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Autore: VigilanzaCostante    11/12/2021    2 recensioni
Attenzione: non cliccate sul link se avete stomaci delicati e la vostra mente non è sufficientemente aperta. Raccolta di storie su ship crack, nate da un'iniziativa a tempo in cui i personaggi vengono generati casualmente.
#1 Ulik Gamp/Gilderoy Allock, Volvkov/Justin Finch Fletchey, Mangiamorte con la testa da bambino/Scorpius Malfoy
#2 Cornelius Agrippa/Nick-quasi-senza-testa, Lenelle Paraison/Katie Bell, Valentina Vázquez/Madame Maxime
#3 Eleanor Branstone/Harold Dingle
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Angolo dell’autrice:

Perondatemi, vi prego, per questa follia. Io, Maqry e Lady.Palma abbiamo fatto una serata crack ieri sera:3 prompt, 20 minuti a prompt, e per ogni storia si estraeva da una lista infinita di personaggi (via Lexicon) i membri della coppia.
1. Il giochino era misogino, non è uscito nessun personaggio femminile (se non la fenice Fanny, da me scartata) e quindi ci sono tante coppie slash.
2. Ulik Gamp è colui che scoprì le 5 leggi di Gamp, fu ministro nel ‘700 e capo del Wizengamot.
3. Volvkov è il battitore bulgaro che gioca insieme a Krum alla Coppa del Mondo di Quidditch
4. Mangiamorte con la testa da bambino è il mangiamorte che in HP5, durante la battaglia dell’Ufficio Misteri, per colpa di un incantesimo/maleficio/sostanza vede il suo volto trasformarsi in quello di un bambino. 

 

Bene, dopo queste dovute spiegazioni, buona lettura!






 

 

Serata #1
 



 

“Essere pelati a vent’anni è una scelta morale.”

Ulik Gamp/Gilderoy Allock

 

Gilderoy osservava il vecchio quadro di Ulik Gamp che sua madre gli aveva regalato una ventina d’anni fa.
“Sei speciale, bimbo mio, sei l’unico dei miei figli ad essere come me.”
E per questo l’aveva coperto di doni, sorrisi e ambizioni infiocchettate sotto l’albero a ogni Natale.
“Vedi quest’uomo? Fu Ministro della Magia, capo Wizengamot, e scoprì delle cose illuminanti sulla magia.”
“Mamma, ma era bruttissimo! Io sono molto più bello di così!”
La madre aveva scosso la testa, e gli aveva accarezzato i bei capelli biondi. Era un privilegio essere il preferito della mamma.
“Va bene mamma, se questo Ulik ti piace, piacerà anche a me. Può diventare mio amico.”

Anche a distanza di anni, con mille menzogne sulle spalle, Gilderoy continuava a confidarsi con quella figura dipinta.
“Cosa pensi, mio adorato Ulik, dovrei andare ad Hogwarts a insegnare?”.
“E abbassarti così alla professione… dell’insegnamento? Puoi puntare in alto, ragazzo.”
Picchiettò le dita sul bordo della cornice. Aveva già ottenuto un discreto successo, perchè il signor Gamp non gli dava mai una soddisfazione? Aveva bisogno di una figura genitoriale che lo capisse, da quando sua madre non c’era più. Non importava quanto adulto fosse.
“Va bene caro Ulik, ma non agitarti, che la parrucca ti cade in avanti e si vede la pelata. Dimmi un po’, è vero, come si dice, che hai iniziato a perdere i capelli a vent’anni?”.
“Essere pelati a vent’anni è una scelta morale, ragazzo mio.”
Gilderoy continuò ad accarezzare il quadro, pensieroso. Dubitava avesse ragione, su tutta questa storia dell’essere pelati, ma per nessun motivo al mondo avrebbe rinunciato alla sua chioma - nemmeno per cibo, informazioni, vita, amore o denaro. 


☠☠☠
 

Talent Show!AU; "Sei falsa, Simona, cazzo!"
Volvkov/Justin Finch Fletchey



 

 

Alla fine si era deciso: non importava quanto commerciale fosse quel programma canoro, lui doveva darsi una possibilità. D’altro canto, aveva esercitato le corde vocali per lunghissimi anni, con precettori e pianisti al suo seguito, e i soldi che i suoi genitori avevano investito nella sua arte dovevano portare a qualche frutto. Certo, forse meglio non dire al signor Fletchey che stava per sostenere un audizione a Magic singers and Co.; di buono ci guadagnava che i genitori non ne sapessero nemmeno l’esistenza. Si limitavano alla conoscenza di X Factor.
“Buonciorno, lei è?”
“Sono Justin Finch Fletchey, ho ventun anni e sono un tenore.”
Il viso da ebete del muscoloso, e per niente esperto di musica, ex giocatore di Quidditch che avevano chiamato a fare da giudice, sembrava non aver nemmeno recepito l’informazione.
Per fortuna, il cantante delle Sorelle Stravagarie lo fece iniziare a cantare. Si lasciò andare al bello del canto lirico con un’eccellente (bisognava lodarsi quando era il caso) interpretazione del Fidelio. Beethoven, sua madre e suo padre sarebbero stati immensamente fieri della sua performance, se solo avessero potessero vederlo.
Il cantante delle Sorelle Stravagarie applaudì eccitato, Gilderoy Allock guardava confuso nel vuoto ma con uno sguardo di assenso e Lee Jordan pareva annoiato.
“La performance mi sembra eccellente!”.
“Anche a me è piaciuta.”
“Non so, non credo troverà sbocchi nel mercato discografico della comunità magica ora come ora” sentenziò pensieroso Lee.
“Ma cosa stai dicendo? Non siamo qui a pensare a cosa vende, ma al talento!” scattò subito il leader della band.
“Io, tutto questo talento, non lo vedo!”
Il rockettaro si alzò in piedi furioso.
“Sei falso, Jordan, sei falso cazzo!”
Volvkov battè senza preavviso la mano sul tavolo della giuria.
“Smettetela. Ziamo qui per giudicare ragazzo. La sua bravura. Dargli consigli. Voi non lo state aiutando, pensando ai vostri interezzi di giudice. Justin” strascicò il suo nome e lo fissò dritto negli occhi “per me è un sì.”
Justin avvampò, emozionato da quella difesa. Quell'uomo aveva lottato per la sua dignità. Ne era stranamente soddisfatto.
Alla fine passò con tre sì su quattro, e salutò tutti con un rigido inchino.

Fuori dal teatro che aveva ospitato le audizioni, incontrò di nuovo il bulgaro.
“Grazie per avermi difeso” disse, con aria pomposa. “L’ho trovato molto nobile… da parte di uno della tua specie.”
“Tu essere razzista con me?”
“No, no, intendo la specie di rozzi giocatori di Quidditch. L’ho apprezzato comunque.”
“Tieni mio indirizzo, se vuoi scrivermi un gufo. Ci vediamo alla prossima fase di audizioni.”
Forse, quei muscoli e quel poco cervello, non erano così male. Forse quell’audizione gli aveva fatto sbattere la testa contro un bolide più grande di lui.

 

☠☠☠
 


“Mi servirà sangue di pollo, sale, cinque candele e una bottiglia di vodka.”
“Vodka? Per l’incantesimo?”
“No, questo è per farmi sentire meglio sul fatto di strappare un buco nell’universo.”
Mangiamorte con la testa da bambino/Scorpius Malfoy



 

Scorpius Malfoy non poteva innamorarsi dei pazienti. È quello che si ripeteva ogni mattina recandosi al San Mungo, vestito di tutto punto, con il pass per entrare come dipendente.

Dopo Hogwarts, aveva deciso di diventare uno psicomago, e ogni giorno era grato per la carriera che aveva scelto. Era stato grazie a suo padre, alle ferite che ancora aveva a causa della guerra, al duro percorso di riabilitazione che aveva affrontato, a convincerlo. 

Eppure, lui lo stava mettendo in dura crisi. Le infermiere, maligne, lo chiamavano il mangiamorte con la testa da bambino. Nessuno lo chiamava con il suo vero nome,  Albert

Albert era un uomo adulto che, quando aveva la sua età, era stato per qualche anno un seguace convinto di Lord Voldemort. Ma l’incidente all’ufficio Misteri l’aveva danneggiato permanentemente, facendolo diventare un eterno bambino. Il volto aveva assunto quelle fattezze, e dopo un periodo di regressione mentale, aveva iniziato a crescere come qualsiasi infante. Ma non si era mai ripreso del tutto, dando chiari segni di squilibrio.

Ma Albert era dolce, comprensivo, reale. Lo ascoltava attentamente, era creativo. E Scorpius doveva allontanarsi. Perché era uno Psicomago di tutto rispetto e non poteva mostrarsi così poco professionale.

 

“Ciao Albert, cosa fai oggi?”

“Dottore, non mi interrompa. Anzi, ho bisogno di una mano.”

“Una mano? In cosa?”

“Sì, mi serve sangue di pollo, sale, cinque candele e una bottiglia di vodka. Per un incantesimo.”

“La vodka per un incantesimo?”

“No quella serve a me, dottore, non lo capisce? Lei è il mago migliore in circolazione, mi deve aiutare.”

 

Albert stava avendo un’altra delle sue crisi da infante. S’era fissato di dover inventare un incantesimo per capovolgere il mondo a testa in giù, giacché si sentiva anche lui sottosopra. Serviva una dose massiccia di incantesimi di guarigione e pozioni per dormire.

“Ti darò tutto ciò che vuoi, Al, ma devi calmarti. Hai bisogno di riposo.”

“Ma l’incantesimo, l’incantesimo! Devo essere io il cambiamento che voglio vedere nel mondo, dottore! Non voglio più essere un bambino.”

“Ma tu non sei un bambino, Albert. Sei un uomo adulto, più adulto di me.”

E mentre con tenerezza gli somministrava le medicine prescritte, Scorpius si accorse di essere fregato. 

Era uno Psicomago di tutto rispetto, ma un adulto travestito da bambino era stato in grado di sconvolgerlo. 

 

Altrochè, pensò tornato al Maniero. La Vodka servirebbe a me. 


 
   
 
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