Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Carme93    04/01/2022    2 recensioni
E' ora di decorare l'albero in casa Granger-Weasley.
[Questa storia partecipa all'iniziativa "Regali d'inchiostro" indetta sulla pagina Facebook L'angolo di Madama Rosmerta].
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Hugo Weasley, Ron Weasley, Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
#regalidinchiostro PaigeEFP, Kamy Rossi



 
Ritratto natalizio di famiglia
 




Si mordicchiò il labbro, temendo di perdere la concentrazione e far cadere gli scatoloni, che stava facendo levitare. Non sarebbe stato strano per lui: Ron Weasley era noto per la sua goffaggine. O almeno lo era stato, ora era fiero di poter dire di essere uno degli uomini più importanti del paese. Gonfiò il petto a quel pensiero e per un attimo uno degli scatoloni urtò contro la parete.
«Papà!» strillarono in coro i suoi figli, che lo tallonavano.
«Ron, che stai combinando?» gridò sua moglie dal piano di sotto. «Non starai usando la magia?».
Alzò gli occhi al cielo e gli scatoloni colpirono nuovamente la parete.
«Se mamma ti vede…» iniziò il figlio minore.
«Hugo, stai zitto» lo riprese la sorella maggiore.
Rose Weasley, dall’alto dei suoi dieci anni, aveva un cipiglio autoritario che sicuramente aveva ereditato dalla madre; perciò il più piccolo, nonostante continuasse a fissare il padre con apprensione, tacque.
«Mamma non mi vede» mormorò Ron, ma non ne era pienamente sicuro: Hermione Granger in Weasley aveva una spiccata tendenza a scoprire tutte le malefatte che avvenivano in quella casa.
Rose ridacchiò, mentre Hugo lo fissò preoccupato.
Ron entrò baldanzoso nel salotto, con gli scatoloni galleggianti davanti a lui, ma, vedendo Hermione in piedi al centro della stanza con le braccia incrociate, per poco non lasciò cadere ogni cosa.
«Ron».
«Tesoro» replicò lui con falsa noncuranza, «sei pronta per darci una mano?».
«Come avrei potuto concludere la relazione, se non posso perderti d’occhio?».
«Esagerata!» provò a scherzare Ron, con le orecchie leggermente arrossate. «Io e i bambini ce la caviamo bene, vero?».
«Sì» rispose prontamente Rose. «Torna pure a lavorare».
La ragazzina si dedicò all’apertura di uno scatolone e a tirare fuori le decorazioni.
Ron era ben conscio di che cosa passasse per la testa della figlia e lanciò un’occhiata di sbieco alla moglie, che, però, metteva sempre il dovere al primo posto. Sempre.
«Non combinate guai, mi raccomando» sentenziò Hermione prima di tornare in cucina.
Ron evitò di ribattere e si unì ai figli. Ben presto, tutte le decorazioni erano sparse sul tappeto, probabilmente non il modo più ordinato di compiere il lavoro ma a Hugo piaceva osservare ogni singola decorazione. L’aveva sempre fatto fin da piccolissimo.
«I miei compagni usano un albero vero» borbottò Rose fissando criticamente il padre, mentre con l’aiuto del più piccolo, distendeva i rami dell’albero.
«Mamma dice che non si devono tagliare gli alberi per il proprio divertimento».
Rose gli fece il verso e Ron trattenne a stento un risolino: Hugo era tanto simile a lui fisicamente quanto alla madre caratterialmente.
«Quindi nonno Arthur è un assassino di alberi».
«No» rispose Hugo prontamente, ma leggermente confuso dall’opposizione della sorella.
«È quello che hai detto!».
«Non è vero!» ribatté sconvolto il più piccolo che non avrebbe mai detto nulla contro il nonno che adorava. «Papà! Io non ho detto questo!».
«Tranquillo, Hugo» intervenne Ron, prima che i figli litigassero seriamente. «Rose sta scherzando. Dai, aiutatemi a mettere le lucine».
Rose, che voleva sempre fare tutto perché ormai si sentiva grande, prese subito un capo del filo e iniziò ad avvolgerlo intorno all’albero.
«Non aspettiamo mamma per le palline?» chiese Hugo, dopo un po’.
«Lo dobbiamo fare ora l’albero, non l’anno prossimo» borbottò la sorella in risposta.
Ron rimase male: Hermione era sempre molto impegnata al Ministero e molto spesso si portava il lavoro a casa; quello che lui evitava sempre. A casa voleva stare solo con i suoi figli. E sfruttava anche tutte le ferie e i permessi possibili. Hermione era convinta che bisognasse mostrare molta più serietà e soprattutto abnegazione per il lavoro, non sopportava quelli che definiva ‘superficiali’.
Ron, per conto suo, aveva adorato fare l’Auror ma da quando erano nati Rose e Hugo, il tempo migliore sembrava solo con loro.
«Cominciate voi, vado a chiamare la mamma, sono sicuro che sia pronta».
Entrò di soppiatto in cucina, ma scoprì che non c’era nessuno. Si accigliò e salì al piano di sopra. Come previsto trovò la moglie nel suo studio.
«Hermione, i bambini ti aspettano».
La moglie non sollevò nemmeno gli occhi dai fogli che leggeva attentamente. Ron sospirò e le si avvicinò. «Tesoro» mormorò, «Rose a settembre andrà a Hogwarts e sono sicuro che Hugo la seguirà in un baleno… quando loro saranno lì, avremo tanto di quel tempo da dedicare alle relazioni che finiremo per annoiarci…».
Hermione gli rivolse uno sguardo di rimprovero, ma egli la conosceva così bene da scorgere una piccolissima ruga d’incertezza in mezzo alla fronte. Le prese delicatamente la mano e la fissò eloquentemente. Lei sospirò e ripose la piuma.
«Hai ragione».
«Oh» sgranò gli occhi Ron.
«Finiscila» borbottò Hermione alzandosi.
«No, ripetilo, ti supplico. Non accade spesso che mi dai ragione».
«Smettila» ribadì lei, ma non riuscì a trattenere un leggero sorriso.
Ron le prese di nuovo la mano e si mise a ondeggiarla, come se fossero due bambini. Alla fine Hermione scoppiò a ridere.
Rose e Hugo, in salotto, avevano già appeso alcune palline colorate. Il più piccolo corse incontro alla madre, desideroso di mostrarle quelle scelte da lui.
Lavorarono tutti insieme alacremente e divertendosi. 
«Papà, indossa queste» disse Hugo a un certo punto porgendogli delle corna di renna finte.
L’uomo le scrutò criticamente.
«Avanti, Ron» ridacchiò Hermione.
«Le hai comprate tu?» le chiese, obbedendo però all’occhiata d’attesa del figlio.
«No, te lo giuro».
«Le abbiamo prese insieme a Lily tornando da scuola» spiegò Hugo.
«Oh, allora domani dovrò chiedere a Harry se le ha indossate».
«Figurati» borbottò Rose. «Zio Harry metterebbe qualsiasi cosa pur di far felice Lily».
Ron le si gettò addosso facendole il solletico, la bambina strillò. «Piccola streghetta, sai che anche tu hai lo stesso potere su di me?».
Rose si divincolò e sorrise maliziosa: «Certo, ma non mi interessano le corna di renna. Sto preparando la lettera per Babbo Natale».
«E ti pareva» borbottò Ron. «Ogni anno Babbo Natale dovrebbe estinguere il suo conto alla Gringott per accontentarti».
Nel frattempo Hermione stava appendendo le decorazioni insieme a Hugo e gli mostrava come inserire il gancetto in quelle che l’avevano perso.
Ron ne approfittò per scattare loro una foto.
«Ehi, aspetta almeno che lo finiamo» disse la moglie alzando gli occhi al cielo.
«Papà, basta bighellonare, vieni a lavorare anche tu» lo redarguì Rose con un sorrisetto.
«Quello che bighellona sono sempre io?» ribatté Ron fingendosi offeso.
In men che non si dica, la famigliola decorò l’albero e avrebbero terminato anche prima se Rose non avesse inseguito il fratellino tentando di legarlo con un filo argentato.
«Facciamo la foto?» chiese Hugo con un sonoro sbadiglio.
«Aspetta, tesoro, ripuliamo un attimo» rispose Hermione che, con un rapido colpo di bacchetta, riordinò tutto rapidamente.
«Amo quando usi la magia» le disse Ron con un enorme sorriso.
«Anch’io» si accodò Rose.
«Anch’io… ma anche quando non la usi» intervenne Hugo.
«Ruffiano» borbottò Rose.
«Grazie, amore mio, meno male che ci sei tu» replicò Hermione.
«Accendo le luci, pronti?» domandò Ron.
«Sì» gridarono gli altri tre in coro.
Allora, Ron inserì la presa e l’albero s’illuminò. I bambini batterono le mani. «Mettetevi in posa» disse loro. «Anche tu Hermione, provo a usare l’autoscatto in questa macchina fotografica che mi ha regalato mio padre».
«Ti aiuto, sennò si fa Natale» borbottò la figlia raggiungendolo.
«Ehi!».
Impiegarono almeno dieci minuti prima di capire come inserire l’autoscatto e Ron rischiò d’inciampare nella pluffa lasciata in giro dalla figlia, ma alla fine riuscirono nell’intento.
Hermione preparò una cioccolata calda per tutti e si accoccolarono sul divano.  Naturalmente, i due bambini crollarono da lì a poco.
«Li porto a letto» annunciò Ron alzandosi. «Tu non ti muovere da qui» avvertì la moglie.
La donna aveva una mezza idea di tornarsene nello studio e concluse la relazione, ma alla fine si rese conto che quel divano era troppo comodo, il caminetto emanava un tepore piacevole e la promessa di Ron era troppo allentante. Avevano così poco tempo per loro due.
Il marito impiegò pochissimo e la raggiunse sul divano. Hermione lo abbracciò e si accoccolò tra le sue braccia.
«Dovremmo fare un albero ogni sera» mormorò beata.
«Domani sera possiamo fare i biscotti» propose Ron.
«Mi stai diventando una brava massaia, Auror Weasley?» ridacchiò Hermione baciandolo a fior di labbra.
«No, mia cara. Tuo figlio l’ha visto fare a casa di un suo compagno».
Lei roteò gli occhi, ma non trattenne un piccolo sorriso. «Pazienza, non vorremmo mai passare per cattivi genitori, no?».
«No, mai» concordò Ron. «Sai che sei sporca di cioccolata?».
«Dove?».
«Qui» disse lui indicando vagamente le sue labbra, prima di baciarla. «Non avevi una relazione da finire?».
«Sta zitto, Ron».
Ridacchiarono entrambi e i loro occhi, riflettenti le luci colorate, si incatenarono con amore.
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Carme93