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Autore: elenabastet    20/11/2021    7 recensioni
in questa fanfiction mi confronto con un tema controverso, cioè se André abbia mai avuto altre donne, anche solo per farci sesso. Mi sono ispirata, sia pure in un contesto diverso, alla fanfiction Musings of a professional girl di Dasha K del fandom di The X-Files, che tratta un tema simile.
Genere: Drammatico, Erotico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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IL RAGAZZO DAGLI OCCHI VERDI

 

Rating: toni maturi, amore, tematiche delicate

Fandom: Lady Oscar.

Note: in questa fanfiction mi confronto con un tema controverso, cioè se André abbia mai avuto altre donne, anche solo per farci sesso. Mi sono ispirata, sia pure in un contesto diverso, alla fanfiction Musings of a professional girl di Dasha K del fandom di The X-Files, che tratta un tema simile.

 

Quando arrivai a Parigi dal Poitou pensavo che avrei fatto la modista o la sarta, visto quanto alle dame piacessero gli abiti. Poi capii che quella non era la mia vocazione, e dato che all’epoca non ero brutta, o almeno così mi dicevano, trovai una strada diversa e non priva di interesse e di piacere, anche se a qualcuno può sembrare degradante.

Certo, non è stato tutto rose e fiori, soprattutto dopo quello che è successo in questi ultimi anni, ma alla fine mi sono divertita, forse perché sono disincantata e cinica quanto basta per farmi strada in un certo tipo di mondo.

Ho fatto anche altro e so fare anche altro, ultimamente mi piace molto stare dietro a madame de Gouges o alla cittadina de Gouges, perché dice cose giuste su noi donne e su che ruolo dovremmo avere nella società.

Sono cinica perché non credo al grande amore? Beh io non l’ho mai incontrato, ma esiste, è raro ma capita e lo vidi succedere.

Di tutti i cittadini uomini che mi hanno frequentata intimamente, non sempre piacevoli ma neanche sempre disgustosi, ce ne fu uno che mi rimase nel cuore subito.

Mi colpì fin dalla prima volta che venne da me: un ragazzo bellissimo, bruno con gli occhi verdi, gentile, per bene, sembrava più nobile lui di altri nobili di nascita. Io di solito non chiedo generalità, evitavo solo chi chiedeva cose strane e rivoltanti e chi non voleva stare a certe regole per evitare soprattutto rogne a me, andare dalle fabbricanti di angeli non è mai bello.

Tra le altre cose a suo vantaggio c’era che uno dei pochi a lavarsi, sapeva sempre di buono, di lavanda e dolci. Però, per contro, in un certo senso mi mise anche a disagio, perché lui voleva innanzitutto parlare e sapere e mi chiedeva delle cose che mi lasciavano a bocca aperta.

Di solito i signori cittadini sono un po’ egoisti, vogliono godersi tutta la faccenda e basta, senza pensare granché a noi donne.

Lui no. Lui voleva sapere cosa dà piacere a noi donne, dove amiamo essere toccate, come e dove amiamo i baci, come amiamo essere messe quando un uomo ci vuole fare sue. Non c’era nessuna perversione in lui, nessuna pratica strana o disgustosa, nessun desiderio di dare dolore, o di riceverlo, solo queste richieste.

Non mi ero mai posta certi problemi, evitavo le cose schifose e preferisco non nominare quali sono, ma lui, quel ragazzo con gli occhi verdi voleva sapere cose di cui normalmente non ero abituata a parlare, usando anche termini specifici, spiazzanti, ma lo faceva con grazia e tenerezza e non era mai volgare.

Negli anni avevo fatto anche da nave scuola a ragazzini giovani, inesperti e imbranati, poveretti facevano sorridere spesso: ma lui non era così, voleva imparare, capire e sapere, certo che le sue domande erano veramente imbarazzanti.

“Come vi piace essere baciate sui seni? E come devo fare per farvi venire i capezzoli duri? Vi piace? Come devo toccarvi nella vostra femminilità per farvi bagnare e provare piacere? E per non farvi male se non l’avete mai fatto cosa devo fare per entrare in voi?”

Riusciva ad essere spudorato e dolce, innocente e audace, e io pian piano pensai che si stesse preparando per un grande amore che voleva soddisfare al meglio. Dalle parole e domande passò a voler fare pratica, con le mani e con la bocca, e devo dire che malgrado io cercassi sempre di essere distaccata, raramente trovai un amante così esperto e generoso.

Veniva ogni tanto a trovarmi, e i mesi passavano, diventando anni, e aveva sempre nuove domande da farmi. Mi prese solo una volta, mettendo a frutto tutto quello che aveva imparato, e fu la volta in cui potei dire di aver fatto davvero l’amore e di aver conosciuto il desiderio. Era fantastico, ma alla fine, quando si liberò, disse un nome:

“Oscar!”

Oscar era un nome da uomo. La cosa diventava strana, pensai per un attimo che forse era uno dei quei ragazzi che amavano all’italiana, come si suol dire. Ma con le donne ci sapeva fare eccome.

Non riusciva a guardarmi in volto dopo, mi chiese scusa e sparì.

Lo rividi molto tempo dopo, per caso, per strada, lo riconobbi con addosso l’uniforme dei Soldati della Guardia, era cambiato, uno dei suoi splendidi occhi verdi si era spento per sempre. Ma era lui, e non era solo: vicino al suo cavallo c’era Oscar. Feci allora due più due, era la famosa Oscar di cui avevo sentito parlare in tante circostanze, amava quella donna e da come la guardava si capiva lontano un miglio. Lei sembrava distaccata, ma un paio di volte lo fissò timidamente e io sperai che facessero insieme quello che lui aveva dimostrato di aver imparato a fare così bene.

Nei giorni dell’insurrezione a Parigi, decisi di trovare un’occupazione in quel momento più utile per la società, e mi misi a soccorrere i feriti. Lo vidi arrivare in Place de Grève, ferito mortalmente, vidi i medici scuotere la testa, e vidi lei, Oscar, l’amore della sua vita, che gli teneva le mani, guardandolo in modo che era chiaro cosa avevano vissuto, sia pure per poco.

Ricordo le urla di lei quando lui se ne andò, io ero occupata ad aiutare le persone, ma piansi in silenzio anch’io.

Il giorno dopo, alla Bastiglia c’ero anch’io, nelle retrovie, e vidi come lei si mise davanti ai cannoni a dirigere il fuoco, così visibile che anch’io sarei riuscita a colpirla, figuriamoci gli uomini del temibile marchese de Launay, di cui tutti ci ricordammo poi la fine. Voleva andare da lui e come darle torto?

Quando le spararono, ci fui anch’io tra chi la soccorse, mentre lei incitava i suoi uomini ad andare avanti a prendere la fortezza. Mormorò un nome prima di volare in cielo, André, e così seppi come si chiamava quel ragazzo con gli occhi verdi che aveva rubato il cuore anche a me.

Sono e resto una cinica, ma a volte penso a quell’amore eterno di cui ho avuto solo un assaggio, e spero che di là ci sia un paradiso come quello di cui raccontava quell’arabo, dove ci si ama per sempre anche con il corpo e con il cuore. Lo spero per il mio ragazzo con gli occhi verdi e per il suo grande amore, che ora è per sempre con lui.

  
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