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Autore: Longview    26/11/2021    1 recensioni
[Extra! Tratto dalla storia principale Bad Blood, periodo invernale, per intenderci intorno al capitolo 14]
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Le festività invernali sono alle porte e Ryoko è alle prese con gli ultimi acquisti natalizi.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Bad Blood'
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Buonasera :3 Eccoci con la seconda One Shot bonus tratta da Bad Blood. Ovviamente, dopo la prima storia incentrata su Shouto (Date Night, nel caso ve la foste persa), non poteva mancarne una su Bakugou eheh La pubblico oggi in tutta fretta giusto per farmi perdonare del fatto che questo weekend non uscirà nessuno capitolo della storia principale sigh
OS molto soft, un po' di fluff disseminato e beh tanto clima natalizio che non fa male ricordarsi che le festività sono molto più vicine di quanto si possa immaginare.
Spero vi piaccia!


 








Un incontro fortuito









Natale era ormai alle porte. Le vetrine erano tutte addobbate a festa, tra pini spruzzati di neve finta e palline colorate, ghirlande, luci. Qua e là apparivano sorridenti uomini di mezza età e giovani volontari travestiti da Babbo Natale e i suoi aiutanti elfi, mentre la gente si accalcava per le strade per concludere gli ultimi acquisti.
Ryoko si trovava lì, con mille buste tra le mani, alla ricerca dei regali perfetti per i suoi amici. Gliene mancava solo uno, il più difficile: quello per Izuku. Anche l'anno precedente si era trovata in difficoltà, e pensare che si sarebbe accontentato di così poco! Ma non voleva ripiegare su un qualsiasi gadget di All Might o di qualche altro eroe, perché ne era già pieno e sicuramente tutti i loro compagni avevano avuto la stessa idea. 
Dopo aver visitato quasi tutti i negozi della città, in quella che era stata la giornata più lunga e faticosa degli ultimi mesi -e, detto da un'aspirante eroina, era una grossa cosa-, trovò quello che stava cercando: infatti, era molto tempo ormai che Izuku le rompeva l'anima con quest'idea un po' infantile dei bracciali dell'amicizia, e presa allo sfinimento alla fine si era decisa a comprarli. Voleva qualcosa di particolare, non quei brutti fili in cotone che si rompevano dopo poche settimane, e in un negozietto di articoli equo solidali trovò delle fascette in caucciù intrecciato, con attaccato un piccolo ciondolo magnetico; era una pallina divisa in due parti irregolari, una metà appesa ad ogni bracciale. 
Ci spese un po', ma pensò che ne valesse la pena se significava far contento quel broccolo ambulante che si trovava per amico.
Finalmente, era arrivato il momento di tornare ai dormitori. Si diresse verso la fermata del treno più vicina e pazientemente attese; posò a terra tutti i sacchetti che stava trasportando, le braccia completamente distrutte, e frugò nel suo zainetto alla ricerca delle cuffiette bluetooth: aveva bisogno di isolarsi dalla confusione che la attorniava -la banchina era colma di persone, quasi faticava a trovare un posto in cui stare-, e quello era l'unico modo per far scivolare via velocemente il viaggio di mezz'ora che la aspettava. 
Si strinse meglio nel suo cappotto, osservando stancamente i binari; dopo qualche minuto, iniziò a sentire una strana sensazione addosso, come uno sguardo pressante che non aveva intenzione di scollarsi da lei. Si guardò in giro: c’era troppa gente, e forse si trattava semplicemente di qualcuno che era incuriosito o che l’aveva riconosciuta dal Festival Sportivo. Spesso in quei mesi le era capitato di venir fermata per strada per qualche foto: era imbarazzante, sì, ma era contenta che qualcuno si fosse appassionato al suo stile di combattimento.
Proprio quando stava per tornare tranquilla a fissare un punto indefinito di fronte a sé, i suoi occhi si incrociarono con quelli di un ragazzo in mezzo alla folla. Erano rossi e spalancati in un’espressione sorpresa, come quelli di un bimbo colto con le mani tra le caramelle; fu un attimo, prima che quello si voltasse stizzito, nella speranza di non essere stato visto.
Ryoko piegò leggermente le labbra in un sorrisetto divertito, e prese a farsi largo tra le persone -non prima di aver raccolto tutti i suoi acquisti, non voleva di certo che qualcuno glieli rubasse. Gli si piazzò affianco, e anche allora il ragazzo non la degnò di uno sguardo.
-Ehi, Katsuki- lo chiamò, e lui roteò lentamente su se stesso, mettendo su un’espressione scocciata. 
Di tutta risposta ricevette uno sbuffo: -Ciao-
Ryoko aveva appena infilato in tasca le cuffiette, e il ragazzo probabilmente comprese la sua intenzione di restare lì con lui ancora per molto tempo perché aggiunse: -Stavo meglio prima che venissi a scocciarmi-
-Eri tu che mi fissavi, veramente- osservò lei, ridacchiando. Katsuki si ritrovò spiazzato e leggermente in imbarazzo: colpito in pieno.
Trascorsero un paio di minuti nel più completo silenzio, accompagnati soltanto dal brusio delle voci distratte attorno a loro.
-Anche tu a fare compere natalizie?- domandò a un certo punto, per rompere il ghiaccio.
Katsuki sollevò le spalle, poi rispose: -Ero dai miei vecchi-
Ryoko non fece appunti sul fatto che fosse decisamente scortese chiamare i propri genitori “vecchi”, anche perché dopotutto lui era sempre scortese con tutti.
-Sembra che tu abbia svaligiato un negozio- sputò poi, indicando con un cenno del capo tutte le buste che giacevano tra i suoi piedi. Era vero, erano tante, ma il Natale le piaceva e non voleva far mancare nulla alle persone a cui voleva bene. 
Sussurrò un “Già” nervoso, e intanto il treno fece la sua comparsa in stazione.
La gente iniziò a muoversi confusamente, tra chi scendeva e chi saliva, tutti schiacciati dentro alle carrozze pur di non dover aspettare il treno successivo. Katsuki raccolse molte delle sue borse.
-Lascia, ti do una mano- le intimò, e poi con il palmo stretto su una sua spalla la indirizzò davanti a sé fino a salire sul vagone.
Ryoko si trovò schiacciata in mezzo ad almeno altre venti persone; faceva molto caldo, e non poté fare a meno di sentire la nausea salirle nello stomaco dentro a quella piccola scatola di metallo che puzzava di sudore e fumo stantio. Per non parlare poi di chi tossiva senza coprirsi la bocca, chi ascoltava musica a tutto volume e chi, come il tizio in piedi dietro di lei, approfittava della confusione per molestare le ragazze indifese.
Ryoko odiava quelle situazioni: si comportava sempre da dura nella vita di tutti i giorni, ma quando sentiva quelle dita o delle mani sconosciute toccarla senza il suo permesso le saliva un’angoscia e una vergogna che le impedivano persino di ribellarsi, quasi per paura di venir presa per pazza. E purtroppo accadeva molto spesso.
Si mosse infastidita, cercando uno spiraglio per allontanarsi, mentre il suo viso si faceva via via di sfumature sempre più tendenti al rosso; Katsuki, di fronte a lei, si accigliò irritato.
-Oi, tu, ti faccio esplodere il cazzo se non la smetti- ringhiò ad alta voce, con il preciso scopo di farsi sentire da quante più persone possibili; e lui era così bravo ad attirare l’attenzione su di sé. Spintonò con forza quel ragazzo, facendo barcollare anche tutti coloro che si trovavano vicino. 
Quello sgranò gli occhi spaventato, mentre lui gli rivolgeva un’ultima occhiata di fuoco prima di prendere Ryoko sotto braccio e farsi strada verso la porta opposta all’entrata, dove nessuno avrebbe più potuto infastidirla.
-Mh, grazie- mormorò lei, lo sguardo basso e le spalle inchiodate alla parete. Katsuki farfugliò qualcosa in tono irritato, come un “Ho fatto solo quello che andava fatto”, e puntò entrambe le mani ai lati della sua testa, creando una sorta di scudo protettivo da tutti gli altri passeggeri.
La ragazza avvampò, improvvisamente troppo vicina al corpo del biondino per non essere in imbarazzo. Non era mai stata così impacciata, però incolpò il fatto che loro due non avevano mai trascorso del tempo insieme fuori dalla Yuuei -no, sarebbe stato meglio dire fuori dai loro letti. Quasi temeva che qualcuno li vedesse e potesse iniziare a sospettare di loro, ma sapeva che erano paure immotivate perché nessuno su quel treno li conosceva né si interessava di ciò che facevano; avrebbero pure potuto iniziare a baciarsi appassionatamente lì di fronte a tutti, e non avrebbero suscitato alcuna reazione. 
Tuttavia, non riusciva a smettere di sentire quel leggero nervosismo che le attraversava tutta la spina dorsale e le faceva battere il cuore tanto forte da farle male al petto. 
-Che hai?- 
Katsuki le soffiò quella domanda direttamente sulle guance arrossate, scatenando in Ryoko un brivido di agitazione. Le sue labbra erano così vicine che le sarebbe bastato mettersi in punta di piedi per lambirle teneramente con le proprie, e avrebbe potuto infine scoprire se quel caldo sentore di cannella nel suo fiato si era anche attaccato al palato. 
-N-niente- balbettò confusa, distogliendo lo sguardo palesemente incollato alla bocca sottile e impertinente del ragazzo. Quello sbuffò dal naso, ormai aveva capito benissimo cosa le passasse per il cervello.
Spostò un braccio piegato sopra la sua testa, appoggiandovi tutto il peso; si era sporto ancora di più su di lei non appena la gente salita alla nuova fermata lo aveva schiacciato verso la parete. Katsuki grugnì qualche insulto rivolto al tizio dietro di lui che gli aveva appena rifilato una gomitata nella schiena.
-Sapevo che era una pessima idea uscire oggi-
Ryoko sorrise: -Già, ho anche pregato All Might di prestarmi la macchina ma come sempre me l'ha categoricamente vietato-
Ma come biasimarlo, lei era un vero disastro alla guida; se poi si aggiungeva il traffico della settimana che precedeva il Natale, allora il rischio di incidente quadruplicava.
Incredibilmente, il biondino ghignò tranquillo. Il suo viso si distese, il suo solito cipiglio arrabbiato si era dissolto per lasciare il posto a uno sguardo sereno, quasi divertito.
Dio, quanto voleva baciarlo. Non ci sarebbe stato niente di male, no?
Mancavano ancora tre fermate. Una parte di Ryoko sperava che quel viaggio non si concludesse mai, nonostante la gente maleducata, nonostante la puzza; nulla aveva importanza fintanto che Katsuki era lì con lei. 
-Toglimi una curiosità-, iniziò lui, -Da quando sei tanto gentile da prenderti addirittura la briga di fare regali alle persone?-
La ragazza si offese un po', ma capì subito che era un suo modo per stuzzicarla: -Io ho un cuore, a differenza tua. Ho preso persino un regalo per te-
Dopo quella rivelazione, Katsuki si fece serio, come se gli avesse appena detto che pianificava di far saltare in aria la Yuuei. 
Ryoko arrossì, sgranando quei suoi occhioni verdi, e lui si fece sempre più impaziente; si scambiarono un lungo, profondo sguardo, prima che il ragazzo iniziasse a stringersi a lei, così lentamente che parve fosse indirizzato dal dondolio del vagone, e non dal suo volere. Il suo respiro era calmo, caldo, dannatamente vicino, e per un istante Ryoko sentì i loro nasi sfiorarsi in una gentile carezza. Socchiuse le palpebre, in attesa.
Poi, improvvisamente, la voce robotica proveniente dagli altoparlanti comunicò loro di essere giunti a destinazione.
-Katsuki, siamo arrivati-
Dovette far violenza su se stessa per mettere insieme quella breve frase, perché sarebbe stata disposta a far finta di niente e perdere la loro fermata se ciò significava poter ricevere quel bacio tanto agognato.
-Merda- 
Il biondino la prese per mano, strattonandola giù dal treno prima che le porte si richiudessero. Non la lasciò andare nemmeno quando furono atterrati sulla banchina, e presero a incamminarsi verso l'uscita della stazione. Stringeva il suo palmo con decisione, quasi avesse paura di perderla tra la folla, nonostante ormai di gente ce ne fosse ben poca e lei fosse sufficientemente matura da poter badare a se stessa.
Alla fine si trovarono a camminare sul marciapiede uno affianco all'altra, Ryoko un po' affannata mentre, carica di tutte le sue borse, cercava di tenere il passo spedito di Katsuki. 
-Katsuki- lo chiamò, esausta, e in quel momento il ragazzo si bloccò sul posto, ritirando la mano come scottato. Ryoko giurò quasi di aver visto un velo di rossore sulle sue guance.
-Beh, andiamo?- ringhiò infine, tornando ad essere il solito vecchio Bakugou, quello tedioso e arrogante come una anziana bisbetica; ma anche quello attento e premuroso, che infatti non esitò un solo istante prima di prenderle dalle mani le buste colme di regali, risparmiandole quel peso lungo tutta la strada di ritorno.
Ryoko sorrise sognante: dopotutto, fu contenta di aver preso i mezzi quel giorno.
  
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