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Autore: N92    02/01/2022    0 recensioni
Un Astronauta parla in una lettera indirizzata a chi lo ha ispirato, prima di intraprendere il viaggio più importante della storia della razza umana.
Genere: Avventura, Malinconico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Heylà Stephen...

Come va? Spero tutto bene.

Qui non è male.

Ho pensato che volessi essere aggiornato di come vanno le cose, anche se immagino che probabilmente avrai già trovato una brillante soluzione per far sì di non perderti nulla.

D'altronde era il tuo miglior talento trovare soluzioni. Lo hai fatto per tutta la vita, e non vedo perché dovresti smettere nell'altra.

Sai, ho pensato molto a te in questi giorni, se è di giorni possiamo parlare.

Qui è tutto così... beh ma lo starai vedendo tu stesso.

Una cosa però te la voglio dire: l'idea che avevo dello spazio non è neanche lontanamente simile a come è in realtà. Qui c'è il buio vero, perenne. Non ci sono mattine o sere, o mezzogiorni o mezzanotti. Non c'è l'alba né il rosso scarlatto del tramonto. Non c'è il mare. Non c'è il vento. Non c'è la maestosità della montagna né la fragilità del filo d'erba. Non c'è brina, né nebbia.

C'è solo l'inesorabilità delle tenebre, e mi ritrovo a pensare a quanto sia in realtà immenso il valore in un abbraccio, un bacio, una carezza.

Quello che io, te, e chi ci ha preceduto volevamo è sempre stato questo? È questo che ci faceva sognare? Che ci faceva alzare lo sguardo al cielo? Me lo sto chiedendo molto di questi tempi sai?

Non ti ho mai conosciuto, purtroppo sono arrivato tardi. Molto tardi. Ma immagino che tu mi avresti risposto senza pensarci se te lo avessi chiesto.

Si...

Vero?

Adesso starai pensando: “che gran culo che hai nel stare là”.

Non posso darti torto.

E non posso mentire.

Ho paura Stephen. Ho un milione di paure. Ma non posso non essere cosciente che quando guardo fuori da questa navicella là, verso l'ignoto, il mio cuore batte più forte, il mio essere freme.

Io sono uno scienziato. Come lo eri tu.

E noi siamo questo.

La nostra anima anela a quell'ignoto, come se in un certo senso fosse la nostra madre. E noi vogliamo tornarci. Vogliamo essere di nuovo fa le sue braccia. Vogliamo essere di nuovo Uno.

Non ti ho mai ringraziato per tutto quello che hai fatto.

Non parlo delle tue scoperte scientifiche, no. Parlo di quello che hai fatto, e che continui a fare agli altri al livello umano.

Ci hai insegnato a coltivare il desidero per lo spazio. Hai indirizzato, con il tuo coraggio, persone come noi, che nonostante siano nate duecento anni dopo la tua morte ancora mantengono vivo il tuo ricordo.

Sai quello che vogliamo fare ora.

Sai quello che io sto per fare ora, mentre ti parlo in questa specie di lettera- pensiero, e sono convinto del fatto che saresti fiero di noi.

Vorrei prestarti i miei occhi per farti vedere quello che ho davanti.

Sono il primo uomo a vivere tutto questo: fuori da una navicella spaziale in prossimità di un buco nero.

La sua forza è immensa Steve, e saresti entusiasta della soluzione che siamo riusciti a trovare per ovviare al problema, per permettermi di entrare e superare l'orizzonte degli eventi.

Il confine ultimo. Dove lo spazio e il tempo sono infiniti.

A proposito! L'abbiamo chiamato come te... il buco nero intendo.

Hawking.

Non ci sono state obiezioni quando lo abbiamo proposto alla Nasa.

Beh. Ora devo andare Stephen.

L'orizzonte mi chiama. È come una sirena che canta soave il mio benvenuto.

Finalmente sapremo cosa c'è dietro, e potremo risolvere l'ultimo tassello della comprensione del cosmo.

L'ultimo interrogativo.

L'ultimo, decisivo passo della razza umana.

Non ho paura di morire Steve, ma semmai dovesse accadere verrò da te per analizzare i dati.

Vedrai ci divertiremo un mondo.

Però... una cosa te la voglio chiedere.

Cosa farà fremere il cuore di chi verrà dopo di noi?

 

   
 
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