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Autore: Paul Kramer    08/01/2022    1 recensioni
Pensieri di Luke durante il funerale di suo padre. Un padre mai conosciuto come tale, ma che gli ha dato la vita e qualcosa di ben più importante:
L'umanità di piangere i morti e riconoscerli come persone.
Anche se ti hanno tagliato via una mano, anche se ti hanno sempre perseguitato da che seppero della tua esistenza...
Perché un padre compare solo una volta in vita.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Luke guarda il pavimento, freddo contro il corpo ancora percorso da fulmini blu-violacei. Qualcosa – chi? - ha interrotto l’Imperatore e mentre alza la testa non sa che cosa fare, percosso da mille emozioni (rabbia, dolore, ansia, terrore, gratitudine…) Perché Darth Vader, la mano destra dell’Imperatore, un Lord Sith, suo padre, ha alzato l’imperatore e lo ha buttato giù nel reattore principale.
Per lui.
Per suo figlio.
Per Luke Skywalker.
 
 Luke si alza, il dolore rannicchiato in un angolo: suo padre, Anakin Skywalker, è salvo, è tornato da lui, suo padre! – Darth Vader è morto. Aveva ragione lui, e per una volta, probabilmente l’unica in vita sua, Luke è contento che Ben e Yoda abbiano sbagliato, che non siano stati capaci di prevedere. Ora, finalmente, torneranno a casa, assieme, e anche se il pensiero dell’Alleanza ribelle da convincere striscia come pochi momenti – una vita – fa i fulmini di Forza strisciavano sulla sua pelle, Luke è deciso a tornare, a mostrare suo – loro – padre a Leila, ad avere, finalmente, una famiglia.
Ma Anakin si accascia, esausto, senza energia vitale, e Luke cade con lui; tutt’attorno ufficiali e soldati imperiali corrono e le loro emozioni riempiono l’aria come l’acqua un lago. Un terrore profondo – infantile, quasi – riempie Luke (suo padre deve resistere, non può morire così, non può, deve vedere Leila e deve vederla come Anakin la vede, non come prima), quando Anakin gli chiede (lo implora) di togliergli la maschera. “Ma morrai!” Luke sente il cuore accartocciarsi lentamente quando Anakin annuisce, lento: “Lascia, figlio mio, che ti guardi con questi miei occhi.”
Luke obbedisce, la mano di carne che trema: la carne bianca, solcata da profonde cicatrici, in mezzo a cui risplendono come due soli morenti due occhi azzurri come i suoi. Sono gli occhi di suo padre, di Anakin Skywalker, che lo guardano. “Di’ a Leila, di’ a tua sorella… che avevi ragione.” Come se avesse vinto una scommessa, pensa fuggevolmente Luke prima di vederlo reclinare il capo e chiudere gli occhi.
Anakin Skywalker, suo padre, è morto.
 
 Le fiamme avvolgono la legna, la più secca che sia riuscito a trovare; Luke, nerovestito come suo padre un tempo, osserva con occhi sofferenti la maschera nera di Darth Vader, il volto di un impero ora distrutto. La musica risuona, distante, come se provenisse da un altro pianeta, mentre le fiamme consumano suo padre – no, pensa correggendosi con un singulto, non suo padre. Può sentire attorno a sé un vento leggero, qualcosa di sereno: Anakin, che sussurra parole che non comprende, ma il loro senso gli è perfettamente chiaro. Un refolo di vento gli accarezza una guancia bagnata, come una mano fantasma, quella che per prima se n’è andata.
“Ti voglio bene.”
 
 
   
 
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