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Autore: pampa98    14/12/2021    4 recensioni
[Questa storia partecipa al "Calendario dell'Avvento" indetto da Cora Line sul forum "Ferisce la penna"]
La storia è ambientata durante un'ipotetica partita con la Shiratorizawa.
TsukkiYama Soulmate!AU: vedi i colori per la prima volta dopo aver baciato la tua anima gemella.
Una cosa che Yamaguchi aveva capito fin da bambino, fin da quel primo giorno in cui Tsukishima, involontariamente, lo aveva salvato dai bulli, era che non sarebbe mai riuscito a separarsi da lui. Voleva credere che loro fossero due anime destinate ad attraversare quella vita insieme, camminando fianco a fianco ogni giorno. Non sapeva se il suo amico d’infanzia fosse davvero la sua anima gemella, ma quanta importanza poteva avere il volere di un destino annoiato in confronto all’amicizia di una vita?
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Karasuno Volleyball Club, Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi
Note: Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Soulmate!AU

Il bacio della luna

A Carmaux ❤




Yamaguchi fissò il suo sguardo su Tsukishima, concentrato a studiare il campo avversario, i capelli corti attaccati alla fronte per il sudore. Fin dal loro primo incontro si era chiesto di che colore fossero – gialli, aveva supposto, e tempo addietro Hinata glielo aveva confermato – e quando avrebbe avuto modo di constatarlo coi suoi occhi. All’inizio si era chiesto se la sua difficoltà nel giocare alla pari con gli altri ragazzi del primo anno fosse dovuta all’assenza, nella sua vita, della sua metà. Di quella certa, almeno. Una cosa che Yamaguchi aveva capito fin da bambino, fin da quel primo giorno in cui Tsukishima, involontariamente, lo aveva salvato dai bulli, era che non sarebbe mai riuscito a separarsi da lui. Voleva credere che loro fossero due anime destinate ad attraversare quella vita insieme, camminando fianco a fianco ogni giorno. Non sapeva se il suo amico d’infanzia fosse davvero la sua anima gemella, ma quanta importanza poteva avere il volere di un destino annoiato in confronto all’amicizia di una vita?
 

~ ~ ~
 

Quando Ukai chiamò un time-out sul set point dello Shiratorizawa, Yamaguchi non si sarebbe mai aspettato una richiesta simile. Aveva desiderato entrare in campo durante tutta la partita, ma quello era decisamente il momento peggiore per farlo. Per sua sfortuna, però, i suoi compagni non erano dello stesso avviso.
«Abbiamo bisogno di prenderci qualche punto, Yamaguchi» disse Sugawara dandogli una pacca sulla spalla, un sorriso incoraggiante sul volto. «Contiamo su di te.»
«Vai con il tuo Super Flottante!» esclamarono Hinata e Nishinoya.
Yamaguchi si sforzò di non tremare. Per un momento, desiderò che Yachi fosse lì con loro, anziché lontana sulla tribuna, così non sarebbe stato l’unico terrorizzato in quei pochi metri quadrati – anche se, forse, specchiarsi con le sue stesse emozioni avrebbe rischiato di peggiorarle.
«Sappiamo che ti stiamo mettendo molta pressione addosso» disse Azumane.
«Ma i tuoi servizi sono migliorati notevolmente dall’ultima partita, e già allora erano ottimi» concluse Sugawara. «Ci hai fatto guadagnare molti punti, ricordi?»
Yamaguchi annuì. Strinse i pugni, inspirando a fondo per placare il battito frenetico del suo cuore.
«È… È vero» disse. «Ma se… se sbaglio…»
«Non andremo ai nazionali.»
Tutti si voltarono indignati verso Kageyama, che spostò lo sguardo tra i presenti con aria sorpresa. «Be’, è la verità.»
«Kageyama! Non vedi che ha già i nervi a pezzi? Impara a usare un po’ di tatto!»
«Se mi lasci finire di parlare, stupida massa arancione, capirai che lo stavo incoraggiando!»
Mentre Kageyama e Hinata si urlavano contro – la rivelazione di essere anime gemelle non aveva minimamente cambiato il loro modo di relazionarsi – la mente di Yamaguchi fu invasa dalle parole del palleggiatore. Era la cosa peggiore da fare in un momento simile, ma il suo cervello aveva smesso di rispondergli ed era entrato in un loop: “Causerai la vostra sconfitta”.
A un tratto sentì due dita sottili posarsi sotto il suo mento. Ebbe appena il tempo di incrociare lo sguardo con Tsukishima, prima che le sue labbra si posassero sulle proprie. Ogni atomo del mondo circostante cessò di esistere e tutte le sue paure, le speranze e i dubbi vennero messi a tacere con quel semplice sfiorarsi di pelle su pelle.
«Vai e segna» furono le uniche parole che Tsukishima gli rivolse prima di tornare in campo.
Anche gli altri avrebbero dovuto seguirlo, ma quando Yamaguchi spostò lo sguardo dal ragazzo che lo aveva appena baciato al resto dei suoi compagni, li trovò tutti a fissarlo a bocca aperta, Ukai e Takeda inclusi.
«T-Tsukishima!» esclamò Ukai, con tale foga che tutto lo stadio puntò l’attenzione su di loro. «Dopo Kageyama ti ci sei messo pure tu! Ma che ti dice il cervello?»
Tsukishima inclinò la testa di lato. «Ho salvato la partita, coach.»
Ukai stava per rispondergli, ma Takeda lo tirò per un braccio fino a riportarlo a sedere sulla panchina. Gli rivolse un sorriso tranquillo, poi parlò direttamente a lui. «Buona fortuna, Yamaguchi.»
Yamaguchi prese il cartellino con la scritta 10 e prese il posto di Hinata in campo. Notò lo sguardo del ragazzo passare da preoccupato a sorpreso passandogli accanto. Si posizionò in fondo al campo e sollevò per un momento lo sguardo alla ricerca di Tsukishima. Il ragazzo gli dava le spalle e la vista di lui concentrato e pronto all’azione fece comparire un sorriso sul suo volto. Lanciò la palla in aria. Le strisce gialle e blu risplendettero alla luce della palestra. Saltò. 


«Anche questa volta mi sa che abbiamo esagerato, eh, Tsukki?» disse, tenendosi le mani sulla pancia piena. Loro due erano stati quasi gli unici a cenare da svegli e probabilmente avevano ecceduto un poco sulla loro porzione.
«È normale, dopo una partita del genere» rispose. «Sono accadute molte cose.»
Yamaguchi sorrise. Strinse le mani sulla sua tracolla, tenendo lo sguardo basso sull’asfalto. Non avevano parlato di ciò che era successo durante la partita, troppo euforici per la vittoria e troppo stanchi per pensare ad altro che non fossero una cena e un letto. Una parte di Yamaguchi avrebbe accettato di non parlarne mai: adesso vedeva i colori, pertanto sapeva per certo che la persona con cui avrebbe voluto trascorrere il resto della sua vita era anche quella che l’universo aveva destinato a lui. Il loro rapporto gli piaceva così com’era e se tentarne un’evoluzione lo avesse sfaldato, non lo avrebbe mai sopportato. Tuttavia, una cosa la doveva sapere.

«Tsukki.» Si fermò e Tsukishima fece lo stesso. Lo guardò in silenzio, aspettando che parlasse – come accadeva sempre, sebbene di solito Yamaguchi riuscisse a non avvampare. «Perché mi hai baciato, durante la partita?»
Tsukishima non rispose subito. A un tratto si voltò, dandogli le spalle, e riprese a camminare.
«Era da un po’ che volevo farlo. Pensavo di darti un bacio per festeggiare la vittoria, ma vista l’incertezza del risultato, ho preferito anticipare.»
Yamaguchi rimase sorpreso da quelle parole. Non si sarebbe mai aspettato che Tsukishima avesse programmato di baciarlo da… non osava nemmeno immaginare quanto! La vittoria avrebbe avuto un sapore ancora più dolce se le cose fossero andate in quel modo, sebbene Yamaguchi fosse stato felice di aver vissuto gli ultimi momenti di quella partita a colori. Era stato sufficiente un semplice bacio per placare il suo animo e portarlo a realizzare i migliori servizi che avesse mai compiuto.
Quel pensiero fece sorgere un dubbio nella mente di Yamaguchi.
«Tsukki!» Lo raggiunse di corsa, piegando il collo in avanti per guardarlo in volto mentre camminavano. «Scusa, quindi non mi hai baciato per tranquillizzarmi?»
«Be’, sì, anche.»
«Anche?»
«Ormai avevo deciso che ti avrei baciato oggi. Sai, era da un po’ che, ehm» distolse lo sguardo e Yamaguchi si stupì nel vedere il suo orecchio sinistro virare al rosso, «che volevo capire se noi due… Insomma, mi piaci da anni e mi sembrava che fosse giunto il momento di scoprire se potevamo avere qualcosa di più.»
Yamaguchi sgranò gli occhi e li sentì inumidirsi per la sincerità di quelle parole. Scoppiò a ridere e lo prese a braccetto, accantonando il fatto che il gesto di Tsukishima prima della sua entrata in campo non era stato esattamente compiuto per incoraggiarlo.
«Cos’ho detto di tanto divertente?» sbottò Tsukishima, infastidito.
«Solo il fatto che anch’io mi ponevo le stesse domande.» Sollevò il volto verso di lui e sorrise, osservando i riflessi della luna sui capelli biondi di Tsukishima. «Grazie per aver trovato la risposta.»

   
 
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