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Autore: MauraLCohen    05/01/2022    1 recensioni
Kirsten ama passeggiare e qualche volta incappa in luoghi che nessun altro conosce. Neanche Sandy.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kirsten Cohen, Sandy Cohen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#1 
Storia scritta per l'esercizio di scrittura PICSTORY del gruppo Fondi di Caffè - il tuo scrittoio multifandom 
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La Casa nel Bosco 



Esisteva un posto, vicino all’università di Berkeley, che aveva tutta l’aria di essere uno squarcio di Natura e Storia tra due enormi blocchi di realtà metropolitana e caotica. Un posto abbandonato, nascosto da ampi alberi sempreverdi che proiettavano la loro ombra su un sentiero di pietra, in un giardino incolto. Quel piccolo rettangolo di terra era di pertinenza di un vecchio rudere: una casa in pietra, chiusa, ormai, da chissà quanti anni. 
Kirsten l’aveva scovata una mattina della sua prima settimana al campus, quando si ritrovò a passeggiare - meglio, camminare - senza una meta. Le capitava di aver bisogno di fuggire per qualche ora da tutto ciò che c’era di familiare attorno a lei, così poteva starsene sola con se stessa, parlarsi, senza avere il timore di essere fraintesa e senza avere il peso di dover spiegare ad altri. Aveva imparato sin da bambina che, in fondo, la sua compagnia era quella che preferiva. Non perché con gli altri non si trovasse bene - teneva ai suoi amici, al suo ragazzo e persino a Caleb, nonostante tutto - ma loro non sapevano parlarle nello stesso modo in cui si parlava lei; loro non conoscevano piccoli granelli di passato che nella sua vita pesavano come macigni e lei non sapeva nemmeno da dove iniziare per spiegarli. Perciò sì, camminava. Camminava per ore, in ogni angolo, rimuginando su ciò che la faceva star male, chiedendosi consiglio, dandosi soluzioni e solo quando quel suo incedere per vie e sentieri la portava a sentirsi più leggera e a dirsi che, alla fine, tutto sarebbe andato bene, solo allora, si riteneva pronta a tornare alla sua vita. 
E fu proprio a causa di una lite furente col padre, dovuta alla sua decisione di studiare a Berkeley e lasciare Jimmy, che la portò a scovare la Casa nel Bosco - a lei piaceva chiamarla così. 
Kirsten aveva trascorso all’ombra di quegli alberi, tra i ciottoli del sentiero e le sporgenze della finestra bloccata con assi di legno, tutti i suoi pomeriggi più incerti. A volte andava lì per schiarire la mente, altre volte solo per leggere e altre ancora per trovare un po’ di silenzio. 
Con i mesi, però, smise di andare alla casa del Bosco, ma fu un allontanamento graduale e non certo perché non ne avesse più bisogno; ne aveva ancora e ne avrebbe sempre avuto finché Caleb avesse fatto parte della sua vita, ma dopo soli due mesi a Berkeley, Kirsten aveva conosciuto Sandy. 
Sandy Cohen, per l’esattezza. 
Un ragazzo più grande, dai capelli corvini e sempre disordinati. Studiava legge e non stava mai fermo. Parlava troppo, pensava troppo e insisteva troppo. Per tutto. Per un caffè, per un bacio, per una spiegazione. 
Non c’era verso di placarlo eppure lei non era più sicura, dopo che lo ebbe conosciuto meglio, di volerlo fare. Aveva scoperto che con Sandy era facile parlare, anche di quegli argomenti spinosi (che ci mettevano un po’ a venire a galla); aveva scoperto che era bello, a volte, non dover scappare: poteva stare lì, mentre lui la stringeva e le lancette ticchettavano. C’erano tante cose che lui le aveva insegnato, pur non volendo. Leggi, ideali, musical, emozioni, silenzi, desideri… Sandy le aveva insegnato anche ad amare di più se stessa e a lasciarsi amare un po’ di più dagli altri. 
Così, in breve tempo, quello che doveva essere solo un caffè, si era trasformato in una storia d’amore che aveva sostituito la Casa nel Bosco. 
Kirsten non ci tornò più, dopo aver incontrato Sandy, né mai ci portò lui. Pensava che, come Newport, come la sua famiglia, come tante cose di lei, anche la Casa nel Bosco facesse parte di una vita lontana. Una vita prima di Sandy, prima dell’idea di poter essere realmente felice. 
Quello che non sapeva, però, è che col tempo tutto ciò che aveva nascosto sotto al tappeto sarebbe venuto fuori. Prima Caleb, poi Newport, la sua insicurezza, l’aborto, le sue paure più grandi… Fino ad arrivare ad una mattina, una di tante, in quella stessa città della Casa nel Bosco. 
Erano trascorsi trent’anni, anzi, no, trentadue - trenta sono gli anni di matrimonio - dall’ultima visita di Kirsten a quella casetta nascosta, ma proprio quella mattina aveva deciso che Sandy meritasse di conoscere anche quel posto. Voleva che sapesse cosa aveva rappresentato per lei quel luogo e come lui l’aveva rimpiazzato, diventando la sua casa. 
Lo convinse a fare una passeggiata, mentre tutti dormivano; gli fece strada sotto le prime flebili luci dell’alba, tenendogli la mano. Passarono per delle piccole viuzze, davanti all’Università dove, ora, lui lavorava. Camminarono per mezz’ora, ma finalmente arrivarono. 
Kirsten si fermò sotto al suo albero preferito e fece cenno a Sandy di sedersi con lei. Lui non capì - non capiva mai, a dire il vero. Ci metteva sempre un po’, ma Kirsten si divertiva. 
“Fidati!” Gli disse e, a quella richiesta, lui non poteva non farlo. Così si sedette accanto alla moglie, sull’erba ancora umida. La guardò con quell’espressione un po’ curiosa e un po’ dubbiosa che metteva su quando non capiva e lei gli sorrise. 
“Ecco.” Le parole furono accompagnate da un piccolo taccuino in pelle marrone, con le pagine ingiallite e inspessite dal tempo, tenute strette da un piccolo laccio. “Aprilo” proseguì Kirsten. 
Sandy ubbidì, iniziò a leggere. 
Gli occhi scorrevano sulla pagina e si spostavano da riga a riga. 
Lentamente, guardando il taccuino, guardandosi intorno, Sandy comprese: si trovavano nella Casa nel Bosco.
   
 
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