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Autore: gothik princess    03/09/2009    7 recensioni
“Beh, vedete. Mia nonna a Edimburgo ha la Seconda Vista, e anch’io ce l’ho. Salta sempre una generazione” . “E discendi dai Druidi”, disse Meredith solennemente. “Beh, è vero! In Scozia conservano le vecchie tradizioni. Non crederesti mai alle cose che fa mia nonna. Ha un modo particolare di scoprire chi sposerai e quando morirai. A me ha detto che morirò giovane”. “Bonnie!” “Davvero. Sarò giovane e bella nella mia bara. Non pensate che sia romantico?” “No. Penso che sia orribile”, disse Elena. Bonnie sa predire il futuro, e non sbaglia mai. Proprio come sua nonna. Bonnie/Damon
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Beh, vedete. Mia nonna a Edimburgo ha la Seconda Vista, e anch’io ce l’ho. Salta sempre una generazione” . “E discendi dai Druidi”, disse Meredith solennemente. “Beh, è vero! In Scozia conservano le vecchie tradizioni. Non crederesti mai alle cose che fa mia nonna. Ha un modo particolare di scoprire chi sposerai e quando morirai. A me ha detto che morirò giovane”. “Bonnie!” “Davvero. Sarò giovane e bella nella mia bara. Non pensate che sia romantico?” “No. Penso che sia orribile”, disse Elena.

Da: “Il diario del vampiro: il risveglio”

Due anni dopo

Stretta e infreddolita, ecco come si sentiva. E per di più senza avere la minima idea di dove fosse. In ospedale, pensò, Mary mi ha trovata e mi ha portata in ospedale. Bonnie non ricordava granchè di quello che era successo prima di arrivare in ospedale, solo di aver dormito molto. Forse mi hanno dato dei calmanti. Tuttavia ricordava di aver provato molta paura di una ragazza bellissima, dagli occhi neri e i capelli dello stesso colore, striati di rosso. Misao, ecco qual’era il suo nome. Ed era cattiva, ma ora non doveva più aver paura di lei. Già, stava cominciando a ricordare: era con Elena, Matt, Meredith e Alaric nel posto dove i malach li avevano attaccati la prima volta, quando avevano distrutto la macchina di Matt e li avevano quasi uccisi, e tutt’ a un tratto aveva sentito la voce di Damon, che la stava Chiamando con una scossa di Potere. Era nella loro vecchia scuola, il liceo Robert Edward Lee, e la stava pregando di venire in suo aiuto, e di portare Elena con sé, perché anche Stefan ne aveva bisogno. Bonnie si ricordò che era arrivata là mentre i due fratelli vampiri stavano combattendo contro Shinichi e Misao insieme; Elena era corsa verso Stefan e il demone l’aveva attaccata, mentre la sua compagna era corsa al piano di sopra. Non aveva molti ricordi, poi. Nella sua mente era chiara l’immagine della ragazza che attaccava Damon, e lei, no, non avrebbe mai permesso che Damon fosse ferito ulteriormente. Erano nel laboratorio di chimica, e Bonnie aveva afferrato velocemente un coltello e aveva colpito Misao. Evidentemente lei doveva aver contrattaccato, sennò non sarebbe finita in ospedale, ma l’aveva vista cadere a terra e scomparire in mille schegge nere, quindi doveva averla eliminata. Se Damon sta bene allora non c’è niente per cui preoccuparsi, pensò la rossa, speriamo solo che non l’abbiano portato qua, all’ospedale. Però gli ospedali non hanno questo odore ammuffito e non sono così freddi. E i letti, sono sì scomodi, ma non sono stretti, anzi.

Bonnie McCullough aprì gli occhi: no, non era in ospedale. Era in una delle cappelle mortuarie di Fell’s Church, in una bara. L’oscurità era profonda, ma ci vedeva benissimo, così come percepiva ogni singolo odore presente nella stanza: muffa, fiori, incenso, candele ormai consumate e, no, non era possibile. Sentiva una fragranza soave e seducente, composta da sandalo, ambra e da qualcos’altro…zenzero forse?

Il profumo di Damon. Aveva conosciuto il bellissimo vampiro due anni addietro, quando la rivalità col fratello Stefan per il cuore di Elena era bruciante. Era sempre stata attratta da lui, e, si, di lui aveva ricordi chiarissimi:il loro primo incontro, a casa di Alaric, quando fingeva di essere uno studente. Quella era stata la prima volta che le loro labbra si erano toccate, in un bacio lieve, che le aveva scatenato un turbinio di emozioni. Poi Elena era morta, si era trasformata in un vampiro ed era deceduta di nuovo, per salvare lui e Stefan da Katherine, ed era risorta! Quella notte avevano combattuto contro Klaus, e lei, la paurosa, ingenua Bonnie, aveva sfidato il vampiro Originario per impedirgli di uccidere Stefan. Era stato allora, in un breve dialogo con Damon davanti al fratello ferito che aveva capito di amarlo, e i suoi sentimenti si erano rafforzati anche dopo che lui l’aveva curata dalle ferite dei malach e poi a casa di Caroline, quando l’aveva baciato. Era stato un bacio diverso dal primo, ma altrettanto breve, anche se le loro lingue si erano accarezzate. I mesi successivi erano stati un inferno e un paradiso insieme, e liberare Damon dai malach che avevano invaso la sua mente era stato quasi impossibile, ma lei, SOLO lei, era riuscita a farlo tornare come prima. Quella notte Damon aveva smesso definitivamente di amare Elena, e aveva amato lei. Bonnie ricordò sorridendo la prima volta che avevano fatto l’amore, nella sua camera, e lui era stato così dolce e passionale insieme che quasi non sembrava più Damon. Portò una mano al collo e toccò le punture che aveva sul lato sinistro, testimoni dei numerosi scambi di sangue che aveva fatto con il suo amore. Che strano, pensò, i segni sono molto profondi. Di solito mi punge appena.

“Ti sei svegliata finalmente, uccellino” la voce di Damon era quella di sempre: chiara e pungente, ma che sapeva anche essere dolce e carezzevole.

“Damon” Bonnie si stupì di come suonasse la sua voce ora, aveva sempre avuto un tono acuto e un po’ stridulo, mentre ora era cristallino e leggero. Il vampiro si avvicinò: i suoi capelli, lunghi, neri e spettinati sembravano soffici e morbidi come la seta, e i suoi occhi neri stavano brillando dalla felicità, una felicità che si estendeva anche alla sua bocca sensuale, piegata in un sorriso. Riusciva a vedere ogni singolo dettaglio, i suoi occhi si beavano di lui. Damon la prese in braccio e la fece scendere dalla sua bara. La abbracciò e la baciò appassionatamente, e Bonnie non capiva come potesse sentire così bene le sue mani sulla sua pelle, come potesse sentire le sue labbra sulle proprie così avide e come potesse bruciargli così tanto la gola. Oh. Oh.

“Damon, io sono una…una…” non riuscì a finire la frase. “ Una vampira? Si amore mio. Mi dispiace, ma era l’unico modo di tenerti in vita. Io…Io non posso passare l’eternità senza di te…io…è come Stefan con Elena!”. Come Elena per Stefan? Voleva dire che era la sua ragione di vita? Bonnie non si era mai sentita più felice in vita sua. Un ricordo le fece capolino nella mente: “Tutto torna” sussurrò “Torna cosa, uccellino?” Damon aveva cominciato ad accarezzarle una guancia perfetta. “Mia nonna aveva poteri paranormali, come me, e mi aveva predetto che sarei morta giovane. Giovane e bella nella mia bara, mi vide così. Capisci?” “Capisco che ora sei una strega vampira con poteri immensi, vedessi com’è la tua aurea! Sono un po’ invidioso, sai? Tutto questo potere…” Ora la baciava di nuovo. Oh, Damon: IO TI AMO!

“Non c’è bisogno di urlarlo, anche se suddetta dichiarazione non può che farmi piacere” “Io non ho urlato” si difese Bonnie ignorando l’ironia del suo compagno “Ma l’ho pensato” “Perspicace come sempre streghetta. Vuoi vedere il tuo nuovo aspetto?” le propose: “Posso specchiarmi?” non le risultava che i vampiri potessero specchiarsi, dopotutto Stefan non aveva uno specchio nel suo bagno. Damon annuì: “Non negli specchi, ma nei vetri si”. La portò fuori dalla cappella, nella sala centrale, che aveva una grande vetrata in cui la strega-vampira si specchiò: in fondo era sempre la piccola e dolce Bonnie, ma i suoi capelli ricci color fragola erano di un rosso più intenso e ogni boccolo sembrava disegnato. Il suo viso a forma di cuore era spruzzato qua e là da lentiggini che prima detestava, ma che ora le conferivano un’ aria più sbarazzina; i suoi occhi grandi erano più luminosi e la sua bocca poteva sembrare un boccio di rosa. Anche fisicamente era cambiata, o almeno così le pareva: il seno si era fatto più grande e i fianchi più sinuosi. “Damon” chiamò di nuovo. “Si?” “Dovrò nutrirmi di sangue ora?” più che una domanda sembrava un lamento strozzato: “Tranquilla, uccellino: ti piacerà”. “E’ normale che mi bruci la gola?”chiese Bonnie “Si. Vuol dire che sei affamata” spiegò Damon. “Allora voglio andare a caccia” fece per incamminarsi, ma il vampiro la trattenne: “Aspetta!” “Che c’è?” Damon si frugò in tasca e tirò fuori una piccola scatola di velluto rosso cupo, che sembrava molto antica. “Ora è notte, ma fra poco ne avrai bisogno” Bonnie aprì la scatola: all’interno era custodito uno splendido anello d’oro, con un grande lapislazzulo al centro, lavorato in buccellato Fiorentino. “E’ bellissimo” sussurrò. “Lo feci fare poco dopo la commediola di Katherine, ricordavo bene il suo anello e sono sempre stato un buon disegnatore. L’ha fabbricato uno dei primi orafi di Ponte Vecchio, nel 1492, pensa che era il gioielliere preferito di Lorenzo il Magnifico, alla cui tavola ho spesso mangiato. Sapevo che prima o poi qualcuna sarebbe stata all’altezza di portarlo” “E’ per il sole vero?” “Anche per quello, ma soprattutto è per te. Non voglio che tu prenda questa cosa troppo seriamente, non ti sto chiedendo di sposarmi ora, se non vuoi. E’ solo un regalo con una piccola prospettiva, diciamo così.”

Bonnie sospirò: “Dovremo affrontare molte cose: Stefan, Elena, Matt, Meredith e Alaric…” “Lo sanno già. Sono tutti al Pensionato che ti aspettano” la tranquillizzò Damon. “E i miei e Mary. Per loro sarò morta?” “Domani c’è il tuo funerale. Stefan ha già provveduto a fare un manichino identico a te, lo porterà qui più tardi.” “Rispondimi, Damon: non li vedrò più?” “Si” ammise lui “Elena ci è già passata: ti starà vicino” “E tu?” Bonnie aveva la voce tremante: “Io sarò sempre accanto a te”.

Un mese dopo

L’aereo atterrò con qualche ora di ritardo all’aeroporto di Firenze. Bonnie aveva dormito per tutto il viaggio da New York, svegliandosi solo quando avevano dovuto cambiare aereo a Roma. In quel mese aveva sperimentato tutti i lati positivi e negativi dell’essere una vampira, e aveva deciso che finchè lei e Damon fossero stati insieme, lei sarebbe stata felice. Dopo la sua trasformazione anche Elena aveva deciso di tornare ad essere una vampira, ma questa volta l’aveva cambiata solo Stefan, e lei aveva comunque mantenuto i suoi poteri soprannaturali. Avevano lasciato Matt, Meredith e Alaric in America, con la promessa di tornare presto per qualche settimana. Ancora non sapevano se volevano essere trasformati anche loro in vampiri, meglio che decidessero con calma, considerò. Stefan e Damon si erano riappacificati del tutto, ed ora andavano d’amore e d’accordo, battute di Damon a parte. Lui ormai non provava più alcun affetto per Elena, se non del tipo fraterno e la ragazza ne sembrava davvero felice. Attraversarono quasi tutta Firenze quella mattina, mentre i due fratelli non la smettevano di citare Poliziano, Lorenzo, Masaccio e tutti i grandi personaggi del Rinascimento che avevano conosciuto di persona. Visitarono il Duomo e il Battistero, Santa croce, gli Uffizi, le Cappelle Medicee e Ponte Vecchio, prima di tornare in via Tornabuoni ( a Bonnie ed Elena si illuminarono gli occhi vedendo tutte quelle boutiques), nella casa dei Salvatore, a tutti gli effetti la loro. Stefan e Damon avevano fatto una piccola pazzia: avevano comprato il palazzo in cui avevano vissuto nel XV secolo e lo avevano arredato finemente. C’erano state delle controversie con le Belle Arti, dopotutto quel palazzo era antichissimo e non sapevano se, dopo averlo comprato dagli albergatori che avevano posto là uno degli hotel più esclusivi di Firenze (dove i due avevano abitato prima di tornare a Fell’s Church, poco dopo la morte di Elena), sarebbe potuto essere adibito ad abitazione o a museo, ma alla fine i due fratelli avevano avuto la meglio, ed erano tornati a casa. La notte era scesa placida su Firenze e Bonnie era seduta vicino alla finestra, da cui si scorgeva la cupola del Brunelleschi. Sono a casa, pensò, nella casa della mia nuova vita.

SPAZIO AUTRICE
Ah, Firenze, la città più bella del mondo (e io ci sto vicino XD): qual meraviglia è svegliarsi la mattina e vedere i capolavori artistici dalla finestra?. E’ la mia prima fiction su: “Il Diario del Vampiro” e mi sono innamorata di questa saga, più di Twilight, ma mi piace molto anche quello.Riguardo al copyright, lo scrivo perchè non si sa mai, l'intro è in parte copiata dal primo volume della saga: il risveglio.Ovviamente mi farebbero molto piacere le recensioni, anche solo poche parole. I commenti rendono veramente felici gli autori. Se vi è piaciuto il mio stile, e vi piace il mondo di Harry Potter, ho scritto anche “Hair” e “PLAYB(L)ACK”, due fiction introspettive e “COCO MALFOY” che è un po’ un delirio, ma è carina lo stesso. Ringrazio particolarmente chi ha recensito queste storie e chi ha letto questa Damon/Bonnie. Un grazie speciale va anche a Bluerose e Cristal_Rose, mie immancabili compagne di serate filosofiche e deliranti. Siamo troppo forti. RECENSITE IN TANTI!!!

   
 
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