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Autore: solojack    27/12/2021    0 recensioni
[Un Professore]
Di come Manuel non dorme da un mese perché quando apre gli occhi è un incubo
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1.23 am. Manuel si sveglia di soprassalto, non ricorda il sogno che stava facendo, ma il cuore sembra scoppiargli in petto, è spaventato, ma si rende subito conto di essere eccitato. Non ci pensa, mentre la mano scivola verso l'inguine, meglio assecondare questa sensazione e provare a riaddormentarsi. Inutile.

****

"Ultimamente le lezioni sono più interessanti" pensa Chicca, "da quando l'anno scorso è arrivato il prof Balestra anche gli altri professori hanno iniziato a considerarli più adulti, a dialogare con loro". Il suo sguardo vaga per la classe, non può fare a meno di notare il sorriso di Simone, si dice durante l'estate abbia conosciuto qualcuno, lui risponde sempre che sta bene con se stesso. Non importa, ha iniziato a portare un filo di barba, un cerchietto all'orecchio e qualche anello, non lo ha mai visto così e sa solo che merita di essere felice. Un paio di banchi più là è seduto Manuel, che invece ha un pessimo aspetto, il volto stanco, occhiaie profonde di chi non dorme da giorni; da quando si sono lasciati si sono allontanati, un po' le dispiace, perché a lui ci teneva molto, si augura non sia finito di nuovo in qualche brutto giro, magari proverà a parlargli, l'importante è che non stia così per quella vecchia pedofila. Chicca non fa in tempo a finire di pensare questa frase che i loro sguardi si incontrano, gli sorride con dolcezza, Manuel sembra sopreso ma ricambia.

***

2.37 am Di nuovo una sveglia improvvisa, di nuovo il cuore che sta per uscire dal petto, di nuovo quel frammento di immagine. Manuel inizia ad essere esasperato, quel sogno, incubo, va avanti da più di un mese, sempre allo stesso identico modo, quando si sveglia gli è impossibile riaddormentarsi, quindi studia perché l'idea dell'università ormai si è impossessata di lui, è diventata un traguardo importante e, almeno, non pensa ancora al sogno. Alla paura che gli stringe il cuore quando apre gli occhi e fa i conti con la realtà.

***

"Ragazzi, secondo voi gli scrittori romantici avevano come soggetto solo la persona amata, come nel dolce stil novo oppure il romanticismo abbraccia ogni sfera del viviere?", il prof De Angelis ogni tanto li soprendeva così, "un po' come Dante", pensa Chicca, ed è proprio Simone a rispondere "Prof io penso che limitarsi alla persona amata sia, appunto un limite. L'amore possiamo trovarlo in una melodia, in un tramonto in Piazza San Pietro o sul muro dell'amore, certo poi con chi ci si trova a condividere quel momento può rendere tutto ancora più bello". Chicca non può fare a meno di ammirare Simone e notare Manuel, che abbassa lo sguardo.

"Allora stasera vieni a cena a casa mia così ripassiamo prima del compito? Poi ti fermi a dormire, per comodità?" "Certo, finisco uno scooter e poi arrivo da te", risponde Manuel abbassando lo sguardo, negli ultimi tempi Simone non si offre più di dargli una mano al garage, lo capisce, ma non può fare a meno di rimanerci male.

***

Con le mani ancora sporche di grasso prende il telefono, non può più aspettare, "Ciao ti disturbo? È un problema se vengo a casa tua fra mezz'ora? Perfetto, grazie".

Sente il rombo della sua moto in lontananza, può riconoscerlo fra mille altre, il suo modo deciso di staccare la frizione; quando Chicca apre la porta vorrebbe essere un po' fredda, ma il Manuel che ha davanti è la versione peggiore di quella, per niente messa bene, delle ultime settimane.

"Chicca... Lo so che sono stato uno stronzo con te, ma sto impazzendo e non so con chi parlare, non dormo più, faccio sempre questo incubo, no non è un incubo, lo è quando mi sveglio". Chicca sembra capire il dolore del ragazzo, non riesce a stare fermo, deve essere orribile ciò che sta passando, ma le sembra di riconoscere quelle parole e, senza pensarci troppo, gli posa una mano sulla spalla "Manuel, sei innamorato", il ragazzo alza lo sguardo d'improvviso, come se avesse preso la scossa, prova a parlare ma non dice nulla, allora prosegue "non ti ho mai visto così ma fidati, sei solo innamorato, ma immagino lui non lo sa". Adesso Manuel è paralizzato, non si aspettava quelle parole, non da Chicca, che lo guarda come forse si guarda un fratello, riesce a sussurrare un "ma". "Ma un cazzo Manuel! Se stai per dirmi che vuoi parlarmi della vecchia architetta e tu non sei bisessuale quella è la porta, in caso contrario ti ascolto". La spontaneità di questo commento lo fa sorridere un istante, Chicca allora continua "Lo so che non ti sei mai visto così, lo so che con me eri sincero, ma ti conosco e ti posso dire sei normalissimo anche se ti piacciono sia le ragazze che i ragazzi. Adesso, puoi farmi capire perché sei qui, anziché con Simone? Perché è di Simone che si tratta, vero?".
Manuel è senza parole, ha sempre pensato che o ti piacciono i ragazzi o ti piacciono le ragazze, ma la naturalezza con cui Chicca parla é come un terremoto, che gli mette davanti gli occhi l'ovvio e, soprattutto, non pensava fosse evidente ciò che prova per Simone. "Si, è lui ma vedi...non posso", Chicca lo guarda di traverso, come faceva quando stavano insieme e la faceva incazzare, "ecco...la sera del suo compleanno ci siamo baciati, l'ho baciato". Chicca sorride, è evidente che non immagina cosa stia per aggiungere, "non è successo solo quello, hai capito". A questo punto Chicca è confusa, perché se sono stati insieme, ora non stanno insieme?, non dice nulla, preferisce sia Manuel a parlare. "Ecco, dopo io gli ho detto che non volevo parlarne, anzi è colpa mia se poi è finito in ospedale, gli ho detto che avrei preferito non fosse successo, che lui per me non esisteva". Chicca scatta in piedi, è incazzata, "Manuel sei 'n cojone però!", il ragazzo abbassa lo sguardo, sapeva l'amica lo avrebbe giudicato, giustamente, ma poi continua, "Scusa, ho esagerato, ti rendi conto da solo di aver ferito Simone e non spetta a me giudicarti, ma quello che posso dirti, per il bene che ti ho voluto e che ti voglio, parlagli, parlagli subito. Non ti garantisco che ti accoglierà a braccia aperte, ma devi farlo, al più presto, o conoscerà qualcuno che non teme ciò che prova, che lo farà sentire al centro del suo mondo e poi per te non ci saranno speranze, datti questa possibilità". Chicca non fa in tempo a finire la frase che il telefono di Manuel inizia a squillare, sullo schermo appare il volto di Simone, lei gli sorride per incoraggiarlo a rispondere. "Simò? Si certo, so' da Chicca ma dieci minuti e arrivo da te". "Vai da lui, parlagli".

***

Arrivato a casa Balestra è più nervoso che mai, ha paura ma sa che Chicca ha ragione, Simone non resterà single per sempre. È proprio lui che gli apre la porta, è andato a correre e non può fare a meno di notare come il sudore faccia aderire la canotta al fisico ben definito, non può fare a meno di guardare quel tatuaggio che gli ha fatto mesi fa e deglutire a fatica. "Faccio una doccia e arrivo, mi aspetti in camera? In casa non c'è nessuno, nonna è via e papà è andato a trovare Mimmo, torna domani", Manuel annuisce, vorrebbe scappare, invece sale le scale.

"Allora tu e Chicca?", il tono è strano, quello che Simone usa quando cerca di dimostrarsi distaccato. "Cosa? Sono passato da lei a ridarle alcune cose e far due chiacchiere", Manuel si agita sulla sedia, si sposta sul letto, si alza, è evidente stia nascondendo qualcosa, ma Simone lascia perdere, non può più permettergli di avere questo tipo di influenza su di lui.

"Si può sapere che ti prende? Stiamo ripassando da un'ora ma sembri un automa, a cena mi hai quasi ignorato e adesso fai così, se non volevi venire potevi dirlo, non so più cos" ed è in quel momento che Manuel crolla, nasconde il volto fra le mani, non sta piangendo ma un attacco di panico gli blocca il respiro, prova a parlare ma non riesce. "Cazzo! Manuel guardami, guardami e respira insieme a me, che succede?", la sua voce è puro terrore, non lo ha mai visto così. Si guardano negli occhi, finché i due respiri si sincronizzano e Manuel si tranquillizza. Non appena si rende conto che è negli occhi di Simone che ha ritrovato la calma abbassa lo sguardo, fa un sospiro ed inizia a parlare.
"Simo sto male", con il occhi fissi sul pavimento non vede che ora la paura si impossessa di Simone, che, sempre accanto a lui, pende dalle sue labbra. "Sono settimane che non dormo più di due ore a notte, faccio sempre questo sogno, dove tutto è perfetto e sono felice, ma poi mi sveglio e la realtà fa male e mi manca il respiro". Simone non capisce cosa intenda, gli appoggia una mano sulla spalla, per incoraggiarlo a continuare. "Mi sono innamorato", ecco lo ha detto, ma sa che non basta, che deve proseguire, mentre adesso è Simone a trattenere il respiro. "Mi sono innamorato ma so che non posso fare niente, a me non ci pensa, non mi merita". "Perché ne parli con me?", il tono è freddo, carico di rabbia, lo stesso con cui si rivolgeva al padre un anno fa, cerca di farsi coraggio e con voce tremante riesce solo a dire "Sei tu". "Puoi ripetere per favore", non capisce il tono di Simone, lui abbassa ancora di più lo sguardo, vorrebbe scomparire nel pavimento, nell'universo, e lo dice "Simo mi sono innamorato di te" e, facendo appello ad un coraggio che non ha più, rialza il volto per guardarlo.

Simone è senza parole, era certo avrebbe sentito il nome di Chicca o chissà chi, ma non il suo, Manuel lo guarda e nei suoi occhi vede riflessa la sua paura, si aspetta un rifiuto, una sfuriata.
Una piccola parte di se vorrebbe urlargli che non può dirgli queste cose nel momento in cui ha imparato a star bene con se stesso, a non dipendere più dalle sue briciole. Si trova invece ad avvicinarsi a lui, la sua mano trema mentre accarezza il viso di Manuel, come ad asciugare una lacrima immaginaria e lentamente lo avvicina a se, per lasciargli un leggero bacio a fior di labbra. Poi un altro ed un altro ancora.

Manuel non può credere che stia succedendo veramente, Simone non gli ha urlato contro, ma lo sta baciando, realizza dopo un paio di secondi che la sua mano è sotto la maglietta del ragazzo e sta accarezzando la pelle calda. Simone ha più coraggio di lui e gli toglie direttamente la canotta, mentre la sfila si accorge che è quella dei Knicks, la stessa che aveva la sera del suo compleanno, si guardano ed un sorriso dolce, imbarazzato, affiora sulle loro labbra, prima che ricomincino a baciarsi, mentre Simone si sdraia sul letto e Manuel comincia ad esplorare con le mani e con la lingua ogni cm del ragazzo. Questa volta vuole imprimere nella mente ogni sospiro, ogni istante, ma chi prende in giro? Ricorda perfettamente ogni momento della sera del compleanno.

***

3.57 am Si sveglia fra le braccia di Simone, per la prima volta da settimane non ha avuto nessun incubo, o meglio si è svegliato proprio come nel suo sogno, felice, fra le braccia di Simone e si incanta ad ascoltare il suo respiro.

4.07 am "Simò, guarda che lo so che sei sveglio da 7 minuti e mezzo", l'altro sogghigna e con voce impastata sussurra all'orecchio dell'altro "tu che ne sai?" "Perché respiri in maniera diversa quando sei sveglio, quando stai pensando a qualcosa. Che c'è?". I due ragazzi ancora non si guardano ed è Simone ad interrompere il silenzio, mentre con la mano percorre il tatuaggio che Manuel ha sul polso sinistro. "Mi chiedevo cosa succederà al sorgere del sole". "Al sorgere del sole? Ma come parli?", Simone si siede di scatto e si maledice, lo maledice, ma l'altro si volta e lo abbraccia, appoggiando il mento sulla sua spalla e lo abbraccia per non farlo andare via. "Non te lo ricordi?", il suo è quasi un sussurro, con una nota triste, "ti dissi qualcosa di simile quella sera che ti ho fatto il tatuaggio, non sai quante volte ho ripensato al tuo "fatti i cazzi tuoi" in questi mesi". Manuel non può vederlo ma Simone sta sorridendo, sa benissimo di cosa sta parlando, non pensava anche lui ricordasse quella sera.
Si volta di scatto e lo bacia, Manuel sorride e ricambia, il mondo potrebbe finire in questo istante e lui non avrebbe rimpianti, mentre Simone prende il sopravvento e lo fa sdraiare di nuovo.

Mentre il sole sorge, la tiepida luce di fine ottobre accarezza i loro corpi che si fondono insieme, adesso è Simone ad esplorare il fisico scolpito di Manuel, a sentirlo vibrare ad ogni suo tocco, ad ogni suo respiro. Non sa cosa accadrà fra qualche ora, ma sente che qualcosa è finalmente cambiato, in meglio. Lo spera con tutto se stesso.

***

Sta quasi per suonare la campana che avvisa verranno chiusi i cancelli, quando Chicca vede arrivare Manuel e, in moto con lui, Simone. Questa scena non la sorprende, è già successo in passato, ma non può fare a meno di domandarsi se l'amico abbia seguito il suo consiglio o meno. Simone scende in fretta dalla moto, slaccia il casco mentre si incammina.
"Simò? Il casco?", il ragazzo torna indietro a ridare il casco all'amico, che invece si sporge e lo bacia, davanti a tutti.
Tutta la 4B li guarda, non solo loro, Simone arrossisce, mentre Manuel, senza scomporsi guarda oltre la spalla del ragazzo ed esclama "Beh? Non posso dare un bacio al mio ragazzo?" E poi sussurra "Perché stiamo insieme, vero?". Gli occhi di Simone potrebbero illuminare Piazza San Pietro mentre risponde un si carico di emozione.

Chicca incontra lo sguardo di Manuel, che le sorride e mima un "grazie", finalmente anche lui ha trovato il suo posto nel mondo. 
   
 
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