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Autore: LalaMalfoy    23/12/2021    0 recensioni
Come sarà la vita dei figli del Bambino Sopravvissuto?
James, Albus e Lily vivranno vite normali e comuni, ma sempre sotto gli occhi del Mondo Magico che vuole scorgere in loro ciò che ha reso famoso Harry. Riusciranno a trovare la loro strada al di là di tutto quello che gli altri si aspettano? A trovare l'amore nonostante i gossip che girano su di loro?
Insomma, riusciranno a sopravvivere alla fama?
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ginevra Molly Potter
Se c’era una cosa che aveva sempre odiato, si disse osservando Il settimanale delle streghe quasi con disprezzo, era vivere una vita sotto i riflettori eppure ormai era così da tanti di quegli anni che ci aveva fatto l’abitudine.

Da quando la vita della sua famiglia era andata ad intrecciarsi a quella di Harry James Potter, il Bambino Sopravvissuto che era poi diventato il Salvatore del Mondo Magico, le loro vite si erano trovate ad essere conosciute dal pubblico molto più di quanto lei avesse potuto desiderare eppure non aveva mai, nemmeno una volta, rimpianto la cosa.

Harry invece odiava ancora di più la cosa, non riusciva a sopportare il fatto che ogni sua decisione, ogni sua mossa e ogni suo sbaglio fossero controllati e resi pubblici dalla tenera età di undici anni. All’inizio aveva vissuto quella sensazione di essere sempre sotto le luci della ribalta solo a scuola, tra gli studenti. C’era chi lo odiava per questo, chi lo venerava e chi ancora lo osservava in silenzio da lontano, ma tutti parlavano di lui. Era successo con la pietra filosofale prima, poi con la camera dei segreti e di anno in anno, sempre di più, le avventure cui – suo malgrado – si trovava coinvolto venivano raccontate di studente in studente, venivano travisate creando un mito che spesso si discostava dal ragazzino che era in realtà.

Durante il quarto anno, con gli avvenimenti del Torneo Tremaghi, le cose erano degenerate in fretta rendendolo non più un semplice bersaglio di pettegolezzi all’interno di Hogwarts, ma proprio qualcuno di cui si parlava costantemente nei giornali – giornali che ovviamente non lo descrivevano nel modo giusto. Era stato però solo durante quell’estate, dopo la disavventura al cimitero di Little Hangleton, e la conseguente sfilza di articoli che ogni giorno lo dipingevano come un bugiardo in cerca di attenzioni che aveva completamente e definitivamente chiuso con tutto quello che aveva a che fare con pettegolezzi e giornalisti e aveva deciso di tenersi alla larga da persone come Rita Skeeter o chi per lei.

Lei stessa era una giornalista e di tanto in tanto si chiedeva come potesse essere arrivata a fare quel lavoro nonostante tutto, ma era una corrispondente sportiva e sapeva che non si sarebbe mai piegata a scrivere di gossip, né a tacere notizie per rendere felici i suoi superiori. Se mai fosse arrivata al vertice – cosa che non trovava assurda vista la stima che avevano i suoi superiori nei suoi confronti – avrebbe fatto il possibile per far diventare La Gazzetta del Profeta quel giornale giusto e completo che avrebbe dovuto essere vista la sua enorme diffusione. Anzi, forse era proprio

Harry James Potter e Ginevra Molly Weasley danno alla luce il loro primo figlio, James Sirius Potter

Non era tanto l’articolo a infastidirla, nemmeno la foto che la ritraeva mentre usciva dal San Mungo – Harry la teneva per la vita, James Sirius in braccio avvolto in una coperta verde acqua e Teddy, i capelli di un giallo acceso che mostravano la sua gioia, per mano a Harry – quanto il fatto che si era appena resa davvero conto che i suoi figli sarebbero vissuti sotto i riflettori come loro, per il cognome che portavano e per chi erano i suoi genitori.
Aveva già vissuto la cosa con Teddy, che lei considerava alla pari di un figlio, ma lui era nato durante la guerra ed era cresciuto nel vortice post vittoria, quel periodo in cui chiunque fosse entrato anche solo per poco nell’occhio del ciclone era conosciuto da tutti. In qualche modo non aveva mai pensato che la cosa potesse seguire i suoi figli nella crescita e sperava che anche con Teddy le cose si sarebbero presto calmate.

“Ginny!” esclamò proprio il piccolo entrando in cucina di corsa “Jay piange”

“Arrivo tesoro, ti ho preparato la merenda”

Teddy ormai aveva sei anni, si sentiva grande, ed era più che intenzionato a sentirsi tale. In quel momento però, vedendo pane e nutella e succo di zucca fece un saltino, abbracciò Ginny e si sedette a tavola mentre lei saliva le scale per andare a prendere James.

Quando fu di ritorno sedette in divano col bambino in braccio e prese ad allattarlo lanciando di tanto in tanto qualche occhiata a Teddy che ancora si gustava il suo adorato panino.

Si guardò intorno e ancora una volta si disse che avevano proprio una bella casa. Era grande e moderna, ma al tempo stesso gli oggetti personali che vi avevano aggiunto la rendevano calda e accogliente, loro. Il piano terra era formato per la maggior parte da un grande open space che ospitava il salone e la cucina perché Ginny era cresciuta in una casa in cui la cucina era la stanza più importante e voleva poter vedere la sua famiglia anche quando era intenta a cucinare. Oltre a questo c’erano solo un bagno e un ripostiglio, tutto il resto si trovava su per le scale.

Vedendo Teddy alzarsi disse “Appoggia il piatto e il bicchiere nel lavabo e lavati le mani prima di venire qui”

Lui fece come gli era stato detto e un attimo dopo era seduto accanto a lei e stava provando a leggere un libretto di quelli con cui i bambini si cimentano quando ancora stanno imparando le lettere e i suoni. Ginny lo ascoltava col sorriso sulle labbra, Jay ormai nuovamente addormentato tra le sue braccia, e si sentiva serena e davvero felice. Aveva dimenticato anche l’articolo del giornale che tanto l’aveva fatta arrabbiare solo un’ora prima.

Harry James Potter
“Allora Harry, come ci si sente ad essere padre?” gli chiese Ron entrando come se niente fosse nel suo ufficio e rivolgendosi a lui come se non fosse nel pieno della lettura di alcuni documenti di lavoro

Con un sospiro Harry si posizionò meglio gli occhiali sul naso e alzò lo sguardo per incontrare quello dell’amico. I capelli di Ron erano più scompigliati del solito e il mantello d’ordinanza da Auror gli cadeva storto sulle spalle

“Hai corso?” gli chiese divertito

“In realtà pensavo che tornassi al lavoro domani, ero convinto che ti fossi preso almeno un giorno di permesso” rispose il rosso “Per cui si, ho corso perché pensavo di dover leggere io quei documenti”

“Ginny e James stanno bene e avevo una serie di arretrati per cui sono qui” rispose Harry indicando le carte sparse sulla scrivania “Ma lavoro solo mezza giornata e poi torno a casa dalla mia famiglia”

Ron sorrise semplicemente, pensare che la sua sorellina fosse ormai mamma era qualcosa che faceva fatica a concepire, ma lo sguardo felice che le aveva visto quando era passato a trovarla al San Mungo il giorno prima gli era rimasto impresso e si era fatto strada dentro di lui fino a renderlo altrettanto contento della nuova situazione. Sentiva di amare già moltissimo il suo nipotino come amava Victoire e Dominique, le prime due figlie di Bill e Fleur e come avrebbe amato tutti i suoi nipoti.

“Per rispondere alla tua domanda è fantastico. Tenere in braccio James è qualcosa di unico, ha i miei capelli, ma gli occhi sono senza dubbio quello di Ginny. Lo amo moltissimo” sorrise Harry attirando nuovamente la sua attenzione e in quel momento Ron si rese conto di quanto anche lui volesse avere un bambino. Sarebbe di certo stata la prima cosa da dire a Hermione una volta tornato a casa anche perché lei aveva già espresso quel desiderio, era lui quello che come sempre si faceva un milione di problemi.

Harry sorrideva senza farsi notare perché gli era più che chiara la direzione che avevano preso i suoi pensieri. Pensò alla sua Ginny a casa con Teddy e James e si disse che doveva assolutamente muoversi a finire con quei documenti e tornare a casa perché voleva assolutamente passare più tempo con loro. Non avevano cercato James, non che non lo volessero ma avevano semplicemente deciso di lasciare che le cose facessero il loro corso, avevano smesso di usare incantesimi contraccettivi e avevano lasciato al fato il resto.

Quando aveva saputo che Ginny aspettava un bambino era praticamente svenuto, fortunatamente era seduto o sarebbe caduto come un allocco nel mezzo del salone di casa. Appena si era ripreso l’aveva abbracciata forte e poi l’aveva baciata cercando di imprimere in quel gesto tutto l’amore che provava per lei, tutta la gioia che sentiva in quel momento. Lei aveva riso sulle sue labbra e poi avevano fatto l’amore. Erano una famiglia.

Non che prima non lo fossero, Teddy era stato per loro come un primo figlio e lui era sicuro che sarebbe stato per James e anche per eventuali altri figli un fratello maggiore. Voleva un bene immenso a quel bambino dai capelli di mille colori e, anche se non era sangue del suo sangue, era suo. Non viveva con loro perché era affidato a sua nonna Andromeda, ma passava gran parte delle giornate con loro, era sempre stato un bambino con due case e passava dall’una all’altra con una semplicità e una naturalezza quasi sconvolgenti.

“Ron, abbiamo più avuto piste sull’omicidio di Main Street?”

“Abbiamo interrogato i testimoni prima di obliviarli. C’è un identikit del colpevole che però per ora non siamo riusciti a collegare a una persona reale. Ho mandato alcuni ragazzi a prendere dei sospettati, vediamo se porta a qualcosa”

“Perfetto” disse “Da Azkaban?”

“Tutto tranquillo, non mancano prigionieri” lo tranquillizzò Ron

Quando venivano uccisi dei babbani la mente di Harry non riusciva mai a cancellare il ricordo di Voldemort, non tanto perché avesse paura di un suo possibile ritorno, quanto perché non riusciva a capire come dopo tutto quello che avevano vissuto potessero ancora esserci maghi che seguivano i suoi ideali. Gli ex Mangiamorte erano uno dei suoi primi pensieri, ma la maggior parte erano stati condannati all’ergastolo e i pochi che non erano in prigione erano sorvegliati nei movimenti.

“Potter” non si sarebbe mai abituato a quel tono strascicato nonostante ormai ci lavorasse a stretto contatto da anni

“Malfoy” rispose alzando brevemente il capo prima di tornare a guardare i documenti sulla scrivania

“La piccola sta bene” lo avvisò l’uomo. La figlia della coppia uccisa era stata colpita di striscio da un incantesimo di rimbalzo ma non aveva subito gravi danni perché era riuscita a nascondersi e il tempestivo arrivo degli Auror aveva impedito che l’assassino la trovasse

“Bene” Harry si concesse un sospiro di sollievo “Almeno una cosa positiva. Posso parlarle?”

“Sì, ma è ancora molto scossa non so quanto ricordi”

“Non è un problema. Ron chiama Diane, deve assicurarsi che venga adottata da una famiglia per bene”

Diane era una collega di Arthur Weasley, ormai a capo del suo dipartimento che era stato allargato e ora si chiamava Ufficio per il rapporto con i Babbani. Arthur si occupava ancora della parte dell’uso improprio dei manufatti babbani mentre Diane si occupava più delle questioni che richiedevano di rapportarsi con essi, questioni come quella per l’appunto.

“Vado subito. Vai al San Mungo?”

“Sì e poi vado a casa. Mi porto a casa una copia di questi e ti spedisco un verbale dell’interrogatorio appena l’ho compilato”

Ron annuì e uscì della stanza mentre Draco e Harry entrarono nel camino per raggiungere il San Mungo. Il camino del dipartimento Auror era uno dei pochi ad avere il permesso di essere collegato direttamente con il San Mungo. Draco Malfoy era uno dei pochi e Mangiamorte ad aver lottato per redimersi ed era riuscito a trovare un lavoro in cui era bravo e che gli permetteva di aiutare il prossimo. Harry sapeva che non avrebbero mai potuto diventare amici ma dopo anni avevano imparato a convivere pacificamente.

Dopo aver interrogato la bambina, una piccolina di cinque anni con le treccine bionde ormai sfatte e dei grandi occhi azzurri, Harry la lasciò alle cure di un’infermiera e raggiunse la sua famiglia. Li trovò seduti sul divano a leggere una storia e istintivamente le sue labbra si schiusero in un enorme sorriso.

Si cambiò velocemente e poi scese le scale per sedersi accanto a loro. Cinse la vita di Ginny per un braccio e lei subito poggiò la testa sulla sua spalla, poi permise a Teddy di arrampicarsi sulle sue gambe e lo ascoltò cimentarsi nella lettura di quella storia che stava raccontando a Ginny quando lui li aveva interrotti entrando.

In quel momento si sentiva talmente meglio che non poteva desiderare di meglio dalla vita.
   
 
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