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Autore: Marlena_Libby    27/12/2021    4 recensioni
[Storia contro il razzismo]
Winston viene discriminato e i suoi amici decidono di aiutarlo
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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A New York una ricca donna di nome Alice Truman aveva aperto un nuovo negozio di abbigliamento e Peter e Winston decisero di approfittarne per comprare qualche vestito.
Parcheggiarono la Ecto-1, scesero ed entrarono.
- Davvero carino il posticino - commentò Peter.
I due si misero a dare un'occhiata in giro: Winston comprò solo un paio di magliette e di pantaloni, mentre Peter fu quasi sul punto di svaligiare il negozio.
- Perché hai preso tutta quella roba? - gli chiese Winston.
- Devo essere sempre al meglio se voglio che le signore continuino a cadere ai miei piedi! - rispose Peter con un sorriso furbetto.
I due poi andarono alla cassa.
Peter pagò per primo, ma quando Winston mise i vestiti che aveva preso sul bancone, il commesso (che aveva il suo nome, Killian Lance, scritto su un cartellino appuntato sulla giacca) disse: - Oh... Mi dispiace, ma non posso venderle questi vestiti signore!
- Cosa? E perché? - chiese Winston confuso.
- Perché... Ah, perché sono stati ordinati da un altro cliente e glieli dobbiamo consegnare oggi pomeriggio!
- Però non c'era nessun cartello che dicesse che non erano in vendita!
- Sono io che mi sono scordato di metterlo! Che sbadato!
Winston non fu tanto convinto dalla spiegazione, ma rimise i vestiti a posto e lui e Peter tornarono alla macchina.
Peter mise la mano in tasca per prendere le chiavi, ma la trovò vuota.
- Le chiavi non ci sono più! Devono essermi cadute dentro il negozio!
- Torno dentro a cercarle - disse Winston scendendo dalla macchina.
Tornò dentro il negozio e si mise a carponi sul pavimento per cercare le chiavi.
Killian era così impegnato a dare retta ai clienti che neanche lo vide.
Dopo qualche minuto, l'Acchiappafantasmi ritrovò le chiavi. Stava per prenderle, quando sentì dire da Killian: - Stupidi negri di merda! Ma perché non se ne stanno a casa loro?!
Winston raggelò sul posto: quelle parole erano sicuramente riferite a lui!
Non gli aveva venduto i vestiti non perché erano stati ordinati da qualcun altro, ma perché... era nero!
Raccolse le chiavi, si alzò e uscì dal negozio stando attento a non farsi notare.
Quando tornò alla macchina, Peter notò immediatamente la sua espressione triste e gli chiese: - Ehi, qualcosa non va?
- Oh no, non è niente, ero sovrappensiero! - rispose Winston con un falso sorriso dandogli le chiavi.
Peter fece spallucce e mise in moto la macchina. Per tutto il viaggio Winston mantenne la sua espressione triste e non disse una parola.

Quando tornarono alla caserma dei pompieri, trovarono Egon e Ray a chiacchierare con Janine.
- Ehi, ragazzi! - li salutò Ray. - Peter, ma quanta roba hai comprato?!
- Poi siamo noi donne ad avere un problema con lo shopping! - commentò Janine.
- Winston, tu non hai preso niente? - chiese Egon.
- No, i vestiti che aveva scelto non erano in vendita - disse Peter.
- Ti sbagli, Peter - disse Winston. - Il signor Lance non me li ha voluti dare perché sono nero!
Tutti sgranarono gli occhi.
- Cosa?! Ma ne sei sicuro?! - esclamò Ray.
- Sì! Gliel'ho sentito dire quando sono tornato nel negozio per cercare le chiavi!
I quattro erano sconvolti: Winston era una brava persona, non aveva mai fatto male a nessuno... come si permetteva quell'uomo di trattarlo così?!
Peter lasciò cadere per terra le buste e si diresse con rabbia verso la porta.
- Peter, dove stai andando? - gli chiese Egon, trattenendolo per un braccio.
- A stampare un bel pugno sulla faccia di Lance!
- Peter, non puoi farlo! - gli disse Janine uscendo da dietro la scrivania.
- Invece sì! Nessuno discrimina i miei amici! Quell'uomo si merita una lezione!
- Siamo d'accordo, ma comportandoti così non risolverai nulla! - gli disse Ray.
Peter era ancora arrabbiato, ma capì che i suoi amici avevano ragione, così si calmò e disse: - Allora? Cosa pensate di fare?
- Dobbiamo dimostrare alla proprietaria del negozio che quell'uomo è un razzista! - disse Egon. - Sono sicuro che non ne sarebbe affatto contenta e lo licenzierebbe subito!
- Sì, ma che prove abbiamo? - fece notare Ray.
Dopo qualche secondo di silenzio, Janine esclamò: - Ragazzi, forse so come smascherarlo!

Il giorno dopo si radunarono tutti davanti vicino al negozio di Alice Truman.
Con loro c'era anche Tanja Smith, un'amica afroamericana di Janine che si era offerta di aiutarli.
Egon diede a Peter un berretto su cui aveva fissato una minuscola videocamera: - Mi raccomando Peter, quando Killian dirà qualcosa di incriminante fa in modo che venga registrata.
- Sì, tranquillo!
Peter indossò il berretto ed entrò nel negozio.
- Oh, è di nuovo qui! - lo salutò Killian.
- Sì, i vostri vestiti mi sono piaciuti così tanto che ho deciso di comprare qualcos'altro!
- Prego, dia pure un'occhiata in giro!
Peter fece finta di dare un'occhiata ai vestiti, ma in realtà non perdeva mai di vista la cassa.
Poco dopo entrò anche Tanja; finse anche lei di dare un'occhiata in giro, poi prese qualche vestito e andò alla cassa.
- Vorrei comprare questi, per favore.
- Oh mi dispiace, ma sono stati già ordinati da un'altra cliente! - disse Killian con tono cortese, ma chiaramente falso.
- Peccato! Va beh, sarà per un'altra volta! - disse Tanja.
Rimise a posto i vestiti e lasciò il negozio.
Peter andò alla cassa e disse: - Signor Lance, ho visto che non ha venduto i vestiti a quella ragazza.
- Sì, perché erano già stati ordinati da un'altra cliente.
- Davvero? Ieri ha detto così anche al mio amico Winston. Cosa c'è sotto?
Killian non era tanto sicuro di poter parlare.
- Dai, a me lo può dire! So mantenere i segreti! - insistette Peter facendogli l'occhiolino.
Killian allora si lasciò convincere e disse a bassa voce: - Ok, il fatto è che io non vendo i vestiti alle persone di colore!

Un'ora dopo Killian venne chiamato da Alice Truman nel suo ufficio.
- Voleva vedermi, signora? - chiese aprendo la porta.
Rimase molto sorpreso quando trovò lì anche gli Acchiappafantasmi, Janine e Tanja.
- Sì, signor Lance. Questi signori prima sono entrati nel mio ufficio dalla porta sul retro e mi hanno fatto vedere un video molto interessante.
Alice accese la TV e Killian per poco non ebbe un infarto quando vide sé stesso ammettere i suoi pregiudizi razziali.
- Signora, io le posso spiegare!
- Spiegare cosa?! - gridò la donna alzandosi e andando verso di lui. - Che tu hai discriminato i nostri clienti, impedendo ad alcuni di loro di comprare i nostri vestiti?!
- Ma sono dei neri!
- E allora?! Non hanno fatto niente di male per meritarsi un simile trattamento!
- Signora, io cercavo solo di tenere pulito il negozio da queste scimmie ammaestrate!
Tutti i presenti sussultarono indignati.
- Ok, basta, questo è troppo! Lei è licenziato! Non la voglio più vedere nel mio negozio!
Killian sgranò gli occhi sconvolto, poi corse fuori sbattendo la porta.
Poi Alice si rivolse a Winston e disse: - Signor Zeddmore, mi scusi tanto per l'inconveniente!
- Non si preoccupi, signora Truman - la rassicurò Winston. - Lei non poteva sapere che Lance fosse un razzista.
- Comunque per rimediare vorrei offrirle gratis tutti i vestiti che vuole.
- Wow, grazie!
- Non c'è di che! E vedrà che mi assicurerò che tutti sappiano che razza di persona è Killian Lance!

Dopo che Winston ebbe scelto qualche vestito, i ragazzi tornarono insieme alla caserma.
- Grazie Janine, la tua idea è stata geniale! - disse Winston lungo il tragitto.
- Oh, non c'è di che!
- Se l'è proprio cercata dopo il modo in cui ti ha trattato! - aggiunse Ray.
Peter circondò le spalle di Winston con un braccio e aggiunse: - Nessuno si mette contro gli Acchiappafantasmi!
   
 
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