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Autore: Ciuscream    20/12/2021    4 recensioni
Si attarda in fondo alla fila, con un po’ di panico nelle mani nascoste sotto la divisa scura, mentre cerca quei riccioli d’argento. Non osa abbracciarlo – non adesso. Però abbassa la voce e glielo snocciola con tono appena percettibile e aria solenne:
“Questo non cambia nulla, noi rimaniamo comunque amici”
Vorrebbe aggiungere:
vero?
[Hogwarts!AU]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa all'iniziativa “Regali d’inchiostro tra i tavoli del Pub” indetta dal gruppo Facebook “L’angolo di Madama Rosmerta”.


A Benni e alla sua luce.
  
Sette anni per 

 
I anno.
Quando il Cappello Parlante si posa sulla testa di Aziraphale, non riesce nemmeno a sfiorargli i capelli che già si ritrova ad esserne certo: “Tassorosso!”
Per questo Crowley, poco più tardi, sente il petto bucato da una piccola fitta tra le costole, vicina al cuore, quando lui viene mandato nei Sotterranei con il resto dei suoi compagni.
Si attarda in fondo alla fila, con un po’ di panico nelle mani nascoste sotto la divisa scura, mentre cerca quei riccioli d’argento. Non osa abbracciarlo – non adesso. Però abbassa la voce e glielo snocciola con tono appena percettibile e aria solenne:
“Questo non cambia nulla, noi rimaniamo comunque amici”
Vorrebbe aggiungere: vero? 

*

II anno.
Crowley si ferma spesso sotto il Platano Picchiatore; sembrano avere una sintonia particolare. La pianta trema appena quando lui si siede ai suoi piedi a pensare – privilegio concesso a pochi – come se ne avesse quasi paura. Aziraphale la considera una magia straordinaria, qualcosa che nemmeno la magia vera e propria può far accadere, qualcosa che non si può spiegare. A volte, lo definisce un miracolo.
Crowley ridacchia e l’amico lo guarda con espressione storta, leggermente infastidita.
“Io sono solo un mago, Azi. I miracoli li fanno gli angeli”
Aziraphale non aggiunge nulla nella strada che li separa dal Castello. Ma quando più tardi Crowley ruba qualche Zuccotto dalle cucine e glielo fa recapitare da Leslie, il suo gufo, Aziraphale si dimentica il motivo per cui s’era adombrato.

 
*

III anno.
Di quell’assurdo fatto che Crowley sa parlare Serpentese, non ne è al corrente nessuno – proprio nessuno. È uno di quei segreti che si tiene stretto al petto, per non diventare bersaglio di lingue biforcute – almeno quanto la sua. Non che gliene importi più di tanto; ha più paura che importi a lui.
Glielo confessa un giorno mentre passeggiano nel Parco, dopo che l'amico ha detto qualcosa di buffo a proposito della mancanza di papere lì intorno. 
“Tu credi che sia un mostro?”
Lo chiede all'improvviso, come se gli fosse sfuggito dalle labbra, alla stregua di un singhiozzo.
Aziraphale sorride serafico e lo guarda con quegli occhi che Crowley definisce azzurro Paradiso.
“Le tue rimarranno sempre le mie parole preferite, non importa in quale lingua tu le dica”
 
*

IV anno.
Il Natale ad Hogwarts ha il sapore dolceamaro della malinconia e i giorni si trascinano con una lunghezza smisurata, lunga come sembra la strada che divide i Sotterranei dal dormitorio dei Tassorosso. Loro la percorrono ogni sera, per potersi vedere almeno un attimo, anche quando le lezioni li costringono a stare lontani, anche se il coprifuoco rintocca minaccioso.
“Non mi importa di prendere una punizione”
Crowley lo guarda con aria stupita e sorride di quel suo sorrisetto sghembo, quello che ad Aziraphale fa tremare appena lo stoppino che brucia nel suo cuore.
“Ma che dici, futuro Prefetto-perfetto? Non ti starò mica portando sulla cattiva strada?”
Aziraphale non risponde ma, da Crowley, si farebbe portare pure al centro della Foresta Proibita, senza bacchetta.
 
*

V anno.
Far parte delle Sacre Ventotto è un privilegio che Crowley ha sempre disdegnato; a lui non interessa nulla del sangue, men che meno della purezza. Aziraphale glielo chiede con un po' d'apprensione, con le mani che si attorcigliano una all’altra, mentre sta in piedi vicino al tavolo Serpeverde, quando ormai la colazione giunge al termine e molte divise nere sciamano via dalla sala.
“Ho letto quello che ha detto tuo padre a proposito dei Nati Babbani. Non è felice che siamo amici?”
Crowley alza gli occhi dal catalogo di Nimbus che sta sfogliando e li pianta su di lui con aria interrogativa; le iridi color ambra lo sezionano con la potenza di una lama.
“Qualcuno ti ha fatto un Confundus, Azi?”
Lo sguardo che l’amico gli rimanda indietro è di una preoccupazione così autentica che Crowley non riesce nemmeno a sibilare una battuta delle sue. Abbassa il giornale e con un cenno del mento lo invita a sedersi.
“In ogni caso, chi se ne importa? Io ne sono felice

 
*
 
VI anno.
Crowley per Natale non torna a casa, perché dice che quella non può chiamarsi casa. Hogwarts, invece, rimanda il suo consueto conforto, illuminata da migliaia di candele ed addobbi bellissimi, che perfino lui, che il Natale lo detesta, si ritrova a contemplare rapito. Anche Hogsmaede si carica di quella magia che sente estranea; per questo si rifugia alla Testa di Porco e, lì, lascia che Aberforth lo faccia sentire meno burbero, così suoi modi così sfacciatamente scontrosi.
“È bello conoscere qualcuno che odia il Natale più di me”
Aberforth non alza nemmeno lo sguardo e continua a trascinare lo strofinaccio sul bancone.
“Odiassi soltanto il Natale, potrei ritenermi felice”
Crowley sorride amaro e fa per dare un’altra sorsata al suo bicchierino di Firewhisky. Un ragazzo dalla pelle bianchissima, a fare il paio con la neve che già sommerge le case, lo saluta, però, da fuori dalla porta. Lo riconosce, lo raggiunge frettoloso. E glielo domanda, con un piccolo nodo alla bocca dello stomaco.
“Stai per partire per le vacanze?”
Aziraphale scuote la testa e Crowley gli rimanda uno sguardo interrogativo.
“Resto con te. Però devi promettere che ti farai leggere, almeno una volta, le foglie di thè”
 
*

VII anno.
Quando una sera si ritrovano ad incollarsi le labbra nel Bagno dei Prefetti, Aziraphale ha le guance rosse; non è colpa soltanto del vapore ma, piuttosto, di quella sensazione nuova che gli allaga la pancia e gli mozza un po’ le parole – lui che non ne è mai privo. Lo sanno da sempre, entrambi, dal primo Espresso per Hogwarts, che c'era solo un desiderio a dividerli: quello di conoscersi il sapore a vicenda, quello di finire a mescolarli – perché non hanno mai conosciuto nessuno più uguale e più diverso della persona che hanno di fronte.
Ora che sono pelle contro pelle, non importa più se Crowley finirà da Burgin & Burkes e Aziraphale all’Accademia Auror. Non importa più di altro, importa solo di loro due, soltanto di loro due, sempre di loro due.
“Ci perderemo?”
Azi lo chiede con un filo di voce, recapitandogli le parole direttamente sulle labbra.
“Impossibile”
“Come lo sai?”
“Perché tu sei il mio Horcrux”
Aziraphale lo fissa interrogativo, alzando entrambe le sopracciglia e aggrottandole di una perplessità palese.
“Sì, insomma, una parte della mia anima sarà sempre con te”
L’amico si scioglie in un sorrisetto celestiale che gli illumina il viso, gli occhi, le labbra e si avvicina a baciarlo di nuovo.
“Sei davvero pessimo a fare i complimenti, lo sai?”
Crowley annuisce con quel suo sorrisetto storto e Mirtilla, nel frattempo, ride fino alle lacrime, nascosta dietro una porta di legno.
 
 

 
Note: mi vergogno quasi a postare questa storia, che è frutto di un delirio momentaneo destinato a Benni, la capa delle shippatrici degli Ineffabili.
Non c’è molto da dire: ho cercato di declinare questi due personaggi alle dinamiche di Hogwarts. Aziraphale non poteva che essere un piccolo Tasso Prefetto e Crowley un dispettoso Serpeverde, un Nato babbano e un Purosangue delle Sacre Ventotto (coglietemi l'ironia). Con il fluff sono forte come con la corsa ad ostacoli, quindi ho provato a fare del mio meglio per la little Leila che aveva chiesto un po’ di dolciosità per questo Natale. Ennniente, perdonate questa oasi di disagio e perdonate me, se potete. Buon Natale, Bennina! 
   
 
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