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Autore: Tiifa Rokkuhato    03/09/2009    2 recensioni
“Oh, ahimè… ho sbagliato le dosi mentre facevo una pozione per ringiovanire commissionatami dal preside, così quando l’ho provata per essere sicuro di non avvelenare nessuno, mi sono ritrovato diciassettenne.”
Genere: Fantasy, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Harry Potter, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi ricordate di quando Silente non era ancora il preside di Hogwarts, ma un semplice professore

Vi ricordate di quando Silente non era ancora il preside di Hogwarts, ma un semplice professore? Ok certo, non potete ricordarlo, ma lo sapevate no, ai tempi come studente avevamo il vecchio Voi-Sapete-Chi, Tom Orvoloson Ridde.” Dice il cappello parlante a Harry e Draco.
“Io c’ero sapete? Uh, ragazzi, quante ne ho viste nemmeno ve lo sognate. Dunque, quel giorno Silente era alle prese con uno dei suoi esperimenti, cosa che non poteva fare, ma Silente era un po’ come te, Potter, infischiamocene delle regole, quando ad un certo punto…”

“Professore? Professore?” La voce riecheggiò per i corridoi, arrivando così trasformata alle orecchie di un Silente loscamente impegnato e… con i capelli di un insolito colore.
Silente non la riconobbe subito, e facendo una voce grossa rispose “Solo un momento, non aprite!!”
Riddle, ormai davanti alla porta la spinse leggermente e fece capolino.
“Profess-“ Impallidì: un ragazzo della sua età, con dei larghi vestiti correva su e giù per il locale davanti alla libreria in maniera alquanto frenetica. Così Tom, prontamente spalancò la porta ed estrasse la bacchetta.
“Chi sei tu? E cosa ci fai nell’ufficio di Silente?” Intimò allarmato e nervoso lo studente.
Dal canto suo il giovane, dai lineamenti femminei e delicati, si fermò e si tolse dalla testa un copricapo decisamente troppo grande per lui, un copricapo che Riddle riconobbe come di Silente.
“Hei Tom, sono io, Albus.” Da un paio di labbra sottili come petali di rosa ne uscì una voce vellutata, ma allo stesso tempo forte di 17 anni di sviluppo.
Silente alzò lo sguardo su Riddle, che ancora dubbioso lo scrutava da dietro la bacchetta puntata, due grandi occhioni azzurri come il cielo lo osservavano da dietro un paio di lenti a mezzaluna.
“Dimostralo!” Intimò ancora il giovane, con una voce che tradiva un certo nervosismo.
“Vieni da un orfanotrofio, ma soprattutto…” E qui il ragazzo gli mandò un’occhiata languida, o che almeno lo parve “Sono l’unica persona che si fida di te”.
Tom Riddle abbassò la bacchetta, e libero da ogni dubbio si girò per chiudere la porta.
“Cosa le è successo, professor Silente?”Chiese preoccupato avvicinandosi.
“Oh, ahimè… ho sbagliato le dosi mentre facevo una pozione per ringiovanire commissionatami dal preside, così quando l’ho provata per essere sicuro di non avvelenare nessuno, mi sono ritrovato diciassettenne.”
Ma Silente parlava ancora in maniera lenta e cadenzata, lasciava sospese le parole, le faceva vibrare nell’aria, come bolle di sapone, finchè il loro suono non si spegneva… e insieme alle parole, vibrarono anche le corde del cuore di Riddle.”
“Bene bene bene… la pozione smetterà il suo effetto esattamente domani a quest’ora… che ora è Riddle?”
Il ragazzo abbassò gli occhi, conscio che gli fosse vietato girovagare per i corridoi ad un’ora così tarda e timidamente rispose “Mezzanotte e 27 minuti signore…”.
“Accidenti com’è tardi!!!” Affermò mentre con la bacchetta si risistemava i vestiti con un incantesimo di Reducto.
“Dunque, visto che sino a domani avrò la tua stessa età, caro Tom, non sarò più un tuo professore. Pertanto: Non dovrai darmi del lei o del voi, non dovrai chiamarmi professore o Silente… andrà bene Albus, e soprattutto, non verrai punito per la tua passeggiatina notturna.”
Riddle alzò lo sguardò e scrutò attentamente Silente da capo a piedi… compagni? Assurdo! Quello fu il suo primo pensiero.
“Ma dimmi, Tom, cosa c’è di tanto urgente da venirmelo a dire a quest’ora?”
Tom parve cadere dalle nuvole… “Hem… temo di essermelo scordato…”
“Mm… capisco” disse il giovane Silente sfiorandosi le labbra con un dito.
Riddle perse un battito, prese a sudare freddo. I suoi occhi erano incantati sulle labbra di Silente, che continuava a massaggiarsi un inesistente barba, sfiorandole di tanto in tanto.
“Hei Albus…” Disse d’un tratto Riddle trasognato… “Si?” disse quello voltandosi a prendere un libro da mettere a posto.
“Tu hai mai provato… attrazione… per un uomo?”
Silente si voltò verso di lui e lo scrutò da dietro gli occhiali a mezzaluna, gli occhi magnetici come sempre.
“Perché, ti sta capitando questo?” Chiese senza smetterla di scrutarlo.
“Si, mi è già successo, ma mi sta capitando soprattutto ora…” Rispose Riddle in maniera sconnessa.
“Ahahahaha… ti capisco caro il mio Tom, alla tua età ero un giovanotto più tosto piacente, e avevo anche un bel sedere, solo che con questa veste non si vede.” Rimase col sorriso sulle labbra, poi gli fece cenno di avvicinarsi.
Tom deglutì, ma si sforzò di mostrarsi calmo e razionale, anche se ora quella che aveva davanti era di certo la creatura più bella che avesse mai visto, di una bellezza a cui anche le veela impallidiscono, era sempre il suo professore, anche se più giovane di svariati anni.
“A cosa stai pensando Tom?” Gli chiese Albus, quando il ragazzo si fu avvicinato abbastanza da potergli toccare il viso.
Il cuore di Tom cominciò a battere, ed egli fu obbligato a deglutire ancora.
“A nulla Albus, perché me lo chiedi?” Disse Tom, in maniera un po’ troppo nervosa.
Silente lo osservò, lo scrutò, lo intrappolò nelle sue iridi argentee, avvicino il viso al suo senza farsene rendere conto ed interrompendo d’improvviso il contatto visivo, chiudendo gli occhi cristallini, diede un innocente e casto bacio a Tom!
Egli avvampò e divenne dello stesso colore delle fiamme che ardevano nel camino, e mentre cominciava a farneticare cose senza senso Silente sorrideva compiaciuto.
“Oh ma che scortese! Accomodati pure Tom, facciamo un thè!”
E mentre Silente cominciava a preparare il thè, Tom eseguì meccanicamente l’azione di sedersi e cercò di valutare la situazione.
Ma era ardua, gli riusciva solo di osservarlo, il fuoco riflesso negli occhi, i capelli di un castano tanto chiaro da sembrare biondo cadergli ripetutamente sulla fronte, l’impegno che ci metteva.
Albus prese posto accanto al suo amico, e lo scoprì intento ad osservarlo.
“Avanti Tom, a cosa pensi?” Chiese avvicinandosi di nuovo, provocando un riflesso incondizionato di Tom che si fece un po’ indietro.
“Tom… Tom… a che cosa pensi?” Disse ancora il professore/studente.
La mente di Tom era offuscata, la voce melodiosa lo guidava verso terre inesplorate e ignote, pericolose, ed eccitanti. Mentre gli occhi lo ipnotizzavano, e gli infondevano una calma e un turbamento impareggiabile.
Intanto Silente si era avvicinato ancora, ed ora Tom sentiva il suo respiro sul proprio viso, il calore sulle sue labbra, l’eccitazione crescere e stringere in una morsa il suo stomaco, e ben presto cedette chiudendo gli occhi ad un altro bacio.
Sta volta più intenso, con una risoluta timidezza Tom chiese l’accesso alla bocca di Albus, che non gli fù negato e ne assaporò ogni angolo.
Piano le sue mani preserò a viaggiare, sulla sua schiena per poi aggrapparsi ai morbidi e lunghi capelli castani.
E se non gli bastava ben presto i due travolti dalla passione finirono a terra, e le mani di entrambi andarono più in la, non si accontentarono solo di lembi di pelle bollente ricavati da bordi di stoffa, andarono più a fondo sfiorando ogni loro parte più intima e cara con le mani e con le labbra, e quando fu il momento, la dominazione fu lasciata a Tom che prese per i fianchi Albus e oscillò gentilmente in lui, per dopo procedere ad un ritmo un po’ più veloce e cadenzato.
Il thè aveva già fischiato da un pezzo, ed era già stato messo a tacere da un colpo seccato di bacchetta.
Quella notte, professore e studente, alunno e d’insegnate, amici, ma soprattutto, in quel momento amanti, avevano vissuto l’amore, quell’amore che non avevano, e non avrebbero, mai potuto donare alle persone che davvero volevano sotto o sopra di loro.

Fine
“Ma che bella storia! Quante cose si scoprono!!!” Harry era entusiasta e rosso d’imbarazzo sulle guancie, Draco gli gettò un occhiata mista di dolcezza e divertimento e si rivolse al cappello parlante.
“E tu ti sei dovuto sorbire tutte quelle cose?”
“E bè… sì, ma non ne sono dispiaciuto sai? Io conosco lati di persone, che a volte non conoscono neppure loro stesse.”
“waaaaaow” Disse un Malfoy convinto.
“Ed ora faccio un pronostico!!!!”Gridò esultante il cappello parlante a due ragazzi di 17 anni.
“Cosa cosa?” Chiesero eccitati entrambi all’unisono.
“Potter, Malfoy, a breve scoprirete che vi amate!!!!!!!!!!”
L’atmosfera si gelò di’improvviso, i due ragazzi rimasero come pietrificati, e quando infine si sbloccarono diedero un pugno al cappello, e rossi come due peperoni si diressero ognuno nella propria sala comune.
“Hem… la mia è di là… mi sono sbagliato” Disse Harry imbarazzato andando incontro a Draco. “Già anch’io.. hehe… “ Rispose l’altro con la stessa faccia da ebete del primo.
“Notte” dissero entrambi, e con due timidi sorrisi si apprestarono a recarsi verso le proprie stanze, così da potersi subito rivedere nei sogni.

  
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