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Autore: Quella Della Pasta    17/12/2021    0 recensioni
[Un Professore]
Variazione sul tema della 1×10.
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Ha fatto l'adulto tutta la vita. Più o meno. Può cominciare a fare quello responsabile, quello che a sua madre piacerebbe tanto, da 'stasera. Sì.
A cominciare da quella pistola...
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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distance, timing, breakdown, fighting, silence, the train runs off its tracks…

 

Con te è diverso.

Quante cazzate. Bugie a cui Manuel non crede per primo.

Dlin dlon, Trenisfiga avvisa, il regionale per una vita meno demmerda è in ritardo e non arriverà mai in stazione.

Vorrebbe urlare, già che c'è. È bravo a spaccare cose – incluso quel poco di bello che ha – a 'sto punto potrebbe farci persino un duetto. Eh.

Simone se n'è andato. Se ne sono andati tutti.

«Prof...»

E quello si gira. Perché è rimasto solo lui, no? Sia mai che papà chioccia si perda uno solo dei suoi pulcini infangati.

Manuel vorrebbe dirgli tutto. Che ha fatto La Cazzata, quella con le maiuscole di rito; che ha incasinato la testa di suo figlio, anche; che vorrebbe che lo aiutasse a rimettere le cose a posto, perché in teoria è quello che fanno gli adulti, no?...

«...no. No, niente, lasci stare.»

E se ne va, prima che il professore possa fargli domande, preoccuparsi e far sentire Manuel anche peggio.

Ha fatto l'adulto tutta la vita. Più o meno. Può cominciare a fare quello responsabile, quello che a sua madre piacerebbe tanto, da 'stasera. Sì.

A cominciare da quella cazzo di pistola...

 

kiss me, try to fix it, could you just try to listen?


Neanche vedono le bollicine sul pelo dell'acqua, mentre la pistola affonda nel fiume, con tutti i sassi e la spazzatura che le hanno legato intorno. Una vecchietta, passando, ha pure regalato loro un «bravi». Credeva fossero i volontari che raccolgono la monnezza infinita di quella cazzo di città.

A Manuel piace immaginarle, però. Tutte quelle bollicine che si gonfiano dei suoi problemi e che scoppiano, lasciandolo finalmente libero. Almeno di respirare. E di mettere una mano sulla spalla di Simone.

Com'è, che gli aveva detto?

«Io non ti lascio.»

«E manco io lascio te», era stata la sua entrata, riacchiappandolo all'uscita dell'ospedale. Voleva fare lo splendido, lo ammette.

Simone gli ha riso in faccia. Un po' se l'è meritato.

Ora sono seduti al freddo e lo sente tirare su col naso. «Grazie», gli borbotta.

«Gli associati non s'infamano», replica lui, con una cameratesca pacca sulla schiena. E una carezza che gli fa risalire sulla nuca, e che fa tremare Simone un poco, mica tanto per il freddo.

Manuel gli scompiglia i capelli, lo fa ridere. E la morsa allo stomaco s'allenta.

Simone è diverso. Manuel non fa che ripeterselo da...be', lo sa lui da quando.

Posso arrivarci. Ci posso arrivare.

Non può essere più difficile che lavorare per uno strozzino sfasciacarrozze, dopotutto.

 
hang up, give up, for the life of us we can't get back










Titolo e strofe (quelle in corsivo, sì) provengono da Sad Beautiful Tragic, di Taylor Swift. Per il resto, come ho detto anche altrove, questi due avranno pure un Aureliano in classe, ma è evidente che da Suburra non hanno imparato niente.
   
 
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