Tutto è così confuso.
Tu sei in piedi, sempre con quel tuo portamento fiero e quella tua espressione sicura di sé, quasi arrogante. Un attimo dopo Kazutora è dietro di te. Non capisco. Cosa fa Kazutora dietro di te?
Takemichi urla che sei stato colpito. Quando? Quando è successo? Chi ti ha colpito, Baji?
Tengo gli occhi fissi su di te e vedo che il tuo sguardo è diretto al leader della Toman. Sei ancora in piedi e ti avvicini a Mikey, ma la lontananza e la confusione intorno a me non mi permettono di capire le parole che gli rivolgi. Mikey sembra furioso e Kazutora è a terra.
Dopo di che ti vedo prendere in mano qualcosa. Il tuo coltello?
Perché hai preso il pugnale che tieni sempre in tasca? So che non faresti mai del male alle persone a cui tieni e questo comprende sia Mikey sia Kazutora. Quindi che intenzioni hai?

Poi tutto accade così in fretta: ti colpisci con il coltello, sorridi e urli parole che non riesco a sentire. Questa volta non per la confusione, né per la lontananza. Le mie orecchie sono completamente chiuse, la mia vista è offuscata e non riesco più a ragionare lucidamente.
In pochi istanti precipiti all’indietro. Finalmente riesco a destarmi dallo shock e corro verso di te. Ora giaci tra le mie braccia. Hai ancora il tuo sorriso stampato sulle labbra, questa volta, però, coperto dal sangue.
Perché Baji? Perché?

Sei steso a terra, stai morendo, eppure parli con Takemichi come se nulla fosse. E io non riesco a seguire ciò che dici. Pronunci il nome di Tetta Kisaki, poi quello di Pah-chin. Perché stai parlando di Pah-chin? Non capisco quello che stai dicendo.
Poi chiami il mio nome. Vuoi dividere con me uno yakisoba, come la prima volta.
I miei occhi, fino a poco prima fissi nei tuoi, ora sono pieni di lacrime. Sento che anche le mie guance si stanno bagnando velocemente. Sto piangendo. Sono disperato, ma tutto ciò che posso fare ora è tenerti al sicuro tra le mie braccia e prometterti che ti comprerò uno yakisoba e che lo mangeremo insieme, come il giorno in cui ci siamo conosciuti, dopo che mi hai salvato da quei ragazzi.
Ti ho mai ringraziato? Non riesco a ricordarlo.
Ma ora nulla ha più importanza. Il tuo viso è pallido e il tuo sguardo ormai vuoto.
Sei morto. Eppure il tuo sorriso è sempre lì, ad adornare di sfrontatezza quella tua espressione del volto.
 
Sono passati alcuni giorni dall’accaduto.
Mi trovo qui, davanti alla tua lapide e non posso fare altro che essere arrabbiato. Non riesco a smettere di pensare che sia stato facile per te farla finita, anche se razionalmente capisco che non lo è stato per nulla.
Eppure sono arrabbiato con te.
Perché non ti sei preoccupato per me mentre ti pugnalavi, pensavi solo al bene di Mikey e Kazutora.
Perché mi hai lasciato solo.
Perché io senza di te non riesco a vivere.