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Autore: elenabastet    25/11/2021    3 recensioni
Nella serie non abbiamo più visto il lago vicino al quale nell’episodio 1 André fa sfogare Oscar e dove avevano giocato da piccoli. In questo universo alternativo, Oscar va in riva al lago dopo la famosa notte, sconvolta, e incontra André. Un po’ OOC.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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IL LAGO DEI GIORNI FELICI

 

Rating: sentimenti, problemi di cuore, struggimenti, what if.

Fandom: Lady Oscar.

Note: nella serie non abbiamo più visto il lago vicino al quale nell’episodio 1 André fa sfogare Oscar e dove avevano giocato da piccoli. In questo universo alternativo, Oscar va in riva al lago dopo la famosa notte, sconvolta, e incontra André. Un po’ OOC.

 

Ho lasciato Cesar libero di galoppare, non voglio pensare a niente, ma non faccio altro che pensare a ieri sera e a quello che è successo. André…

Ho pianto stanotte, ho pianto calde lacrime, perché ieri sera ho perso anche lui come amico, dopo Fersen, e come confidente, ma per un motivo completamente diverso. Di colpo, l’ho visto trasformarsi in qualcosa che non so affrontare, ho subito sulla mia pelle la passione cieca e furiosa di un amante respinto e frustrato.

Ma come posso odiarlo? Lui è il mio migliore amico, un fratello per me da sempre, abbiamo condiviso gioie e dolori, ma dietro ogni suo gesto, ogni suo sorriso, ogni suo consiglio, ogni sua risata, ogni suo sguardo, ogni sua azione, ora so che c’era un amore infinito di cui non mi ero mai accorta.

Non mi sono mai chiesta in questi anni e non gli ho mai chiesto se avesse delle relazioni: ho visto gli sguardi languidi di cameriere e damigelle al suo passaggio, e ho pensato che ne avesse approfittato, senza mai legarsi a nessuna, ma non è certo un peccato, quando si è giovani e belli come è lui. Ma André ha detto chiaramente Ho provato dell’affetto per te, solo per te, e quindi non c’è mai stata un’altra per lui.

Ho sbagliato a congedarlo in quel modo brusco, ma io ho bisogno di cancellare ogni sentimento e ogni debolezza dopo che Fersen mi ha respinta, e non mi aspettavo una simile reazione. Mi sono infuriata quando ha detto quella frase delle rose e dei lillà, perché mi sono sentita ferita nell’orgoglio e perché stava ostacolando quello che voglio essere, ma quello che è successo dopo mi ha spiazzata e terrorizzata. Come posso guardarlo ancora in volto, quando penso al suo desiderio furioso e poi al suo dolore per me, come posso ancora averlo vicino quando ricordo le sue labbra che si impadronivano delle mie e il suo corpo che mi serrava e desiderava, come posso dimenticare l’umiliazione che mi ha inflitto, denudandomi? E come posso dimenticare le sue parole su cosa prova per me da sempre, che complicano e distruggono tutto?

Di colpo mi rendo conto dove sono arrivata: in riva al laghetto, non distante da casa, dove ho giocato per anni con André, uno dei tanti luoghi che mi lega a lui. Qui rischiammo di affogare da bambini, quando giocavamo senza freni e quella fu l’ultima volta che facemmo il bagno nudi insieme. Qui venimmo tante volte a chiacchierare e giocare, e qui lui mi lasciò sfogare, prendendosi le botte, quella volta che dovetti decidere di diventare la guardia della principessa. Già, André in realtà è sempre stato più forte di me, come mi ha dimostrato ieri sera, in cui pensavo che sarebbe successo come quell’altra volta, che ci saremmo azzuffati come due amici. Ma così non è stato.

Questo lago non è il posto giusto dove stare, troppi ricordi di cosa ho perso, vorrei davvero tornare piccola e sentirmi un maschio, ed avere come amico fraterno André per sempre. André a cui voglio bene comunque, e che non può più essere mio amico.

Mi siedo sulla riva del lago e mi copro il volto con le mani. Spero che davvero tutti cambi quando potrò vivere davvero come un uomo e che non debba mai più soffrire così.

Passa un po’ di tempo, sento l’aria fresca su di me, è piacevole, e di colpo sento un nitrito che non è di Cesar. Sta arrivando qualcun altro, forse questo posto è stato scoperto da qualche altro bambino innocente che ama venirci a giocare.

Mi giro e vedo chi sta arrivando, e il cuore mi si ferma in petto: c’è André. Devo far finta di niente, voglio far finta di niente. Ma non ci riesco, penso per un attimo a tutte le volte che la sua presenza mi ha trasmesso felicità, sicurezza, allegria, e ora a come è tutto diverso.

Anche lui mi ha vista, trasale per un attimo e poi cerca di non guardarmi, troppo imbarazzo, ci siamo feriti a vicenda in maniera definitiva.

Non ci muoviamo e stiamo a dovuta distanza. Io devo dirgli qualcosa, non voglio comunque cancellare tutto quello che mi ha dato in questi anni.

“André, per quello che è successo ieri sera non ce l’ho con te ma preferisco dimenticare”.

Lui deglutisce e mi sembra di veder brillare una lacrima nel suo occhio. L’altro, di colpo me ne rendo conto, l’ha sacrificato per amore mio poco tempo fa, non è stato per devozione che è corso in mio aiuto, ma per un altro sentimento.

Poi dice una sola parola, che ha già detto ieri sera:

“Perdonami”.

Dovrei odiarlo, se fossi vendicativa lo dovrei odiare, e potrei anche rovinarlo per quello che mi ha fatto, ma non posso, in nome di tutti gli anni insieme, anni di risate, sbronze, feste, scazzottate. Posso perdonarlo? Se riesce a stare meglio devo provarci.

“Ti perdono, ti ho già perdonato, ma credo che sia meglio che non ci vediamo più”.

Queste parole mi danno di colpo un dolore immenso: come posso pensare di non vedere più André e il suo sorriso? Ma è necessario, per entrambi.

Lui mi guarda con quello che ora so che è amore infinito, sta per piangere, perché deve soffrire così? Non c’è niente di peggio che un amore fatto di agonia e angoscia, lo so bene.

“Purtroppo, André, l’amore può portare a due cose, come ho detto a Fersen: alla felicità completa o ad una lenta e triste agonia. Io pregherò perché tu trovi la felicità che meriti”.

Andrè scuote la testa:

“No, Oscar, per me l’amore è gioia, da sempre e per sempre. Amarti per me è sempre stato e sarà sempre una gioia. La felicità completa io la assaporo ogni volta che ti vedo, ogni volta che i tuoi biondi capelli volano nel vento, ogni volta che i tuoi occhi brillano di fierezza, ogni volta che mi parli, ogni volta che stai con me. Non cambierei un solo giorno della mia vita, per me la felicità è stare con te, sostenerti, accudirti, condividere con te gioie e dolori. Una lenta e triste agonia per cosa? Perché non posso averti fisicamente? Non c’è solo quello. Tu per me sarai per sempre nel mio cuore mia moglie, la mia anima gemella, siamo stati insieme nel bene e nel male, nei giorni tristi e nei giorni felici, abbiamo cresciuto Rosalie come se fosse nostra figlia, abbiamo diviso tutto. Tranne una cosa, che vorrei certo, perché sono fatto di carne e sangue, come te del resto, ma non mi importa. Io ti amo per la vita e oltre”.

Mi sento vacillare. Come posso controbattere ad un amore così viscerale? Come posso contrastarlo, sempre che sia giusto? Come posso pensare di ignorarlo? Mi sento come se l’avessi quasi tradito in questi anni, non accorgendomi di questo, mi vengono in mente tanti momenti in cui mi ha stretto a sé per quello che io credevo amicizia e sostegno e in realtà era amore.

“André, io… non posso rinunciare a quello che sono, ho cancellato certi sentimenti da me da tanto tempo”.

“Io ti amo per quello che sei, orgogliosa, coraggiosa, leale, carismatica e meravigliosa. Pensi che un uomo non soffra per amore? Sai cosa vuol dire non poter avere fisicamente la donna che ami, sentire il tuo corpo che scoppia dal desiderio tutte le volte che ce l’hai vicina? Ma non mi importa, e la cosa che mi ha fatto più soffrire ieri sera non è lo schiaffo che mi hai dato, ma quando ti ho vista, indifesa e impaurita, scoppiare in lacrime per causa mia. Questo non me lo perdonerò mai, farti soffrire per me è inaccettabile, già ho dovuto accettare di vederti soffrire troppe volte nella tua vita, picchiata da tuo padre, ferita, calpestata da Fersen...”

Vorrei controbattere, ma non riesco. Poi ci provo:

“Perdonami per come ti ho aggredito, quello schiaffo è stato odioso da parte mia, se non te l’avessi dato forse tu...”

“Ah, pensi di avermi provocato? Non sei responsabile di cosa ti ho fatto.. io sognavo di dichiararti il mio amore in maniera diversa, sognavo di baciarti come un innamorato dolce e appassionato, sognavo di abbracciarti ricambiato, sognavo di gioire insieme a te dei nostri corpi… e invece mi spiace che sia andata così.”

Di colpo, mi rendo conto di quanto André sia bello, oltre che adorabile. Di colpo sento che non posso odiarlo per quello che è successo, e che allontanarlo da me sarebbe ucciderlo. Come posso fare del male ad André? Vorrei abbracciarlo, ma so che non posso, portargli conforto. Vorrei che fossimo ancora bambini.

“Ti perdono e ti auguro di essere felice”, ripeto.

“Io sono già felice se sto con te”.

Mi ha giurato che non mi toccherà mai più, ma di colpo, dal profondo del mio cuore, sento nascere uno strano sentimento verso di lui, un sentimento che mi porta a pensare che tra le sue braccia mi sentirei felice anch’io. Non devo pensarci, ma dico un’altra cosa.

“Ti sollevo dal tuo giuramento...”

“Quale?”, dice lui, con l’occhio che quasi gli brilla.

“Che non mi toccherai più.” Di colpo, capisco cosa ho osato, ma non mi interessa, non posso vivere sapendo che una persona a cui voglio bene così tanto soffre e si tormenta per causa mia.

Vado verso Cesar e lo sento arrivare dietro di me, mi sfiora quasi e mi rassicura.

Mi volto, non con la furia di ieri sera, ma per guardarlo un attimo ancora e di colpo ci sfioriamo in una carezza fugace, e sento le sue mani, appassionate ma dolci, che leniscono le mie ferite dentro. Abbiamo fatto pace, anche questa volta e l’importante è questo.

 

  
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