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Autore: breosaighead    08/12/2021    1 recensioni
Todoroki non sopporta il contatto fisico e Bakugou odia aspettare, ma per Todoroki ne vale la pena, come ne vale la pena fare tante altre cose che non vorrebbe.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Katsuki Bakugou, Shouto Todoroki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Willingness to wait 



 
Bakugou Katsuki non sopporta aspettare e da quando è entrato al Liceo Yuei non gli sembra di fare altro: ha aspettato giorni che gli sono sembrati interminabili e in cui controllava la posta ogni ora prima di sapere di essere stato ammesso - non che nutrisse dei dubbi a riguardo, però doveva essere ufficializzato -; dopo ha dovuto aspettare mesi prima di ottenere la Licenza provvisoria da Eroe e, come se non fosse abbastanza, sa che dopo il diploma dovrà aspettare almeno un anno prima di scalare la classifica e poter diventare l’Eroe numero uno.
Insomma, una vita fatta di attese. 
Peccato che attendere lo snervi e il non avere nessun controllo sul tempo lo logori.
È nato impaziente, fine della storia. Suggerirgli di provare a svagare la mente con qualcos’altro è completamente inutile. Ci ha provato e non funziona. È troppo intelligente per farsi distrarre.
Eppure, nonostante tutto ciò, ha detto a Todoroki Shouto che lo aspetterà. - Deve essere impazzito
Anche se va contro la sua natura, ha detto lo aspetterà tutto il tempo che sarà necessario, dovessero volerci mesi o addirittura anni. - È completamente impazzito.
Bakugou rimarrà al suo fianco e non gli metterà nessuna fretta e farà qualsiasi cosa per evitare che ciò che è successo questa notte non si ripeta. Todoroki non soffrirà più per colpa sua e della sua ridicola impazienza. 
La vecchia strega lo aveva avvertito che prima o poi gli avrebbe creato dei problemi - ovviamente non le ha dato retta e ha dato alla questione la stessa importanza che dà a qualsiasi altra cosa esca dalla sua bocca: nessuna - e così è stato. 


Era ancora troppo presto, avrebbe dovuto accorgersene, i segnali c’erano: il tremolio, l’incertezza, la pelle d’oca, tutti i campanelli d’allarme che avrebbero dovuto farlo desistere dal continuare, ma che lui ha bellamente ignorato fino alla fine. Sono per l’eccitazione, ha rassicurato se stesso e li ha scacciati via come se fossero mosche che gli ronzavano attorno.
Indisturbato aveva ripreso a baciarlo, accarezzarlo, sussurrargli quanto lo desiderasse. 
Todoroki si era lasciato sfuggire un gemito e poi era rimasto in silenzio. Non sa per quanto tempo sia andato avanti prima di spostargli la frangia dietro l’orecchio, per poterlo guardare negli occhi, e accorgersi che quello non era il gemito di qualcuno che sta godendo, che la sua mente era talmente annebbiata dal piacere da aver perso qualsiasi contatto con la realtà, da non avergli fatto distinguere che quello era un singhiozzo. 
Todoroki stava piangendo in silenzio, trattenendo il fiato, con le lacrime che gli rigavano le guance accaldate, Dio solo sa da quanto.
La sua mano sul suo viso aveva solo peggiorato la situazione. 
Todoroki, il ragazzo che aveva promesso di aiutare, stava avendo un attacco di panico. 
Prima ancora di realizzarlo, si era allontano come scottato e aveva recuperato il cellulare del pavimento e aveva chiamato Midoriya chiedendogli aiuto. Non sapeva che altro fare. Quegli occhi che lo fissavano terrorizzati dal letto gli impedivano di ragionare. L’unica cosa di cui era certo era che abbracciarlo forte e rassicurarlo erano fuori questione. 
Aizawa-sensei lo aveva avvisato di fare attenzione, che era solo questione di tempo, che Todoroki era sul punto di crollare: “È inevitabile. - aveva aggiunto - Sono anni che resiste”. Anche così però, anche se lo sapeva, non può che odiarsi con tutto se stesso per esserne stato la causa, per non essere riuscito ad evitarlo, per essersi convinto che i progressi che avevano fatto erano abbastanza.


Dopo che sono riusciti a calmarlo e che Midoriya ha lasciato la stanza, raccomandandosi di tenerlo aggiornato, Bakugou si è inginocchiato ai suoi piedi e gli ha fatto la sua promessa. 
Gli ha promesso che lo aspetterà, al diavolo il tempo, che sarà paziente, che ci lavorerà su, in modo che non debba sentirsi mai più obbligato a compiacerlo. Che aspetterà che sia lui a chiederglielo, a prendergli la mano e portarsela sul viso, sulla vita, in mezzo alle gambe. 
Aspetterà che sia pronto, veramente pronto, quando non tremerà più ad ogni suo tocco, anche se breve e leggero, appena sfiorato. 
Aspetterà che si abitui alla sua presenza, alle sue carezze e alle sue mani su tutto il corpo. 
Aspetterà e lo farà con calma.


“Bakugou -  il suo sussurro flebile lo sorprende nel cuore della notte, riesce a sentirlo appena. Era convinto stesse dormendo - Mi dispiace”.
“Non hai niente di cui scusarti”
“Sì, invece. Tu lo hai fatto, anche se non è stata colpa tua. So che lo pensi e voglio che tu smetta di pensarlo. Non sei il tu il responsabile di questo. Tu non mi hai costretto a fare niente che non volessi. È successo perché io non ho ascoltato il mio corpo quando mi diceva che non era ancora il momento e non l’ho fatto neanche prima, mentre mi ripeteva che le tue carezze stavano diventando troppo. Credevo di poter resistere, non ti stavo assecondando. Io volevo farlo, voglio farlo. Vorrei farlo anche adesso ma-ma non ci riesco”
Con la coda dell’occhio lo vede voltarsi sul fianco destro verso di lui. In mezzo a loro ci sono 20cm che li divide e che Bakugou non ha intenzione di oltrepassare. In silenzio, sotto le lenzuola che gli lasciano scoperta solo la testa, Shouto allunga il braccio nella sua direzione e gli afferra piano il lembo della maglietta. Anche da sopra il tessuto riesce a percepirne il calore sulla pelle.
“So quanto per te sia difficile aspettare, non devi farlo per me”, dice tutto d’un fiato, tirando, aggrappandosi alla stoffa della sua t-shirt preferita involontariamente, contraddicendosi. È la cosa giusta da fare, la sua mente lo sa, ma non vorrebbe, e per il suo corpo conta solo questo.
Bakugou se lo aspettava, ma sperava che non glielo dicesse: ora, ancora una volta, dovrà dar voce ai suoi sentimenti, malgrado non sia bravo con le parole. - In realtà, forse è Shouto a costringerlo a fare ciò che non vorrebbe. Ha uno strano potere su di lui.
Si gira per poter essere uno di fronte a l’altro e poter parlare. Per lasciarlo libero di muoversi, Todoroki si ritira, rannicchiandosi su se stesso, aumentando la distanza che li separa. Katsuki vorrebbe afferrargli la mano, stringergliela e attrarlo a sé, ma per questa sera è rischioso. Così decide di posizionare il palmo aperto tra i loro visi e, se vorrà, Todoroki potrà appoggiarvi sopra le sue dita.
“Ascoltami bene, Shou, perché non lo ripeterò. Io non ti voglio solo per il sesso. Sì, è vero, ti desidero e ti desidero tanto e probabilmente starti vicino senza poterti toccare sarà una tortura, però ti assicuro che starti lontano sarebbe ancora più difficile da sopportare”
“Ma toccarsi è importante in una relazione”
“Lo so, e lo faremo, ci toccheremo e faremo tanto sesso, però non ora, non finché avrai paura del contatto fisico e non ti sentirai al sicuro con me. Fino ad allora io ti aspetterò. È chiaro?”
Anche la sua mano lo sta aspettando, aperta, pronta ad accoglierlo e a sostenerlo. 
Shouto sa quanto Bakugou detesti aspettare. Prendere un respiro profondo e l’accetta, le dita che si toccano perfettamente, “Spero solo di non farti aspettare troppo”.
Non lo fa perché si sente forzato, per ringraziarlo, in fondo lo ha già fatto altre volte, come ammettere il suo braccio attorno alle spalle, ma sono sempre stati contatti brevi e il fatto che riuscisse a gestirli, ha fatto creder loro che fosse migliorato. Sicuramente il corpo di Bakugou non gli è più estraneo, ma non gli è ancora abbastanza familiare da tollerarne la vicinanza per un tempo considerevole, che è ciò di cui ha bisogno per vivere a pieno la loro relazione e affrontare il trauma che lo perseguita da anni.
“Katsuki, potresti non lasciarmi questa notte?”, non glielo chiede esplicitamente, però egli capisce all’istante. Gli stringe la mano e se la porta alle labbra, la bacia e la sistema di nuovo in mezzo a loro, intrecciata alla sua. 
“Non lo farò" 
Per fortuna, quando dorme, Bakugou riesce a mantenere la stessa posizione fino al risveglio, ma se così non fosse, per Todoroki, non chiuderebbe occhio tutta la notte.


















Buonsalve!
Eccomi di nuovo qui con un’altra BakuTodo che spero vi sia piaciuta, se vi va fatemelo sapere!
Questa one-shot è parte di una serie che per il momento è solo nella mia testa e di cui, a parte l’idea principale, non so ancora niente, ma che spero riuscire a scrivere! 

A presto, spero!

Breo

 
  
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