Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Leaf81    23/12/2021    1 recensioni
Hermione era ormai al suo quarto anno ad Hogwarts, il torneo Tremaghi si era concluso con una splendida vittoria della scuola di magia di Albione grazie al fine intelletto e grande cuore di Cedric Diggory, brillante studente appartenente alla Casa di Tassorosso.
Nessuno stregone si era risvegliato portando oscurità nel mondo, la vita procedeva tranquilla tra lezioni, tempo libero e partite di Quidditch.
Una Dramione che è un piccolo slice of life AU tra i banchi di scuola, amicizia e primi battiti di cuore.
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Da V libro alternativo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La quieta mattina si era aperta pigra e sonnacchiosa. L’inverno, per quanto severo, stava lasciando andare la sua crudele morsa di freddo e un tiepido sole si stava affacciando in quella parte della Gran Bretagna magica.
Una giovane studentessa con indomabili ricci passeggiava nel cortile della scuola emettendo piccoli sbuffi di vapore acqueo canticchiando un motivo che aveva sentito tornare di moda nel mondo babbano grazie al film “Dragon Trainer 2”.
Per qualche strana ragione, quel motivetto era rimasto in testa ad Hermione Jean Granger.
Contrariamente a quanto fatto negli anni precedenti, la giovane studentessa era rientrata a scuola portandosi un pezzo di mondo babbano con sé, una chitarra.
Suo padre le aveva insegnato da bambina a suonare e, nonostante amasse la musica, aveva deciso di accantonare quella passione quando si era resa conto che con la sola forza di volontà le corde dello strumento suonavano da sola.
All’epoca non aveva nessun controllo della magia e le era sembrato di barare suonando senza le dita, e così aveva accantonato questo suo primo passatempo.
La voce, però, aveva continuato ad esercitarla in ogni momento, sempre stando attenta di non essere sentita da anima viva.
Non essendo stata smistata a Corvonero non aveva fatto un’audizione per entrare nel coro della scuola, e il suo essere perennemente col naso sui libri e col braccio pronto ad alzarsi per rispondere ai professori l’aveva portato ad essere soprannominata dai più “So-tutto-io” dagli esponenti meno radicali del mondo magico, di norma appartenenti alla sua casa o ai Corvi, per l’appunto.
I Tassorosso, con la loro gentilezza innata, il più delle volte alzavano gli occhi al cielo e sospiravano comprensivi per questo suo modo di fare.
La nota dolente le era arrivata dall’élite dei maghi, coloro che discendevano dalle famiglie più pure, altolocate e benestanti, per consuetudine quasi tutta appartenente alla quarta casa di Hogwarts, Serpeverde.
Per loro non importava quanto lei si impegnasse e studiasse, era insignificante alla loro vista o, peggio ancora, detestata. Si era ormai abituata, a malincuore, di sentirsi apostrofare “Sanguesporco”. Questo la aveva portata ad impegnarsi ed eccellere ancora di più per essere ritenuta degna di stima e, per una volta, essere vista e considerata persona interessante da conoscere, cosa che persino nel mondo babbano nella sua infanzia non era capitato.
Nonostante il suo carattere schivo e la sua ossessione per i libri, però, qualcuno la aveva notata e apprezzata. La ragazza dagli indomabili capelli, infatti, aveva anche un cuore d’oro ed era pronta ad aiutare chiunque si trovasse in difficoltà.
Grazie a queste sue caratteristiche e non al suo impegno scolastico aveva fatto amicizia con tre ragazzi del suo stesso anno e della sua casa, Harry Potter (colui che aveva sconfitto da bambino il mago oscuro Voldemort), un ragazzino dai capelli rosso fuoco a cui si era affezionata grazie al suo buon cuore e capacità di dire tutto quello che pensava, Ronald Weasley, e Neville Paciock, ragazzo dal cuore d’oro e pasticcione per colpa della sua eterna insicurezza.
Lei e i ragazzi Grifondoro avevano però interessi molto diversi, e quindi Hermione aveva continuato a trascorrere tanto tempo da sola, a passeggiare sulla riva del lago nero o in cima alla torre dei gufi.
L’anno successivo, però, le cose erano migliorate un po’ per lei e altre due figure erano entrate nella sua vita, l’intelligente e insolita Corvonero Luna Lovegood (o Lunatica, come qualcuno diceva sottovoce quando la vedeva) e la grintosa sorella di Ron, Ginny Weasley.
Gli anni erano trascorsi veloci ed era giunta al quarto anno senza quasi rendersene conto.
Le sue amiche stavano iniziando a pensare ai ragazzi, e anche lei avrebbe voluto che qualcuno la guardasse in modo speciale, cosa che al momento non le era capitato.
Quello di cui però non si era resa conto era che nel corso del Ballo del Ceppo molti ragazzi avevano iniziato a pensare che forse dietro l’aria saccente, il maglione troppo grande e la gonna troppo lunga un fiore stesse sbocciando, e forse quei capelli non erano così un cespuglio senza senso come avevano creduto negli anni precedenti.
 
 
La mattina trascorreva tranquilla e un altro studente aveva deciso di uscire a godersi quel giorno di fine inverno. Aveva preso la sua scopa ed era uscito dalla Sala Comune nei sotterranei col preciso desiderio di sfidare l’aria frizzante marzolina.
Vestito di tutto punto, con la sciarpa verde e argento di fine lana merinos (non ci pensava neanche di usare quella della divisa scolastica, così rozza e di lana di scarsa qualità!), il ragazzo si fiondò fuori dal portone principale inspirando l’aria frizzante.
Un raggio di sole colpì i suoi capelli che risultarono alla luce quasi bianchi, mentre con la mano si riparò gli occhi di quel celeste ghiaccio che tanto tendevano all’argento.
Draco Lucius Malfoy aveva deciso di lasciare i panni di studente moderno e di godersi un po’ di libertà, per una volta libero dagli occhi degli altri studenti e da quello dei professori.
La sua vita fino a quel momento era trascorsa tranquilla, anche se il sogno dei suoi genitori ancora non si era realizzato.
Erede di in una delle Sacre Ventotto, il suo destino pareva segnato fin dai primi giorni di vita: baciato da fortuna e bellezza, sarebbe stato lo studente più brillante di Hogwarts, Cercatore della squadra della sua Casa, osannato dai professori e guardato con desiderio dalle ragazze.
Il suo piccolo sogno di gloria personale, però, era stato rovinato da una lurida Sangue Sporco, una nata babbana. Fino all’anno precedente, almeno, poteva permettersi di prenderla in giro per il suo ridicolo aspetto come i capelli e denti degni di un Purvincolo, la voce così acuta e fastidiosa da ricordare una sirena fuori dall’acqua oltre che per le sue orride origini, ovviamente.
Il giovane ragazzo d’argento, però, si era reso conto che le cose erano cambiate.
I capelli della ragazza d'oro di Grifondoro, infatti, erano stati domati dalla Tricopozione Lisciariccio, i denti sistemati a dovere da Madama Chips e il resto… il resto era venuto nel corso del Ballo del Ceppo.
La giovane strega era stata infatti la dama di Viktor Krum e un lungo abito di seta blu la aveva resa bella come la figlia di Nimue, la Dama del Lago.
Il giovane Serpeverde si era perso a guardarla, tra gli occhi cioccolato pieni di mille pagliuzze dorate, un sorriso dolce e una voce che, grazie al suono di una risata sussurrata al suo cavaliere, lo aveva completamente ammaliato.
Il destino volle che quei due si incontrarono anche quella mattina, e Draco, un po’ per vendetta (per avergli rubato il sonno a causa del suo aspetto o per colpa del suo essere costantemente la prima in tutto, questo il giovane ancora non lo avrebbe saputo dire), un po’ per voglia di divertirsi, decise di stuzzicarla.
 
 
- Allora Sangue Sporco, davvero ti fai vedere in giro senza la protezione di Lenticchia, di Potty o del Bulgaro? - così iniziò la conversazione Draco.
- Oh Malferret, ancora quel nome? Cos’è, non sai che gli ideali sul sangue puro sono morti con Lord Voldemort ben 14 anni fa? Malfoy, dovresti smettere di saltare Babbanologia, così avresti imparato un detto molto famoso, “La storia la fanno i vincitori, non i vinti!”- fu la pronta risposta di Hermione.
- Credi forse che me ne importi qualcosa di quello che dicono i tuoi stupidi antenati babbani e i loro stupidi modi di dire? - disse il giovane Serpeverde.
- Saranno anche stupidi, ma Voldemort è morto e siete rimasti solo voi a seguire suoi ideali, come se il valore dipendesse dal sangue! Diggory è diventato Campione per le sue qualità, non perché Purosangue! - rispose Hermione.
Il ragazzo si pietrificò, e la frase “La storia la fanno i vincitori” rimase nella sua testa. Nonostante ciò, non si sarebbe arreso in un duello verbale con la sua acerrima rivale scolastica.
- Bla Bla Bla Granger, continua a blaterare come se me ne importasse qualcosa! E ora togliti di mezzo, sono stanco che la tua puzza inquini l’aria! – E così dicendo, si mise seduto sulla scopa e scappò via.
- Scappa, scappa pure codardo! – rispose al vento Hermione. Aveva il respiro affannato, le sue guance in fiamme. Il suo buon umore era passato, e di conseguenza, si rassegnó a tornare all’interno delle mura della scuola.
 
 
Le lezioni iniziarono, e la giornata trascorse senza particolari intoppi.
Nel corso della cena, al tavolo di Grifondoro, Hermione continuava ad apparire triste.
Poteva fare di tutto per migliorarsi, cercare di rimanere più zitta, perfezionare il suo aspetto prendendosi più cura di sé stessa, ascoltare gli altri senza per forza imporre le sue idee, ma quello che di certo non poteva fare era cambiare le sue origini.
Si era confidata con Ginny e la rossa la aveva consolata dicendo:
- Non puoi ascoltare quello che dice il Re delle Serpi! Lo sai che la sua è invidia! La verità è che vorrebbe essere bravo come te e questo lo porta a farti vedere il suo peggio. Peccato, se non fosse tanto stronzo sarebbe pure bello… -
- Hai ragione Ginny, solo che… a volte ti invidio, tu che sei una settima figlia di purosangue! – rispose Hermione.
Ginny replicò:
- Non mi dire che credi a quella storia! Sono solo leggende vecchie e decrepite. Guarda te e guarda Ron o anche Harry: ti sembrano migliori di te? –
La rossa sorrise, aggiungendo:
- Tu vai benissimo come sei, e noi ti vogliamo bene per chi sei tu, non per chi sono i tuoi antenati. –
Hermione sorrise di rimando:
- Sai Ginny? Non sarò una purosangue, ma di sicuro avere amici come te mi fa sentire più ricca di qualsiasi Serpeverde!
 
 
Anche se la ragazza d’oro di Grifondoro si credeva l’unica con brutti pensieri, il ragazzo d’argento di Serpeverde condivideva il suo cattivo umore.
Nonostante avesse ribattuto con disprezzo, si era messo a cercare in Biblioteca cosa significasse quella benedetta frase, “La storia la fanno i vincitori e non i vinti”.
Il suo pessimo umore non poteva passare inosservato agli occhi del più elegante e dandy tra le serpi, il sempre adorato dalle ragazze di tutta la scuola, Blaise Zabini (così lui sosteneva, ma i suoi compagni di casa non erano così sicuri fosse vero).
- Draco, che hai oggi? Il tuo umore è così adorabile che persino Tiger e Goyle sono scappati! – disse il moro.
- Vuoi chiudere quella fogna Blaise? Non sono affari tuoi! – rispose amabilmente il biondo.
- Senti, se continui ad imitare uno schiopodo sparacoda nessuna te la darà! Sputa il rospo che siamo in ritardo… - continuò Blaise.
Il biondo allora sospirò. Detestava essere pungolato quasi quanto detestava avere non propriamente ragione, e il dubbio che gli insegnamenti della sua famiglia fossero non proprio del tutto veri lo stava uccidendo.
Ci si mettevano pure frasi quasi intelligenti nella storia babbana, come se fossero necessari ulteriori spunti.
Blaise Zabini aspettò e diede la possibilità a Draco Malfoy di parlare con i suoi tempi, dopotutto, se non portava lui con la sua magnificente figura un po’ di luce nei sotterranei, chi avrebbe potuto?
- Blaise, hai mai avuto il dubbio che la storia del sangue puro fosse una cazzata? –
- Mica sono superiore agli altri SOLO per il mio cognome! Mi guardo allo specchio e già so quanto sono bello. Sono io che do onore al mio cognome e a Serpeverde, mica il contrario. Certo, coi soldi di famiglia mi compro abiti su misura, ma sarei meraviglioso pure con quegli orrendi abiti usati Weasley. – Il moro lo guardava dubbioso, a memoria sua non aveva mai visto il biondo re delle serpi ridotto in quello stato. A parte quella volta in cui era stato morso da un ippogrifo. E quella volta in cui era stato punito per aver spiato la secchiona, il prescelto orbo e la lenticchia rossa. E quell’altra in cui aveva preso un voto più basso della Granger in Pozioni… Oh. Forse aveva centrato il punto.
- Draco, lo so che sei diventato Cercatore della nostra squadra perché sei bravo e hai imparato a volare prima di parlare. E sei il preferito di Piton perché sei bravo in pozioni, mica perché impari i libri a memoria. Questi sono doni tuoi, non dei Malfoy o dei Black. – Blaise credeva di avere risposto ai dubbi del suo amico, ma non era propriamente così.
- Blaise, guarda che io sono sicuro di me, che cazzo vuoi che me ne freghi di cosa dicono quei perdenti dei Grifoni. Ma la Granger…- Draco rimase col discorso in sospeso, sospirando.
Il suo compagno di casa rise, ora aveva capito davvero.
- Senti, se vogliamo prendere in giro i perdenti ci sono, ma noi siamo superiori perché siamo noi, non per le nostre famiglie. La storia che la magia sia più potente in noi purosangue è una puttanata che Tu-Sai-Chi ha usato per avere seguito tra noi nobili. Lui stesso era mezzo babbano, così come Silente, la McGrannitt e Piton, e non credo che loro valgano meno di noi.
La Granger sarà una rompicoglioni senza pari, ma è intelligente, bella e brillante. Lo sai che ho lavorato con lei lo scorso mese per un compito di Erbologia e Trasfigurazioni e quando sono stato in difficoltà mi ha aiutato, e lo ha fatto nella torre di Astronomia quando non c’erano lezioni di quella svitata della Cooman. Non puoi credere davvero a quella minchiata del sangue sporco. Andava bene quando eravamo mammole del primo anno, ma ora siamo al quarto. La ex zannuta farà strada, e a quel punto la domanda è: la vorrai ancora come nemica? –
Blaise tacque e guardò intensamente il ragazzo biondo che gli rispose con un mezzo sospiro:
- Non so più che pensare. Prima ha smesso di alzare di continuo il braccio per svergognare noi altri, poi Krum che la nota e la invita al Ballo del Ceppo, poi ti aiuta senza che gli altri lo sappiano. Merlino, è troppo! Uff, portami qualcosa per cena, io salgo a prendere una boccata d’aria! –
A sentire questi discorsi dalla bocca di un Malfoy, l’erede degli Zabini ghignò:
- Vedi di coprirti e guarda quel nuovo incantesimo riscaldante che ci diceva Daphne o ti gelerai le chiappe! –
- Fottiti Zabini! – e così dicendo, il biondo salì. Aveva proprio voglia di perdersi nei pensieri guardando i gufi, e di sicuro non voleva tornare in dormitorio dopo il coprifuoco.
 
 
Hermione aveva deciso di abbandonarsi ai suoi sogni a occhi aperti pensando ad un meraviglioso mago che la avrebbe amata per quello che era. Decisamente era ancora più innamorata dell’amore che di qualunque persona reale, ma al momento di sicuro non era importante.
Aveva indossato jeans e una felpa babbana, una sciarpa candida era legata al suo collo e la sua chitarra pendeva dietro la sua schiena.
Con la bacchetta evocò alcune ghiandaie argentate alle quali sorrise e fece un piccolo inchino, come una novella Biancaneve tra gli animali del bosco.
Evocò a mezze labbra un incantesimo riscaldante ma non un muffliato, dopotutto chi sarebbe mai salito a quell’ora?
Iniziò a pizzicare le corde del suo strumento e con una voce da mezzo soprano intonò:
 
“Nuoterò e navigherò su mari selvaggi,
senza mai paura di annegare
E cavalcherò volentieri le onde della vita
Se mi sposerai…
 
Nessun sole cocente né freddo gelido mi fermerà
Se mi prometti il ​​tuo cuore e amore
E amami per l'eternità
Oh mio più caro, dolce tesoro
 
Le tue potenti parole mi sbalordiscono
Ma non ho bisogno di azioni potenti
Quando sento le tue braccia intorno a me
 
Ma ti porterei anelli d'oro
 
Ti canterei anche poesie
E ti terrei lontano da ogni male
Se tu restassi accanto a me
 
Non mi servono gli anelli d'oro
 
Non mi interessa la tua poesia
Voglio solo che la tua mano mi tenga stretta
Voglio solo te vicino a me
Amarti e baciarti per tenerti dolcemente
 
Per ballare e sognare
Attraverso tutti i dolori e delizie della vita
Terrò la tua risata dentro di me
 
Nuoterò e navigherò per mari selvaggi
Senza mai paura di annegare
Cavalcherei volentieri le onde così bianche
E tu mi sposerai!”
 
La sua voce era vibrante, cristallina e nel crescendo iniziò a ballare duettando con le ghiandaie che aveva evocato con la magia. Le sue guance erano rosse e i suoi capelli ballavano sfiorandole dolcemente le guance.
Per un momento e uno soltanto si sentì leggera e senza pensieri.
Un giorno, un giorno non lontano, qualcuno il destino glielo avrebbe portato.
 
Dietro una colonna, stupito dalla musica che giungeva al suo orecchio, Draco arrivò sulla torre del castello. I suoi occhi si spalancarono per lo spettacolo che gli era apparso davanti.
Mai nella vita aveva visto niente del genere e, per una volta, era completamente e totalmente senza parole.
Quasi.
Perché un commento, uno solo, gli sfiorò le labbra e non riuscì a tacere quel che davvero pensò di quella strana e meravigliosa ragazza, esprimendo con parole un pensiero che ormai da mesi stava nascendo dentro di lui:
- Meravigliosa…-

E così ho scritto la mia prima fanfic, che poi è una songfic.
La canzone viene cantata in Dragon Trainer 2 dai genitori di Hiccup e grazie a questa canzone, si riavvicinano dopo anni di lontananza. Mi sono innamorata di questa cover e mi ha ispirato.
Ecco il link per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=G0AgkDJ2NHg
Un ringraziamento speciale per la mia amica Serpeverde, che mi ha fatto da editor, la bravissima Overwatch.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Leaf81