Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Maryfiore    24/11/2021    0 recensioni
Perché ci vuole coraggio a spezzare il cerchio ed evadere dal comodo stato di bestia incosciente.
*
Flashfic Armin-centric.
Attenzione: spoiler degli ultimi capitoli del manga.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Armin Arlart
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Uccidere e morire.

Due piatti della stessa bilancia, due estremi dello stesso pendolo, uno la causa o la conseguenza dell'altro. Due anelli indissolubili, andavano insieme fin dagli inizi del mondo che conosceva, fin da quando riuscisse a ricordare.

Uccidere i giganti
per non morire con le ossa schiacciate tra le loro fauci.
Come gli era stato insegnato fin dalla tenera infanzia.

Uccidere gli eccessi
per non far morire di fame la maggioranza.
Come era successo a suo nonno.

Mandare i membri del Corpo di Ricerca fuori dalle Mura a morire per la salvezza dell'umanità.
Uccidere i pochi
per non far morire i molti.
Come aveva avuto modo di apprendere da ragazzo.

Uccidere i traditori
per non morire traditi.
Era ciò che aveva pensato quando aveva scoperto la vera identità di Annie, Rainer e Bertholdt.

Uccidere Erwin
per non far morire lui.
Era ciò che aveva pensato quando gli avevano spiegato gli esiti della battaglia di Shingashina.

Uccidere Marley
per non far morire Eldia.

Uccidere Gabi
perché con la sua piccola mano tremante di rabbia aveva fatto
morire Sasha.

Uccidere Falco
perché Connie non voleva veder morire sua madre.

Uccidere Eren
per non far morire centinaia di milioni di persone.

Uccidere.

Il ricordo di quella bambina terrorrizzata, con gli occhi iniettati di sangue, era impresso come un marchio indelebile nella sua memoria. Così come le sue parole.

- F-Falco non ha fatto niente... sono io quella che dovreste uccidere, non lui. -

- Non lo faremo. -

- Ma vorreste farlo, vero? Vorreste così tanto uccidermi tutti. So che lo vorreste.-

- Io non lo voglio. -

Dalla sua espressione era palese che non gli avesse creduto.

- Uccidere, uccidere, uccidere...
Parli sempre e solo di uccidere. -

Eppure anche lui aveva ucciso.

Uccidere per non morire.

Uccidere e morire.

Morire e uccidere.

Occhio per occhio.

Dente per dente.

Sangue nel sangue.

Sangue su sangue, su sangue e ancora su sangue...

Fiumi di sangue.

Un oceano di sangue.

Un circolo vizioso che si ripeteva all'infinito. Un cerchio chiuso che nessuno aveva mai avuto il coraggio di spezzare.

O voleva spezzare.

Perché in fondo quando ci eri immerso, nel sangue caldo, non era facile trovare la volontà di uscirne. Quando si cominciava a immergere le mani a coppa e a bere da quell'oceano scarlatto si diventava inibiti. Assetati. Come bestie malate.
A quel punto si era poi tanto diversi dai marleyani? Si era poi tanto diversi dai giganti contro cui avevano combattuto per tanti anni?

La risposta era così semplice e chiara, proprio lì davanti ai loro occhi. Perché nessuno riusciva a vederla?
Bastava così poco...
Un piede. La punta di un solo piede fuori dal cerchio.

Spezzare il cerchio, spaccare la bilancia, pestare il pendolo sotto i piedi, distruggere gli anelli della catena...

Urlare Basta.

Basta.

Grida, polvere, fuoco, sangue, vendetta, odio...

Basta.

Uccidere.

Basta.

Uccidere e morire.

Basta.

Grida, polvere, fuoco.

Fiducia, dialogo, pace.

Sangue, vendetta, odio.

Sogni, speranza, vita.

Basta!

Facendo appello a tutta la sua forza di volontà, Armin prese un bel respiro, aprì gli occhi, strinse i denti e, ancora una volta, dimostrò di avere più coraggio di chiunque altro.

Fece un passo avanti e spezzò il cerchio.

   
 
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