Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Exentia_dream2    07/01/2022    2 recensioni
Questa storia partecipa alla Sweet Challenge (la challenge della Befana) indetta dal gruppo Facebook "Fondi di caffè – il tuo scrittoio multifandom".
Un minuto e trentadue secondi, la morte è lenta a giungere quando sei tu a volerla: ti lascia tutto il tempo per far scorrere davanti agli occhi istanti di una vita che da tempo credi non ti appartenga più. Cosa c'è di vero in quei ricordi di bambino, nella figura di tuo padre che in classe ti zittisce e a casa ti racconta che gli uomini diventano giganti e i giganti diventano mura?
"Quindi ci protegge chi ci attacca?"
"Sì."
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Erwin Smith
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nome Autore: Exentia_dream2 (Efp); _Libe89 (Wattpad)
Fandom: L'attacco dei giganti 
Personaggi: Erwin Smith
Dolce scelto: Cioccolatini alla nocciola
                             Genere: introspettivo
                             Prompt: rabbia
                            Oggetto: ciondolo






 
Quel ciondolo sul petto




"Hai il petto ampio di  chi ha troppo cuore" ti dice Hanji, una notte in cui ti trova chino a studiare la mappa dei territori oltre il Wall Maria e prendere appunti sulle posizioni migliori per sostare, tuttavia, quella frase ti raggiunge a stento e il battito cardiaco smuove appena il ciondolo che ti pende dal collo — una pietra verde in cui ha sigillato sogni e sentimenti.
Non puoi permetterti l'emozione di quelle parole, il calore di mani pronte ad accarezzarti dopo aver ricucito le ferite che ti sfigurano il corpo, né l'amore.
Non hai troppo cuore e, lo sai, metà di esso giace insieme alle migliaia di vite spezzate e di tempo negato che ti porti sulla coscienza; l'altra l'hai offerta all'unica causa in cui credi.
Il fine giustifica i mezzi, pensi, eppure ogni notte provi a tirare forte i lacci che tengono insieme il ciondolo e fai a gara con te stesso per vedere quanto tempo resisti senza respirare.
Un minuto, ma i pugni sulla porta ti allontanano dal tuo intento e con un colpo di tosse e rabbia inviti il tuo ospite a entrare.


Un minuto e trentadue secondi, la morte è lenta a giungere quando sei tu a volerla: ti lascia tutto il tempo per far scorrere davanti agli occhi istanti di una vita che da tempo credi non ti appartenga più. Cosa c'è di vero in quei ricordi di bambino, nella figura di tuo padre che in classe ti zittisce e a casa ti racconta che gli uomini diventano giganti e i giganti diventano mura?
"Quindi ci protegge chi ci attacca?"
"Sì."
Tutt'ora non sai cosa rispondere e a cosa serve, ti domandi, se ormai il cappio al collo è così stretto che senti i capillari scoppiare?
È Levi a salvarti, anche questa volta.
"Dannato bastardo, ma cosa credi di fare?"
Non ne posso più: sono già morto e nessuno se ne accorge. M'hanno mangiato i sensi di colpa, m'hanno fatto a pezzi e succhiato il cuore come i giganti con gli esseri umani e, se vivo, vivo di rabbia che mi consuma a ogni respiro.


Con un solo braccio ti risulta difficile stringere i lacci del ciondolo che si ferma sul petto, al centro esatto, dove una volta batteva un cuore giusto. Adesso cos'è rimasto, invece? La voglia di realizzare i tuoi sogni, una scommessa contro il destino in cui perdono la vita soltanto le reclute, mentre resti fermo a fare la conta dei morti, ma tu… tu non muori mai, nemmeno a tirare quei lacci con tutta la forza che possiedi.
È che non ne hai il coraggio ma non lo sai e ti nascondi dietro alle frasi bugiarde con cui porti i tuoi commilitoni al sonno eterno.
E i sensi di colpa che t'hanno mangiato quando ancora chi credeva in te ti chiamava Comandante, adesso si sporcano di una rabbia che quando avevi ancora la forza di respirare senza affanno riuscivi a indirizzare a una causa che era fintamente rivolta al genere umano: adesso è solo tua e fa più male del colpo letale che t'ha squarciato.
Hai creduto che la morte fosse lenta a giungere, ma adesso sembra aver fermato la propria corsa e il dolore che ti lacera lo stomaco ti fa pregare che invece arrivi i  fretta a stringerti nella sua morsa.
Ci pensi mai, Erwin, che l'unica volta che ha offerto il tuo cuore è proprio quella in cui hai lasciato che gli zoccoli dei cavalli riducessero in polvere i tuoi sogni e la voglia di aprire la porta di quella cantina e scoprire finalmente la verità. È per questo che hai lottato, no? Per dare un senso alla morte di tuo padre, sacrificando chiunque e tra poco in quella pila di cadaveri ci cadrai anche tu e sarai soltanto un numero da aggiungere o un corpo da scaraventare giù da un carro.
Quanto poco rispetto hai avuto per chi ha rinunciato alla propria vita? Erano tutti morti, ti dici, e hai disonorato il loro sacrificio facendoli diversivo per i giganti, allora cosa diventerai tu, una volta che avrai smesso di vivere?
Non hai il tempo di rispondere, perché nel momento in cui alzi il braccio per domandare a tuo padre quale fosse la verità che muove il mondo, lui ti prende per mano e ti porta via e tu… tu adesso hai una sola certezza: la morte ha il volto di chi amiamo.



Angolo Autrice:
Questa storia partecipa alla Sweet Challenge (la challenge della Befana) indetta dal gruppo Facebook "Fondi di caffè – il tuo scrittoio multifandom".

Approfittando di questa challenge, ho anche voluto lasciare per un po' la mia comfort zone è scrivere in seconda persona (è uno dei miei punti deboli). Giusto per, vorrei aggiungere che ho modificato un po’ il testo originale, perché credo ci fossero troppe ripetizioni (parliamo giusto di un paio di paroline).
Spero che in ogni caso la storia vi sia piaciuta.
A presto.
 
   
 
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