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Autore: Musical    25/12/2021    2 recensioni
"Sai, tra pochi giorni è Natale."
"Infatti."
"Hai intenzione di organizzare qualcosa?"
"Forse domani, cosa ne pensi?"
"Direi che va bene."
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le gocce di pioggia battevano ritmicamente sui vetri delle finestre, un buon compositore sarebbe riuscito a trovare le giuste note per descrivere la sensazione, magari avrebbe chiamato la sua opera “il Valzer della Pioggia”. In fondo, c’era stato chi aveva composto il “Volo del Bombo”, perché non dedicare qualcosa anche alla pioggia? Magari la pioggia caduta durante la costruzione dell’Arca, perché no? Oppure, la prima pioggia caduta dal cielo. Magari, il compositore avrebbe parlato anche di uno sciocco angelo che in un attimo di puro altruismo, aveva offerto la propria ala per riparare un vile demone… Chissà come avrebbe raccontato, poi, la storia…
“Crowley, come stai?”
Il demone, avvolto dalle coperte, girò la testa verso la porta della camera, lì dove c’era Aziraphale ad osservarlo con un’apprensiva calma. Crowley era in quello stato di noia mista a malinconia da qualche settimana, osservava di tanto in tanto fuori dalla finestra e poi si rimetteva a sonnecchiare, per svegliarsi quando Aziraphale s’avvicinava per controllare il suo stato umorale.
La mancata risposta di Crowley diede la possibilità ad Aziraphale di fare la sua proposta, era convinto che il suo adorato demone non sarebbe riuscito a resistere alla tentazione che stava per offrire.
“Stavo pensando, hanno aperto un nuovo ristorante a Park Lane. Sono sicuro che avranno miracolosamente un tavolo libero per le sette. Che ne pensi?”
“Voglio andare in letargo”, si lamentò Crowley, volgendo lo sguardo verso il soffitto.
“Oh, beh” — Aziraphale sorrise a quella proposta, torturandosi le mani finemente curate — “Cosa t’impedisce di farlo?”
In tutta risposta, Crowley rivolse le spalle all’angelo, esprimendo così il suo desiderio di non voler dare una spiegazione.
Tuttavia, Aziraphale non demorse. Cominciò a camminare, fino a sedersi ai piedi del letto, poggiando una mano lì dove i piedi di Crowley erano posizionati, aspettando paziente.
Il sole aveva lasciato posto alla luna da molte ore, eppure non risultava un problema: Aziraphale aveva miracolosamente cancellato la prenotazione, sicuro che il ristorante poteva attendere.
“Lo sai, tra pochi giorni è Natale.”
“Già.”
“Hai intenzione d’organizzare qualcosa?”
“Veramente, caro, è già tutto pronto. Gli addobbi sono stati messi, le luci collocate… Manca solo da mettere la stella sull’albero. Servirebbe qualcuno che sia bravo con le stelle.”
Crowley sorrise, apprezzando il tentativo d’Aziraphale di farlo scendere dal letto, lo fece sentire amato, tuttavia non era in forze, si sentiva svuotato.
“Magari domani,” si voltò appena per guardare il suo angelo, “che ne dici?”
Aziraphale sorrise di rimando e s’avvicinò un po’ di più, la sua mano ora poggiava sul fianc del demone. “Direi che va benissimo. Hai bisogno di qualcosa?”
“Puoi-puoi leggermi qualcosa?”
“Cosa desideri?”
“Qualunque cosa va bene per me, voglio sentire la tua voce.”
Aziraphale ci pensò un attimo, una lettura piacevole per entrambi. Quando arrivò l’idea giusta, scoccò un leggero bacio sulla fronte di Crowley.
“Faccio il prima possibile”, sussurrò.
E così, si diresse nell’angolo libreria del loro nuovo appartamento, mentre Crowley chiuse gli occhi, limitandosi a concentrarsi solo sul proprio respiro, prendendo coscienza di sé e del proprio corpo. Non era la prima volta che gli capitavano momenti del genere, ma era la prima volta che aveva Aziraphale al suo fianco. Proprio per questo non voleva adottare la sua tecnica per sfuggire a questi momenti, ossia chiudere gli occhi e dormire. Sapeva con certezza che il suo angelo sarebbe rimasto lì, al suo fianco, ad attenderlo, ma Crowley non voleva perdere un secondo di questa loro nuova vita insieme.
Trascorsero una decina di minuti, e Aziraphale ritornò con un tomo in mano e i suoi fedeli occhiali da lettura nell’altra.
“Lo sai, vero, che non hai bisogno di quelli per leggere?” Crowley lo provocò con un sorriso sornione, amava quando Aziraphale li indossava.
“Certamente, ma non posso farne a meno, sono necessari.”
“Ti donano un’aria ancora più da intellettuale.”
“Lieto che la cosa ti faccia piacere.”
Aziraphale si mise seduto al fianco di Crowley, mentre il demone poggiò la testa sul grembo del suo angelo, abbracciandogli la vita, respirando profondamente e chiudendo gli occhi con un’espressione serena sul volto.
“Cosa leggi?”
“Adesso sentirai.”
Aziraphale indossò gli occhiali, si mise comodo, prese un profondo respiro ed iniziò a leggere.

Era una bellissima giornata.
Tutte le giornate eran state bellissime. Finora ce n'erano state più di sette, e la pioggia non era stata ancora inventata. Ma le nuvole che si ammassavano a est dell’Eden suggerivano che il primo temporale era in arrivo, e che sarebbe stato bello grosso.
L’angelo, ai cancelli dell’Est, portò la propria ala sopra la sua testa per coprirsi dalle prime gocce di pioggia,
‘Scusami,’ disse educatamente. ‘Cosa stavi dicendo?’
‘Ho detto, quello è andato giù come un palloncino di piombo,’ disse il serpente.
‘Oh. Sì,’ disse l’angelo, il cui nome era Aziraphale.

“L’hai scritto tu?”
“Oh no, l’hanno scritto un certo Neil Gaiman e Terry Pratchett. Un ragazzo l’ha lasciato in libreria.”
Crowley s’accoccolò ancora di più ad Aziraphale, ormai rilassato, mentre la voce dell’angelo era una perfetta melodia per accompagnarlo nel mondo dei sogni.
“Sono proprio curioso di sapere come andrà a finire.”
Aziraphale voltò pagina, continuando la sua lettura “Così com’è iniziato, mio caro”.
E Crowley sognò di un giardino, dove un angelo e un demone danzavano sopra la testa di un chiodo, felici d’essere in compagnia l’uno dell’altro.

   
 
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