soglia. Non credeva che avrei conosciuto il calore, l’affetto e l’accoglienza delle altre famiglie, di chi ha usi, tradizioni, sangue, diversi dal mio.

La prima volta che la signora Potter mi ha salutato al binario 9 e ¾ al momento del rientro a scuola dopo le vacanze di Natale, mi ha posato una mano sulla testa e regalato una scatola di Cioccorane per il viaggio. Ne ha regalata una a ognuno degli amici di James. Euphemia mi ha ringraziato come mai un adulto aveva fatto: “Perché James sognava tanto dei fratelli e non sono arrivati, ma siete arrivati voi, e non potevamo essere più felici.”

James, Remus, Peter sono stati il metro con cui ho misurato le altre conoscenze e più James era allegro, leggero, spiritoso, tanto più Regulus appariva rigido, serio, nervoso, terrorizzato dall’idea di deludere gli altri. Il bambino che spiava gli elfi domestici per carpire i segreti degli adulti ha lasciato il posto a un adolescente che maschera la propria insicurezza dietro una flebile arroganza.

Durante le feste a casa, non riesco a capire come Regulus faccia a mantenere la calma davanti a quello che ci circonda. Sorride affabile a Jago Mulciber, sorseggia il suo calice di Acquaviola e mantiene quella posa che sembra un’imitazione di nostro padre. 

Nel sentire certi discorsi, sento la rabbia che mi offusca la mente. Respiro. Cerco di isolarmi, penso a James, alle sue ultime raccomandazioni: Fai il bravo, Felpato, evita le punizioni inutili.

“Hogwarts è piena di feccia, a partire dal custode.” È una frase che abbatte ogni mio tentativo di isolarmi. 

Mi spiace, Jamie, sono certo che capirai… 

La mano va da sé alla bacchetta e le gambe di Mulciber diventano come gelatina e riversa al suolo tra le risate dei presenti. 

Regulus mi rivolge uno sguardo severo, ma non posso più tacere. Sollevo Mulciber per la cravatta e lo guardo negli occhi. “Hai proprio ragione, Hogwarts è piena di feccia come te.”

La punizione dei giorni seguenti è solo la scusa per non vedere nessuno, non affrontare l’argomento, nascondere la polvere sotto il tappeto. I Black fanno così, sono bravissimi a chiudere gli occhi, tirare una linea, farti sparire dall’arazzo. Fare in modo che, semplicemente, non esisti. 

Io, però, esisto e non vedo l’ora di raccontare a James l’espressione di terrore di Mulciber. A differenza di casa, loro capiranno.

[487 parole su contacaratteri.it]

 

II.

Nella penombra di Grimmauld Place

Regulus Black


Sospiri e chiudi gli occhi. 

Inspiri profondamente, cerchi di calmarti mentre in testa si sussegue la stessa domanda: Perché Sirius deve sempre rovinare tutto?

Il tuo piano era a un passo dal compimento. Mulciber aveva appena iniziato a scherzare con Avery, il discorso sarebbe presto passato alle ragazze e tu avresti potuto avvicinarti ad Alexandra, prenderla per mano e andare a giocare in qualche stanza, dove quelle chiacchiere inutili non ci sarebbero state e il silenzio dei vostri respiri è tutto ciò che vuoi.

Il mal di testa non ti dà tregua da giorni, volevi una serata tranquilla, fare gli onori di casa, sorridere affabile e allontanarti senza farti vedere. Invece, sei finito sotto i riflettori, costretto a trascorrere la serata accanto alla mamma ad ascoltare noiosi pettegolezzi che non fanno altro che aumentare il mal di testa.

Solo quando gli ospiti iniziano a scemare riesci ad allontanarti e respirare. Nella penombra della sala di lettura della mamma trovi un po’ di calma. Ti stendi sul divano e chiudi gli occhi assaporando il modo ovattato e lontano con cui arrivano le chiacchiere degli ospiti. 

“Reg…”

Alexandra ti chiama a bassa voce, sa dove trovarti, sempre, sa come parlarti, piano, le sue dita ti sfiorano una spalla e ti sussurra di seguirla. La lasci fare quando ti ordina i capelli e con un gesto di bacchetta cancella le pieghe della veste da mago e ti chiede di fidarti di lei. 

È la prima a entrare nel salone. Gli ospiti sono andati via, la mamma ha spento le candele dei lampadari, è rimasto solo qualche lume e il fuoco del caminetto ad illuminare la sala. 

“Era nella sala di lettura, temo che non si senta tanto bene.”

Le espressioni dei genitori si tingono di preoccupazione, la mamma aumenta la penombra e i signori Turner guardano nelle loro borse alla ricerca di un filtro che ti aiuti a stare meglio.

“È debole…” 

“Compensa l’altro che è fin troppo forte.”

Le parole di Orion e Darlene ti arrivano nelle orecchie mentre ti stendi su un divano in disparte e Alexandra ti aiuta a bere il filtro calmante. 

“Non mi lasciare…”

“Ti tengo la mano finché non ti addormenti.”

È questo tutto ciò che desideri: il silenzio, la penombra di casa, le dita di Alex intrecciate alle tue. Sei ancora sveglio quando Darlene chiama la figlia, lei si china e ti saluta con un bacio sulla guancia. Non c’è bisogno di urlare, di attaccare Mulciber, di tirare in ballo la guerra per sentirsi vivi, basta sapersi muovere tra le ombre e non destare sospetti: hai persino schivato la ramanzina della mamma sul comportamento inaccettabile di Sirius. Hai imparato che passare per debole fa sì che ti sottovalutino e, di conseguenza, ti lascino in pace.

[459 parole su contacaratteri.it]




 
 

III.

Lo scacco del pedone

Sirius Black - Regulus Black

 

Sono passati tre anni da quando Sirius è andato via lasciando dietro di sé silenzio e una bruciatura sull’arazzo.

Sirius è fatto di certezze assolute e giudizi netti, perché in guerra non c’è tempo per i dubbi e, dopo una vita in penombra, ha scelto la luce di casa Potter. Sta girando per Diagon Alley, Silente gli ha detto che qualche simpatizzante di Voldemort prova a fare propaganda anti-Babbana, così rimane di sasso quando incontra suo fratello.

Regulus bacia una ragazza. Istintivamente si nasconde quando riconosce Alexandra. Sbircia da dietro l’angolo e invidia la leggerezza del fratello, il lusso che si concede nell’abbandonarsi all’amore.

Come può essere così cieco?

 

Negli anni, Regulus è diventato sempre più bravo nel dissimulare e nello schivare allarmi e sospetti, sfila indisturbato sul confine tra luce e oscurità nel tentativo di mantenere un equilibrio. In testa, ha molti dubbi e una sola certezza: non vuole perdere quello che ha. 

Se il mondo tira una linea e lascia scomparire nell’oblio chi prova ad essere felice - come Andromeda, come Sirius - lui ha imparato a recitare, a offrire ciò che si attendono da lui purché lo lascino in pace, come Narcissa

 

“Tu e Alex? Lo sa la mamma?”

“Buon Natale anche a te, Sirius.”

“Non sei il figlio perfetto che tutti credono...” Il sorriso obliquo di Sirius è lo stesso di quando provava a irritarlo, ma Regulus è diventato bravo a celare il fastidio.

“E tu, ti trovi bene dai Potter? L’oro di zio Alphard ti basta?” Il sarcasmo di Regulus scopre nervi scoperti. I Black sanno sempre come far male. 

“Dovreste vergognarvi, so cosa avete fatto.” 

“Non è successo proprio niente a zio Alphard.” 

“Perché voi fate sempre così, cancellate i problemi.”

“No, Sirius, ci rimbocchiamo le maniche e li risolviamo. Sai cosa significa essere diventato l’unico erede dei Black?”

“Io ho scelto di essere libero, potevi farlo anche tu.”

“Tu hai voltato le spalle al nostro mondo, io no.”

La risata di Sirius è come il colpo di una maledizione. Dopo tutti quegli anni, suo fratello non ha ancora capito. “È come una partita a scacchi.”

“È una guerra, Reg, se fosse una partita a scacchi, saresti solo un inutile pedone.”

“Anche un pedone potrebbe dare scacco matto, con la giusta strategia.”

“Torna a casa, tu non hai idea di cosa sia la guerra!”

Regulus si allontana, copre il volto con il cappuccio, la mano sfiora istintivamente il braccio sinistro. 

Sirius continua a sottovalutarlo. Perché è così cieco? 


“No, è stato assassinato da Voldemort. O per ordine di Voldemort, più probabilmente; dubito che Regulus sia mai stato così importante sa scomodare Voldemort in persona. Da quanto ho scoperto dopo la sua morte, si era fatto coinvolgere fino a un certo punto, poi è stato preso dal panico per quello che gli era stato richiesto e ha cercato di fare marcia indietro. Be’ non si consegnano le dimissioni a Voldemort. È un servizio a vita, o morte.”

(Harry Potter e l’Ordine della Fenice)


[498 parole su contacaratteri.it compresa la citazione]



 

Note:

Grazie a chiunque abbia letto fin qui. Scrivere dei fratelli Black è sempre complicato, anche se nella mia testa le idee sono chiarissime, ma dar loro una voce e far trapelare la differenza del loro rapporto, non è mai semplice, soprattutto nello spazio ristretto di una flashfic.

La sfida richiedeva di scrivere tre flash, una su ciascun personaggio della coppia (anche non in senso romantico) e una in cui comparivano entrambi con un dialogo diretto non accompagnato da verbi come disse, rise, provocò, ecc. L’idea è di far uscire le voci dei personaggi. Inoltre, le due flashfic dovevano avere tipi diversi di narrazione. Siccome io mi devo complicare la vita, ho deciso di usare la prima persona per Sirius, che è il personaggio con cui meno empatizzo e lo sforzo è stato proprio di mettermi nei suoi panni e vedere il mondo attraverso i suoi occhi usando la prima persona. Tenere fuori James e Walburga è stato difficile. Alexandra è appena accennata, ma nel mio universo narrativo il loro rapporto è troppo forte perché la facessi sparire.

Vi dò qualche nota temporale, anche se credo che si possa capire: le prime due flashfic sono ambientate durante le vacanze di Natale del quinto anno di Sirius, Regulus frequenta il quarto e Alexandra il secondo. L’ultima flashfic è ambientata nel dicembre 1978 e quindi alle porte del fatidico 1979.

La citazione (compresa nel conteggio delle parole della flashfic) è tratta da Harry Potter e l’Ordine della Fenice, cap. 6, La nobile e antichissima casata dei Black. Su Kindle mi dice che è pag. 109, ma credo che cambi a seconda dell’edizione.

Il titolo della raccolta, oltre a richiamare un po’ il senso della challenge, perché in musica anche i silenzi sono una voce, rimanda a due aspetti che per me sono fondamentali tra Sirius e Regulus: Sirius considera il silenzio di Grimmauld Place come opprimente, per Regulus invece è confortante. 

Spero che le voci di Sirius e Regulus siano emerse, lasciatemi un feedback, se vi va.

Un abbraccio,

Sev

 
   
 
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