28/11/2021
8 recensioniLike a Bus
Gli occhi non mentono.
Hinata cammina tranquillamente ma Tobio distingue quella sfumatura nel suo sguardo.
Il suo corpo è rilassato mentre procedono verso la fermata dell’autobus.
Ma Tobio lo conosce.
Identifica immediatamente quel guizzo nella muscolatura delle sue gambe e, prima che Shoyo si trasformi in una saetta arancione, intercetta persino il miraggio di un sorrisetto.
Non perderà.
Lo yogurt appena mangiato gli dà l’energia per tenergli testa.
Si spintonano ma sono una cosa sola quando volano oltre la banchina e saltano sull’autobus conquistando la prima fila di sedili.
Ansimando, Shoyo accosta e preme appena una gamba contro la sua e Tobio sorride mentre indossano entrambi un’intangibile medaglia d’oro.
*
Sui mezzi pubblici vigeva la legge della giungla – sopravviveva il più forte – e la sua altezza lo riduceva a un fantoccio sballottato ovunque dalla fiumana di passeggeri che si ammassava.
Lo odiava.
Odiava la calca che lo intrappolava impedendogli di raggiungere il mancorrente.
Odiava essere così basso da non riuscire nemmeno ad arrivare alle maniglie pendenti dal soffitto.
Una soluzione ci sarebbe stata… ma il suo orgoglio avrebbe subito un duro colpo.
Si morde le labbra, china il capo… alza un braccio.
Lev sente la mano di Yaku stringere il suo bicipite, sostituto di quei maniglioni.
«Yaku-san?»
«Non una parola!»
Lev sorride entusiasta prima di concedersi un sussurro affezionato: «Oni-senpai…»
*
Il tragitto da casa a scuola e viceversa è un momento per rilassarsi.
O meglio, lo era.
«Akaashi, cosa leggi?»; «’Kaashi, a che pensi?»; «Agaashi hai visto? Ho preso l’autobus in tempo!»
Da quando conosce Bokuto-san la tranquillità è evaporata.
Eppure… non riesce a non sorridere.
Sorride mentre recupera la giacca che Bokuto dimentica costantemente sul sedile.
Sorride quando Bokuto si sporge verso di lui per curiosare tra le pagine del libro che tiene in mano e i suoi capelli argentati gli pungono il collo.
Sorride anche adesso mentre, gli occhi chiusi e la testa abbandonata sulla spalla di Koutaro – eccezionalmente silenzioso – si lascia cullare dall’ondeggio dell’autobus.
Hinata cammina tranquillamente ma Tobio distingue quella sfumatura nel suo sguardo.
Il suo corpo è rilassato mentre procedono verso la fermata dell’autobus.
Ma Tobio lo conosce.
Identifica immediatamente quel guizzo nella muscolatura delle sue gambe e, prima che Shoyo si trasformi in una saetta arancione, intercetta persino il miraggio di un sorrisetto.
Non perderà.
Lo yogurt appena mangiato gli dà l’energia per tenergli testa.
Si spintonano ma sono una cosa sola quando volano oltre la banchina e saltano sull’autobus conquistando la prima fila di sedili.
Ansimando, Shoyo accosta e preme appena una gamba contro la sua e Tobio sorride mentre indossano entrambi un’intangibile medaglia d’oro.
*
Sui mezzi pubblici vigeva la legge della giungla – sopravviveva il più forte – e la sua altezza lo riduceva a un fantoccio sballottato ovunque dalla fiumana di passeggeri che si ammassava.
Lo odiava.
Odiava la calca che lo intrappolava impedendogli di raggiungere il mancorrente.
Odiava essere così basso da non riuscire nemmeno ad arrivare alle maniglie pendenti dal soffitto.
Una soluzione ci sarebbe stata… ma il suo orgoglio avrebbe subito un duro colpo.
Si morde le labbra, china il capo… alza un braccio.
Lev sente la mano di Yaku stringere il suo bicipite, sostituto di quei maniglioni.
«Yaku-san?»
«Non una parola!»
Lev sorride entusiasta prima di concedersi un sussurro affezionato: «Oni-senpai…»
*
Il tragitto da casa a scuola e viceversa è un momento per rilassarsi.
O meglio, lo era.
«Akaashi, cosa leggi?»; «’Kaashi, a che pensi?»; «Agaashi hai visto? Ho preso l’autobus in tempo!»
Da quando conosce Bokuto-san la tranquillità è evaporata.
Eppure… non riesce a non sorridere.
Sorride mentre recupera la giacca che Bokuto dimentica costantemente sul sedile.
Sorride quando Bokuto si sporge verso di lui per curiosare tra le pagine del libro che tiene in mano e i suoi capelli argentati gli pungono il collo.
Sorride anche adesso mentre, gli occhi chiusi e la testa abbandonata sulla spalla di Koutaro – eccezionalmente silenzioso – si lascia cullare dall’ondeggio dell’autobus.
Angolino autrice:
Buongiorno! Eccomi di ritorno in questo fandom con una minuscola raccoltina di drabble! Non so bene come sia nata, a dire il vero, ma mi stuzzicava molto l’idea di creare tre scenette microscopiche, tutte con la medesima ambientazione ma vissute da personaggi diversi ^^
E quindi ecco un po’ di Kagehina in competizione, un po’ di Bokuaka fluffosa e un po’ di Yakulev perché questi due piccini non se li fila mai nessuno (PERCHE’? ToT) ma hanno un posticino speciale nel mio cuore XD
Il titolo è molto stupido… sovroliamo XD
Non sono del tutto convinta per quanto riguarda l’uso del tempo al presente, cosa che non faccio mai, motivo per cui ho pensato che fosse meglio usare come banco di prova delle drabble e non una shottina più lunga… nel caso fossero terribili almeno finiscono in fretta ‘^^
Spero di essere riuscita, almeno in parte e per quanto sia possibile in 110 parole, a rendere giustizia ai personaggi (e soprattutto di non essere andata OOC).
Detto questo vi mando un grosso abbraccio, ringrazio chiunque abbia dato un’occhiata a questa storiellina e vi auguro nuovamente buona domenica!
A presto! ♥
Carmaux