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Autore: Pandora13    18/01/2022    2 recensioni
Kageyama ha due soprannomi, uno nella pallavolo e uno al bar: per gli amanti dello sport, lui è il "Re del campo", per le ragazze e i ragazzi che lo vedono passare davanti al bar per allenarsi, è "Il mito": bellissimo ed irraggiungibile.
Shoyo ama la pallavolo e i bei ragazzi, così ha deciso di prendere il coraggio a due mani e provare a parlare con "Il Re"
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Yuu Nishinoya
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Love x Life x Sex'
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NdA: Questa song-fic è parte della serie multi-ship, multifandom a cui sto lavorando al momento. Stavolta in particolare parlo di una coppia che io non shippo particolarmente, ma che si presta inevitabilmente a questa canzone: è una KageHina, AU, ambientata in un mondo in cui Shoyo, dopo la partita delle medie, non ha più visto Kageyama come compagno di scuola e di squadra, ma non lo ha neanche mai dimenticato e lo ha ritrovato solo anni dopo, durante l'università
Kageyama ha due soprannomi, uno nella pallavolo e uno al bar: per gli amanti dello sport, lui è il "Re del campo", per le ragazze e i ragazzi che lo vedono passare davanti al bar per allenarsi, è "Il mito": bellissimo ed irraggiungibile.
Shoyo ama la pallavolo e i bei ragazzi, così ha deciso di prendere il coraggio a due mani e provare a parlare con "Il Re", la OS, in parte ispirata al film degli 883 "Jolly blue", racconta cosa è nato da questa scelta.

La canzone, come avrete intuito è "Sei un mito" degli 883, in particolare mi sono rifatta a questo specifico video: https://youtu.be/WJwzxsEkjTk

Buona lettura!

P.S. Ho messo l"OOC perchè
 Kags fa battute e ride, ma in realta le battute fanno pena e nessuno lo ha mai visto sorridere prima, quindi forse non è poi così OOC xD


 



«Oh, guarda chi c'è, i tre Moschettieri! Ragazzi, qui anche stasera?» chiese Nishinoya, un ragazzo poco più grande di loro, che lavorava part-time al "Tangerine milk", il bar dove si ritrovavano nelle pause dallo studio, la sera, nei fine settimana, la mattina prima delle lezioni... insomma il luogo dove trascorrevano la maggior parte del loro tempo.
Si erano guadagnati quel soprannome perché erano praticamente inseparabili, frequentavano assiduamente il locale da anni e Noya li aveva visti sempre insieme. Gli altri amici ed i ragazzi andavano e venivano, ma loro erano sempre lì, una di quelle triadi perfette ed indivisibili, un po' come i Moschettieri, insomma.

«Beh è quasi ora dell'aperitivo!» rispose Yukitaka, uno dei suddetti ragazzi.

«Sono quasi le sei più che altro...» lo corresse Shoyo Hinata, uno dei suoi migliori amici.

«E quindi?» chiese distrattamente Koji -il terzo moschettiere- mentre rispondeva a un messaggio del suo di nuovo ragazzo.

«E quindi?! E QUINDI?? -chiese Shoyo con fare shockato- È QUASI L'ORA DEL MITO!».

Al termine di quello scambio di battute, ormai quotidiano, ogni ragazza e ogni ragazzo gay, o bisex del locale, si riversò come di consueto in strada, chi fingendo di fumare, chi di chiacchierare, chi guardando spudoratamente "Il Mito" rallentare, fare il proprio "spettacolo" e proseguire la corsa.
Kageyama Tobio, il "Re del campo", "Il Mito": tanto odiato -soprattutto dagli amici di Shoyo, per come aveva trattato quest'ultimo alle medie- quanto desiderato.
Dopo il liceo aveva lasciato gli studi, dedicandosi alla carriera da professionista e per qualche motivo il suo tragitto di allenamento passava sempre di fronte a quel bar e lì davanti, quasi volesse farsi ammirare dal suo pubblico, avveniva sempre il momento di ristoro: c'era una fontanella pubblica pochi metri più avanti, sul lato opposto della strada e lì avveniva il miracolo: "Il Mito" si fermava, alzava la canottiera nera attillatissima, utilizzandola per asciugare il sudore e mostrando a tutti degli addominali scolpiti nel marmo, beveva un sorso d'acqua, si bagnava i capelli e ripartiva, lasciando gli avventori del bar con la gola secca e una crescente invidia per quelle goccioline d'acqua che seguendo la linea del collo scendevano sul suo torace.
Era stata una di quelle tante sere, che era accaduto qualcosa di insolito: Kageyama era passato di fronte al "Tangerine milk" in abiti casual ed era entrato, ordinando un bicchiere di latte.
"I Moschettieri" erano rimasti a bocca aperta, come tutti del resto, ma ad un certo punto, Koji aveva deciso di parlare, chiedendogli se credeva davvero che il suo talento fosse sufficiente a permettergli di giudicare gli altri.

«Tu cosa faresti se le tue capacità rasentassero la perfezione?» aveva chiesto in risposta lui e forse stava per proseguire con una spiegazione seria, ma Hinata lo aveva interrotto...

«Chiederei al mio riflesso di farmi un'alzata!» esclamò ridendo.

Non faceva ridere, neanche un po' eppure Kageyama lo aveva trovato divertente e da quella battuta ne era seguita una seconda e poi una terza, fino ad arrivare a ottenere un appuntamento.


 

Tappetini nuovi, Arbre Magique

Deodorante appena preso che fa molto chic

Appuntamento alle nove e mezza ma io

Per non fare tardi forse ho cannato da Dio

Alle nove sono già sotto casa tua

 

Hinata era in anticipo e agitato! In quel momento pensò che sarebbe stato meglio andare a piedi all'appuntamento, così almeno avrebbe sfogato la tensione camminando.

«Ma sei scemo Shoyo?! Avresti sudato e saresti stato tutta la sera con le braccia attaccate al corpo come un idiota, per nascondere gli aloni!» si sgridò da solo, prima di guardarsi intorno nella speranza che Tobio non avesse visto quella scena pietosa.

 

Tu che scendi bella come non mai

Sono anni che sognavo 'sta storia lo sai

Sento il cuore che mi rimbalza in bocca e tu

Con il body a balconcino che ti tiene su

Un seno che così non si era mai visto prima

 

Mentre Kageyama scendeva le scale del palazzo dove viveva, bello come un Dio greco, con i pettorali scolpiti messi in risalto dall'attillata camicia nera sapientemente sbottonata, Shoyo, la gola riarsa dal desiderio, pensava a quanti anni avesse sognato quella serata.
L'uomo dei suoi sogni: bellissimo, alto, moro, tenebroso e un talento per la pallavolo senza eguali...

«Dove mi porti di bello, Shoyo?» la voce bassa e sensuale di Kageyama lo riportò alla realtà, tanto era rimasto imbambolato a fissarlo che non si era reso conto che l'altro era ormai arrivato, si era seduto al suo fianco e aveva allacciato le cinture di sicurezza.

 

Sei un mito, sei un mito per me

Sono anni che ti vedo così irraggiungibile

Sei un mito, sei un mito perché

Tu per tutti noi sei la più bella ma impossibile

 

«Sai, sono anni che desidero fare una cosa così...» aveva iniziato Hinata.

«Trovare un ristorante tradizionale che serva sia maiale al curry che tamago kake gohan? Beh in effetti non deve essere semplice trovare ristoranti che servono la colazione all'ora di cena!» scherzò Kageyama di rimando.

Hinata scoppiò a ridere rumorosamente, facendo voltare l'intero locale, ma lui non parve farci caso, anzi sorrise in risposta.

«Oddio! Sai sorridere!» gridò scioccato Shoyo.

Kageyama si limitò a guardarlo con un sopracciglio inarcato.

«No è che... -ballettò un po', arrossendo- ho sempre sognato di uscire con te... tu sei... insomma sei il "Re del campo"!».

«E questo cosa c'entra col fatto che io sappia sorridere?».

«Solo che nessuno di noi ti ha mai visto farlo, beh non prima di stasera almeno.».

 

Ancora adesso non capisco perché

Hai accettato il mio invito ad uscire con me

Forse perché tu non sei quel freddo robot

Che noi tutti pensavamo tu fossi però

L'importante è che adesso siamo qui insieme


 

«Non sono mica un robot!» aveva risposto Tobio, sorridendo ancora.

«Adesso lo so. -aveva risposto Hinata, l'imbarazzo già dimenticato- Sai noi tutti ti abbiamo sempre visto così lontano e irraggiungibile... ancora non capisco perché hai accettato il mio invito, ad esser sincero.».

«Perché ti ho sempre trovato interessante, fin da quell'unica partita alle medie. Ci sono voluti alcuni anni, ma crescendo, quello che è successo in quella partita è stato qualcosa di fondamentale per cambiare in meglio il mio modo di giocare, sai?».

A quel punto -forse per la prima volta in vita sua- Shoyo era completamente senza parole.
Non solo Kageyama Tobio, il "Re del campo", "Il Mito", si ricordava di lui fin da quella vecchia partita, ma reputava persino importante per la propria carriera quell'episodio!
Rimase in silenzio ad ascoltare il resto della storia, mentre pagavano e si spostavano a piedi al pub poco distante.



Appoggiati al tavolino di un bar

Scopro che oltretutto sei anche simpatica

Nonostante tu sia la più eccitante che

Abbia visto in giro sono a mio agio con te

Ordiniamo un altro cocktail poi si va via

 

Hinata rise divertito.
Kageyama non era un tipo spiritoso nel senso più classico del termine, a dire il vero aveva in senso dell'umorismo tutto suo, ma era anche sarcastico, pungente... lo trovava sorprendentemente simpatico, a dispetto dell'aspetto sempre serio e corrucciato.
Non si poteva dire che Shoyo fosse facilmente a disagio, anzi, generalmente andava d'accordo con tutti e aveva sempre qualche cosa da dire, tuttavia aveva temuto che non sarebbe stato altrettanto facile, trovandosi al tavolo con l'uomo più eccitante e sensuale su cui avesse mai posato gli occhi.
Fortunatamente si era sbagliato.
Parlare con Tobio era naturale come respirare.
La conversazione era scorrevole, erano in sintonia, nessun silenzio imbarazzante, né momento di noia.



Sei un mito, sei un mito per me

Sono anni che ti vedo così irraggiungibile

Sei un mito, sei un mito perché

Tu per tutti noi sei la più bella ma impossibile

 

«Sai tu sei un po' il sogno proibito di tutti, sai?» stava dicendo Shoyo, nel tentativo di spiegare la folla presente ad ogni passaggio di Kageyama alla fontanella di fronte al "Tangerine milk".

«Al tuo amico non sembravo piacere così tanto.» rispose lui.

«È solo che Koji e Yukitaka sanno quanto mi ero impegnato per quella singola partita, quanto era importante per me. Sono un po' troppo protettivi nei miei confronti e... beh devi ammettere che non ci sei andato leggero con le parole quel giorno!».

Il discorso a quel punto virò sulla pallavolo e i motivi per cui Hinata non aveva più giocato. Forse non era un argomento molto allegro, ma decisamente lo preferiva, al parlare di quanti dei suoi amici e conoscenti avrebbero voluto farsi il ragazzo con cui stava uscendo!

 

Quasi esplodo quando mi dici: "Dai,

Vieni su da me che tanto non ci sono i miei"

Io mi fermo a prendere una bottiglia perché

Voglio festeggiare questa figata con te

Anche se forse non mi sembra neanche vero

 

«Sali?».

«Non vorrei disturbare.».

«Nessun disturbo, abito da solo...».

«Aspettami qui un secondo!».

A quel punto Hinata era corso al konbini dietro l'angolo per comprare alcune birre, dovevano pur festeggiare quella serata stupenda, no?!

Salì le scale che portavano all'appartamento dell'altro come in trance, gli sembrava di fluttuare, di sognare ad occhi aperti, perché aver passato una serata così perfetta con l'uomo dei suoi sogni, scoprendolo persino più umano e meraviglioso di quanto non sembrasse alla mera apparenza e concludere la serata in casa sua, da soli, non sembrava vero!



E' incredibile abbracciati noi due

Un ragazzo e una ragazza senza paranoie

Senza dirci "io ti amo", "io ti sposerei"

Solo con la voglia di stare bene tra noi

Anche se soltanto per una sera appena



Era incredibile, il calore di Tobio lo avvolgeva completamente ed il suo odore gli invadeva le narici, mentre passava pigramente una mano tra i suoi capelli.
Erano sdraiati sul divano, abbracciati, o meglio intrecciati in un groviglio di arti, godendosi la pace dopo quello che era stato un amplesso di fuoco. Le birre giacevano ancora intoccate sul piccolo tavolo da fumo, poiché appena seduti, quell'attrazione inarrestabile che avevano sentito per l'intera serata aveva avuto la meglio e si erano ritrovati a divorarsi le labbra in un bacio che era pura passione.
Nessuna parola dolce, o dichiarazione di imperituro amore, solamente due ragazzi e la loro voglia di stare bene insieme, per una sera appena... una sera alla volta... possibilmente per ogni sera della loro vita, ma questo Hinata non lo avrebbe ammesso ad alta voce.



Sei un mito, sei un mito per me

Perché vivi e non racconti in giro favole

Sei un mito, sei un mito perché

Non prometti e non pretendi si prometta a te

Sei un mito, sei un mito per me

Perché vivi e non racconti in giro favole

   
 
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