Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ellygattina    03/01/2022    1 recensioni
Levi ha un incidente in missione che causa danni temporanei alla memoria e alla vista ma la presenza di Erwin è sempre di conforto nonostante la confusione e la paura.
*Questa storia partecipa alle iniziative “Advent Calendar 2021” e “Saint Lucia challenge” indette dal gruppo fb Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart.*
(Storia presente anche su AO3 con lo stesso nickname.)
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Erwin Smith, Hanji Zoe, Levi Ackerman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima cosa che Levi percepì riprendendo conoscenza fu qualcosa di tiepido sulla pelle di cui all'inizio non comprese la natura. Sapeva di averlo già sentito ma non riusciva ad associarlo a nulla in particolare e il feroce mal di testa che gli martellava le tempie non era d'aiuto. Si sforzò quindi di aprire gli occhi, che vennero feriti all'istante dalla luce più intensa che avesse mai visto strappandogli un gemito.

«Ti sei svegliato» disse una voce maschile stranamente sollevata mentre una mano si posava sulla sua guancia. Un gesto intimo che lo fece rabbrividire per un attimo di paura e piacere al tempo stesso. Aveva l'impressione di aver dato a qualcuno il permesso di toccarlo in quel modo ma non riusciva a ricordarne il volto e nemmeno il nome.

Si obbligò di nuovo ad aprire gli occhi nella speranza che almeno loro gli venissero in aiuto ma l'immagine sfocata che gli rimandarono lo spaventò ancora di più.

«Calmo, Levi, va tutto bene» intervenne ancora la voce di prima in un tono che avrebbe voluto essere rassicurante ma il giovane percepì comunque una nota di preoccupazione che lo mise ulteriormente in allarme.

Annaspò nel tentativo di alzarsi, nonostante il dolore intenso in tutto il corpo, ma delle mani forti lo costrinsero a rimanere sdraiato. In occasioni normali avrebbe lottato con ogni briciola di energia per liberarsi ma un'ondata di nausea lo convinse a desistere mentre l'uomo accanto a lui provava di nuovo a tranquillizzarlo, riuscendoci solo in parte. Il suono della sua voce gli rimbombava insopportabile nelle orecchie ma qualcosa nel suo tocco e in quel volto velato dalla strana nebbia che lo circondava gli diceva di fidarsi e in quel momento, a onor del vero, non gli restavano molte alternative. C'era qualcosa di strano e spaventoso nel mondo intorno a loro e il corpo non sembrava in grado di rispondergli come al solito.

Si arrese presto al volere di quell'uomo, che appena percepì la sua resa si girò per un attimo in cerca di qualcuno, chiamando forte un nome che Levi non capì.

L'ennesimo segnale di pericolo a cui l'istinto gli urlava di reagire ma con uno sforzo enorme rimase fermo con gli occhi chiusi, augurandosi che bastasse per riportare tutto alla normalità.

Percepì una persona avvicinarsi e uno scambio di battute che non colse ma sospirò impercettibilmente di sollievo: i suoni erano ancora troppo forti e la luce filtrava lo stesso attraverso le palpebre abbassate ma la sua testa parve apprezzare quel semplice trucco.

Peccato che il nuovo arrivato, con una voce più acuta e squillante, non sembrava incline a lasciarlo in pace e alla fine Levi, stufo dei richiami, dovette accontentarlo, riaprendo lentamente una fessura con una smorfia infastidita.

«Scusa, Levi, ma devo controllare come stai e ho bisogno che tu risponda ad alcune domande» disse subito, per fortuna in tono più basso, sfiorandogli a sua volta il viso.

Chiunque fosse, avrebbe voluto mandarlo al diavolo e tornare a riposare ma annuì piano. Da quel poco che vedeva, aveva l'impressione che quella persona, forse una donna, avrebbe continuato a tormentarlo se non le avesse dato retta e preferiva togliersela di torno il prima possibile.

«Molto bene» approvò lei soddisfatta, cominciando poi a esaminarlo con cura mentre gli poneva domande di vario tipo a cui Levi non sempre riusciva a rispondere a tono. Era stanco e si sentiva confuso come non mai, sebbene la nebbia iniziasse lentamente a diradarsi, ma ancora non volevano permettergli di riposare. Non aveva però abbastanza forze per farsi valere e dovette quindi limitarsi a subire docilmente quelle chiacchiere per lui prive di senso e i tocchi invadenti, e a tratti dolorosi, della donna, che dopo averlo spogliato lo tastava ovunque in cerca di chissà cosa o gli muoveva gli arti, alternando prese più gentili ad altre più vigorose di cui non capiva la ragione.

Ogni tanto si agitava di nuovo per il sovraccarico di stimoli o una fitta più intensa delle altre ma l'uomo, che aveva detto di chiamarsi Erwin, era subito pronto a tranquillizzarlo con dolci carezze e parole di conforto che erano come un balsamo miracoloso per il suo corpo ferito e debole. Sebbene non riuscisse ancora ad associarlo a ricordi precisi, era sicuro che fosse una presenza amica a cui affidarsi senza timori, motivo per cui, di tanto in tanto, lo cercava con lo sguardo, ricevendo in cambio coccole e rassicurazioni che alleviavano all'istante il dolore e la paura.

A un certo punto, con suo enorme sollievo, lo vide chinarsi di più su di lui e mettere la mano in modo da schermargli quasi del tutto la luce mentre la donna, il cui nome doveva essere Hange, iniziava a medicargli una ferita alla testa che non aveva ancora smesso di sanguinare.

«Andrà tutto bene» gli sussurrò Erwin quando la compagna lo avvisò, dispiaciuta, che avrebbe fatto male e Levi strinse i denti cercando di concentrarsi, per quanto possibile, su di lui. Avrebbe potuto dormire ora ma non riusciva a rilassarsi. Il dolore era troppo intenso e i rumori intorno a loro, sempre più forti e spaventosi, gli comunicavano un'urgenza che lo spingeva a lottare inconsciamente contro il sonno. Poteva infatti sentire urla e passi concitati, richiami e nitriti di cavalli, ma anche solo aprire gli occhi e muovere la testa era uno sforzo troppo grande.

Rimase fermo mentre Hange lavava probabilmente la ferita con qualcosa che gli strappò un sibilo di dolore per quanto bruciava prima di spalmarci sopra una buona dose di un unguento gelido dall'odore pungente e coprire la medicazione con delle garze, che fermò con una benda. Procedette quindi a disinfettargli quelli che dovevano essere semplici graffi ma Levi, sempre più stordito dal dolore e dalla perdita di sangue, non ci fece neanche caso. Voleva solo abbandonarsi a quel piacevole oblio che continuava a sfuggirgli finché qualcosa non gli punse un braccio facendolo sussultare.

«Tranquillo, è per toglierti il dolore. Con questo dovresti riuscire a riposare» lo rassicurò Hange, continuando a iniettargli lentamente il liquido mentre Erwin aumentava appena la stretta sulla sua mano. Bastò questo per convincerlo a tornare di nuovo nel suo stato di dormiveglia, abbandonandosi completamente al loro volere.

Poco dopo gli parve che lo stessero rivestendo come se fosse un bambino e vaghi ricordi di sua madre e della vita nel sottosuolo, rapidi e inafferrabili, gli invasero la mente lasciandogli addosso una strana sensazione di dolcezza e malinconia che nemmeno i violenti brividi dovuti al contatto con il tessuto ormai freddo riuscirono a spazzare. Per fortuna c'era ancora il tepore che l'aveva svegliato chissà quanto tempo prima a riscaldarlo un po' e ben presto se ne aggiunse un altro quando qualcuno, probabilmente Erwin, lo sollevò piano stringendolo a sé.

Levi riaprì gli occhi sorpreso cercando di guardarlo e gli parve di riconoscere un lieve sorriso tutto per lui mentre una piccola parte del suo cervello registrava confusamente la delicatezza con cui lo stava tenendo.

«Dormi, Levi, tra poco potrai sdraiarti di nuovo» gli sussurrò dolcemente e il giovane si accoccolò meglio contro il suo petto caldo.

Ben presto si sentì adagiare con attenzione su qualcosa di fresco e rigido e lo richiamò a fatica. Stava bene fino a un attimo prima e non capiva perché interrompere un contatto così piacevole.

Erwin si chinò subito su di lui al suono del suo nome - quando mai l'amico annullava a tal punto le distanze tra loro? - e gli prese la mano che aveva alzato di poco per trattenerlo. Dal suo sguardo era chiaro che stava lottando, come al solito, per restare sveglio e per un solo istante quel tocco di normalità lo fece sorridere.

«Va tutto bene, sei al sicuro. Cerca di riposare adesso» gli disse comunque, consapevole che dormire qualche ora gli avrebbe fatto solo bene.

Per aiutarlo a rilassarsi, ricominciò ad accarezzargli piano la fronte, stando attento a non toccare la ferita, accompagnandolo dolcemente nel mondo dei sogni mentre i soldati intorno a loro finivano di caricare sui carri i compagni morti o feriti nella speranza di riuscire a riportarli tutti in città al calare del sole, quando avrebbero potuto uscire dalla fitta foresta in cui si erano rifugiati.

Funzionò e ben presto Levi cedette al sonno, relegando in un angolino del suo cervello la paura e le domande che l'avevano tenuto sveglio fino a pochi minuti prima.

Passarono ore prima che si svegliasse nell'infermeria del Corpo di Ricerca, dove Hange gli spiegò che un trauma cranico in seguito a una brutta caduta durante la missione aveva causato un temporaneo danno alla memoria e alla vista. Per fortuna Erwin si trovava lì vicino al momento dell'incidente ed era riuscito a prenderlo al voto mentre precipitava tra i rami evitando guai peggiori e Levi si ritrovò a ringraziare in silenzio tra sé l'istinto che anni prima gli aveva suggerito di seguirlo. Si guardò bene dal dirlo ad alta voce, però, permettendo all'amica di visitarlo e iniettargli poi un'altra dose di antidolorifico. Si sentiva già meglio in tutti i sensi ma non abbastanza da poter evitare medicine e di lì a poco si addormentò di nuovo più sereno mentre la caposquadra lo guardava sollevata. Li aveva fatti spaventare parecchio quel giorno ma per fortuna si sarebbe ripreso.


Prompt: Tiepido (Saint Lucia challenge)


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi sia piaciuta e che mi farete sapere che ne pensate, se vi va. Grazie comunque per il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo! <3
Come ho accennato nell'introduzione, la fic partecipa alle iniziative “Advent Calendar 2021” e “Saint Lucia challenge” (da cui deriva il prompt usato) indette dal gruppo fb Hurt/Comfort Italia - Fanart & Fanfiction. Venite a trovarci se anche voi amate questo genere! ;)
Se a qualcuno interessa, ho fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail, Edens Zero e il nuovo Gate of Nightmares (manga basato su un videogioco che Mashima ha contribuito a creare disegnando ambientazioni e personaggi), ma anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui (attenzione ai possibili spoiler se non seguite le scan online però, anche se cerco di stare attenta). Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto, augurandovi una buona serata e un felicissimo anno nuovo per voi e i vostri cari.
Bacioni e alla prossima!
Ellygattina

  
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